I Mondiali della democrazia corrotta


di Stefano Olivari
Il denaro non dorme mai, il Gordon Gekko di Wall Street ha fatto scuola. Russia 2018 e Qatar 2022 non hanno quindi sorpreso né bookmaker né gli appassionati di retroscena politico-sportivi. I 24 membri dell’esecutivo Fifa erano diventati 22 dopo lo scoop del Sunday Times che aveva fatto fuori il tahitiano Temarii e il nigeriano Adamu: questi 22 uomini, in buona parte screditati sotto ogni punto di vista (Jack Warner e Issa Hayatou i peggiori in questa speciale classifica), hanno ipotecato le sorti del calcio mondiale di un decennio effettuando le scelte più logiche in un’ottica finanziaria.


Un Mondiale è sempre più complesso e costoso da organizzare, una democrazia autoritaria come quella russa e un emirato come quello del Qatar offrono sufficienti garanzie per portare a termine il compito che si sono caricati sulle spalle. E pazienza per quei nostalgici che si ostinano a parlare di cultura calcistica e di una Coppa come punto di arrivo di un percorso, non certo di partenza.

Per il 2018 l’unica certezza era che sarebbe toccato all’Europa. Dopo l’esperienza di Giappone-Corea del Sud 2002, Blatter non aveva perso occasione per criticare le candidature congiunte: troppi problemi di coordinamento, gelosie inevitabili (è più importante la partita di inaugurazione o la finale?), spese comuni che vengono imputate agli ‘altri’ in una specie di gara di furbizia. Però Olanda-Belgio hanno voluto riproporre il ticket di Euro 2000 mentre la Spagna, che potrebbe ospitare il Mondiale da sola anche fra un mese, si è fatta fagocitare dai disegni politici del suo Villar (uno dei sette vicepresidenti Fifa, fra l’altro) e si è unita al Portogallo. Due, anzi quattro, suicidi annunciati. Interessante la lotta fra Inghilterra e Russia. Hanno prodotto più politica i sudditi della Regina Elisabetta, cercando di far dimenticare le inchieste dei giornalisti del loro paese che hanno messo nella giusta luce non solo Temarii e Adamu ma anche intoccabili come Teixeira e Leoz. Messo in campo il meglio con la sostanza del premier David Cameron, che ha parlato personalmente con mezzo esecutivo, la popolarità di David Beckham e il carisma del principe William che lontano dalla promessa sposa Kate si è violentato incontrando anche anziani mestieranti come Leoz. Ricevendo ovviamente assicurazioni e rassicurazioni dall’abile paraguayano, con varie funzioni al vertice della Conmebol da quasi quaranta anni. Più concreta la Russia che si è basata su progetti faraonici, buoni testimonial (Arshavin e Yelena Isinbayeva), finanziatori palesi (Abramovich) e occulti. Ma soprattutto su un rapporto personale che il suo presidente Putin ha saputo creare con Blatter: mentre la concorrenza cercava di blandire gli altri 21 grandi elettori, Putin ha puntato su quello giusto scegliendo di recarsi a Zurigo solo con il trofeo assicurato. Il resto sono congetture degli sconfitti, la realtà è che anche in stagioni temperate in Russia il campionato si gioca in impianti semivuoti e che le distanze diventeranno un problema se l’idea rimarrà quella di non organizzare un torneo Mosca-centrico: 16 stadi in 13 città diverse, questa la promessa-minaccia.

Ma se Abramovich e soci hanno portato comunque la bandiera di un paese che nella storia del calcio ha contato tanto, anche senza risalire ai fratelli Starostin, non altrettanto si può dire dei signori del Qatar. Gli Al Thani, già organizzatori di un campionato-burla (dodici squadre piene di mezze figure e vecchie glorie, quasi tutte dello stesso proprietario), si sono da anni messi in testa di rappresentare il volto rassicurante del mondo arabo e per riuscire nel loro intento hanno usato lo sport: fra Motomondiale, basket e atletica dalle naturalizzazioni facili. Ma ovviamente niente regge il confronto con il calcio. Anche in questo caso la concorrenza è stata rappresentata da un solo paese: sgraditi a Blatter Giappone e Corea, già indennizzata l’Australia con la qualificazione a vita dovuta all’inserimento nelle qualificazioni asiatiche, rimanevano gli Stati Uniti dei presidenti. Obama con videomessaggio ed il soccer chiamato rispettosamente football, Clinton in sala. A quasi 30 anni dal 1994 poteva esserci la convenienza nel puntare ancora su quello che rimane il paese più mediatizzato del mondo, ma il Qatar ha saputo essere più convincente. Ignoriamo in che modo, visto che i 12 stadi promessi sono più verosimili delle 7 città (nella capitale Doha e ad Al Rayyan vive il 90% della popolazione) ospitanti e che i quasi 50 gradi di temperatura percepiti in luglio imporranno forse l’uso di impianti indoor: il Mondiale Under 20 del 1995, vinto dall’Argentina di Pekerman, fu infatti giocato in aprile.

