I gioiellini della Parmalat

Nel Gioiellino, il film di Andrea Molaioli liberamente ispirato al crack della Parmalat, una parte secondo noi troppo piccola è riservata ai danni finanziari causati da quella che Tanzi-Remo Girone definisce 'La squadra di calcio' e che di fatto è un giocattolo personale del figlio Stefano: nel film rappresentato in maniera caricaturale, tutto Ferrari e vanterie provinciali.
Poco caricaturale è però la realtà di quel Parma che va dal 1990 (promozione in serie A) al 2003 (inizio della fine per la holding, mentre la parte industriale dell'azienda è arrivata fino ai giorni nostri): i giocatori per quasi un decennio sono stati all'altezza di quelli delle squadre da scudetto, gli ingaggi spesso anche superiori, per non parlare di operazioni di mercato che erano fatte con miliardi di lire veri e non con i documenti corretti con il bianchetto da Tonna-Servillo (sempre con mono-espressione, tipo Giuliano Gemma). Quello che vogliamo dire è che è difficile quantificare quanto sia effettivamente costato il Parma a Tanzi, visto che molte operazioni erano effettuate all'estero attraverso consociate estere, ma sommando le sponsorizzazioni calcistiche Parmalat nel mondo non si va molto lontani dalla realtà dicendo che siamo a livelli Berlusconi-Milan e Moratti-Inter, quindi vicini al miliardo in euro, a fronte di incassi e diritti televisivi di tutt'altra entità. C'erano i famosi 14 miliardi di 'buco' e i quasi 4 miliardi di finta liquidità creata attraverso un conto tarocco presso la Bank of America (architrave della truffa, visto che questa liquidità serviva a garanzie di prestiti 'veri' erogati da banchieri incapaci o peggio), ma una parte di tutta questa carta è arrivata in termini reali nelle tasche di parecchi 'utilizzatori finali'. Tutti a libro paga di una squadra piena di quegli Zizinho (il brasiliano che nel film viene poi promesso al Milan) comprati a colpi di decine di miliardi alla volta e poi svenduti. Per fare dei nomi di 'investimenti': 70 miliardi di lire per Marcio Amoroso, 50 per Nakata, 50 per Milosevic, 40 per Ortega, 30 per Djetou, e via così. Va precisata una cosa: fino alla stagione 1998-99 le spese sono state sì enormi, ma da ancora da ricco che vuole spendere i suoi soldi come gli pare (alla Mantovani, per citare uno che ha vinto fuori dai soliti giri) in attesa di uno scudetto che il sistema prima o poi gli dovrà regalare. Del resto, quando metti contemporanemente in campo Buffon, Thuram, Cannavaro, Dino Baggio, Veron, Chiesa e Crespo nel fiore degli anni qualche speranza ci può anche stare. E quindi? Come in tutte le truffe che si rispettino, alla fine qualcuno di onesto (fino a prova contraria) che ha preso soldi veri c'è stato. E' la società civile, bellezza.
Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it

21 commenti:

spike ha detto...

applausi!

tranne che al giudizio si Servillo: il miglior attore italiano al giorno d'oggi

Stefano Olivari ha detto...

Non è un giudizio negativo per forza, anche Mastroianni faceva sempre Mastroianni...

vincenzo ha detto...

Purtroppo il Gioiellino(io l'ho trovato un gran film) ha il merito di descrivere alla perfezione quel clima di malaffare diffuso che credo sia comune a parecchie realtà imprenditoriali italiane (spero non tutte).
Perlomeno quelle in cui mi sono trovato io erano rette da personaggi orrendi, se non addirittura di malaffare, terribimente somiglianti al personaggio interpretato da Toni Servillo.
La mia esperienza, per fortuna conclusa con queste pseudo-imprese, mi fa temere che il declino del nostro sistema produttivo sia dovuto essenzialmente a questo: il collocare nei posti-chiave delle aziende certa gentaglia, la cui aggressività o addirittura malvagità viene scambiata per capacità di comando.
Sarà un caso che di uomini come Ghidella (tanto per fare un nome non a caso) non se ne ne vedono più in giro? Credo proprio di no....

Dane ha detto...

D'accordo col Direttore su Servillo che ormai recita un po' troppo sè stesso (soprattutto al cinema dove è enormemente sopravvalutato, vale molto di più a teatro...) e di cui non si mettono mai in luce i fallimenti (dal grottescamente caricaturale Andreotti allo stucchevole "Le conseguenze dell'amore"...). Più che a Mastroianni lo paragonerei ad Alberto Sordi, ecco...
Come il Direttore son rimasto stupito anch'io dall'assenza del tema calcistico nel film, soprattutto perchè tra vanterie provinciali quella della squadra di calcio era la più forte. Forse però la produzione ha voluto dare l'accento sulle truffe e nel calcio in fondo la Parmalat ha messo soldi veri. Che è poi la cosa più strana...

p.s.: Vincenzo, massima solidarietà per il tuo lavoro e per quello che dici. Una persona a me cara che fa il tuo stesso lavoro vive ancora del rimorso perchè da curatore fallimentare convocò un teste poi ritrovato in un sacco nero in mezzo al bosco una settimana prima della deposizione...

