Bombe e uomini carta

di Libeccio
L'uccisione del padre Ranieri, il festival delle cordate, i grandi progetti per la Roma e la svolta epocale senza domande.  

1. I giocatori della Roma ingoiano, digeriscono ed espellono l’ennesimo allenatore nel più classico deserto societario e dirigenziale. Nella gara con il Genoa la squadra fa il più scontato dei karakiri passando dal 3 a 0 al 4 a 3 e perdendo infine una gara già ampiamente vinta, finendo per uccidere oltre al padre (Ranieri) anche sé stessa. Non sono bastate dunque le reiterate richieste da parte dei tifosi e della ampia e assortita comunicazione romana, di tirare fuori gli attributi e a nulla sono servite le dure
contestazioni indette a mezzo stampa e le bombe carta lanciate inopinatamente sul piazzale di Trigoria. Claudio Ranieri paga per tutti, nonostante il vuoto societario, gli ammutinamenti insistiti, le confusioni della doppia proprietà (Sensi / Unicredit), il totem Totti di nuovo spartiacque della squadra e della critica. Da qui a giugno sarà Vincenzo Montella il tutor designato a traghettare la squadra e a dover riuscire dove il navigato Ranieri ha fallito.
2. A leggere i giornali anche importanti, la procedura di vendita della società da parte di Unicredit pare essere giunta ad una svolta: secondo tali commentatori l’operazione di acquisto vede insieme Mr. Thomas Di Benedetto in cordata con altri partner. Oltre alla cordata americana pare che anche in Italia vi siano imprenditori che in procinto di partecipare all’operazione. La stessa Unicredit, infine, pare intenzionata a mantenere una quota di minoranza nella società che andrà a formarsi (Guidata da Baldini e con un nuovo allenatore scelto tra Gasperini ed Ancelotti). La scelta di Di Benedetto, però, non è fare una «cordata» per dividere l'investimento economico, ma cooptare chi può apportare un valore aggiunto alla società, in virtù della sua competenza specifica (finanziaria, sportiva, nel settore delle comunicazioni e del marketing...). Un esempio per tutti: c'è l'intenzione - e sono già partiti alcuni contatti - di coinvolgere un investitore cinese per aprire un nuovo mercato al brand della As Roma e sfruttarne tutte le potenzialità nel merchandising. Altro intendimento di Mr. Di Benedetto è quello di costruire un nuovo stadio (e ti pareva) di 45 mila posti da vendere a condizioni molto molto favorevoli per poi introitare ogni linea adiacente sfruttabile (ristoranti, cinema, brand store, eccetera.).
3. Il modello prospettato dai giornali ci sembra però denso di aspetti difficoltosi che la stampa dovrebbe provare a chiarire o almeno a porre in evidenza. Invece pare che il piano sopra riepilogato venga preso da tutti molto sul serio a scatola chiusa. Allora proviamo ad analizzarne gli aspetti più controversi. Il vero problema è che molti elementi pre-esistenti impediscono già che tali propositi possano trovare compimento: lo sfruttamento del marchio Roma (per quanto ne sappiamo) è già stato ceduto tempo fa ad una società costituita ad hoc nel tentativo di frenare i debiti in accumulo. La possibilità di costruire un nuovo stadio ha già palesato fortissimi problemi (no praticamente definitivo da parte del Ministero dei Beni Culturali). La struttura sportiva di Trigoria è già stata ceduta da As Roma ad una società che a sua volta percepisce un affitto di diversi milioni di euro l’anno per concederne l’utilizzo alla squadra. Infine, i mercati mondiali sono sostanzialmente inibiti alla Roma per il semplice fatto che il suo bacino d’ utenza è stabilmente relegato entro i confini della città e con poche diverse eccezioni. Si aggiunga anche che le mani della società spesso sono state legate sul fronte degli acquisti e cessioni da una tifoseria che vuole vagliare ogni cosa. Molti elementi quindi non quadrano e addirittura confliggono con le linee progettuali che l’ipotetica articolata nuova proprietà avrebbe a intendimento.
4. La storia del calcio dimostra inoltre che in genere solo solide ed uniche proprietà riescono a vincere molto nel calcio (questa è almeno la principale esperienza italiana). Uomini ricchissimi animati da vera passione che ricorrono (spesso sacrificandolo) al loro patrimonio per inseguire un sogno di gloria (Agnelli, Berlusconi, Moratti). Non perché siano buoni, ma per un'ambizione personale che li porta a voler fare qualcosa di importante a casa loro. Nel caso in esame pare proprio che questo modello venga meno e in molti (non sono troppi?) dovranno collaborare per guidare la società attraverso una sintesi di gestione affidabile. A guardarla sotto questo profilo, l’operazione in corso sulla Roma non ci convince affatto e ci sembra oltremodo strano che siano in pochi a rimarcarlo. Mesi di dibattito su un fuorigioco sbagliato e poi nessuna domanda su una svolta epocale.

