di Claudio Pea
La fede calcistica degli allenatori, la crema di Vacirca, l'amore di Benetton e il profeta Pianigiani.
1. Da Torino con dolcezza affogando in una vasca di cioccolato, nougatine e gianduiotti. Mentre il Montepaschi festeggia la sua terza Coppa Italia e ancora si sgomita per saltare sul carroccio dei plurivincitori, nello stadio lì accanto Alessandro Matri va in gol correndo verso la Filadelfia e Simone Pianigiani esulta un’altra volta. Stavolta per la sua-mia-nostra Juve. Che poi il bel ragazzo che viene dal Cagliari sia fidanzato con Federica Nargi, la ventunenne velina mora di Striscia, dopo essere stato con Costanza Caracciolo, l’altra velina, quella bionda, come lui stesso mi ha confessato sorridendo, non me ne importa un fico secco. Anzi. Beato lui e meglio per lui se s’infrattasse anche con una terza velina, magari dai capelli rossi, come quelli della storica fidanzata di Luca Toni, la modella Marta Cecchetto. In fondo Matri non è il nostro presidente del Consiglio, ma il goleador che mancava alla Juve da un sacco di tempo. Ettore Messina è invece del Milan e Sergio Scariolo è tifosissimo di quella squadra della quale il mio computer corregge sempre il nome con un altro pure di tre sillabe e due vocali. E’ tuttavia assai curioso che gli unici tre allenatori italiani di basket che corrono i Gran Premi d’Europa abbiano nel cuore tre squadre di calcio diverse. Così come non può essere solo un caso che i grandi capi della Banda Osiris siano tutti rossoneri o che pure Andrea Trinchieri stia dalla stessa parte di Tranquillo, Chiabotti e Buffa. Cioè del Diavolo. Sì, proprio dove lui mi ha mandato quando gli ho ingenuamente chiesto: “Scommettiamo che sei del Milan?”. Non avevo dubbi.
2. Ho per questo respinto la domanda regolarmente presentatemi da Gianmaria Vacirca al pranzo offerto dalla Fabi all’Eataly di Torino, dove avrei volentieri bruciato la mia carta di credito, per poter ufficialmente entrare a far parte della famosa banda del basket che un giorno la Wandissima mi spinse ad inventare. Nonostante il direttore generale di Montegranaro abbia cercato invano di corrompermi prendendomi per la gola con una deliziosa crema di legumi della quale ho chiesto il bis estasiato prima dal delizioso profumo e poi dallo straordinario sapore. Ma Vacirca ha poco o nulla in comune con le abitudini e i costumi della Banda Osiris, con cui magari divide le esagerazioni e le manie di grandezza cestistiche: in primis la faccia, che non è proprio quella del pollastrello lesso cresciuto in batteria, ma vissuta di chi piace alle donne e non si nega il bicchiere (in più) di vino rosso. Rinnegando gli hot dog e la Coca Cola degli amici di merende. Ma soprattutto da piccolo Gianmaria non si perdeva un allenamento della Juventus. E per Matri e i fratelli bianconeri va ancora letteralmente fuori di crapa. Come me. Tanto più che la Banda Osiris sta battendo in testa e puzza dalla testa, ha abbandonato il ritrovo sul Lambro e ora va a cena in zona Ticinese, s’è imborghesita e s’abbandona in piccanti love story di cui vi racconterò a breve su questi schermi se Dan Peterson me ne darà il consenso.
3. Ora c’è dell’altro e, purtroppo, dopo il dolce ecco l’amaro. Dalla barchessa di Villa Minelli, poco fuori le porte di Treviso, dove tante volte in passato Gilberto Benetton mi aveva confessato i suoi amori e i suoi crucci per un mondo dei canestri al quale si era molto affezionato e dal quale pensava di aver ricevuto però poco in cambio, ecco l’annuncio che ha lasciato di pietra e sasso, e molti in braghe di tela: la famiglia Benetton abbandona il basket. E pure la pallavolo. Piove sul bagnato e tutto si fa grigio, più del cielo di Ponzano, come lo sguardo che incrocia quello di Gilberto Benetton che spiega: “E’ diventata una passione troppo costosa e infruttuosa”. Ma non è tanto e solo questo. “Mi sono disamorato del basket”, ora riconosce e svela. Mentre tutti abbassano la testa sentendosi colpevoli di chissà mai quali peccati di fede. Nessuno per la verità, ma la fine di ogni impero fa più male al volgo che ai suoi signori, padroni e sceriffi.
