di Anna Laura
Caro Stefano, leggendo su Indiscreto l'articolo sul cosidetto effetto Ibrahimovic nelle ultime votazioni mi è venuto in mente di sottolineare l'emergere di un fenomeno nuovo: nel 2011 i sociologi, le società di marketing, gli istituti di monitoraggio delle tendenze, i politici (lasciamo perdere i giornalisti), non sanno più cosa accadrà. E nemmeno cosa stia accadendo...
Al di là del calcio, l'epoca di Berlusconi che è finita è quella politica. Finisce la sbornia dell'elettorato con la pancia, che ascolta e giustifica tutto. La capacità di parlare alla pancia della gente funziona solo se la pancia ascolta, ma in questo momento la pancia è distratta. La testa della gente comincia a farsi sentire, cominciano a venire a galla le domande, tutto questo genera schizofrenia. Ma come, Berlusconi che è amico di Obama, che è di casa con il suo amico Sarkozy, che lui di qua e di là con ogni potente della Terra non riesce a rimandare indietro i profughi tunisini? Va a Torino e dà ragione a Marchionne? Che da Torino se ne vuole andare...Dice che il nucleare è da fare? Tanto ci vogliono vent'anni per vedere qualche risultato, qui non ci si ricorda di quanto affermato la sera prima...
Sempre pensando di parlare alla pancia maggioritaria, risfodera il mito delle privatizzazioni. Dice che bisogna privatizzare tutto, per renderlo più efficiente...come per i traghetti per la Sardegna, che una volta scomparsa la Tirrenia hanno aumentato del 90% le tariffe. Le privatizzazioni sono la burla di questo inizio secolo e la cazzata della fine del secolo scorso. Concepite per derubare le collettività. Benetton che si prende le autostrade ad un decimo del loro valore, Telecom venduta per un dodicesimo del valore dei soli impianti, le aziende come la Cirio o l'Alfa Romeo che furono dell'IRI. La Montedison, tutto. Sudore e soldi degli italiani, svendute da governi di ogni colore a caimani dotati di giornali e capacità di usarli. Le privatizzazioni hanno tolto di mezzo i calmieri del mercato, questa è la verità inoppugnabile, e hanno peggiorato la vita degli italiani: tolta quelle di qualche professore dalla consulenza facile. Ecco, la famosa pancia questa volta non è stata capita proprio da chi l'ha sempre cavalcata. L'affarismo deteriore può essere tollerato e persino dimenticato, perché è più divertente discutere di Thiago Silva che dell'inflazione, ma solo fino a quando non inizia a stritolarti.
Anna Laura
63 commenti:
"Le privatizzazioni hanno tolto di mezzo i calmieri del mercato..." OK ma solo se aggiungiamo che il male non sono le privatizzazioni in sè ma la mancanza di controlli e regole (o, meglio, di pene per chi evita i primi e viola le seconde). Perchè se no torniamo al socialismo reale del quale l'Italia è stato, e in certi settori ancora è, unico e vero rappresentante nel mondo, con la bizzarria di avere sostenitori a sinistra, destra e centro.
Per una volta sono d'accordo con Anna Laura; che poi il male non sarebbe la privatizzazione in sè ma, come al solito, come è stata fatta: cessione agli amici per 2 lire e, soprattutto, in un contesto di monopolio assoluto (o quasi). Si è quindi passati dal monopolio statale, dannoso, a quello privato, disastroso. Solo dopo si è timidamente incominciato a fare alcune liberalizzazioni. Il problema è che prima andavano fatte quest'ultime e poi si poteva privatizzare. Ma ovviamente l'obbiettivo non era certo il bene dei cittadini/consumatori....
ps: comunque T. Silva non si discute ma si ammira ;-)
a me Belusconi sembra semplicemente bollito, per non dire irrimediabilmente rincoglionito.
ha le orge contate(cit.)
"Le privatizzazioni hanno tolto di mezzo i calmieri del mercato"
qualcuno traduce?
Qual è il legame tra proprietà pubblica e limitazioni delle oscillazioni della borsa, se per mercato s'intende questo.
Ancora, possiamo parlare di come siano state fatte le privatizzazioni, se son giuste o sbagliate, ma accusare 3condoni (perchè Silvio non ci mette nemmeno naso in queste cose) su questo è surreale.
