di Stefano Olivari
The tree of life è piacere assoluto, per chi ama il cinema ambizioso e le immagini tipo screensaver, quando un premio importante come la Palma d'oro va a un film che esce dalla logica del bilocale più cucinotto (e annesso sesso esistenziale, magari con Chopin in sottofondo) siamo felici.
Sabato scorso abbiamo visto il film, ma non temete perché non vogliamo fare il Mereghetti dei poveri. La trama è così semplice e le citazioni così telefonate, da Kubrick ad Antonioni, che anche i critici veri hanno più o meno tutti scritto lo stesso articolo. A noi il film è piaciuto, per il tentativo (non riuscito in pieno, peraltro) di fare il film definitivo su Creazione, Vita e Morte: l'arte è questo, se non vediamo il pensare in grande preferiremo sempre il peggior Chuck Norris al miglior Ozpetek. Quello che volevamo sottolineare è la reazione del pubblico, interessante almeno quanto il film: al novanta per cento facce disperate del genere 'Ma quando salta fuori Angelina Jolie?', che hanno mal sopportato due ore e mezza di cinema visionario e onirico, quasi esultando quando sono comparsi i titoli di coda e scappando verso una triste pizza egiziana dal prezzo almeno doppio rispetto al biglietto del cinema (ma con una percezione di utilità diversa). La presenza di Brad Pitt e di Sean Penn farà forse quadrare i conti, ma certo è che un film così è ben lontano dal gusto dominante e in televisione davanti ai ritmi di un Medico in famiglia ispirerebbe anche a chi lo ha apprezzato un cambio di canale dopo cinque minuti. Cosa volevamo dire, alla fine? Che la sala cinematografica ha ancora ragione di esistere, senza bisogno di usare la retorica del disco in vinile.
stefano@indiscreto.it
8 commenti:
vediamo come e se traducono il titolo in italiano.
"l'albero della vita" se lo sono giocato con "the fountain", quello con Hugh Jackman.
"Che la sala cinematografica ha ancora ragione di esistere, senza bisogno di usare la retorica del disco in vinile."
parole sante
Tra l'altro dal trailer e dagli opuscoli delle multisale non è presentato per il film che è, vengono infatti usati Sean Penn e Brad Pitt per attirare la gente con altre aspettative...
FIlm comunque per senso ed immagini stupendo. Una sola cosa lo allontana dalla perfezione: I DINOSAURI!
Andando oltre le seghe mentali, nella scena dei dinosauri ho visto la Grazia contrapposta alla Natura dei gorilla di Kubrick...in pratica hanno fatto un po' l'effetto Jurassic Park...
Si, l'avevo pensata così anche io, anche se forse poteva essere sufficiente la malinconia della prima scena con l'Ittiosauro(nome che mi sovviene dall'infanzia passata ad amare i dinosauri) morente sulla spiaggia che guarda l'orizzonte...
L'ho visto ieri. E' quello che ho pensato è stato: questo è il miglior screensaver di tutti i tempi. Dopo 20 minuti ho spento completamente il cervello e mi sono goduto la eccellente fotografia. In questo pure i dinosauri hanno un senso.
cercare di connettere la storia o di trarre qualche ragionamento sul senso della vita è stato invece un gioco piuttosto frustrante. Per dire ad un certo punto mi sono chiesto: "Ma Sean Penn quale dei tre ragazzini è?" e mi sono risposto: "e chissenefrega?"
Sarò sincero, dopo un'ora e rotti ronfavo alla grande.
Grazie Direttò per l'articolo dedicato a Terry.
Lo ammetto, sono un adepto della religione-Malick, che peraltro non ha fatto
molti proseliti in 50 anni e 4 film emmezzo che rimarranno per sempre nella
Storia (il mezzo è per The New World).
Troppo da dire, per quel che ci sta dietro a quest'opera...mi sono commosso
genuinamente quando è stato premiato a Cannes, e ho gioito altrettanto quando,
secondo pronostici, Terrence non s'è presentato a ritirare il premio.
L'ambizione era smisurata, impossibile da concretizzare in e con un film,
credo...però il cuore, l'essenza, il talento, la spiritualità, il legame con la
Natura e la macchina da presa di Malick sono un qualcosa di unico nel cinema
moderno.
Mi domando quanto si potrebbe evolvere la Settima Arte se si iniziasse ad
usare il Cinema principalmente in questo modo, con questo rispetto...
crollerebbero hollywood e il mainstream, e Malick forse ci regalerebbe la prima
lunga intervista dalla fine dei seventies.
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