Gioia del Colle

di Simone Basso
Le piantine di Rujano, le persone del ciclismo, gli anni Ottanta dei Mavericks, Riley il motivatore, la rivincita di Nowitzki, il gorilla degli Heat, Bolt sgonfio e l'ultimo giro di Hildebrand.

1. Ci piacerebbe conoscere il pensiero delle marmotte, vere proprietarie del Colle delle Finestre, su quel curioso spettacolo del Giro d'Italia. Siamo al penultimo dì della via crucis e si vede; i corridori hanno la magrezza assurda (questo è sport e le Pavlyuchenkova non sono ammesse) delle immagini sacre di Gesù e pedalano un pò tutti al gancio. Vasil Kiryienka sale con la vittoria addosso: attendiamo, come Giovanni Drogo, il giorno che qualcuno farà capire al bielorusso il suo supertalento. Josè Rujano approccia le curve da scoiattolo; siamo felici di rivedere uno dei Buendìa davanti al gruppo: forse, dopo un lustro viziato da atteggiamenti poco professionali, ha compreso che la fatica da sfregaselle è meno sconcia di quella che provò, adolescente, quando lavorava nelle piantagioni di caffè. 4500 piantine in una giornata lavorativa che cominciava alle sei del mattino; per tre volte fece il record (5300) ma decise che quel trespolo con le ruote era meglio: tre dita del piede destro, incurvate verso l'interno, gli ricorderanno per sempre quella vita tremenda, accucciati per sette ore di fila con il viso verso la terra.
2. Passano Nibali, che è un corridore più da Tour che da Giro, e Gadret, un francese (ci sono ancora..) che preferisce le nostre salite (cattivissime) alle sue, un ciclocrossista che corre come Virenque e che si ispira a Pantani. Staccato dal plotoncino dei grandi arranca, ma con orgoglio, il Tiralongo: col viso antico, la pelle scura bruciata dal sole, ha nel nome un destino, un onore, che è quello del gregario.
Giro durissimo, impietoso in ogni senso dalla discesa del Passo del Bocco in poi; è anche per questo che il panorama degli indiani, sulla cresta del monte, continua a sorprenderci. Quanti eravamo lassù?
Ventimila, trentamila o quarantamila? Nessuno è salito in macchina o in moto, tutti in bici o a piedi.
Tranne qualche esibizionista, inquadrato infelicemente da mamma Rai, il pubblico della corsa rosa e del ciclismo consente ancora di coltivare un'utopia: un mondo senza ggente ma zeppo di persone.
Li abbiamo visti sulle specialissime e in mountain bike, sui velopasseggini (...) e in tandem; meno banali del luogo comune sugli italiani svenduto dai televisionari. Intanto un altro Giro è passato, di certo non invano, e lo consegniamo all'albo d'oro: il Tas e l'Uci, prima o poi, potrebbero anche stravolgerlo. E' la specialità della cricca, parenti prossimi di Sacher-Masoch. Noi invece ci auguriamo di rivedere il torero Contador alla Grande Boucle contro Schleck, Basso e Evans. Perchè ci interessano solo le pedivelle e i bipedi che le spingono, non quelli che li sfruttano.
"Kandinskij sostiene che il giallo è il colore della vita.
...Adesso si capisce perchè quel colore fa così male agli occhi".
(E.M. Cioran)