Scritto ciò vado a leggere il fatto per penitenza (io che difendo 3condoni! non l'avrei mai creduto possibile :) )
Dal Corsera di oggi:
MILANO – Una nazione ben illuminata la notte certo non vede bene le stelle, ma è più ricca di una che ha poche luci accese. E anzi, studiare le lampadine e i neon invece che i dati economici, in alcuni casi aiuta a capire meglio e con maggiore precisione lo stato di benessere di un Paese: questo vale per quei luoghi in cui i dati socioeconomici sono spesso frammentari e incompleti, i censimenti faticano a raggiungere tutta la popolazione, i governi non hanno strumenti o volontà per misurare il prodotto interno o gli altri indici di ricchezza.
STUDIO DI YALE - È da questo assunto che sono partiti gli studiosi di due università del Connecticut – la famosa Yale e la Quinnipiac – per tracciare una speciale mappa del mondo: quella delle sue luci accese, rilevate dalle immagini dai satelliti del dipartimento della Difesa americana, studiate per sedici anni fino dal 1992. Il mondo illuminato è stato diviso in celle e ogni cella misurata, giorno per giorno e anno per anno, fino ad arrivare a una media e a una suddivisione in categorie di luminosità. Tali indici di luce sono poi stati paragonati ai dati della Banca Mondiale relativi ai singoli Paesi e ai singoli anni presi in esame.
LE SEI FAMIGLIE – Nella classe più luminosa al mondo, la classe A, compaiono sedici Stati tra cui gli Usa e l'Australia, ma anche l'Italia e la Francia; nella seguente ce ne sono invece tredici, dalla Spagna all'Argentina; la classe C conta oltre cento Stati tra cui Russia e Messico; la classe D 29 Paesi come Libia, Congo, Algeria mentre la classe dove le luci sono meno diffuse è composta da nove nazioni tra cui Gaza, Iraq, Corea del Nord, per un totale di 170 Stati monitorati dai ricercatori Usa.
LUCI E PIL – Altre ricerche in passato avevano indagato sul rapporto tra lampadine accese e prodotto interno lordo. Decretando che al crescere del Pil aumentava anche la diffusione della luce elettrica. Ma così come accade oggi ai ricercatori del Connecticut, anche i colleghi sociologi, geografi ed economisti avevano trovato una correlazione significativa tra illuminazione e ricchezza valida solo per alcuni Stati. È infatti complicato decretare quanto sia ricco un Paese grande e variegato come gli Stati Uniti analizzando solo le sue luminarie. Nella nuova ricerca per la prima volta si analizzano con accuratezza le luci giorno per giorno, e per questo motivo vi sono molti Paesi di cui si possono avere notizie molto più aggiornate rispetto a quelle fornite dai rispettivi governi.
PAESI IN VIA DI SVILUPPO – I veri protagonisti che beneficiano di questa analisi sono i Paesi in via di sviluppo. Qui la luminosità supera sia i dati ufficiali che gli indici economici della Banca Mondiale. In alcuni Paesi come Cambogia, Vietnam, Corea del Nord e Somalia le luci accese raccontano quello che i censimenti non aggiornati non hanno potuto dire e aiutano a capire anno dopo anno quanto le condizioni stiano migliorando. Qui luce è sinonimo non solo di ricchezza, ma di benessere fisico e sicurezza. In alcune nazioni, come la Repubblica democratica del Congo o Gaza, sono proprio le lotte interne e le violenze passate e presenti a non permettere le misurazioni sul campo. E in questi e altri luoghi di tumulti, una lampada accesa corrisponde spesso a un pasto caldo, un'abitazione, un luogo sicuro dove dormire. Dunque all'agognato benessere.
caspita, chi l'avrebbe mai detto.........
Se non erro in quanto a privatizzazioni bisognerebbe anche tirare in ballo l'operato del Professore bolognese
Ragazzi, ma come si fa a continuare a dire che il problema non son le privatizzazioni in sè ma le regole e i controlli?! Ma di quali controlli parlate?! Il problema sta a monte: un acquedotto pubblico nel momento in cui garantisce il servizio può anche avere bilancio 0 che ha raggiunto l'obiettivo, un acquedotto gestito da privati deve generare utili perchè l'amministratore delegato deve pagarsi barca, villa ed escort.
Sono l'ultimo al mondo a rimpiangere il socialismo, ma a sto ragionamento ci arrivo pure io, cazzo...
Poi, sarò pessimista ma tutto sto clima da "ha le orge contate, dopo le erezioni tutti a casa" mi pare ancora un po' avventato.
