di Oscar Eleni
Le risposte della Sibilla, gli undicimila di Lubiana, i vuoti di Roma, il governo dei ricchi e dei pensionati, la panchina troppo lunga di Siena, quelli che sognano il crollo di Peterson, i progetti giovani, i secondi dell'Eurolega.
Oscar Eleni nell’antro della sibilla Cumana dove un tempo, quando allenava Napoli, abitava anche Arnaldo Taurisano, maestro di basket, cercatore emerito di funghi, anche se lui ha sempre sostenuto che è sua moglie la vera artista del bosco, allenatore che si è inventato di tutto e ha cresciuto più di una generazione di eccellenti giocatori, per non parlare della gavetta che ha fatto riempire a Valerio Bianchini che, non è un caso, quando allenava all’estero, ha avuto anche come compagno di viaggio il sindaco di Tirana che guida la rivolta. Abbiamo gente per tutte le stagioni, ma preferiamo rinchiuderla nel recinto per non disturbare nuovi manovratori, quelli che non riescono ad animare l’ambiente con qualche bella idea, cercando storie che non mancano certo perché la vita è diversa da un pick and roll. La sibilla ci chiede di stringere perché deve rispondere a tanti altri e di questi tempi, si sa, le domande sono di tipi diversi, danze macabre sulla verità.
Visti gli undicimila di Lubiana che quasi infilzava il grande Barca?
Visti e ascoltati con emozione. Loro hanno la scuola, la testa, i fisici, la passione. Noi? Le chiacchere. Siamo ancora alla lite Lega-Federazione per la quota stranieri mentre il punto da trovare bocciando o accostando è cercare gente a cui poter insegnare il basket essenziale dei tempi in cui Taurisano chiedeva ai suoi giocatori di scrivere eventuali critiche e di depositarle in una cassetta che lui avrebbe aperto e valutato.
Gli sloveni in una notte hanno bruciato 33.000 biglietti per le tre partite di eurolega, in tutti i posti il minimo dei presenti supera i 5000. In Italia Siena riempie, ma è un campo piccolo, Roma fa pena in tutto, quindi anche sulle tribune, eppure ci si dispera se si perde un posto in Eurolega, se si viene messi alla porta. Ha un senso?
Il senso del maiale quando entra nella mortale catena che lo porta verso la fine, come diceva il mitico Patenta. Siamo ridicoli in tutto, lo si nota persino nella grafica televisiva questo ritardo sull’amore vero. Dilettanti allo sbaraglio, “baguette Bag” da microonde. Vogliamo rispetto e non ne diamo a nessuno, neppure a chi, storicamente, meriterebbe di guidare la baracca.
A proposito i tagli alle diarie ci portano nel lato oscuro della forza dirigenziale: resteranno al timone i pensionati e i milionari. Non ha senso.
Nessun senso. Ma questo è il convento, figurarsi la minestra.
A proposito di minestra, eravamo abituati a ben altro sedendoci davanti alla tavola prima di una partita del Montepaschi.
Verissimo, ma, pur non essendo Bagatta, quindi avendo anche qualche ricordo più preciso, ci rendiamo conto che abbiamo idealizzato tutto quello che fa Minucci e quindi Siena. Capolavori gestionali, motivazionali, una cosa da grandissima società nel quadriennio del dominio. Dopo la rivoluzione di quest’anno con lo splendore McCalebb eravamo caduti sotto ipnosi e ci eravamo illusi che inserendo tre pedine nuove, anche se giocatori veterani, qualcuno, come Jaric, fuori giri già nel palleggio, nel momento più delicato della stagione, quello dove Lavrinovic è andato per la tangente, tutto andasse bene. Non è accaduto. Diventeranno più cattivi, ma è anche vero che panchine troppo lunghe invitano a cambiare anche troppo o a fermarsi a guardare certi specchi per allodole.
Anche Milano allunga la panchina. Nonno Peterson ce la farà?
Tutti aspettano che cada per potersi sfogare. Forse accadrà a Treviso nel sabato del villaggio Benetton dove girano mostri in cerca di teste coronate da far saltare: nell’ordine Repesa, Coldebella, il Benetton che credeva di entrare nella sfera magica del buzzavismo senza paradenti, Peterson, Proli che lo ha scelto. Un fine settimana agrodolce cone le prime tre della classe che vanno in trasferta su campi dove non si respira troppo. Turno curioso.
Bologna e i suoi giovani, Moraschini scaricato a Biella. Siena e i suoi italiani a sedere in coppa. Il progetto giovani di Milano da dove comincia? Confusione in città?
Grande confusione. Moraschini va nel posto giusto. Siena deve fare scelte europee e gli italiani, purtroppo, non sono da corsa, anche se Ress poteva far meglio del febbricitante Lavrinovic contro il Real. Sul progetto giovani dell’Armani ci si accontenta dei sorrisi in foto e poi i ragazzi educati al tifo, ci dicono. Non ci eravamo girati quando urlavano di-fense di-fense, avevano esposto lo striscione in onore di Pino che neppure conoscevano in figurina.
Tanjevic se la prende con l’Eurolega per i secondi rubati. Parla di brutta figura. Ha ragione?
Boscia ha sempre ragione, ma certo in fatto di brutte figure anche la Lottomatica che sbrana la passione di un santo come il presidente, come il nuovo allenatore, si è impegnata abbastanza finendo sotto la sabbia di Tel Aviv.
Oscar Eleni
1 commento:
Oltre al pubblico di Lubiana vanno segnalati i 18.000 a Belgrado per Partizan-Efes Pilsen e i 15.600 a Istanbul per Fenerbahce-Valencia. Le medie stagionali, visibili qui: http://www.in-the-game.org/?page_id=9923, mostrano che l'Italia è tra le ultime ruote del carro, anche se qualche piazza che stagna tra i 3000 e i 4000 c'è anche in altri paesi. Notevole comunque l'aumento complessivo rispetto all'anno scorso, destinato a salire perché le cifre di confronto del 2009/10 riguardano tutta la stagione, playoff compresi, quando le affluenze ovviamente si alzano.
Numeri a parte, è evidente che come da tradizione nel pubblico italiano non c'è mentalità europea: interessa di più una partita con Montegranaro e Avellino che una di Top 16.
Posta un commento