La mancanza di Gheddafi, Mourinho e Moggi

di Igor Lario Novo
I giornali tedeschi e francesi hanno analizzato gli ottavi di Champions elencando le ragioni del declino del calcio italiano. Che noi attribuiamo solo ai risultati, a un pallone che finisce sul palo invece di entrare in porta...
Spazio alle testate tedesche e francesi, per la puntata odierna. Sueddeutsche Zeitung lapidaria, in un piccolo trafiletto nel quale si riporta il meritato passaggio del turno dello Schalke 04 ai quarti di Champions League: "Italienische Krise!" il titolo. Crisi italiana! Dopo la magra figura della Roma a Donetsk, anche il Milan è fuori dalla Champions. Schalke e Barcellona ai quarti, riporta brevemente il quotidiano tedesco.
Interessantissima, invece, la pagina del Zeit.
Che analizza la crisi del grande calcio italiano da un punto di vista politico, visti gli stretti legami di Juventus, Roma e Inter con "il petrolio libico". L'articolo dice in sostanza che i soldi di Gheddafi mancano al calcio italiano. Prende le mosse dalla Juventus, che in altri tempi avrebbe già fatto saltare l'allenatore dopo la disfatta con il Milan, ma che oggi deve fare i conti il blocco ordinato dalla Banca d'Italia di tutti i fondi libici, e visto che il 7.5% delle azioni della Juventus è in mani libiche, si rinuncia ben volentieri al cambio dell'allenatore! Anche la Roma ha le mani legate, per via della vendita della società organizzata da Unicredit (pure in mani libiche per il 7.5%). Ce n'è infine anche per l'Inter di Moratti. La cui Saras raffina per il 40% petrolio di provenienza libica: essendo così costretta, in questo periodo difficile, di aumentare la quota caucasica. L'articolo conclude ironicamente sulle reazioni dei giocatori dell'Inter (notoriamente molto attivi sul fronte della beneficenza nei propri paesi d'origine) che non si sono ancora sentite.
Di respiro sportivo molto ampio il commento de Le Figaro, che fornisce alcuni spunti sul "perché il calcio italiano non vada più".
Avvalendosi per questo del supporto di Massimo Franchi, redattore capo di Tuttosport. Così recita l'articolo della testata francese: "Con l'eliminazione del Milan e della Roma per mano del Tottenham e dello Shaktar Donetsk, non resta che l'Inter a difendere i colori italiani in Champion League. CLUB IN CRISI SUL FRONTE EUROPEO. Nella classifica UEFA, la Germania (3a) ha superato l'Italia (4a). La Germania potrà quindi avere 4 squadre nella Champions League 2012-2013, mentre l'Italia si dovrà accontentare di 3. Logico se guardiamo alle recenti ripetute sventure. L'incoronazione di Inter (2010) e Milan (2007)? Pagliuzze che nascondono la trave. Nel 2008 solo la Roma è giunta ai quarti. Nel 2009 l'Inter e la Juve erano uscite già dagli ottavi. Quest'anno non si contano già più rappresentanti in Europa League. Battuti a casa loro nei match d'andata del turno di Champions League, la Roma (eliminata dallo Shaktar), il Milan (eliminato del Tottenham) e l'Inter (che giocherà la prossima settimana a Monaco) hanno confermato uno stato di salute preoccupante. «Si potrà dire che il calcio italiano è seriamente malato se nessuna squadra passerà il turno», confessa Massimo Franchi, redattore capo di Tuttosport. E l'Italia è d'accordo nel dire che la vittoria dell'Inter nel 2010 è stata soprattutto la vittoria di Mourinho. Brusca inversione di tendenza per quest'anno! I nerazzurri, distanziati 5 punti dal Milan, hanno conosciuto un inizio di campionato catastrofico, segnato dalla destituzione di Benitez. Poi Leonardo ha raddrizzato il timone e i due grandi club milanesi hanno risposto presente, almeno in Italia (ciò che non è nemmeno più il caso per la Juventus). JUVENTUS SIMBOLO DEL DECLINO. Monumento in pericolo, la Juventus simbolizza da sola la crisi italiana. Ha sostituito 6 allenatori dal 2006 e comprato 15 giocatori solo quest'anno. In perdita netta. Relegata a 20 punti dal Milan, la Vecchia Signora non ha praticamente più nessuna chance di disputare la Champions l'anno prossimo. A credere a Massimo Franchi, i supporter torinesi avrebbero nostalgia degli anni di Luciano Moggi, direttore generale dal 1994 al 2006, messo da parte dopo lo scandalo delle partite truccate. «Gigi Del Neri non è in grado di sostenere la pressione. Ha lasciato partire Trezeguet in cambio di giocatori di quarta categoria. Sicuramente c'è stato questo scandalo a proposito degli arbitraggi, ma Moggi aveva almeno il naso per prendere i migliori. Tutti lo rimpiangono oggi.» Unico raggio di sole per la squadra più titolata in Italia, la Juventus diventerà il primo club italiano proprietario del proprio stadio. Un impianto nuovo da 41000 posti, che sarà pronto quest'estate. Un'eccezione in una Serie A minata di installazioni vetuste. UN CAMPIONATO AL RALLENTATORE. Con lo smacco subito con la candidatura per Euro 2016, la modernizzazione degli impianti calcistici non si farà. Gli italiani non vanno più allo stadio nei fine settimana. Con 23129 spettatori di media, l'affluenza della Serie A si avvicina a quella francese (19494). Distante da quella inglese (35074) o tedesca (41503 spettatori). A partire dal 2007, le leggi più repressive hanno allontanato lo spettro della violenza attorno agli stadi, ma gli spettatori diminuiscono costantemente a causa di uno spettacolo non sempre all'altezza. Solo la massima serie francese (2,33 goal a partita) si rivela meno prolifica della Serie A (2,42). Campionato di riferimento negli anni '90, il "Calcio" non attira più le stelle, ad eccezione delle due milanesi. Dopo il passaggio di Kaka dal Milan al Real nel 2009, Eto'o all'Inter è stata una delle rare stelle a splendere sull'Italia. E i rossoneri ingaggiano spesso giocatori in declino, come Ibrahimovic o Robinho. Le vedette italiane invecchiano e il paese non produce più grandi registi, come un tempo. E se i giocatori di caratura internazionale non escono dall'Italia, i tecnici di fama lavorano ormai in Inghilterra (Capello, Ancelotti, Mancini, ...). IL RISCATTO DELLA NAZIONALE SI FA ATTENDERE. Al Mondiale 2010, Marcello Lippi ha fatto affidamento sui campioni del mondo. E ha avuto torto. L'Italia è stata infatti eliminata al primo turno. Ultima del suo gruppo, dietro la Nuova Zelanda! «Lippi ha fatto un errore incredibile a non cambiare i giocatori del 2006. Cesare Prandelli ha portato una nuova filosofia», afferma Franchi. Appuntato dopo il fiasco mondiale, il nuovo selezionatore italiano a convocato una decina di debuttanti, abbassando l'età media della nazionale da 29 a 25 anni. Mario Balotelli, 20 anni, è il simbolo di questo nuovo corso. All'Italia mancano ancora però giovani talenti per tornare ad essere una nazione faro: «Ogni club ha un centro di formazione, ma non c'è una Clairefontaine italiana per i giovani» continua Franchi (Clairefontaine è il centro nazionale di formazione per i giovani calciatori della Federazione Francese, ndr). In Italia regna l'immobilismo. Giancarlo Abete, presidente della Federazione, rappresenta è sintesi delle critiche generali: «Non dice mai né si, né no. Non si è mai nemmeno sognato di rassegnare le dimissioni dopo il Mondiale», seguita Franchi. Il calcio italiano dovrà rimettersi in riga, se non vorrà sprofondare!" conclude Le Figaro.
Ci vedono in difficoltà! Ma i nostri, possiamo scommettere, si indigneranno. Magari ricordando che per Juventus-Milan una volta si collegava tutto il mondo. I famosi due miliardi di telespettatori...Che nostalgia, che tempi!