Di certo per rinfacciare a Berlusconi le privatizzazioni del Curato Bolognese ci vuole una gran faccia tosta...
Clima eccessivo ed avventato, come dice Dane.
Non sottovalutate il PD e la sua peculiarità principale: riuscire sistematicamente a sbagliare le mosse decisive.
Grande punto di contatto con Fini, tra l'altro.
Il problema sono le privatizzazioni, punto. Anche fatte in paesi non cialtroni come il nostro, hanno dato risultati disastrosi.
Poi se dobbiamo scimmiottare i Giavazzi vari, è un altro discorso.
Fosse per me, nazionalizzerei tutto domani mattina.
dane
seguendo il tuo esempio, l'acquedotto pubblico includerà il costo deelle manutenzioni gonfiate assunzioni inutili e appalti agli amici, tipici della politica italica.
Pubblico privato è un problema del second'ordine, il problema sono le teste dei cittadini.
"..un acquedotto pubblico nel momento in cui garantisce il servizio può anche avere bilancio 0 che ha raggiunto l'obiettivo, un acquedotto gestito da privati deve generare utili perchè l'amministratore delegato deve pagarsi barca, villa ed escort" dane, grazie per la lezione di economia ed etica. in effetti a volte mi chiedo come mai le cose vadano come vanno... soprattutto in Italia.
@spike: certo, però magari gli introiti delle autostrade restano a noi, invece che ai Benetton, seppur con tutti le manutenzioni a cazzo.
Comunque le privatizzazioni hanno fatto cilecca anche in paesi eticamente seri (in California i trader elettrici facevano delle "strategie" per creare dei colli di bottiglia e fare schizzare i prezzi alle stelle... ah, la mano invisibile del mercato), figuriamoci da noi. Sarei favorevole al nucleare solo per vedere una centrale nucleare fatta da una ditta di Caltanisetta che ha vinto l'appalto... mi immagino le risate.
Poi ci sarebbe da parlare della massa critica necessaria per sopravvivere. Quindi non è che si possa privatizzare tutto.
Ragazzi, Dane aveva calcato la mano ma il concetto di fondo è quello esatto, che è ben diverso dagli "appalti gonfiati": il pubblico deve fornire un servizio (anche) senza utili, il privato senza utili non può (e non deve) lavorare.
Al di là di ville e escort (e di appalti e raccomandazioni), la differenza è qui.
secondo me certe privatizzazioni non hanno senso. è inutile privatizzare trenitalia se poi deve, per esempio, mantenere tutte le fermate anche quelle dove non sale e scende nessuno.
Lo stesso vale per le varie ATM eccetera.
una cosa o è un servizio per tutti (statale) oppure no (e volendo privatizzo).
privatizzare in mercati dove è possibile la concorrenza.
l'era di berlusconi, se finisce, finisce solo per sopraggiunti limiti di età. alla scadenza del mandato avrà 77 anni.
tra l'altro, si discute di legittimo impedimento, impunità eccetera.
la realtà è che, anche se verrà processato o addirittura condannato non andrà in prigione perchè troppo vecchio.
a sto punto è vero che converrebbe risparmiare sui processi.
@Ricca: Thiago Silva rinnovato, dai cazzo! :-)
Nick scusa per il francesismo, ma il pubblico che ecc.ecc. senza utili è una cazzata.
Il pubblico può legittimamente sceglere di scaricare il rosso di un settore da qualche altra parte, ma non può funzionare contro le leggi dell'economia.
Tariffe dell'acqua basse, acquedotto perfettamente funzionante e bilancio in pareggio, insieme non ci stanno. Il privato ti alza le tariffe e lesina sulla manutenzione, il pubblico scarica i costi da qualche altra parte generando o debito o tasse, il tutto al netto di comportamenti truffaldini. Di qui non si scappa.
"Pubblico privato è un problema del second'ordine, il problema sono le teste dei cittadini."
Da scolpire nella roccia, spike.
Senza quelle, tutto e' destinato a crollare, prima o poi.
"Il privato ti alza le tariffe e lesina sulla manutenzione, il pubblico scarica i costi da qualche altra parte generando o debito o tasse, il tutto al netto di comportamenti truffaldini. Di qui non si scappa."
Di nuovo, ottimo!
Beh,ma al netto di comportamenti truffaldini, se per avere un servizio pubblico funzionante che chiude in pareggio devo alzare le tasse non vedo il problema.
