Il lungo addio di Garrone

Dalla Champions League alla lotta per la salvezza senza passare dal via, questi sono stati i sei mesi più strani nella storia della Sampdoria. Mentre scriviamo queste righe Di Carlo non è ancora stato esonerato, anche se probabilmente lo sarà fra poco (Cavasin?), ma di sicuro il meno colpevole della situazione è lui. Allenatore per squadre di cilindrata più bassa della Samp, ma comunque allenatore vero: paradossalmente ma nemmeno tanto lo stesso discorso che si fa per Del Neri alla Juventus.
Il trionfo del Cesena a Marassi ha solo dato l’ultima spallata a una situazione creata da un misto di ripicche personali e di ambizioni sbagliate. Facile mettere in copertina Cassano, letteralmente regalato al Milan (che ha pagato solo parte dei 5 milioni dovuti al Real Madrid) per una questione di orgoglio che un presidente dovrebbe mettere da parte, o Pazzini venduto non benissimo (12 milioni più l’inutile Biabiany) all’Inter, il problema è che la Sampdoria arrivata ad alto livello ha smesso di avere una identità. Non è un problema di patrimonio personale, perché Riccardo Garrone potrebbe pagare i giocatori come Abramovich e Moratti, ma di immagine. Ibrahimovic è andato al Milan, nonostante i soldi del Manchester City fossero quasi il doppio, un po’ per la Champions e un po’ per la status internazionale del club. E’ una cosa crudele da dire, ma per quello che è diventato il calcio europeo inserirsi nel ristretto circolo dei grandi club non bastano i soldi: occorre un prestigio costruito nel tempo e solo in seconda battuta investimenti (traduzione: spese folli e reiterate nel tempo senza alcuna garanzia di vincere) per attirare i campioni. Il Chelsea ci ha messo una decina di anni per arrivare in questa elìte, il City è su questa strada, Garrone semplicemente non ne ha avuto voglia. Non volendo rimanere a metà strada, spendendo comunque tantissimo e incontrando le resistenze di una famiglia in gran parte genoana, ha preferito tagliare. In attesa di togliere il disturbo. Diventare una Udinese bis, cioé una squadra che compra e vende con intelligenza rimanendo in eterno a livello medio-alto, può essere un progetto che appassioni Preziosi ma di certo non Garrone. Per lui che fino a sessant’anni non si è interessato al calcio e che dopo ha scoperto la libidine dell’essere riconosciuto per strada, la Samp rimarrà comunque un dolce ricordo. Il futuro blucerchiato? Buono ma mai buonissimo, è la dura legge per chi accetta di far parte di un circolo ma da socio di serie B.

Stefano Olivari
(pubblicato sul Guerin Sportivo)

22 commenti:

transumante ha detto...

ecco stefano, rammentiamolo anche a chi considera la juve in questa elite: il prestigio si puó guadagnare come perdere, e per riconquistarlo servono "spese folli e reiterate nel tempo"

facile dirlo con i suoi soldi, ma garrone poteva provare a fare 5 anni da leone e poi passare la mano, invece che 10 non da pecora ma da...boh...una via di mezzo

Silvano65 ha detto...

Forse, più semplicemente, per l'ingresso nel privé che conta della Pedata non bastano i soldi ma ci vogliono anche le amicizie giuste. In ogni caso, tempi duri per i troppo buoni...

Arturo ha detto...

Beh che garrone avesse di mantovani il portafoglio ma non la passione era evidente. Si direbbe abbia preso la samp suo malgrado

magori1981 ha detto...

stefano, non pensi che sia stata decisiva anche l'eliminazione dal preliminare di CL (e il come è avvenuta)?!

una samp che nel 2009-2010 aveva fatto la stagione della vita (escludendo l'era Mantovani sr) e che mai sarebbe riuscita di nuovo ad arrivare fra le prima 4 (men che meno fra le prime 3 a partire dall'anno prossimo) e ottenere un posto in CL, si è trovata una sera d'estate con un pugno di mosche in mano...

forse anche lo screzio di Cassano (come modalità alla "vecchio" Cassano) è nato un pò lì, se ci fosse stato il palcoscenico della Champions (e con un girone dignitoso il terzo posto con ripescaggio in Europa League non era impossibile) certe cose non sarebbero successe...

Dane ha detto...

Però, nel momento in cui Garrone si è trovato per le mani la coppia d'attacco della nazionale o quasi ci si sarebbe potuti aspettare che rinforzasse la squadra negli altri reparti in modo da tentare il salto definitivo.
Se hai Cassano e Pazzini e il terzo big è Palombo, la "via di mezzo" suggerita dal Direttore è evidente...

Silvano65 ha detto...

Tutto vero, però a quel punto poteva valere la pena lottare dignitosamente in EL, che per la Samp sarebbe stato un palcoscenico dignitosissimo. Sicuramente all'aambiente é mancato qualcosa per fare il salto a livello di mentalità: si può non essere un top team ma avere (tipo l'Udinese) una dimensione comunque stabile. Lo stesso Garrone, come diceva il Direttore, nella gestione dell'affaire Cassano si è comportato da dirigente di seconda fascia. Considerato i soldi che ha speso, ci si domanda come facciano certi imprenditori ad essere ritenuti "di successo"...

Anassagora ha detto...

Silvano questa non la capisco... se uno butta i soldi nel calcio è un imprenditore se invece li butta per gettare a mare un giocatore non lo è???