Igor Lario Novo
(in esclusiva per Indiscreto) 

12 commenti:

jeremy ha detto...

"Prende le mosse dalla Juventus, che in altri tempi avrebbe già fatto saltare l'allenatore"

Credo si contino sulla punta delle dita di una mano gli esoneri in casa Juve a stagione in corso. Il 90% concentrati negli ultimi 3 anni.....A memoria ricordo un solo caso prima di questi meravigliosi anni: Lippi dimissionario dopo averle prese in casa dal Parma. Stop. Negli ultimi 30 e rotti anni.....di che stiamo parlando?!?!

Dane ha detto...

Cioè, fino a ieri si è detto del disinteresse dei media mondiali per il calcio italiano e poi si cita un papiro di analisi di un giornale straniero, si è detto che il calcio italiano è sparito dai media stranieri e poi si cita un trafiletto in cui assieme alla crisi italiana viene a malapena citata la qualificazione della squadra di casa, si è detto che parte delle colpe del declino stanno nei giornalisti italiani e poi si cita un giornale che si fa raccontare la storia da un giornalista italiano, si cerca di dimostare il declino della Juve col mancato esonero di Delneri quando proprio durante i fasti passati la Juve era nota per non esonerare mai gli allenatori mostrando compatezza e nervi saldi.....poi la chicca della frecciata finale, strumentalizzando al solito parole altrui.

