Eroi per tre stagioni

di Simone Basso
Naturalmente nessuno si sognò di modificare la programmazione del protocollo stabilito dal Dottore dei miracoli, proseguendo la stagione nella stessa maniera nella quale era stata iniziata: stravincendo in tutta Europa, con l'aiutino di livelli di ematocrito tranquillamente (?) sopra i sessanta.Il licenziamento rappresentò per Ferrari la chance golosissima di liberarsi dal vincolo delle società e di approfondire l'attività di libero professionista.
Alla sua corte iniziarono a fare la fila una serie impressionante di campioni o aspiranti tali, tutti ovviamente disposti ad evadere positivamente le laute parcelle che Michele l'intenditore richiedeva a lavoro svolto. Nel tempo, più o meno pubblicamente (già, perchè il solo nome provoca presso i manager delle squadre un travaso di bile) la scuderia privata dell'ex delfino di Conconi ha potuto contare sulla crema del plotone: oltre i fedelissimi Rominger, Berzin e Furlan, pezzi da novanta come Cipollini, Olano, Gotti, Tonkov, Zaina, Bortolami, Escartin, Chiappucci (a fine carriera: non togliamo i meriti a Casoni...), Ugrumov, Savoldelli, Julich, Faresin, Axel Merckx e compagnia cantante. Una combriccola che, a parte l'amico Toni e il Re Leone delle volate, ha avuto curiosamente la stessa parabola nel rendimento atletico: una stagione boom con prestazioni spaventose, un paio di annate buone e poi l'improvviso ed impietoso declino, consolato dall'ammontare dei contratti siglati quando gli interessati parevano novelli Fignon o Kelly.
L'apice della gloria Ferrari lo toccò al Giro 1996 (si, proprio l'edizione della soffiata di Laverda che fece saltare la perquisizione dei NAS): cinque dei suoi protetti occuparono le prime cinque posizioni della classifica finale (!), decretando il trionfo su tutta la linea dei suoi metodi infallibili. In siffatti gloriosi dì, il suo studio pareva la sala d'attesa di un aereoporto alla vigilia delle feste; la leggenda narra che anche pallonari a ventiquattro carati abbiano sborsato discrete cifre per consulenze (parola magica) presso l'ammiratissimo medico dei campioni. Non è dato sapere il nome dei pedattori che lo hanno notevolmente arricchito, purtroppo dalle parti dello stadio con l'erba ben rasata nei prati è in voga un silenzio avvilente, omertoso, caratteristico di un ambiente che ha padroni così importanti: solo Dio, sempre che si occupi di sport e doping, potrebbe chiarirvi le idee (poche e confuse) a riguardo.
Fu l'eroico affaire Festina (in sintesi: decisero di fregare una squadra per salvare le altre) a squarciare i primi veli sulle sofisticazioni virtuose nel gruppo; assolutamente impareggiabile (e consigliata) la lettura del "Blade runner" della generazione di Robosport, "Secret défonce, ma vérité sur le dopage" di Erwann Mentheour; il primo sasso (o macigno) gettato nello stagno da un ex corridore, svela anche i segreti del 'criterio di lavoro': un protocollo rigido con allenamenti personalizzati, arricchiti dall'utilizzo della sperimentatissima epo con richiami saltuari all'ormone della crescita e al testosterone (il racconto è di Mentheour, noi dall'esterno possiamo solo osservare successi e sbalzi di rendimento degli atleti)), contemplati dall'Emagel per abbassare temporaneamente il famoso livello d'ematocrito in caso di controlli. Un cocktail supersonico aggiornato magari dall'arrivo di nuove sostanze miracolose (nello specifico del francese la solcinella, un estratto di sangue di tartaruga!) implacabilmente sottoposte ai coraggiosi assistiti: tanto per vedere l'effetto che fa e anticipare le sperimentazioni (pallosissime) del Ministero della Sanità.
Allora non c'è da stupirsi se il Pordoi, allo "scandaloso" Giro 2001, è stato coperto da due camosci di indubbia qualità come Simoni e Perez Cuapio in poco più di trenta minuti; un po' di tempo prima l'imperatore delle Granfondo di metà anni novanta, Giovanni Anderlini, curato amorevolmente dal "mitico", aveva fatto fermare i cronometri sui 26 e mezzo...Purtroppo, smentendo il grande Binda, i garùn possono anche non bastare. Comunque, negli ultimi anni, si è iniziato a sentire un fastidioso odore di bruciato; la clientela si è diradata e il Ferrari è stato fatto oggetto, puarìn, di un autentico lincaggio morale: magari da parte delle stesse persone che consigliavano ai propri atleti, qualche anno fa, un giretto di prova da lui. Sempre più spesso è stato avvistato alle corse trafelato o magari con travestimenti posticci: alla sua vista certi massaggiatori, scottati dalle note vicende, avrebbero potuto farsi giustizia senza troppi rimorsi...
Eppure, sbattuto fuori dall'ambiente che lo ha reso ricco e famoso (...), è riuscito a cadere in piedi. Indagato da un sacco di procure è stato beatificato inaspettatamente (?) da Mister Tour de France, niente-popò-di-meno-che Lance Armstrong: il texano ha rivelato al mondo intero la sua ammirazione per il luminare italiano, consulente prezioso nel suo viaggio verso la maglia gialla. La vicenda, che a nostro parere ha i contorni della farsa, non è proprio sorprendente se pensiamo che l'americano, nella fase pre cancro, era uno di quelli seguiti senza rendere pubblico il fatto. Lance è stato per anni quasi vicino di casa di Rominger, in Costa Azzurra, e più di una volta ha dichiarato di aver testato il suo stato di forma affrontando una delle tante salite della zona con il paragone cronometrico dell'elvetico. L'ammirazione per l'uomo che guardato in faccia la morte non deve impedire una riflessione onesta: l'iridato di Oslo ci prende per i fondelli quando ricorda i controlli, tutti negativi, passati in carriera; esprime in maniera meno violenta gli stessi concetti spiegati dal suo preparatore personale in quel fondamentale (per comprendere meglio la cloaca nella quale è immerso il ciclismo e lo sport) 20 Aprile 1994. E' ahinoi la pura e semplice verità: come fa un campione che guadagna 15 milioni di dollari all'anno a sputare sul sistema che permette a lui (e ad altri) di mettersi in tasca un tale gruzzoletto? Tutta questa passione popolare, invidiatissima in altre parrocchie molto più volgari e fesse, non merita personaggi come il medico dei miracoli e forse nemmeno un paio di (de) generazioni di ciclisti ammaestrati come scimpanzè stupidi a porgere il braccio per un'endovenosa; manco fosse la cosa più normale di questo mondo.  (3-fine)

