Quello annunciato per l’11 e 12 dicembre sarà, se tutto va bene (o male), il secondo vero sciopero nella storia della serie A. Intendiamo sciopero senza giocatori in campo, non proteste attraverso ritardi nel fischio di inizio o altre forme di manifestazione del dissenso. Insomma, quelli che al bar della politica sono i ‘miliardari viziati’ hanno sempre dimostrato più senso di responsabilità di chi li paga o li avrebbe dovuti pagare. Per questo solo il 16 e il 17 marzo del 1996 le minacce non sono rimaste tali.
Può essere utile ricordare i punti in discussione all’epoca: 1) Il fondo di garanzia per 160 giocatori, le cui società erano state escluse dai campionati; 2) Il mancato pagamento degli stipendi arretrati da parte di alcune società di C; 3) La sentenza Bosman, con la richiesta di immediato azzeramento dei parametri e di non equiparare i comunitari agli extracomunitari; 4) il diritto di voto ai giocatori, con l’ insediamento di una commissione giuridica da parte del Coni; 5) Il nuovo statuto che prevedeva la cancellazione della C2.
Sorvoliamo sui primi due punti, visto che raramente i calciatori riescono ad ottenere gli arretrati dalle società morose e meno che mai da quelle fallite. Chi osa mettere in mezzo avvocati viene più o meno velatamente minacciato: di quanti presunti ‘traditori’ della bandiera abbiamo letto? La Bosman ha stravolto lo sport mondiale, ma la linea del Piave del limite agli extracomunitari sta tenendo: almeno formalmente, perchè poi passaporti tarocchi o quantomeno facili hanno avuto l’effetto di una Bosman bis. Sul diritto di voto la battaglia è stata parzialmente vinta ed oggi Demetrio Albertini è una delle persone più influenti in Figc al di là di una carica (vicepresidente in quota AIC) comunque di prestigio. L’assurda C2 (ma per rapporto ricavi-costi la categoria più assistita è la B) è rinata sotto altro nome, ma non ha risolto i suoi problemi: primo fra tutti che interessa a poche persone e che mercati troppo piccoli non consentono il professionismo.
E oggi? La differenza fra le due proteste è fondamentalmente una: nel 1996 si discuteva di organizzazione generale del calcio, nel 2010 si sta discutendo di diritti dei singoli calciatori. E’ un po’ un ritorno alle origini dell’AIC, nata nel 1968 proprio per difendere i suoi iscritti dai soprusi di dirigenti che trattavano le persone come oggetti. E’ un ulteriore segnale del fatto che siamo tornati indietro di oltre 40 anni, quanto a tutela del lavoro. Anche nel senso della libertà di opinione. Il contratto firmato da Giorgio Chiellini, dal laureato e intelligente Chiellini che ha tante possibilità di scelta (non è il trentenne di Lega Pro al quale si dice 'O è così o è così lo stesso'), con la Juventus, di fatto stabilisce che il calciatore può mettere in vendita non solo la sua immagine ma anche le sue opinioni. Nel contratto, che in questo periodo di vuoto normativo Chiellini e la Juve hanno firmato legittimamente, si stabilisce fra le altre cose che il giocatore accetta la possibilità di allenarsi separatamente dal gruppo e si impegna a vestire in un certo modo (!), a non fare dichiarazioni contrarie allo spirito della società (!!) e a riconoscere ai suoi dirigenti la possibilità di sospendergli ferie e permessi (!!!). Una caserma, con soldati però superpagati.
Quelli che vorrebbero copiare l'unico 1% di NBA che a loro conviene (la trasferibilità secondo i voleri del club, mantenendo lo stesso contratto), cioè quasi tutti quelli che mandano in avanscoperta Lotito, sognano di firmare tanti contratti singoli con un potere contrattuale 'leggermente' sbilanciato. E i loro giornalisti si guardano bene dal ricordare che dei 3.500 calciatori dalla A alla Lega Pro circa 2.500 guadagnano (in teoria, perchè nei bassifondi l'anno ha 10 mesi: maggio e giugno sono mesi cancellati grazie al trucco della liberatoria ad aprile) cifre paragonabili a quelle degli operai che demagogicamente vengono usati in questi giorni.
Stefano Olivari
27 commenti:
Infatti, e se io fossi stato l'avvocato o il procuratore di Chiellini avrei trattato ad oltranza su alcuni punti prima di farlo firmare. Tanto per dire è assurdo che la controparte mi possa proibire la discoteca o impormi la compatibilità dei miei sponsor con quelli della squadra. Ma di nuovo non c'è nulla almeno dalle parti di Corso Galileo Ferraris, dato che Briamonte in sostanza si è limitato a trasporre nell'accordo alcuni dei famosi dieci comandamenti bonipertiani.
Un ritorno all'antico vagamente padronale e siamo d'accordo, ma ho il sospetto che lo abbiano consentito proprio certi calciatori con i loro comportamenti poco professionali di cui tante volte abbiamo parlato su questo blog.
