Anima del ciclismo

di Simone Basso
Accade all'improvviso, si materializza con un fotogramma tremendo che per pietà umana (e il buonsenso di chi manovra il banco della regia) viene rimosso subito. Wouter Weylandt sta correndo la terza tappa, che l'anno scorso (si era in Limburgo) vinse, cade in discesa e muore.
"Così è la vita". Osservandolo in diretta, proprio quando il corpo annuncia la morte, è come se si avvertisse una brezza. E' il vento, il sospiro, che ci collega all'anima della persona: ce lo dice il significato stesso della parola, che deriva dal greco ànemos. Tante altre persone muoiono lavorando, magari facendo mestieri più di merda e pericolosi del ciclista, di sicuro meno appaganti ed esaltanti. Il ciclismo però ti offre quel senso spietato dell'esistenza che ti conduce direttamente sull'asfalto della strada. Non fa mai sconti perchè tende all'assoluto: più passa il tempo, invecchiando, e non sopportiamo l'idea che lo si confonda con quasi tutto il resto dello sport. Perchè, dal punto di vista oggettivo, non c'è proprio paragone. E' un paesaggio esteriore che ci obbliga a fare i conti, nudi e crudi, con quello interiore. Il resto invece, l'attualità, è il dolore cosmico, annichilente, di Anne Sophie che aspetta un figlio dell'uomo che ama.
Wouter era al Giro per sostituire Daniele Bennati, il velocista designato della Leopard Trek per la corsa rosa, che si era infortunato qualche giorno prima della partenza.
Una coincidenza.
Abbiamo già fiutato l'olezzo di chi sbatte in prima fila, sulla carta e sul web, quella foto e il frammento tragico della trasmissione tivù. Sono gli stessi che straparlano di ciclismo solamente per farlo a pezzi.
Forse, per qualche ora, si vergogneranno un po' e faranno silenzio; poi ricominceranno la loro missione possibile. Una bella dichiarazione di un federale sull'etica sportiva e una barzelletta di Gene Gnocchi.
E faranno finta di niente. Oggi il plotone, verso Livorno, renderà omaggio a Wouter. Domani, dopo la processione, fingerà che tutto sia come prima. Noi che ne abbiamo viste troppe ma che non ci abitueremo mai, continueremo a coltivare un piccolo segreto.
"... Quando una persona muore, muore solo in apparenza. Nel passato è ancora viva, per cui è veramente sciocco che la gente pianga al suo funerale... E' solo una nostra illusione di terrestri credere che a un momento ne segua un altro, come nodi su una corda, e che quando un istante è passato sia passato per sempre",
(Kurt Vonnegut)
 

12 commenti:

Silvano65 ha detto...

Bellissimo articolo, Simone. Vedremo presto una nuova foto nella Chiesetta del Ghisallo, accanto alla bicicletta di Casartelli.

spike ha detto...

l'articolo più bello letto su questa tragedia.

axel shut ha detto...

grande popolo i tralfamadoriani

Dane ha detto...

Come si diceva da altre parti scendere a 80 e più e sbattere di faccia, con il casco o senza la differenza è pari a zero..aiuta sicuramente di più nelle cadute in città e alle basse velocità..non per nulla in gergo ciclistico le discese a tutta si chiamano " a tomba aperta "...per il numero di corse che ci sono e i rischi che si corrono di morti ce ne sono stati "pochi"...pochi morti in proporzione ai pericoli intendo, il che mi ricorda quello che diceva Brera sul calcio ("è incredibilmente basso il numero di morti negli stadi visto l'incredibilmente alto numero di dementi che li frequentano...").
Non ho per niente apprezzato la telecronaca, che mi è parsa al solito piena di retorica, prima di tutto nei toni ("tifavamo tutti per lui!", ma va a cagare va'! Se non si schiantava nemmeno vi accorgevate in che posizione era!...) ancor prima che nelle frasi (il discorso del casco da pubblicità progresso poi è ridicolo.....ce l'aveva!). Ancor più vomitevole la conferenza di Zomegnan, addirittura recitata, con le pause e i respiri come in uno spettacolo di Ronconi.....
L'unica cosa che ho apprezzato è stata la decisione (dello stesso Zomegnan, va detto) di abbassare i toni ed evitare le cerimonie di premiazione con relativi teatrini e talk-show. Per una volta gli italiani si son dimostrati più signori degli snob francesi, che ai tempi di Casartelli se ne sbatterono il cazzo del lutto tutti presi a festeggiare Virenque...
Quel che resta è la morte stupida (stupida perchè venuta per una cazzata, in fondo...) che uccide il progetto-vita di un ragazzo di 25 anni, che doveva diventare papà a breve e il cui figlio non conoscerà mai il padre per un atroce compleanno della prima tappa vinta al Giro. A questo proposito tre cose mi mettono i brividi: il padre che ha subito detto che non avrebbe voluto si fermasse la gara, la compagna che ora si trova a portare avanti un progetto-vita senza la trave portante del progetto-vita stesso, la lucidità dei compagni di squadra che a gara in corso hanno chiesto di non dare subito la notizia perchè sapevano che la moglie non era in casa e non volevano che avesse la notizia per strada.......brividi!