Simone Basso


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15 commenti:

Andrea87 ha detto...

più leggo e più mi viene da rovesciare. per me il ciclismo è finito quel giorno a Madonna di Campiglio, avevo 14 anni e tutti i miei sogni di ragazzino vennero infranti con la squalifica del Pirata :(

Dane ha detto...

Bèh, avevi l'entusiasmo dei giovani....noi c'eravamo svegliati già in quella crono davanti a Tonkov... :-/

Italo Muti ha detto...

Armstrong era curato dalla Nasa. Avanti anni luce per dirla come il suo avvocato che ha lo studio in via Montenapoleone. ça va sans dire.

Italo

Simone ha detto...

@Andrea,Dane:mi spiace che il taglio di questo pezzo sembri un dare addosso alla pedivella.
Lo scrissi nel 2001.
In verità il ciclismo è molto più credibile degli altri sport professionistici.
Proprio perchè,in mezzo a mille contraddizioni,ha lavato i panni sporchi in piazza.
E continua a farlo.

Tra i clienti di Ferrari c'è stato anche Zinedine Zidane.
Ha fatto anche il consulente per una struttura medica all'avanguardia di un'importantissima squadra italiana.
Questi sono i valori dell'ematocrito di una campionessa dello sci di fondo che oggi è rappresentante del Cio,del Coni ed è pure parlamentare.
...
12/12/1992 43.4
18/01/1993 38.7
06/03/1993 41.6
23/11/1993 47.4
11/12/1993 55.5*
17/01/1994 50.9
28/02/1994 54.2
...
*Le donne hanno in media un ematocrito più basso di cinque punti rispetto agli uomini.