Su tutto c’è una realtà che in Europa, fra Champions League e campionati nazionali comunque bene organizzati, spesso sfugge: è la Coppa del Mondo il vero motore del calcio in questo pianeta. Perché la semplice prospettiva di parteciparvi o di fare una figura decente nelle qualificazioni mette in moto meccanismi di finanziamento, a volte diretti (cioè contributi della Fifa, attraverso i mille ‘project qualcosa’) e altre no. Quei due o tre milioni di dollari l’anno che in un’Europa di fascia bassa possono a malapena far funzionare la burocrazia federale, in un grande paese dell’Africa sono importanti e che in un’isola del Pacifico diventano vitali. Alla fine Temarii aveva messo all’asta il suo voto in cambio di una grande academy da costruire a Tahiti, monumento a se stesso più che al calcio dell’Oceania che ha fino a poco fa governato. La corruzione non è alla fine tanto in ipotetiche valigette piene di soldi, quanto nella democrazia e nella scarsa qualità dei suoi elettori. 
  

15 commenti:

Gianni ha detto...

Ridicolo il sostegno di Zinedine Zidane alla candidatura del Quatar.

Nick ha detto...

"democrazia autoritaria"
"La corruzione non è alla fine tanto in ipotetiche valigette piene di soldi, quanto nella democrazia e nella scarsa qualità dei suoi elettori"

Direttore, se lo lasci dire senza deferenza e senza paura di esagerare:
Lei è un Genio.

Il mondiale russo sarà per forza di cose un capolavoro sotto ogni punto di vista, probabilmente il punto più alto come organizzazione nella storia dei mondiali di calcio.
Quello in Qatar una vergogna. Già mi immagino gli stadi chiusi e con l'aria condizionata. Qui non si tratta neanche di un punto di partenza: sarà un evento spot senza capo nè coda, senza passato e senza la minima voglia di sviluppo futuro. Pessimo.

Per il resto, leggere "a quasi 30 anni dal 1994" mi ha fatto sentire terribilmente vecchio.

Ataru ha detto...

Blatter è il vero Re Sole.
Da qui al 2022 un settantaquatrenne (nel 2022 ne avrà 86) ha garantito che sul suo regno non tramonterà (da Brasile alla Siberia) mai il sole e se anche dovesse mancare verrà in soccorso il petrolio arabo

MB ha detto...

La scelta della Russia non è così male secondo me. Il Qatar è chiaramente demenziale: ok, in prospettiva 2022 si può immaginare che avranno stadi con l'aria condizionata, o che ci sia comunque tempo per organizzare il mondiale in un periodo diverso dall'estate, al limite. Ma anche nel 2022 sarà un paese grande come una regione italiana, con la capitale e poco più...dove pensano di ospitare 32 squadre nazionali e relativi tifosi? Finché sono in tempo gli conviene pensare a come annettere o conquistare qualche altro staterello vicino, tipo Emirati o Kuwait, chessò.
Ma poi perché stavolta hanno assegnato in blocco due mondiali insieme? I delegati avevano bisogno di un anticipo sulle bustarelle quadriennali?

Silvano65 ha detto...