4. Parole pesanti come macigni. Che forse erano anche nell’aria: da tempo infatti Gilberto e Lalla, la sua signora, non si vedevano più alle partite. Il caso Lorbek sicuramente l’aveva amareggiato e scosso. Il fedele e ruvido Giorgio Buzzavo si era da un po’ defilato e non ne voleva più sapere. La gente contestava e il Palaverde era spesso mezzo vuoto. Però nessuno l’avrebbe mai immaginato. Perché Treviso a breve organizzerà le finali di EuroCup. Perché Andrea Benetton e Claudio Coldebella avevano puntato su una squadra giovane che guardava fiduciosa al futuro. Perché Repesa era un investimento serio. Perché la Benetton dei cinque scudetti, di Kukoc e Del Negro, del Pero Skansi e del D’Antoni traditore, di Messina e Blatt, di Bargnani e Zisis, non poteva morire in questo modo. Ai piedi del Monte dei Paschi che negli ultimi tempi si è sostituito proprio alla Benetton come modello di società forte, sana, perfetta, invidiata e vincente. Meditate, uomini di poca fede. Meditate, ipocriti e farisei. Meditate voi che ancora andate cercando il Profeta quando lo avete sotto gli occhi e non lo amate come dovreste. Si chiama, vi piaccia o no, Simone Pianigiani. Voi che magari preferite invece idolatrare Andrea Trinchieri. Che è indubbiamente bravo, forse anche bravissimo, ma sempre appartenente ad un'altra categoria, inferiore (per ora) a quella di un allenatore che ha perso appena una delle ultime trentasei partite giocate in Italia. Contro Varese. E contro un tal Taurino che ancora, dell’impresa, si vanta in giro per tutto il Bel Paese.
Claudio Pea
29 commenti:
adesso si pubblica pure pea?
siamo a posto
Mah, io il Palaverde l'ho visto SEMPRE mezzo vuoto... Se non per qualche rara gara di cartello... Sinceramente per la ricca ed annoiata Treviso non è che mi dispiaccia molto che se ne vadano i Benetton...
A Treviso-Juventus il Tenni (meno di 10mila di capienza, partita di serie A ma non sarebbe stato omologabile nemmeno per la B) presentava qualche vuoto...e non mi sembra che nella sua storia il Treviso sia sempre stato in serie A...purtroppo a volte non ci sono i numeri, andare allo stadio o al palazzo non è un dovere civico...chi paga, che nel basket e nel volley è più decisivo che nel calcio, può anche semplicemente stancarsi...
"purtroppo a volte non ci sono i numeri"
Non mi è chiaro cosa intendi con "non ci sono i numeri": Treviso è una città di 80.000 abitanti ma ha una provincia di quasi 900.000 persone: i numeri per riempire un palazzetto di 6.000 posti e/o uno stadio da 10.000 posti penso ci siano; l'impressione è che Treviso sia stata sempre freddina verso le sue squadre professionistiche (discorso diverso invece per la pratica dello sport: lo sport a Treviso si fa' e si fa' anche molto bene); per dirla tutta ha più spettatori la Spes Conegliano in A1 femminile che la Sisley in A1 maschile... Cioè una società di una cittadina giunta recentemente nel gotha pallavolistico batte il colosso della pallavolo mondiale del capoluogo...
"andare allo stadio o al palazzo non è un dovere civico...chi paga, che nel basket e nel volley è più decisivo che nel calcio, può anche semplicemente stancarsi..."
Mai detto che andare allo stadio o al palazzo sia un dovere civico però mi sembra assurdo pensare che i Benetton si siano stancati per i vuoti al Palaverde perchè i vuoti al Palaverde ci sono sempre stati; così come è grottesco che la gente si sorprenda che i Benetton abbiano deciso di mollare: i segnali della "stanchezza" erano visibili da anni anche per chi non viveva quotidianamente la realtà trevigiana
Intendevo i numeri come persone motivate a vedere sport dal vivo...Torino a una volta e mezzo gli abitanti di Genova, ma se Marassi (36.700 di capienza) a volte sembra stretto per Genoa e Sampdoria, non si può dire la stessa cosa per l'Olimpico (28.000) con Juve e Torino...
Pea, sempre pronto a scagliarsi contro (forse giustamente secondo quanto viene in questi giorni pubblicato da basketnet) quella che lui chiama "Banda Osiris", è diventato oramai il cantore (disinteressato?) del Monte Paschi
Pea, sempre pronto a scagliarsi contro (forse giustamente secondo quanto viene in questi giorni pubblicato da basketnet) quella che lui chiama "Banda Osiris", è diventato oramai il cantore (disinteressato?) del Monte Paschi
Ho cpito poco del pezzo ed ho capito poco delle riserve di Transu sull'autore.
Per il resto sono d'accordo col Diretore sul significato di "numeri" ma sono d'accordo su Kug nell'analisi sportivo-sociale del tessuto cittadino. In fondo il Veneto è pur sempre una regione dove i numeri di chi pedala una bicicletta sono superiori a quelli di chi guarda una tappa in tv, mentre in altre regioni confinanti è il contrario... :-P
Immagino ci si riferisca a questo link.
http://www.basketnet.net/news/146687/flavio_tranquillo__ascesa_e_caduta_dell_uomo_che_voleva
Volevo giusto segnalarlo per chiedere ai meglio informati un parere sulla cosa.