"Il privato ti alza le tariffe e lesina sulla manutenzione.."
il dramma sta proprio in questo.
In teoria le priv. (insieme alle liberalizz.)andrebbero fatte proprio per abbassare le tariffe e migliorare il servizio. Lo scopo, penso io, è che proprio perchè il privato mira agli utili, dovrebbe cercare di attirare più clienti possibili puntando su tariffe e qualità. Il problema nasce quando quel privato opera in un regime di monopolio e l'azienda in questione gli è stata ceduta sulla base di qualunque criterio che non fosse la competenza (nonchè le disponibilità economica per fare i necessari investimenti).
spike, abbi pazienza.
All'utopistico netto di tutto il resto, il pubblico può permettersi un bilancio in pareggio, il privato no.
se per avere un servizio pubblico funzionante che chiude in pareggio devo alzare le tasse non vedo il problema.
Eh...
Tani
grazie
Nick
il pareggio vale solo per l'acqua, lo paghi altrove.
Alzare le tasse in un paese con la pressione fiscale dell'Italia, significa strozzare l'economia, recessione, bilancio saltato ecc.ecc., se per voi non è un problema non so che aggiungere.
Non esistono pasti gratis.
Vabè.
Io più chiaro di come l'ho messa non so fare.
A posto così.
Molto semplicemente, il pubblico garantisce tariffe basse ed accessibili a tutti ("politiche") su beni di pubblica necessità, e ripiana facendo pagare più tasse ai più ricchi. Dovrebbe essere così, in un'ottica di redistribuzione di (parte) del reddito.
@Felix
Esatto, il che vuol dire Panfilo, tanto per ribadire...eh il grande statista....di sta cippa..
Parola di superficiale, upgrade di bq...:-)))
Italo
Spike&Jeff, non mi interessa dare lezioni a nessuno anche perchè non me lo posso permettere. Però il concetto mi pareva chiaro, finchè non l'avete buttata in fumo con le assunzioni gonfiate, le tasse (appunto, prima pagavi il servizio in parte in bollette e in parte con le tasse, adesso paghi la bolletta doppia ma le tasse son rimaste identiche....oh, ci arrivo pure io!), i costi scaricati, etc...
La questione è semplice, pensavo avessero già detto tutto Nick e Cydella ma evidentemente ci devo riprovare (guai a fare una battuta qua dentro).
Col servizio pubblico un servizio da 5 costa 5. Dove servizio da 5 non significa esattamente servizio da 5, ovvio, ma significa servizio che costa 3 più tutte le spese accessorie (stipendi dei dipendenti, materiali, costi, tasse, etc...) con cui arriva a costare 5.
Col servizio privato lo stesso servizio da 5 lo paghi 10, perchè devi aggiungere i dividendi che gli azionisti pretendono (se no col cazzo che privatizzavano...), le prebende all'amministratore delegato, i dividendi degli azionisti, i premi produzione ai quadri, i dividendi degli azionisti, le tangenti per avere l'appalto, etc... (dividendi degli azionisti l'ho detto?!...)
Questo a parità di servizio al cittadino, attenzione. Poi ci sono gli aumenti di costo in base al miglioramento del servizio, che di solito corrisponde alla bolletta inviata via mail in pdf invece che cartacea o un dildo cromato con cui sodomizzarti meglio. Allora il servizio da 6 costa 12 e così via...
L'ho spiegata in maniera barbara e con numeri a caso (sapete che non sono il mio forte), ma il concetto è questo.
Provata sulla pelle di mia madre, quando hanno privatizzato gli acquedotti dove ha la sua casa di campagna. Prima c'era un consorzio composto da comuni, comitati cittadini, etc...tra i sovrintendenti pure le aziende tessili della zona. Mai un bilancio in perdita, gestione illuminata (la cui forza era appunto l'incrocio di interessi tra i componenti il consorzio), solo un anno a causa dell'alluvione il bilancio andò in rosso per i danni, le aziende tessili garantirono il prestito (che venne loro totalmente restituito) per far fronte alle spese. Poi grazie ai cinesi le aziende hanno chiuso ed è sopravvenuta la decadenza berlusconiana del paese, nessuno era più invogliato ad occuparsi del problema anche perchè non c'era più nessuno a sollecitarlo e quindi hanno avuto la pensata di privatizzare il consorzio (assolutamente florido, sia a livello di bilancio che a livello di strutture).