C'è mica molta differenza secondo me a coprire perdite per comprare giocatori che piacciono o a coprire perdite per liberarsi di giocatori che hanno fatto imbestialire. Non c'è niente da imprenditore nell'uno o nell'altro.

K

Andrea ha detto...

O forse con la qualificazione alla CL e la successiva eliminazione al preliminare si è chiuso un ciclo... penso che senza la cassanata il barese sarebbe anche rimasto forse, ma Pazzini aveva in mente di andarsene da almeno un anno. D'altronde anche l'addio del duo Marotta-Delneri è stato un segnale chiaro in tal senso.
Nel calcio italiano ci sono due big diciamo internazionali, una ex big, una ex società... il resto sono club medi dove i campioni o ci giocano da giovanissimi o ci vanno a svernare. A meno di rivoluzioni (che non vedo all'orizzonte), credo proprio che il calcio italiano rimarrà così per un pezzo... Garrone potrebbe anche rimanere e ricominciare un altro ciclo, ma pensare che anche comprando e spendendo milioni la Samp possa entrare nell'elite internazionale è un'utopia.

AF

Paolo S ha detto...

Ciao a tutti
D'accordo con stefano sul fatto che Garrone avrebbe potuto tranquillamente pagare i giocatori quanto Moratti.
Parafrasando Brancaleone alle Crociate (la scena memorabile in cui è in procinto di essere impalato), la chiave di tutto è nello principio, per il quale Garrone oggi fa probabilmente doglianza. Ovvero la ragione e le modalità in cui ha deciso di comprare il club nel 2002, sull'orlo di un fallimento, dopo una mancata cessione dagli aspetti poco chiari in cui lui si era esposto in prima persona in una sorta di ruolo di garante verso la (mai materializzatasi) nuova proprietà. Per un senso di responsabilità, forse anche per l'imbarazzante situazione in cui, volente o nolente, si era trovato in mezzo, nonostante la genoanità di parte della famiglia si è lanciato in questa impresa.
Diciamolo chiaramente: senza Garrone il Doria i preliminari di CL di quest'anno se li sarebbe sognati.
ciao!
Paolo

transumante ha detto...

Concordo con chi sostiene che la champions non c'entri. Non gliene fregava nulla, non aveva preso rinforzi e aveva assunto di carlo (allenatore da yoyo fra A e B)

mancio ha detto...

esco dal buio (sono lettore di indiscreto da anni ma non ho mai scritto una parola) per commentare questo posto dedicato alla squadra per cui tifo.
sono convinto che garrone abbia provato a gestire la società con un minimo (minimo sottolineo) spirito imprenditoriale, senza andare avanti a colpi di ripianamenti dopo perdite folli. gli acquisti di cassano e pazzini sono stati due colpi fortunati (meglio, oculati) investendo poco su due scommesse (diverse tra loro, ma comunque tali).
a seconda di come li si guardi (e quando!!!) i risultati sono da "grandi intuizione" o "vorrei ma non posso".
la condanna è stata uscire dalla champions contro una squadra decisamente alla portata...a quel punto garrone ha avuto buon gioco a disimpegnarsi e liberarsi da contratti pesanti o che rischiavano di diventare tali.
io credo che abbia solo preparato il campo a qualche nuova scommessa (macheda per esempio...persa!) senza tenere conto che la squadra attuale (fatta in gran parte da giocatori, sopratutto i giovani, sopravvalutati) avrebbe rischiato la serie b sopratutto per incapacità di segnare.
qualunque cosa succeda sarò comunque sempre grato a garrone per averci regalato delle soddisfazioni ed una stabilità societaria che non è comunque poco viste le squadre dell'attuale campionato

Un gobbo ha detto...

mancio
sono d'accordo con te.

campatelli ha detto...

Certo che ce ne vuole di stomaco per affidarsi a uno come Cavasin...
Sarebbe cosa buona se anche la Sampdoria iniziasse a chiamare la Chiesa ed il marmista...come il Catania.

Dane ha detto...

Se con Delneri sono andati in Champions, con Cavasin possono vincere lo scudetto!... :-DDD

campatelli ha detto...

Può darsi...
Comunque il calendario offre una mano a Cavasin e Simeone...
Domenica c'è Catania Sampdoria...le 2 chiaviche si affrontano quindi qualcuno i punti li farà.

Dane ha detto...

E vabbè, mica si può sempre incontrare la Juve... :-D

campatelli ha detto...

Stiamo parlando della Sampdoria e passi alla Juve...lo vedi che sei un neutrale ossessionato.

Dane ha detto...

In realtà si parlava di allenatori scarsi...

campatelli ha detto...

Guarda che di Leopardo si parlava dall'altra parte...

Dane ha detto...

Appunto, io sono sempre in topic... :-P

p.s.: qualsiasi allenatore che subentri in corsa si trova davanti enormi difficoltà, battezzare un allenatore pronosticandogli una stagione difficile è pretestuoso. A meno che a subentrare non sia un allenatore amico, in quel caso si tirano in ballo le cavallette..... ;-)

campatelli ha detto...

Ci sono allenatori non adatti a subentrare per tanti motivi,altri riescono quando subentrano a raddrizzare la baracca e raggiungere la salvezza.
Altri e tra questi Cavasin,subentrano e riescono a peggiorare la situazione...come DeBiasi,Beretta,Simeone e compagnia bella.
Prenderlo vuol dire capire poco di calcio.

Dane ha detto...

Ci sono anche allenatori inadatti ad allenare e basta. Prendere quelli sì, che significa non capire di calcio...