Io personalmente non sono un grande fan di Tranquillo telecronista, proprio per il motivo che gli viene rinfacciato: o sai cosa è il basket e ne conosci il gergo specialistico, anche soprattutto anglofono, oppure è difficile seguire le sue telecronache. Non è un mio problema, avendo giocato per vent'anni, ma capisco che un neofita, che magari non conosce nemmeno granché l'inglese, si possa sentire respinto. Poi ovvio che se il contraltare è Lauro, che credo sinceramente appassionato, ma inadatto perché va all'opposto, credendo di parlare solo a gente che confonde il basket col cricket, si cade dalla padella nella brace.
Quello che invece mi lascia perplesso, o comunque di cui sono completamente all'oscuro, sarebbe l'esistenza di questa cricca e il relativo potere... bah...
A stava ovviamente per Ha...per quanto riguarda la cosiddetta banda, credo che non si debba confondere l'autorevolezza (che Tranquillo indubbiamente ha, o forse 'a') con il potere...al di là del parlar bene o male di un allenatore...a questo proposito, uno dei veri scandali del basket italiano è che una singola agenzia controlli il 90% degli allenatori di primo livello...
A me Tranquillo piace(va) molto di più come telecronista di football americano piuttosto che di basket perchè probabilmente sapendo di avere di fronte un pubblico molto meno esperto e probabilmente essendo anche molto meno esperto riusciva ad essere coinvolgente e didattico senza strafare: riguardo al rilievo dato a Gallinari c'è da dire che lo stesso rilievo viene dato a Bargnani ed a Belinelli scadendo spesso nello sciovinismo più assurdo tanto che a volte sembra che in campo ci siano solo gli italiani e non i Knicks, i Raptors o gli Hornets...
ecco direttore... un pezzo sul tema sarebbe bene accetto. come dicevo io, pur non essendo un fan del suo modo di fare le telecronache, non discuto la competenza di tranquillo, semplicemente non ero a conoscenza di questo lato oscuro della forza (o della luna?), ammesso che esista e non sia ingigantito dall'articolo di basketnet.
Ottima la segnalazione di Morfeo che ringrazio per la soffiata.
Relativamente all'articolo di Pea, come al solito faccio fatica a comprenderlo, lo capivo poco quando pubblicava su Superbasket e seguivo giornalmente le vicende italiane, continuo a capirlo poco adesso che non sono + in Italia e seguo 0 il basket italiano.
In generale la mia sensazione è che il movimento italiano (parlo da giocatore prima e allenatore dopo per almeno 20 anni), tutto il movimento, reclutamento, settori giovanili, Lega, Nazionali, settore tecnico sia in putrefazione.
Magari mi sbaglio...
Giù le mani da Trinchieri
Ale' Ale' Ale' Cantù
:-)
@Transumante,Moreno,Chad Palomino,Krug,Poli:la tendenza alla cricca è un fenomeno italiano acclarato.
Sottolineo quel che scrive l'Olivari sugli allenatori.
Però l'idea che,con un lessico popolare,il basket sarebbe l'Eldorado catodico è phythoniana...
Ma avete presente cosa è successo in questi anni?
Tranquillo è un eccellente telecronista,autentico conoscitore della materia;ha i suoi santini,come tutti noi.
Le dinamiche di certe polemiche cestistiche sono sempre uguali:hanno la modulazione di frequenza pallonara.
Per esempio,queste distraggono dal tempo presente.
In primis,il sistema tolomeico della Fip.
Nel silenzio tombale più assoluto.
Non penso che possa essere risolto dall'ambiente,ma occorrerebbe un'inchiesta della magistratura.
Se nella Pasta Scotta League cambierà qualcosa,avvisatemi.
Ossequi.
L'articolo linkato da Chad è inquietante: sembra Campatelli cha parla di Ranieri. Fantastico cercare il motivo del corllo del basket italiano nelle telecronache di Tranquillo. Illeggibile... Un pò come il pezzo di Pea che sembra scritto da un ragazzetto di una scuola secondaria superiore: sembrano le chiacchierate che facevamo lungo i corridoi ai tempi del liceo. Pettegolezzi, Inter merda, l'astio per il vicino di banco secchione... Bah
@Simone: grazie... era quello che pensavo anch'io... pensare che i mali del basket italiano, che non è in una leggera crisi, ma in coma profondo, dipendessero da tranquillo & friends mi sembrava quantomeno paradossale.
poi resto convinto che ci sia/debba essere una via di mezzo tra l'appassionato incompetente alla franco lauro (è incredibile come non capisca mai le situazioni e lo sviluppo delle partite...), che sembra parli a dei trogloditi del basket, e il linguaggio tecnicissimo di un tranquillo (bravo e competente, ma spesso troppo "di nicchia").