Nell'Agosto 1999 si scoprì l'acqua calda,ovvero che i test pallonari erano(e sono..)finti.
Tra il '96 e il '98 c'erano 200 calciatori di Serie A che avevano dichiarato di aver assunto sostanze "a restrizione d'uso a fini terapeutici",senza alcuna notifica medica.
Roba da squalifica immediata.
Lo sapete perchè non ci sono più casi di nandrolone?
La Fifa lo ha depennato dalla lista delle sostanze proibite.

Domenica al Foro italico abbiamo assistito all'esempio di un gioco,il tennis,che si sta ammazzando con le proprie mani.
"A nice endorsement of blood spinning" direbbe un giornalista che la sa lunga sull'Atp...

Facciamo un calcolo sui morti di SLA nel rugby:dite che Cariparma ci sponsorizzerà l'inchiesta?

alessiobaccetti ha detto...

Interessanti sono i nomi , personalmente ricordavo come un moser a 36 anni record dell'ora parlasse delle emotrasfusioni in maniera palese. Secondo me il ciclismo è sempre stato compagno del doping fin dai tempi eroici è che prima si parlava di fatica ecc.
Ora la situazione chimica è più complicata ed è anche voluta visto che gli fanno andare come motocliclette. il problema del ciclismo che con corse continue e corse a tappe sempre più voraci non puo' essere l'unico sport a suicidarsi , il problema è che a volte cerca degli agnelli sacrificali per pulirsi la faccia.

MB ha detto...

E' vero che il ciclismo ha lavato i panni sporchi pubblicamente, ma quando sono venuti fuori diversi casi eccellenti...non avrebbero fatto un congresso dell'UCI con primo punto all'ordine del giorno "Parliamo di quanto ci bombiamo"...
Però il problema è che la cosa va avanti a tutt'oggi, cambiano le sostanze, cambiano i guru preparatori ma il problema non accenna a smettere. E' una questione di (de)generazione, come accenna Simone nell'articolo?

Dane ha detto...

"@Andrea,Dane:mi spiace che il taglio di questo pezzo sembri un dare addosso alla pedivella."

Ma figurati Simone, di solito quando scrivo io queste cose (sui blog di bici) mi danno del noioso.....vuoi ridere?! Una volta discussione sul doping su un blog di rugby, dopo un po' salta su uno a dire "ragazzi non diciamo cazzate, il doping nel rugby sposta poco....come diceva un mio allenatore 'nel rugby il doping non ti aiuta, se non sai passare il pallone non lo sai passare'..."
Hai capito?!...no, dico: NEL RUGBY!!!

Mi arrendo...

mizio71 ha detto...

Premesso che c'è chi si dopa per una gara condominiale ... quindi immaginatevi a cosa è disposto un atleta ai massimi livelli, anche in uno sport senza particolari interessi economici. Del resto nella vita tutto è relativo. Per alcuni entrare in un gruppo sportivo militare vuol dire comunque sistemarsi a vita ... Detto questo, già Coppi in maniera semiseria rilasciava interviste in cui candidamente parlava delle sostanze dopanti dell'epoca. Nulla di nuovo sotto il Sole ... solo che la tecnologia rende tutto più sofisticato e anche probabilmente più pericoloso. Anche la storia del calcio , uno degli sport più ricchi e che maggiormente ha convertito negli ultimi anni la tecnica in forza fisica, ma immune da casi clamorosi di doping, fa ridere. Strano che questi ragazzi abusino di coca, ma non di sostanze dopanti. Eppure oggi in serie A se non sei in grado di arrivare primo sulla palla o di resistere ad una spallata, il campo non lo vedi neppure se hai una tecnica da Maradona .... ma si sa, i ciclisti so burini, i calciatori son velini ....

Dane ha detto...

Mizio, basterebbe informarsi sul perchè Dorando Pietri svenne a pochi metri dal traguardo...

mizio71 ha detto...