Hate Elkann ha detto...

beh avranno messo anche soldi veri, ma qualche plusvalenza farlocca l'han fatta anche loro. Anzi, a dirla tutta erano il partner preferito di milanesi e romane:D

Dane ha detto...

In ogni caso i contratti li sancivano con soldi veri, e senza minacce private.....

paperogha ha detto...

Servillo che fa la caricatura di Andreotti come fosse un personaggio di South park a me era piaciuto molto, anche perché sullo stesso genere erano gli altri personaggi. Mi pare una scelta registica più che degli attori quella del registro grottesco

Nick ha detto...

HE, prima di dire certe cose dovresti come minimo mostrarci dov'è la valigetta coi soldi...

Hate Elkann ha detto...

malfidenti.
non mi piace parlare per dare aria alla cavità orale, quindi facciamo parlare i numeri, che dite?

Quando Lazio e Parma si scambiano Almeyda e Conceicao (valutazione totale 80 miliardi) per Crespo (110 miliardi) di cosa stiamo parlando?

Parma e Roma si scambiano Gurenko, Poggi e Mangone, per Lassissi, Longo e Fuser: 25 milioni di euro di plusvalenza (!)

2003: Dal Milan al Parma Marco Donadel, Davide Favaro e Mirco Stefani, strada inversa per Luca Ferretti, Roberto Massaro e Filippo Porcari. 8 milioni di plusvalenza.

Baraldi (all'epoca a.d.) fu poi deferito per i fatti risalenti nel 2003, ma solo nel 2009, non saprei dire come ancdò a finire la vicenda.

Nick ha detto...

No, no, non ci siamo: vogliamo le foto della valigetta.

Hate Elkann ha detto...

Nick, non è difficile. Provo a spiegarti li meccanismo in parole povere, magari capisci.

Le valutazioni gonfiate dei giocatori portano (portarono) a costi d'ammortamento abnormi per le società. Per evitare di staccare annualmente assegni corposi al termine dell'esercizio contabile, molte proprietà ricorrono al sistema delle plusvalenze fittizie incrociate, che non spostano una lira (materialmente) ma generano un doppio effetto:

- un segno + a bilancio nell'immediato
- ulteriori costi d'ammortamento negli esercizi successivi.

E si crea il circolo vizioso.

Non è un fatto di valigetta, perché non c'è corrotto e corruttore. Anzi, potremmo dire che se c'era qualcuno che ha chiuso gli occhi, quel qualcuno stava alla covisoc.

Dane ha detto...

Paperoga, non mi pare che gli altri personaggi del film fossero così caricaturali: un conto è la caratterizzazione forzata dei personaggi, un conto la caricatura. A me è sembrato di vedere l'Oreste Lionello del Bagaglino in un film di Daniele Lucchetti, come se Francesco Romano infarcisse un suo articolo di battute da Zelig....

Pierfrancesco ha detto...

poi una bella legge dello Stato, et voila... il Parma era in serie A, fallisce, si crea una nuova società... ed è sempre in serie A. Bello così.

paperogha ha detto...

secondo me, Dane,il Pomicino di Buccirosso e l'Evangelisti di Bucci erano più o meno a quel livello.
credo Sorrentino volesse darne un giudizio di valore con quel tipo di caratterizazione che si contrappone allo Scalfari e al Moro molto seri e nemmeno un filo sopra le righe

Dane ha detto...

Ma no dai......Pomicino era uguale, l'Andreotti di Servillo assomigliava più all'Andreotti di Lionello che a quello originale.....la parodia della parodia.....se è stata una forzatura voluta è stata eccessiva e inutile, se non è stata voluta è un minus, abbi pazienza..... :-/

p.s.: con le orecchie e gli occhiali di plastica poi, sembrava le mascherine di Groucho Marx che vendono a Carnevale..... :-D

p.p.s.: per me "il Divo" è il terzo fallimento più grosso del cinema italiano a colori dopo Pinocchio e Vajont....

Nick ha detto...

Hate Elkann, te la metto giù più semplice perchè è evidente che le metafore non le capisci: chi stabilisce il valore di un giocatore? Dove sono le prove che quei giocatori non valessero tanto?

In generale, vale sempre Matteo 7,5

paperogha ha detto...

a me non era dispiaciuto il Divo, forse risultato inferiore alle ambizioni dichiarate, ma non l'ho trovato male

paperogha ha detto...

anche perché come fai ad entrare nella personalità di Andreotti senza togliergli la scatola nera dalla gobba :-)

Dane ha detto...

Papero, la mia ovviamente è una valutazione personale e quindi soggettiva. Però nel giudicare un film molto condizionano anche le aspettative, non a caso ho citato Pinocchio e Vajont, il primo ed il secondo film più costosi della storia del cinema italiano.....

p.s.: d'accordo sulla scatola nera, infatti uno dei minus del film credo sia stato appunto quel dire-senza dire-perchè non si può dire....

Hate Elkann ha detto...

"Hate Elkann, te la metto giù più semplice perchè è evidente che le metafore non le capisci: chi stabilisce il valore di un giocatore? Dove sono le prove che quei giocatori non valessero tanto?"

Infatti non esiste nessun reato, sotto il profilo penale.

Nick ha detto...

Ah, ecco.
E allora avercene di dirigenti così (cit)