Direi che è proprio vero che l'insuccesso dà alla testa........

Hate Elkann ha detto...

Hanno le idee un pò confuse:D

Nicola Rizzuti ha detto...

Non solo non ricordo nemmeno io esoneri in corso (in questo momento, a mente solo Lippi, Ranieri e Ferrara), ma non ricordo nemmeno campagne acquisti faraoniche in casa Juve. A memoria ricordo quella del 90-91 con l'acquisto di Baggio e altri per Maifredi, in generale gli acquisti erano susseguenti a cessioni più o meno importanti: paradossalmente le campagne acquisti più onerose sono quelle postcalciopoli. Ad ogni modo non capisco il senso del post è una rassega stampa o la sua valutazione si limita al "Ci vedono in difficoltà! Ma i nostri, possiamo scommettere, si indigneranno. Magari ricordando che per Juventus-Milan una volta si collegava tutto il mondo. I famosi due miliardi di telespettatori...Che nostalgia, che tempi!"?

KBLondon ha detto...

Hanno perso Man City, Liverpool, Arsenal, ed il Tottenham e' passato grazie ad un bel catenaccio. Calcio Inglese in crisi domani sul Bild?

Unknown ha detto...

Che il calcio italiano sia in crisi credo sia sotto gli occhi di tutti. Gli stadi, i debiti, la mancanza di soldi, le carenze tecniche... tutto cio' e' sotto gli occhi di tutti. Cio' che colpisce pero' da parte della stampa internazionale e' una specie di faciloneria nel giudicare la situazione. Non e' la prima volta che le squadre italiane escono primo dei quarti (e, tra parentesi, l'Inter non e' ancora uscita). E, soprattutto, non si giudica la qualita' di un movimento calcistico sulla base di cose relativemente effimere come i risultati in una singola edizione di Champions League.
Personalmente mi sembra palese che, raffrontato agli anni 90, vi e' stato un fortissimo declino. Ma credo anche che il fondo sia stato toccato intorno al 2007, 2008, nell'immediato post-Calciopoli e che adesso si stia lentamente risalendo la china.
Probabilmente le cose peggioreranno a livello di risultati prima di migliorare almeno sotto il profilo dei risultati (al Financial Fair Play dell'UEFA non si scappa e costruire i nuovi stadi - dato che senza Europeo tocchera' ai privati - in tempo di crisi sara' oneroso).
Ma le cose - pur lentamente - stanno migliorando. C'e' meno violenza negli stadi, c'e' piu' razionalita' da parte delle forze dell'ordine, molti club vengono gestiti con maggior buon senso, vi sono volti nuovi nelle parti alte della classifica, chi lavora seriamente (vedi Udinese) sta ottenendo successo, non c'e' piu' il clima di folle sospetto intorno agli arbitri e al "Palazzo" che c'era qualche anno fa (anche se la cultura del sospetto - ahime' - rimane)... insomma, visto dall'Inghilterra le cose stanno migliorando.
Danno solo un po' fastidio i titoli tipo "Calcio in crisi" come se avessero scoperto l'acqua calda. La crisi c'e' da un pezzo. La differenza e' che lentamente - molto lentamente - se Dio vuole ne stiamo venendo fuori.

Dane ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Dane ha detto...

Che poi secondo me queste finestre sul mondo sarebbe anche utili ed interessanti. Però un conto è usarle come fatto nell'altra pagina da non mi ricordo chi per far notare che mentre la stampa italiana esalta il Milan sfortunato in Inghilterra si acclamano come eroi gli Spurs per una partita che fosse stata fatta dagli italiani sarebbe stata bollata come vile catenaccio, un conto è strumentalizzarle nel goffo tentativo di dimostrare tesi precostituite parzialmente prive di fondamento......mah......

Aldo Triscardi ha detto...

Chi si nasconde dietro questa scomposizione di "Igor Larionov"? Per altro, gran bel pseudonimo...

Italo Muti ha detto...

Anche Sergio Maka Rovo è forte, manca solo colui che scrutava senza s.....una delle più forti linee mai esistite....

Italo

Dane ha detto...

A sto punto aspettiamo una Natalija Goncha Rova che ci illustri il vorticismo delle rotative del Guardian o un Sergej Djagi Levo che sveli i balletti sulla panchina juventina....

Aldo Triscardi ha detto...

perchè non uno Slava Byk Ovo, o un Andreij Khomut Ovo, due che nel Frib Orgo hanno fatto fav ille... Ma così andremmo avanti per an ni, e invece ci siamo già rotti il caz zo...