3. Pare ieri ma era il 2006. Due franchigie con una storia relativa, figlie di un'espansione che ha decretato il trionfo commerciale di Sternville. Pensare ai Mavericks significa risalire ai ruggenti Ottanta: un proprietario che incarnava lo stereotipo alla J.R. (Don Carter) e uno squadrone a un gradino dall'empireo. Guidati dal mitico Dick Motta, simulacro dell'allenatore Nba del periodo, ebbero la ventura di affidarsi al talento mefistofelico di due deviati. Il primo, Mark Aguirre, di Chicago come D-Wade, era inarrestabile nei dì giusti. Mani e piedi favolosi, in post e fronte a canestro, un califfo in un evo inarrivabile di ali piccole (Bird, Erving, Bernard King, Marques Johnson, English, Dantley, Wilkes, etc.). Però fu anche Ziggy The Elephant, un All Star con i fianchi e la ciccia di Kirstie Alley e caratterialmente ingestibile. Il puzzle, con i vari Blackman (che a Milano lasciò un ricordo indelebile), Derek Harper, Perkins, sembrò di profilo dinastico con l'aggiunta di Roy Tarpley. Chi ha avuto la pazienza di leggerci da qualche anno, ricorderà l'aneddoto del nostro incontro con la fenomenale ala-pivot, allora all'Aris Salonicco. A Torino, 1993, la mattina di un'orripilante finale di Coppa delle Coppe era davanti a Footlocker, ubriaco, con in mano una bottiglia di birra...Fosse stato meno birba (...) quel ragno di 2 e 10 li avrebbe condotti alla terra promessa; invece l'ex Wolverines fece bingo guadagnandosi una squalifica Nba a vita. Qualche anno dopo l'ultimo tentativo di recupero, ai tempi del primo Kidd, affossò il progetto nascente delle tre j (Jason, Jimmy Jackson, Jamal Mashburn). L'ottantotto fu comunque fenomenale: portarono alla settima, nello showdown occidentale, i Lakers dei mammasantissima. Deja vu, l'ennesimo, fu la marcatura (disperata) di Magic Johnson sul Tarpley strabordante, rivendicata da Pat Riley. Il coach col gel, l'archetipo di Gordon Gekko, la ricordò agli sprovveduti che avevano chiesto le differenze tra il suo play extralarge e gli altri: "John Stockton è bravissimo, ma il cinque avversario in single cover non lo marcherebbe nemmeno in sogno". Il riferimento, oggi, non vi ricorda qualcuno con la maglia numero sei?
4. La storia del cliente preferito delle boutique di via Montenapoleone si sarebbe incrociata nuovamente con quella di Dallas, diciotto anni dopo. Una finale già vinta dai Mavs, sul più tredici a sei minuti e mezzo dal tre a zero tombale, e consegnata da Nowitzki e soci a un Wade più jordanesco dell'originale e alla classe operaia degli Heat (Posey, Zo, Haslem). Quella rimonta fu rileyana come non mai, un soggetto che ha sempre fatto della ferocia (malgrado le apparenze..) il suo marchio di fabbrica. Rimarrà negli annali, ai tempi dei Knicks, un discorso motivazionale alquanto originale: chiese silenzio ai suoi, prese un secchio pieno di ghiaccio ed acqua e ci immerse la testa per un paio di minuti. Quando riemerse dall'apnea i giocatori erano spaventati ma convinti... I texani nel frattempo erano diventati i Cubans, a immagine e somiglianza del suo (ingombrante) presidente: megamilionario radical-chic, figlio della nuova economia che giustificò la sua passione Mavs con due paroline magiche. "Money and pussy".
5. Il collasso di quella serie è il prologo a Heatles-Cubans 2011, una contesa prodotta soprattutto dalla stupidità di Danny Ainge. Fino a Capodanno Dallas ci è sembrata l'unica vera alternativa ai Lacustri, poi l'infortunio al ginocchio destro di Caron Butler è sembrato ridimensionarli in maniera definitiva.
Beffardo pensare che proprio contro Miami avrebbero bisogno, nel ruolo di tre, di un puledro del livello dell'ex UConn per impegnare il Prescelto. Carlisle zonerà con intelligenza, confidando nel dinamismo del favoloso Tyson Chandler e di Shawn Matrix. In attacco dovranno alimentare il talento irreale di WunderDirk, servendolo con i tempi giusti e (preferibilmente) in situazione dinamica e profonda. Per dirla tutta, sarà quel metro nel passaggio alle tacche che deciderà le sorti delle Finals.
Il Risiko costruito da Spoelstra attorno al fuoriclasse tedesco è cruciale: nessun combo, tranne forse Chicago, aiuta in difesa con quella velocità e fisicità. I biancorossi vorranno produrre più transizione, necessaria per regalare punti gratis a un collettivo che ha poca fluidità offensiva a metacampo.
Il resto si gioca sull'emotività straordinaria dello scontro: Dallas è la squadra delle rivincite personali.
Terry con Nowitzki per ammazzare il ricordo infausto, Kidd per evitare la galleria dei Grandissimi senza anello; Stojakovic che proverà a seppellire l'indimenticabile (...) airball di gara7 all'Arco Arena (2002). Marion con la prospettiva dell'ultimo passo che non gli è mai riuscito nel deserto.
6. Gli altri invece hanno dovuto convivere con King Kong sulla schiena: arrivano con la rabbia e la fame giusta, bastava osservarli nell'ultimo quarto della quinta con la banda Thibodeau. I due dioscuri strapotenti e arroganti, proprio come quelli che vent'anni fa (con l'altra maglia) cominciarono l'ultima vera egemonia dinastica. Bosh, terzo violino, nel suo ruolo perfetto; i camerieri (Jones, Miller, Anthony, Bibby) prontissimi per la mancia promessa in caso di parata a South Beach. Comunque vada, è una questione di tempo per entrambe le duellanti: chi afferrerà quello giusto?
"Un fatto è ora limpido e chiaro: né futuro né passato esistono. E' inesatto dire che i tempi sono tre: passato, presente e futuro. Forse sarebbe esatto dire che i tempi sono tre: presente del passato, presente del presente, presente del futuro... Il presente del passato è la memoria, il presente del presente è la visione, il presente del futuro l'attesa".
(Agostino)