Libeccio

(in esclusiva per Indiscreto)

37 commenti:

Dane ha detto...

Ma, stiamo parlando dell'Itaglia, vero?!... :-D

Arturo ha detto...

2) Mi risulta che baldini (uomo a quanto pare buono per ogni cordata) e gasperini appartengono a parrocchie contrapposte. C'è qualcosa che non torna
3)Una proprietà non solo aliena rispetto al contesto romano ma anche allargata, e che non dia quindi punti di riferimento/bersagli all'esterno, è la soluzione giusta per ovviare al problema dell'invadenza onnicomprensiva della tifoseria
1-4)Modello troppo allargato forse, però il modello "unico" del mecenate-tifoso è strasuperato, dopo moratti non vedo altri moratti in italia pronti a rilevare l'inter, figlio a parte, stesso dicasi per i berlusconi/agnelli, premesso che lo sceicco/emiro/oligarca della steppa se deve investire o ripulire si rivolge alla più duttile e munifica premier

Hate Elkann ha detto...

Avrei dei dubbi anche sulla reale consistenza degli investimenti dei mecenati nostrani, imponenti operazioni di cosmesi dei bilanci stanno lì a dimostrarlo.

Hellas ha detto...

Pure io sulla cessione della Roma non ci vedo dritto fino in fondo. E mi sembra alquanto strano che il business legato allo stadio (ed in italia sappiamo benissimo cosa vuol dire) sia lasciato ad una cordata americana.
Non è che dietro la facciata USA si nascondono i soliti noti?

Hate Elkann ha detto...

Io non credo che i Sensi si defilino senza lasciarsi uno spiraglio per rientrare, magari con una quota di minoranza, nel caso venga effettivamente costruito lo stadio.

Ammesso e non concesso che lo stadio venga costruito, sia chiaro: se aspettano leggi e leggine per aggirare i vincoli idrogeologici e archeologici, significa che siamo proprio alla frutta.

Se invece lo fanno con capitali, ricorrendo anche a forme di finanziamento, tanto di cappello.

spike ha detto...

beh direi che in questi giorni unicredit ha problemi un tantinello più impellenti che la vendita della roma.
Per il resto ottimo post

JOAN ha detto...

articolo molto interessante.

credo che la risposta sul perchè non si discuta di questa svolta epocale potrebbe darla Dominique Antognoni, sempre molto preciso nel raccontarci le dinamiche dell'informazione romana e romanista...

Italo Muti ha detto...

@Spike

7% per caso?

Italo

Dane ha detto...

Un applauso a Hate Elkann che esce dal loculo su Calciopoli per postare su un altro argomento. Diciamo che tra i vari Martinez almeno un Krasic ci è rimasto nel retino..... :-D

carloblacksun ha detto...

curioso che quando un presidente si candida per guidare un top team spagnolo innanzitutto presenta un progetto tecnico (allenatore, DS, giocatori), mentre in Italia il nuovo progetto parte sempre della costruzione del nuovo stadio... e lì finisce...

spike ha detto...

italo si.
Da qualche parte lessi che poteva addirittura essere di più per via indiretta.
Comunque sia credo che in questi giorni stiano sudando freddo

Un gobbo ha detto...

...nuovo stadio che ovviamente dovrebbe essere costruito coi soldi di qualcun'altro...

L'unico stadio di proprietà dovrebbe essere quello della Reggiana mi pare..

spike ha detto...

italo e stamane borsa sospesa per problemi tecnici.già

Nick ha detto...

illuminateci su questa storia di unicredit!