Il povero Petri era un ingenuo .... questi sono volponi

Andrea87 ha detto...

come diceva un mio allenatore 'nel rugby il doping non ti aiuta, se non sai passare il pallone non lo sai passare'..."
Hai capito?!...no, dico: NEL RUGBY!!!
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è la stessa giustificazione del calcio: se sei Gattuso anche iperpompato avrai sempre i piedi quadrati che ti faranno sbagliare anche gli appoggi ad un metro.

Nel ciclismo, sport di fatica e con la tecnica al minimo invece già riuscire a portare la soglia della resistenza a livelli inumani aiuta eccome.

Il problema nasce quando un Messi cresce di mezzo metro in un paio di anni grazie "alle amorevoli cure della cantera catalana" (altro che bilanello bianco!)

Nick ha detto...

No.

Il problema nasce quando qualcuno definisce il ciclismo un sport "con tecnica al minimo".

Nasce, senza offesa e chiedo scusa sin d'ora ma il termine è quello, dall'ignoranza dell'argomento.
Sia sullo sport e sia sul doping.

Perchè il doping non è uno, eh.
E non serve solo ad alzare la soglia della fatica. Ma anche ad aumentare l'attenzione, per esempio (qualcuno ha detto Formula1? Sci alpino?). O a diminuire le reazioni corporee per favorire la stabilità (biliardo? tiro con l'arco?). O ad abbassare la soglia del dolore (boxe?). O ad aumentare l'incoscienza nel tentare determinate cose.

Il problema -scusate il caso estremo, ma è per capirsi- non è se Maradona sarebbe stato capace di fare le stesse cose senza cocaina.
E' se gli sarebbe venuto in mente di provarle.

Non è doping, questo?

Non esiste uno sport che non abbia caratteristiche che possano essere esaltate artificialmente.

Non esiste NESSUNA attività dell'uomo che non abbia caratteristiche del genere.

Solo stare seduti sul divano.
Forse.

mizio71 ha detto...

Il dopato del divano è fantastica ... Comunque anche nel ciclismo esiste la tecnica ed il campione è quello che, doping o non doping, si afferma per molti anni di fila. La meteora è il classico dopato dell'ultima ora. Anche se il caso ben Jhonson è emblematico, senza doping era un atleta da corsa aziendale o quasi. Gattuso avrà i piedi quadrati, ma correndo per due e migliorando tecnicamente con l'allenamento, è diventato un top player, vincente e ben pagato. Quindi se fosse stato aiutato dal doping (ma è anche giusto dire che non si può sparare su tutti senza una minima prova), allora certo che ne sarebbe valsa la pena (per lui)

Dane ha detto...

@Andrea: solo che nel calcio, o nel tennis, puoi anche raccontartela per i primi 5 minuti (poi onestamente ti vien da ridere). Ma il rugby! No, dico, il rugby! Uno sport dove il numero 10 (che equivale più o meno al numero 10 del calcio) ha come primo compito e primo requisito quello di "attaccare la linea", che semplificando in maniera barbara significa portar palla per far salire la squadra ma anche attaccare il portatore di palla avversario.
Per fare un parallelo barbaro col calcio, in pratica nel rugby il primo requisito che si chiede a Messi è di fare il Gattuso......e mi dicono che il doping non conta perchè conta saper passar la palla....

p.s.: no, tecnica al minimo riferito al ciclismo non voglio più sentirlo dire qua dentro altrimenti faccio saltare il server che Blogger fa causa al Direttore!... :-D

@Nick: il discorso sulle tecniche non maggiori o minori ma semplicemente diverse è perfetto, così come quello dei vari doping. Non a caso c'è l'antidoping anche nel bridge, che per chi non lo sapesse è disciplina sportiva riconosciuta dal C.O.N.I con tanto di federazione ed è in attesa di entrare nelle Olimpiadi (ha fatto da disciplina dimostrativa in varie edizioni)...

Unknown ha detto...

ma pantani come mai fu beccato? e' vero che il controllo fu ritardato di un ora e mezza in modo che l'ematocrito, abbassato con l'emagel la sera prima, tornasse di nuovo sopra il 50 % ?