7. Due righe sulla Diamond League nella città eterna. Basta l'esca, come richiamo, di un Bolt sgonfio (sic) per chiamare finalmente un po' di pubblico sugli spalti. Che assiste, ignaro o quasi, alla materializzazione della disciplina più autentica e affascinante. Perchè l'atletica è sexy, bellissima, anche se non tutti gli atleti sono Funmi Jimoh. Rappresentano la meglio gioventù e la biodiversità totale: alti, bassi, magrissimi, muscolari. E' il mondo senza barriere reali, alla faccia di chi definisce popoli le nazioni benestanti ed etnie quelle poverissime. Nel vedere Andrew Howe sui 200 abbiamo pensato, per l'ennesima volta, allo spreco incredibile di un talento che, bambino, ci parve la reincarnazione di Carl Lewis. E all'idea che con questa monocultura pallonara lo sport italiano potrebbe, tra non molto, diventare terzo mondo.
8. Incredibile. agg. Che è difficile o impossibile da credere; SIN. Inattendibile, inverosimile... 

Simone Basso
(in esclusiva per Indiscreto)

13 commenti:

zoleddu ha detto...

ricordo l'aneddoto..mi pare avesse anche un cappello d'alpino in testa o glielo avevi dato tu?

ricordo poco i mavericks di motta.molto bene quelli delle tre j.. ho creduto che potessero fare grandi cose. se jackson non avesse fatto la star prima di dimostrarlo sul campo (e secondo me poi ha fatto vedere il 50% del suo potenziale) e kidd avesse avuto la testa odierna..

wade ne farà 40 a partita sicuro.amq per me vince dallas anche se cuban non sta proprio simpaticissimo al capo..

Miky ha detto...

Chapeau.
E 4-2 Dallas, se esiste una Giustizia.
Dubbi sugli accoppiamenti difensivi dei Mavs sul perimetro, ovviamente.
Se trovano punti e continuità in area offensiva da lunghi non teutonici è fatta.
Speriamo che queste Finals rimangano nella memoria collettiva come il tentativo mai sbocciato di dominare il prossimo decennio di un embrione costruito male a laboratorio. Altrimenti sarà dittatura.

PS: ma questo Ettore Messina ai Lakers?? ;-))

Anonimo ha detto...

"PS: ma questo Ettore Messina ai Lakers?? ;-))"

ma come Messina preferisce fare il secondo nell'ex squadra di minneapolis piuttosto che l'Head nella Grande Milano.........? ;-)

tiziamal ha detto...