@Chad Palomino:sono d'accordo.
Sky è comunque una pay-tv;in molti si dimenticano che(negli anni d'oro)tanti problemi furono creati dal movimento stesso.
Spese folli e pochissimi investimenti lungimiranti.
Ricordiamoci del megacontratto televisivo strappato in era De Michelis.
Dopò il mercato e stravolse le prospettive future.
chad: perdonami, ma lauro non mi sembra appassionato per nulla
Da 30 anni e´mandato a seguire/commentare basket e non ha mai avuto la decenza di informarsi e apprendere alcunche´
un altro fenomeno da baraccone dello sport rai
dane: ha detto tutto francesco Questi pezzi sul basket (vedi anche eleni) sono i soliti sermoni su le dinamiche dei palazzi e dei palazzetti (yawn) o criptomessaggi su stanche questioni private conditi da massime da sabato sera di raiuno (doppio yawn)
Insomma, di basket neanche l'ombra, hanno delle tesi e le portano avanti contro ogni evidenza (sono riusciti ad esaltare recalcati, poi vai a vedere la classifica e....)
Caro Olivari...19 (18) commenti per un articolo di pallacanestro penso siano un record assoluto, visto che ogni articolo del mio caro Oscar Eleni provoca una media di 0,001 commenti!!!!
Quale è stata la molla? BOH....
La molla è che non c'era tanta pallacanestro...
@ Stefano Olivari
Vero, ma fino a un certo punto....
Il fatto è, secondo me, che i fans di Indiscreto, mi perdonino, sono come una catena di Sant'Antonio e basta che uno di loro faccia un commento su di un argomento qualsiasi, ANCHE NON CALCISTICO, e subito si aggiungono, a cascata, molti degli altri.
Speriamo che succeda così anche per gli articoli di Eleni...perchè vedere quel "0 commenti" mi intristisce molto!!!
Complimenti e saluti.
@ trasu: Vediamo di chiarire: Lauro è una chiavica... il classico prodotto di mamma Rai al cubo, e ogni volta che lo sento mi viene l'orticaria,
però penso che lui sia seriamente appassionato di basket, pur non capendone assolutamente nulla. Non mi spiego altrimenti come mai sia ancora lui il telecronista cestistico, visto che a Raisport non è proprio l'ultimo arrivato, come si evidenzia dalle trasmissioni che è arrivato a condurre. Se la pallalcesto gli facesse schifo, troverebbero qualcun altro da mandarci (e sarebbe meglio oltretutto!)
@giordano: la molla non scatta nei pezzi di eleni perché, pur interessanti a volte, spesso risultano criptici anche a uno che la pallacanestro la segue da una vita, sembrano scritti solo per gente che frequenta circoli ristretti.
Però quest'articolo di Pea e quello postato da Chad (poi visto lo stile potrebbero essere atati scritti dalla stessa persona....) sono chiave di lettura che aiuta a capire alcuni pezzi criptici di Eleni
per meglio chiarire il concetto e fugare i dubbi, metto i voti ai telecronisti citati (ovviamente imho):
franco lauro: 3
flavio tranquillo: 7
solo per la precisione... non vorrei che si pensasse male :)))
Ah e solo ora realizzo che entrambi gli autori lanciano frecciate al veleno pure a D'Antoni...
ho letto questo e poi l'articolo linkato e non conoscendo i fatti direi che ero abbastanza aperto a tutte le ragioni: sull'articolo linkato pero' ho l'esatta opinione di francesco, se in un pezzo che critica tranquillo queste sono le magagne, direi che possono farlo santo subito. alcune critiche sfondano nel comico, come quella sui due tre lavori contemporanei (probabilmente l'autore e' un cultore del posto fisso alla posta) o della terminologia americana (strano per uno sport nato in... Giappone mi pare?) o dei viaggi americani in cui Tranquillo andava a parlare con personaggi del mondo del basket (non andava a mignotte a Las Vegas??? ma che cialtrone). alla fine della fiera, come si diceva nel mondo dei newsgroup, PLONK.
Giordano, catena di Sant'Antonio lo dici a qualcun altro, abbi pazienza.
Gli utenti di Indiscreti sono geenralmente amanti dello sport in generale e quando non ne consocono bene uno hanno comuqnue la curiosità di volersi informare per capire ciò che fortunatamente poi gli viene spiegato da qualcuno.
E' quello che è successo a me ad esempio con questo articolo. La casellina di Eleni segna zero perchè lì rinunciamo in partenza: pare il ghostwriter di Pannella......
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