Se ho capito bene nessuno vieterebbe alla Juve di mandare via Chiellini a parità di stipendio e di aspettative di squadra prima del termine del contratto. A me sembra questo il punto più ingiusto...
No, nel contratto di Chiellini non c'è la trasferibilità per decisione unilaterale...che è però uno dei punti di vera lotta per il contratto collettivo...che non è una fissazione della Fiom, ma una necessità dal momento che si parla di lavoratori subordinati...poi secondo me tutti dovrebbero essere autonomi e firmare contratti alla Chiellini (nel senso: con la libertà che si è preso Chiellini), ma in questo caso di rapporto fra imprenditori verrebbe meno il controllo...non è che io possa dire al mio commercialista come si deve vestire, anche se lo pago...
Ingiusto? Mah...parliamone.
Non è giusto neanche, per dirne una, che dopo mezza stagione fatta bene siano lì a batter cassa per poi spanciarsi sugli allori ottenuti in questo modo.
Allora che si facciano contratti bloccati: firmi per tre anni e fino a scadenza non possono cambiare le condizioni nè puoi andar via.
@Stefano no, però i calciatori non sono gli unici lavoratori subordinati a essere "obbligati" ad andare vestiti in un certo modo...magari gli altri non ce l'hanno scritto sul contratto (forse), ma cambia poco...
@Direttore
Scusi l'ignoranza, ma quindi teoricamente Chiellini non potrebbe andare al Supermercato in infradito causa contratto capestro, oppure si tratta di abbigliamento nelle occasioni "ufficiali" come rappresentante della squadra ??
Direttore grazie per la spiegazione.
Nick un conto è vestirsi in un certo modo per andare sul posto di lavoro, altro conto è come ti vesti per andare dalla De Filippi di turno...
@Leo: Marotta ha precisato che Chiellini al di fuori degli impegni ufficiali con la squadra può abbigliarsi come gli pare. Dunque questo aspetto del contratto non è particolarmente gravoso ed in effetti dovrebbe servire a imporre un minimo di decoro alla categoria....come dimenticare l'abbigliamento di Legrottaglie (prima della svolta neo-con) e Appiah alla loro conferenza di presentazione?
Per non parlare del favoloso giubbotto di pelo di Cassano quando si presentò al Real: già in quell'istante si capì che avrebbe fatto una brutta fine quell'esperienza.......il problema è quello che dice il Diretto: i diritti "servono" alle fasce meno abbienti di una categoria, per quanto anche i ricchi piangono. Ma se ti usano come un pacco e ti spediscono fuori rosa e ti dicono cosa devi dire o non dire a fronte di un mensile a 4 o 5 o addirittura 6 zeri, sarà demagogico ma perdonatemi il gioco vale la candela. Eccome. Il problema è per quelli che a fronte di queste sevizie lavorative portano a casa uno stipendio da impiegato ben pagato. Vabbe che io e molti tanti altri accettiamo vessazioni e pressioni lavorative per cifre vergognose, ma non significa che questo sia giusto o che io debba sentirmi "sollevato" se la mettono in quel posto ad un milionario che comunque non ruba niente a nessuno.
Scusate se potrebbe fraintendere: volevo dire "che io debba sentirmi "sollevato" se la mettono in quel posto ad un milionario (o chiunque guadagna piu di me)che comunque non ruba niente a nessuno."
Leo, è questione di immagine societaria e ognuno (calcio o non calcio) la tutela come meglio crede.
Dopodichè Chiellini è libero di andare a far la spesa come più gli aggrada...ma quando rappresenta la società in determinate sedi deve andare vestito in un determinato modo. Pari pari a mille altre persone che conosco...
'E i loro giornalisti si guardano bene dal ricordare che dei 3.500 calciatori dalla A alla Lega Pro circa 2.500 guadagnano (in teoria, perchè nei bassifondi l'anno ha 10 mesi: maggio e giugno sono mesi cancellati grazie al trucco della liberatoria ad aprile) cifre paragonabili a quelle degli operai che demagogicamente vengono usati in questi giorni.'
Superultrachapeau Directeur.
Anni fa giudicai qualunquista la tua posizione sul rifiuto dei giocatori interisti di recarsi a Londra, durante il periodo degli attentati. Oggi mi sento obbligato a sottolineare come il tuo commento, che ho virgolettato, sia l'esatto esempio di posizione NON QUALUNQUISTA.
Vado a motivare, anche se non richiesto.
Degli operai a 1200 euro mensili, normalmente, frega poco a tanti, trannea che a loro, improvvisamente, per dare aria all'orifizio facciale, son diventati il contraltare dei calciatori, impropriamente detti, scioperanti, visto che la giornata vien recuperata.