a me il giro di Nibali è comunque piaciuto, penso sia un bene per il nostro ciclismo un corridore di questo tipo(di ciclisti azzurri tagliati su misura per il giro non abbiamo difficoltà a tirarne fuori)quasi sempre i nostri tappisti hanno fatto una gran fatica al Tour, e comunque se non si perde per strada(ma ormai penso sia difficile)durante la carriera almeno un giro(oltre ovviamente alla gialla dei campi elisi:-D)lo porterà a casa sia perchè può ancora migliorare sia perchè un edizione così sfavorevole a lui(si è trovato contro il n°1 attuale,che se continua così a grosse possibilità di entrare tra i n°1all-time,nelle corse a tappe cosa che al giro, purtroppo, non accade spesso e il percorso lontano dalle sue caratteristiche)difficilmente la ritoverà.
Dato curioso e raro dopo Scarponi e Nibali per trovare il primo italiano nella generale si deve arrivare fino alla posizione 13(Cataldo),che ne pensi?

sul basket quoto in pieno Miky

Dane ha detto...

Nibali ha avuto contro il numero uno, ma è il senso di impotenza che (nonostante qualche smentita) hanno tradito subito gli italiani ad avermi preoccupato...prima avevano puntato sulle salite, poi sulla discesa, dopo speravano nella crisi di Contador.....ad un certo punto ho temuto puntassero sulla stricnina nella sangria...... :-D

transumante ha detto...

sono cinico se dubito che il podio rimarra´questo?

scarponi...

michele ha detto...

"stupidità di Danny Ainge"

eh si certo danny ainge e' uno stupido.

suppongo si alluda alla cessione di perkins. ma lo avete visto il kendrick in questi playoff, letteralmente umiliato da randolph e chandler? perkins che ha saltato tutta la prima parte di rs per i postumi dell infortunio nelle scorse finals, senza il quale l esito sarebbe stato ben diverso ma quello di oggi e' il lontano parente del roccioso perk di un tempo..... miami era piu' forte e piu' giovane di boston ed e' passata con merito tanto che poi ha spazzato via anche chicago

Dane ha detto...

La penso come te Transu: sappiamo da tempo che questo Giro aveva bisogno di un nome e un nome verrà dato in pasto agli sciacalli. Intanto Contador correrà il Tour perchè il Tas ha deciso di spostare l'udienza ad agosto "perchè tutte le parti abbiamo il dovuto tempo per prepararsi".......

Simone ha detto...

@Zoleddu:yep,si era incuriosito del mio cappello d'alpino...
Malgrado tutto,e penso si capisca,vedo gli Heatles favoriti.
Devo però dire che il vero pivotal game è gara2 e se Dallas avesse semplicemente una percentuale dal campo migliore del semidisastro di stanotte...

@Miky:merci.
Pettene,si rassegni!
Questi,prima o poi,si sbranano Sternville.
E' solo una questione di tempo,Agostino docet.

Fossi l'Ettore ci andrei col pedalò.
Per i Lakers dipenderà dalle condizioni fisiche del Mamba;se sta bene,con qualche ritocco nel roster,sono ancora di altissimo livello.
E il ticket Brown-Messina potrebbe funzionare assai.

@Ricca:l'altra sera stavo preparando la valigia,sul web ho controllato il risultato di Cantucky versus Olimpia e pensavo fossero al terzo quarto...
Invece il ciapanò era terminato con quel punteggio.

@Tiziamal:lo Squalo è l'unica vera luce di una BicItalia prossima alla recessione.
E' un ciclista vero,ha classe,talento,passione e pochissime controindicazioni.
Sulla mezza generazione di ricambio che manca si è scritto altre volte.
L'esasperazione,già negli juniores,ha bruciato troppi prospetti futuribili.
Si intravede all'orizzonte,forse,un cambio di cultura ma il prossimo biennio mi sembra(per i baby a ventiquattro carati)deprimente.
Fa ridere pensare che non abbiamo il vivaio dell'Australia...

@Transumante,Dane:penso non vi sia sfuggito l'assenza di riferimenti al buon Scarponi.
O come sia stato chiamato in causa,in un altro pezzo,con il suo nome di battaglia spagnolo.
Vedremo.

