di Stefano Olivari
Sergio Campana non è morto, ma il suo addio all’Associazione Italiana Calciatori da lui (e da altri giocatori pensanti come Rivera, Bulgarelli, Losi, De Sisti e Mazzola) fondata nel 1968 inevitabilmente ispira articoli con tendenza coccodrillo. Proviamo quindi a fare un bilancio della sua parabola evitando il sentimentalismo e il fantozzismo (per l’AIC abbiamo anche lavorato, nel secolo scorso), consapevoli del fatto che con Damiano Tommasi il livello etico del sindacato non scenderà. In 43 anni di AIC 3 sono fra le tante le conquiste da mettere secondo noi nella colonna dell’attivo, uscendo dal sindacalese: a) La firma consensuale (fino al 1978 un giocatore poteva essere spedito da una squadra all’altra anche contro la sua volontà); b) L’abolizione del vincolo, partita gradualmente all’inizio degli anni Ottanta e approdata ai parametri per essere poi superata nel 1995 dalla sentenza Bosman; c) La contrattazione collettiva, che non penalizza i campioni ma ha trascinato la classe media verso qualche certezza in più (mentre i giornalisti dalla risata facile esaltavano i contratti in bianco o scritti su un pezzo di carta igienica, quando non direttamente la stretta di mano).
Al passivo metteremmo soprattutto omissioni: a) Campana mai si è davvero battuto per la libertà di opinione dei calciatori o per una loro ‘adulta’ gestione del tempo libero: come se un impiegato che lavora male fosse 'normalmente' costretto ad andare una settimana in ritiro o a subire lezioni di vita da delinquenti; b) la mancata visione di fondo riguardo ai campionati, tifando per allargamenti scriteriati e per ripescaggi a raffica anche in caso di fallimenti (da quest’anno Macalli cambierà rotta, almeno a parole): il tutto unito al coinvoligimenti nel sindacato dei giocatori di serie D, con tutte le ambiguità del caso; c) La poca durezza nei confronti di realtà di serie C (ora LegaPro), ma anche di serie maggiori, in caso di mancato pagamento degli stipendi: Campana ha sempre preferito l’esistenza di società cialtrone alla diminuzione delle società stesse.
In definitiva, un uomo che ha reso il calcio più civile di altri settori dell’economia italiana e che merita di essere ringraziato non solo dai tanti giocatori che hanno evitato di essere truffati a causa di ingenuità o ignoranza. E adesso? Chiunque sia il suo successore, Tommasi (favorito) o Grosso, il vento sta cambiando come dimostrano contratti come quello di Chiellini: buoni (fino a quando non si spezzeranno una gamba) per i Chiellini di serie A, meno per quelli di LegaPro. In più la Lega tornerà alla carica contro la firma consensuale, per poter spedire i giocatori sotto contratto dove vogliono i club: per la serie 'Facciamo la NBA ma solo quando ci fa comodo'. Di sicuro Campana non merita di essere descritto come caricatura del sindacalismo, come per decenni è stato fatto da parte di chi lo stipendio l’ha sempre ricevuto per 12 mesi e non 10 come avviene ancora oggi a volte anche in serie A.
stefano@indiscreto.it
(pubblicato sul Guerin Sportivo)
5 commenti:
non ho mai capito perchè chiellini abbia firmto un contratto del genere
Perchè, che contratto ha firmato Chiellini?
E soprattutto, diretto, cos'è la storia di Macalli?
http://www.tuttojuve.com/?action=read&idnotizia=34817
...MA SIAMO MATTI??????? O_O
"...deve vestire secondo lo stile Juve: elegante o casual, mai trasandato o tale da far trasparire preferenze politiche o ideologiche..."
In teoria non potrebbe nemmeno portare la catenina col crocifisso che gli ha regalato il suo padrino alla cresima.....
Secondo me gli hanno dato un botto di soldi in più, eppoi, come detto sopra, il problema è quando un tale contrato lo firma uno di b o di c.
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