Italo Muti ha detto...

@Magister

sintetico come non mai, le parole pesano tantissimo in queste occasioni, di fronte all'assoluto della morte poi....Parole in punta di piedi, come si conviene.

Chapeau my man

Italo

Tani ha detto...

Simo, mi hai commosso alle 7 e 40 del mattino...

Simone ha detto...

@Silvano65,Spike,Italo,Tani:grazie di cuore.

@Axel Shut:la letteratura americana al suo meglio.

@Dane:nel 1995 il problema fu di tipo organizzativo.
Quel circo ha un macchinario troppo elefantiaco e un eccesso di dirigismo.
I corridori però,anche allora,furono esemplari.
L'organizzazione Rcs stavolta si è comportata molto bene.
Rimane lo spettro del Crostis nella tappa dello Zoncolan,soprattutto in caso di pioggia:salita tremenda,discesa spaventosa.
Con la strada bagnata quel dirupo semiasfaltato rischia di essere pericolosissimo.

michelroj ha detto...

Simone e Axel
la citazione, vado a memoria, è di Mattatoio n.5 o sbaglio?

Consentitemi un necrologio nello stile di Tralfamadore, da dove vengono i dischi volanti:

Ieri, ma anche oggi e domani, si è chiuso lo spiraglio del povero Wouter. Egli ha trionfalmente imboccato con la sua bici la galleria azzurra che porta all'Aldilà
Così va la vita.

Dane ha detto...

Simone, l'organizzazione pachidermica è un aggravante non un attenuante, è una colpa non un alibi. Con Armstrong al posto di Virenque avrebbero fatto uguale?! Senza offesa ma mantengo le mie riserve...

tiziamal ha detto...

@dane,simone
io il giorno di Casartelli me lo ricordo(tra l'altro la sua vittoria olimpica,con tutti i primi 3 ad esulture,vista in diretta tv rimane per me una delle immagini simbolo dell'olimpismo)ragazzino tornavo a casa dal mare e vidi le immagini della tappa su tmc senza telecronaca e con la scritta sotto che informava dell'accaduto...però ai corridori in corsa fu detto zero prova ne sono le interviste dopo gara,sempre su tmc,di flavia filippi(a proposito,visto che era per me veramente brava,che fine ha fatto?):prende a se 3-4 pedali azzurri(di sicuro Podenzana,che ricordo di più perchè campione della mia città,sugli altri non sono sicuro)e gli racconta cosa è successo chiedendo le loro impressioni e questi manca poco e svegono sul posto.
Lo spumante di virenque(corridore tra l'altro che non mi è mai stato,eufesmismo,particolarmente simpatico...)devo ancora capire se mi ha fatto più rabbia o schifo(e spero almeno che anche lu non sapesse niente)
Sulla telecronaca non so che dire perchè ho visto quella del sito-gazza quindi possibile fosse diversa dalla tua,della conferenza stampa più che zomegnan(che ormai secondo me,da quando è diventato direttore di corsa al giro,è entrato dentro un personaggio il suo"stle"qualunque sia l'occasione è quello)a me ha dato fastidio quello che ha parlato dopo di lui(se non sbaglio il direttore organizzativo rcs)parole&sentimenti puramente retoriche e con un grado di sincerità vicino allo zero...
il ragionamento del padre,per quanto sia impossibile mettersi nei suoi panni,si può capire bene e la lucidità(e sensibilità)dei compagni di squadra fa veramente impressione anche a me

pezzo perfetto per commentare quello che è,putroppo,successo e anche oggi durante la telecronaca dopo la caduta di Slagter il sangue mi è tornato a gelare
passando a cose più piacevoli oggi sterrato&altimetria hanno,come previsto,prodotto una tappa decisamente piacevole; da leccarsi i baffi poi le immagini della guida(e relativa capicità di conduzione del mezzo)di Nibali nel tratto sterrato in discesa

Dane ha detto...

Nibali un manico, Contador il solito ragioniere da retrobottega.....ma che cazzo gli servirà il doping, per scattare sul podio delle premiazioni?!...

Anonimo ha detto...

"Contador il solito ragioniere da retrobottega.....ma che cazzo gli servirà il doping, per scattare sul podio delle premiazioni?!..."
ho capito bene? se dominano in lungo e largo sono dopati, se vincono di poco sono ragionieri da retrobottega, mah.......