Il nostro Presidente (in piedi!) ha reso noto alla distratta opinione pubblica, male informata dsai giornali di sinistra e dalle televisioni che (uniche nel mondo) parlano male del governo in carica, i propri meriti per avere fatto ottenere il Mondiale alla Russia. Direttore, neppure un accenno nel Suo articolo. Eppure era tutto alla luce del sole, niente di segreto, le trattative sono avvenute in modo trasparente, i meriti del Presidente sono lì da vedere, bisognava solo avere l'onestà intellettule di raccontarli. Direttore, Lei è un disfattista, un venduto ai traditori della volontà degli elettori, volontà espressa sulla scheda elettorale quando hanno votato il candidato premier segnato sul simbolo. Lei é, in altre parole, un comunista. E guardi che sappiamo da fonti a lei vicine che non ama molto neppure farsi la doccia. Insomma, un comunista e anche poco pulito.

nanomelmoso ha detto...

ma la russia perchè no? li hanno fatti negli usa possono farli in urss certo le distanze sono enormi ma si sa se gli stadi saranno solo al di qua degli urali?

il qatar? saranno stadi del 4 millennoi dei mega palazzetti costruiti nel deserto ... porterà nel piccolo emirato più tifosi che suoi abitanti.
Posto che come diceva un giornalista americano (con il dente un po' avvelenato) la situazione geopolitica della regione non peggiori ancora.
Il mondiale ne qatar sarà sicuramente il primo senza tifosi avvinazzati ....
ps
sarà bello vedere quanti giovani giocatori comprerà il qatar per allestire una compagine nazionale all'altezza dell'evento ... secondo me stanno già partendo lettere in direzione brasile, argentina, africa etc ... hanno tempo non naturalizzarli tutti in 3 minuti

Felix ha detto...

Quanta socio-geo-politica d'accatto mi verrebbe voglia di fare sulla base di questi avvenienti.
La verità, come ha sottolineato a mio avviso il Direttore in un suo passo, è che in Europa siamo abituati a competizioni nazionali e continentali d'alto livello sia tecnico che organizzativo. Personalmente penso che gli utlimi mondiali con un barlume di decenza tecnica siano stati quelli italiani nel 90. Il football oramai come lo intendono le Organizzazioni che governano il mondo (e fra queste la Fifa) è oramai uno strumento di potere enorme e i mondiali saranno sempre piu' ad uso e consumo del terzo mondo intendendo terzo mondo da un punto di vista calcistico appunto.
Ecco alla fine mi è scappata la chiosa socio-politica d'accatto

Ale ha detto...

Diciamo la verità: Blatter non è svizzero ma italiano, anzi italianissimo.
Sotto le mentite spoglie dell'appartenenza ad uno stato neutrale sta realizzando la summa dei più famosi politici-sportivi italiani.
Un groviglio inestricabile di Carraro, Abete, Franchi, Matarrese e perchè no ? Berlusconi. Sotto la voce calcio scorre il danaro a fiumi e lui è lì pronto a drenare tutto ciò che può ostentando democrazia e populismo di bassissima lega.
Niente da dire: è un italiano vero. Se Silvio accettasse un ruolo dietro le quinte potrebbe candidarlo al suo posto quale nuovo pres. del cons. Altro che Fini o Casini !

jeremy ha detto...

Scusa Ale, ma stiamo parlando di uno svizzero. Non c'è bisogno di tirar fuori il modo di fare da banditi italico con il sorriso sulle labbra: basta il loro.

cuginostivi ha detto...

cosa aspettino ancora le principali 10/12 nazionali a scindersi dalla fifa e anche i club principali cosa ci stanno a fare nella uefa....

Dane ha detto...

"Ma poi perché stavolta hanno assegnato in blocco due mondiali insieme? I delegati avevano bisogno di un anticipo sulle bustarelle quadriennali?"

MB, è molto semplice: i Mondiali sono ufficialmente in vendita, e Blatter deve monetizzare il più possible avendo una certa età. Non mi meraviglierei se prima di morire riuscisse ad assegnare tutte le edizioni fino al 2050.....

p.s.: per quell'edizione vedo bene la Papuasia.....

Poli ha detto...

@ Jeremy: mi hai fatto ribaltare dalla sedia.

@ Felix: completamente in disaccordo. A mio avviso il mondiale 90 come contenuti tecnici è stato molto povero, 98' e 06' sono stato decisamente migliori. IMHO.

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

Eh effettivamente concordo con Poli. I Mondiali del 90 sono stati (2002 a parte) i più brutti tra quelli che ricordo direttamente...

Entius ha detto...

I Mondiali 90 sono stati brutti ma secondo me quelli successivi giocati negli Usa furono ancora peggiori.
Ma fra 12 anni in Qatar sarà il massimo dell'orrore a livello di Mondiali di calcio...