@Michele:"Green is the team's most efficient offensive throughout the playoffs".
Danny Boy è un genio.
Ha preso una combo-forward leggerina per inserirla in un sistema nel quale è superflua,anzi dannosa.
Perk era fondamentale perchè piazzava sempre lo stagger giusto,meglio anche del Bigliettone.
In una squadra vecchia,all'ultimo assalto,erano decisivi i blocchi per i tiratori.
E l'arte del tagliafuori e dell'intimidazione fisica.
Dovresti spiegarmi chi,nel 2011,è riuscito a marcare uno contro uno Cicciobello Manina Fatata...
Ainge è un fenomeno.
Ha regalato Tony Allen,un difensore straordinario,a Memphis.
Ma si è assicurato i servizi di un prepensionato come Shaquille O'Neal,vuoi mettere?
Pensa alle risate di Riley...

Simone ha detto...

Gara2 sembra un quadro di Goya.
Un'allucinazione cattiva,una pittura nera.
Mai vista,nelle Finals,una rimonta del genere nell'ultimo quarto.
Anche se nel 2006...

michele ha detto...

tony allen e' andato via lui ia sia per prendere piu' soldi, sia perche' voleva provare a giocarsela da titolare a memphis. il suo posto e' stato preso da marquis daniels, autore di un ottima stagione fino a quando non si e' sfasciato il collo. ma del resto si sa che gli infortuni di boston capitano solo ai vecchi (come quello al gomito che ha menomato rondo nella serie con gli heat)quindi non ci si puo' lamentare.....

per quanto riguarda perkins mi viene il sospetto che tu non abbia visto le partite dei thunder in questi playoff, specialmente la serie contro dallas in cui e' stato nullo. tanto che nel quarto periodo il buon perk rimaneva in panca e giocavano collison e ibaka. del resto kendrick e' reduce da un infortunio al crociato che, oltre ad avergli fatto saltar le ultime due gare delle scorse finals, lo ha lasciato fuori per le prime 43 partite della rs e quando fu ceduto si era di nuovo infortunato, e ci vuole un po di tempo per tornare ai livelli di prima. quindi dire che con questo perkins i celtics sarebbero in finale e' davvero grossa, oltre che offensiva nei confronti di miami ( che ha spazzato via pure chicago). infine ingenerosa la tua ironia su shaq, autore di una prima parte di rs strepitosa,che probabilmente ha pagato non riuscendo a guarire dall infortunio al tallone d'achille. ainge ha fatto le sue mosse ed e' andata male, ma nella storia del basket c'e lui e non qualche frustrato blogger federico buffawannabe

Anonimo ha detto...

@Ricca:l'altra sera stavo preparando la valigia,sul web ho controllato il risultato di Cantucky versus Olimpia e pensavo fossero al terzo quarto...
Invece il ciapanò era terminato con quel punteggio.
Lo sai che ho avuto la stessa identica sensazione, non ci volevo credere.
Avvilente (comunque finisca)

Simone ha detto...

@Michele:stai raccontando la serie Mavs-Thunder come una passeggiata di salute di Carlisle e soci.
Idem per i rileyiani contro i Verdi.
Nel primo caso OKC ha perso almeno due contese con un vantaggio in doppia cifra nell'ultimo quarto.
Il pivotal game tra Heatles e Gang Green è stato il quarto,concluso ai supplementari dopo che Boston ha avuto il pallone del due pari.
La statistica finale a rimbalzo diceva 45 a 28 per i LeBroniani.
Diciassette carambole di scarto,non male.
Non è evidente la mancanza di un lungo che sappia fare il suo,sporco,lavoro?
Contro una squadra che va a rimbalzo ma,nello specifico,non vanta Dennis Rodman e Moses Malone nel suo collettivo è un disastro.
Soprattutto se,con quei due fenomeni,ha la migliore transizione dell'Nba.
Yep,Ainge è nella storia con il suo amico McHale.
Fare il giemme ai C's è più divertente che in altri luoghi.
Nello specifico come Kupchak con Jerry West.
Se nel 1997 la lotteria fosse stata benevola,il tanto vituperato M.L. Carr(con un Duncan nel roster)avrebbe costruito una portaerei da anelli.
Tutto il resto è tifo,quindi l'incapacità di comprendere che un tizio si possa divertire a scrivere su Olivariville senza pregiudizi.
Guardando la pallacanestro e non i colori delle magliette.
Prosit.

@Ricca:siamo sempre a "Il fallimento certificato da Peterson" o giù di lì.
Un deja vu.