Bezabeh ci ha solo provato

La Spagna non riesce a condannare nemmeno i rei confessi di doping, la morale del caso Bezabeh è questa e poco importa che il Consiglio superiore dello Sport spagnolo stia pensando (l'ha scritto El Pais) di fare ricorso contro l'assoluzione dell'ex etiope coinvolto nell'operazione Galgo.
Sintetizziamo: il primatista spagnolo (si fa per dire) dei 5mila metri (12'57''25) qualche mese fa è stato fermato dalla Guardia Civil insieme al suo allenatore Manuel Pascua, nell'auto dove si trovavano è stata rinvenuta una sacca di sangue che per stessa ammissione di Bezabeh sarebbe servita per autoemotrasfusione. Negli anni Ottanta pratica legale, ma adesso doping. Invece Bezabeh, che ha alle spalle una storia di emigrazione dura e pura (ha dormito in strada e non metaforicamente), se lè cavata con una assoluzione. Quale il cavillo? Per la legge spagnola il tentativo di doping non è doping, mentre lo è per la Iaaf (la federazione internazionale di atletica) e per la Wada (l'agenzia antidoiping del Cio). Un mese dopo l'assoluzione di Alberto Contador, un altro clamoroso caso di doppiopesismo. E stiamo parlando di un paese civile e con libertà di movimento per chi dovrebbe investigare. Nei paesi che prevedono un visto, non necessariamente dittature (anche se questa forma di governo 'aiuta'), qualsiasi seria inchiesta antidoping è impossibile. Subito a gridare al razzismo e al neocolonialismo, favoriti dai sensi di colpa dei paesi che tengono a galla (sempre più a fatica) la baracca dell'atletica. In questo senso la mitica Spagna dei giovani (giovani etiopi ma anche catalani), piena di opportunità che la triste Italia non offre, è davvero terzo mondo.

Stefano Olivari

7 commenti:

spike ha detto...

penso si sia abbondantemente capito che lo sport spagnolo è più finto di una banconota da un euro.

Simone ha detto...

Ci sono aspetti incredibili, grotteschi,della vicenda.
Tempo fa ho raccolto del materiale per un articolo che,francamente,non ho voglia di completare.
Perchè la situazione renderà,per esempio,il prossimo Giro d'Italia una corsa sub judice.
Io,fossi Zomegnan,per impedire il teatro kabuki sarei disposto a pagare Contador(come Binda..)per restarsene a casa.
Comunque,se non si è ancora capito,un piccolo aneddoto.
Nell'Operacion Puerto(2006),tra le sacche di sangue ritrovate,non ne decodificarono una serie.
Alcune erano contraddistinte da un numero di dieci cifre sempre identico.
Quando è scattata la seconda inchiesta,cinque anni dopo,il magistrato inquirente si è accorto che quei numeri corrispondevano al cellulare di Marta Dominguez...
No comment.

Stefano Olivari ha detto...

Dove per Marta Dominguez, mi dezanizzo, si intende non solo l'atleta ma anche la dirigente della federatletica spagnola...

Christian ha detto...

Fanno ridere.

e poi bisogna star qui a sentire tutte quelle beatificazioni del barcellona ogni volta che mette anche solo piede su un campo da calcio, quando anche un cieco vedrebbe che corrono per 95 minuti dall' inizio alla fine con un'intensità fuori da ogni logica.

Dane ha detto...

Christian, basterebbe vedere quante partite sia il Barça che la nazionale vincono negli ultimi minuti, quando le altre son sulle gambe. Però quando tocchi l'argomento ti dicono "il doping non ti da i piedi buoni o il senso della posizione"........

tiziamal ha detto...

1)a questo punto la giustizia ordinaria spagnola dovrebbe depenalizzare anche il tentato omicidio...
2)ormai è che chiaro che la spagna è la DDR dei nostri tempi(e quindi a fianco di ogni successo-medaglia iberica da 7-8anni fà in poi dovrebbe esserci messo un bell'asterisco/punto interrogativo)

Dane ha detto...

Vabbè, ma adesso uno non è libero di andarsene in giro con una sacca di sangue in tasca?!... :-D