Dane ha detto...

Ma infatti, su! Non è gossip pallonaro, siamo a prova di querela, non siate criptici!....

spike ha detto...

mi sa che quando riaprono assisteremo ad un bel botto

Nicola Rizzuti ha detto...

Credo si riferiscano al fatto che il vicepresidente di unicredit è anche governatore della banca centrale Libica e quindi alle partecipazioni che il governo libico ha in unicredit. Almeno credo! :D

spike ha detto...

nicola ok.
Ma é la punta dell`iceberg.
Eni fiat impregilo,faccio prima a dire tutti :).
Questo oggi a milano l'hanno chiamato problema tecnico che si risolverà appea da qualche parte gli indici girano.non voglio pensare che succederebbe se a qualche matto viene in mente di fare qualche scherzo a un gasdotto.

Nick ha detto...

ah, ok.
Il 7% cui faceva riferimento italo è la quota del libico?

spike ha detto...

si.quella ufficiale

spike ha detto...

'azz m'hanno letto! (beh quasi)

Italo Muti ha detto...

@All

il future sull'spmib quota -1,2%, ma sarà sicuramente una coincidenza...no?

io comunque sono in acquisto, nel torbido si pesca meglio, anche se è meglio andare corti.

Italo

Italo Muti ha detto...

ftse mib, scusate

Italo

jeremy ha detto...

Fermo restando che la Libia di Gheddafi non è un modello e che l'Occidente tutto si interroga sempre DOPO aver fatto affari con questi satrapi (remember Saddam?), ho l'atroce dubbio che il dopo "rivoluzione" nel Nord Africa non sarà una cosa così democratica come si potrebbe pensare. Spero di sbagliarmi, ma i soggetti che si stanno esaltando al momento e il terrorismo mediatico del solito canale televisivo arabo sono due indizi abbastanza forti. Una cosa tipo Iraq.....a meno di 100km dalle nostre coste.....prosit....

Nicola Rizzuti ha detto...

@jeremy: Non so per Tunisia ed Egitto, ma quella Libica non è certo una rivoluzione democratica: le tribù della cirenaica sono orientate religiosamente. Ne parlo con cognizione di causa essendo vissuto lì diversi anni.

MB ha detto...

Certo che questa dei problemi tecnici in borsa è una bella barzelletta...

spike ha detto...

jer
Ci vuole la palla di vetro per sapere che accadrà.la situazione é magmatica(era da tempo che volevo scrivere magmatica come fanno quelli bravi :) ) e può avere qualsiasi esito.voglio esser ottimista.ne' nelle piazze tunisine ne` in quelle egiziane c'é stata una sola bandiera usa o israeliana bruciata.ottimo segno.
Ps:se anche dalle parti di ryahd si svegliano...

Nick ha detto...

Secondo uno dei centri IT del sistema, di problemi tecnici non ce n'è neanche l'ombra...no, ve lo dico casomai voleste qualche conferma! :P

Dane ha detto...

Ragazzi, la farmacia vicino Piazza Affari ha esaurito l'Imodium, secondo voi c'entra qualcosa?!...

Nick ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=Aj_IZgMGu6w

Silvano65 ha detto...

Intanto oggi i computer hanno salvato piazza Affari...

axel shut ha detto...

chiamiamoli "computer"

banshee ha detto...

e ora? i progetti di rilancio della juve? ahiahi

Silvano65 ha detto...

Era ironico, naturalmente... un calo del 10% di Unicredit in questo momento non fa comodo a nessuno

spike ha detto...

silvano
Ilfatto é che il rimedio rischia d'esser peggiore del male. Se non interviene qualcosa gli ordini di vendita s'accumulano e appena aggiustano il guasto, crash.
Quindi o il guasto richiede tempo per la sua riparazione,mooolto tempo, o si 'organizzano' per ripararlo,o accendono un cero

jeffbuckley ha detto...

jeremy, non credo a "..una cosa tipo Iraq..", Saddam era in guerra da ventanni, dentro e fuori e comunque la società è divera. Temo più una cosa tipo Somalia, la scomparsa di uno stato.

jeremy ha detto...

Ah beh....preferirei l'Iraq allora....speriamo bene....