Mi vien spontanea la domanda, qual'è il limite annuo di reddito sopra cui si è obbligati al servaggio? Sopra quale reddito è giudicato obbligatorio rinunciare ai propri diritti di individuo?
Gran parte di coloro che si scandalizzano per gli stipendi dei calciatori son gli stessi che si incazzano se il loro presidente non caccia i soldi per ingaggiare campioni, e come si ingaggiano i campioni se non pagandoli più della concorrenza? Ci si riempie la bocca di liberismo e di concorrenza e poi si critica chi si informa a questi concetti per sfruttare il proprio potere contrattuale. E in ogni caso non sono certo i big che rischiano il mobbing calcistico, ma calciatori che scivolano ai margini della professione. Quindi, serrata, più che giustificata, nella logica della contrattazione del libero mercato.
Io nel mio contratto di lavoro qui nella provincia del mondo ho tra i vari punti anche il Dress-Code. Camicia, pantaloni non jeans, decoro, no infradito (siamo all'equatore, temperatura tutto l'anno 28-32C). Lievi deroghe al venerdi.
Non ci vedo nulla di strano. Lo accetterei anche in Italia.
Ma infatti Cissyboy...lo accetta chiunque, anche in Italia.
Basta entrare in una qualsiasi società di consulenza...
Anche nel mio contratto mi obbligano a vestirmi in un certo modo... però guadagno molto meno ;-)))
Leggendo i vari post mi sono chiesto..ma stiamo parlando di Chiellini !!! Giocatore scarso e limitato che firma contratti da 3,5 mio ed è presentato come la bandiera della Juventus !!!! Questo è lo stato attuale del calcio italiano...Purtroppo.
Silvano, uno stagista in Accenture guadagna meno di te...;)
...e deve spendere buona parte del primo stipendio per comprarsi i vestiti...
Parlando del dress-code ci sono cose assolutamente ridicole.
Vedi persone che dal lunedi al giovedi arrivano al lavoro in giacca e cravatta,per poi sbragare il venerdi,in onore del casual friday, in abbigliamenti da centro sociale.
Oppure gli stessi dipendenti Accenture,che in caso di sabati lavorativi sono obbligati ad abbigliamenti informali
ahahahahah gobbo...questa del sabato informale non la sapevo!! :D
No vabbè...però smettiamola di parlare di Accenture perchè -senza offesa per nessuno, perchè secondo me la colpa è dell'azienda- potremmo scrivere un bestiario niente male...:)
@ Nick, se fossi stagista a quarantacinque anni con figlia da mantenere e biglietto di ingresso al Tempio da pagare credo che avrei già preso la scorciatoia ;)
Comunque per dare un'idea di quanto si prenda ti posso dire che giro (per motivi ideologici, sia chiaro: non voglio dare soldi a Moratti) con un'auto a metano di piccola cilindrata. La sproporzione tra me e gli avvocati che mi ritrovo davanti o a quelli ai quali rispondo per iscritto rispetto a quanto prendono e a quanto pago di tasse io é comunque evidente ;-)
Nick certo che l'accettiamo tutti. Io avevo capito un'altra cosa...
I contratti collettivi possono essere derogati in favore del singolo lavoratore. Quindi, un contratto come quello che chiede Lotito & co. non sarà certo firmato da Ibra o dagli altri superpagati campioni, ma lo sarà da tutti gli altri ... da quelli al minimo salariale a quelli che guadagnano 200-300.000 euro massimo (e non certo per tutta la carriera). Quindi, non direi che è lo sciopero dei milionari, anzi è lo sciopero di quelli che milionari non ci diventeranno .... Se Chiellini ha firmato certe clausole è perchè evidentemente gli conveniva. Poi, diciamolo pure, alcune clausole non fanno altro che mettere per iscritto ciò che ci si aspetta e si chiede ad un nazionale e quasi capitano della Juve (lasciando perdere i discorsi sulla qualità del calcio italiano). Nulla di eclatante. Ed infatti, Chiellini la clausola del tarsferimento unilaterale con ciufolo che la ha accettata ....
@Nick
Ad uno stagista in Accenture già gli va grassa che non deve pagare per lavorare, il Consulente Junior invece finisce il mese alpiù col bilancio in pareggio.
Le società potrebbero aumentare il proprio potere contrattuale senza per forza usare contratti "militari" come quello di Chiellini. Ad esempio aumentando la lunghezza massima di un contratto da 5 a 6-7 anni, così da sgonfiare la minaccia di liberarsi a parametro zero da parte dei giocatori. Mantenendo intatto tutto l'impianto della legge Bosman si riequilibrerebbe la situazione.
And86, 6-7 anni di contratto sono oltre metà di una carriera sportiva ... anzi quasi tutta. Già mi immagino i Milito di turno chiedere 6 anni di contratto a 30 anni suonati ... (non che si debbano firmare per forza, vero Morattone ? ...)
Sarebbe per bloccare i 24-25enni, non per i trentenni.
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