Al primo anno bollette raddoppiate per l'aumento del 100% del costo dell'acqua. A quel punto la gente del posto abituata a risparmiare sull'acqua (è una zona un po' critica, per l'acqua potabile, d'estate capita spesso di dover razionare l'acqua o addirittura farne a meno per alcuni giorni, quindi la gente è particolarmente sgamata...) ha ridotto sensibilmente i consumi. Gli azionisti se ne sono accorti e han detto "okkazzo, sti qua non consumano, sono calati i dividendi!...", quindi han pensato bene di aumentare ancora il costo dell'acqua per recuperare i dividendi mancanti.
Sotto una certa soglia di consumi è impossibile andare (a meno di non rinunciare a bere e decidere di lavarsi con acqua piovana raccolta sui tetti...) quindi i cittadini non han potuto ridurre ulteriormente i consumi, così oggi pagano esattamente il doppio del doppio rispetto a prima della privatizzazione. A mia madre che va lì poche settimane l'anno fa la differenza, ma ai cittadini vi assicuro che sì.
Ah, dimenticavo: il servizio è rimasto identico (ci lavorano praticamente le stesse persone...) sia a livello di quantità che di qualità. L'unica differenza è che adesso quando chiami per un problema invece di un omaccione che ti risponde in dialetto e che arriva da te in un paio d'ore c'è una suadente voce femminile da 144 che prende nota e ti rimanda alla settimana successiva.
E adesso via alle supercazzole "eh, ma devi tener conto dell'indotto, l'accisa, lo spread, lo shnip, il ciaps money, il rendering consulting, etc..."
Scappo a preparare la salsa per condire il bambino, che stasera si griglia.....
Dane
questo è un problema di tariffe quindi di regolamentazione e controllo che col problema della proprietà non c'entra nulla, ma c'entra col problema che l'Italia funziona male.
Andiamo con ordine.
Si privatizza la gestione dell'acquedotto non la proprità. Chiunque sia a gestirlo, deve coprire il costo del lavoro e il costo del capitale preso in prestito per operare. Con tariffe regolamentate e che coprano questi costi (l'alternativa si chiama URSS) un privato tende a ridurre i costi per ottenere un profitto, il dividendo di cui parli, il pubblico anche se non creasse deficit scambia il dividendo con costi più alti. Tutto ciò dal punto di vista dell'utente finale è neutro perchè paga la stessa somma.
Adesso il problema è regolamentazione delle tariffe.....Spike, l'avevo detto che sareste passati alle supercazzole.
Potrei risponderti punto per punto (se il privato per creare profitto diminuisce i costi cala la qualità del servizio, etc...) ma è inutile perchè abbiamo già detto tutto.
Ma come fai a dire che per l'utente il costo è identico?! Non ci sarà mai costo identico, perchè prendendo ad esempio la metafora del bilancio a 0, un azienda pubblica a bilancio 0 ha ragione di esistere, un azienda privata no.
Quindi se sono un privato e voglio creare profitti portando il bilancio da 0 a 3 o alzo i prezzi (e il cliente ci perde), oppure (se sono obbligato per legge a mantenere un certo prezzo) per creare profitto devo ridurre i costi e quindi la qualità del servizio (e il cliente ci perde uguale).
A meno che tu per ridurre i costi non intenda il licenziamento degli esuberi e una gestione illuminata che elimini gli sprechi. Ma prima di tutto sprechi&esuberi non è il caso dell'esempio che ho citato, secondo si parlava a livello teorico quindi è ovvio che io immaginavo un azienda pubblica gestita in maniera pulita, terzo perchè gli azionisti privati non si accontentano per loro natura (col cazzo che stanno con un bilancio sul filo dello 0, i guadagni devono essere alti se no basta poco per finire sotto...) quindi saremmo punto da capo.
Immaginando teoricamente una gestione pubblica e una privata a parità di costi e servizi offerti tali da portare sempre il bilancio a 0, l'azienda privata deve alzare il prezzo per creare il guadagno. Se tu regolamenti i prezzi per legge e non gli consenti di aumentare il prezzo rispetto alla gestione pubblica inchiodandolo al bilancio 0 il privato ti saluta e ti dice "tieniti il tuo cazzo di acquedotto, che io vado a fare l'idraulico per riparare i lavandini delle vecchiette".
Se invece regolamenti i prezzi ad un punto tale per cui possano crearsi un minimo di profitto la bolleta al consumatore sarà per forza (per quanto di poco) più alta.
La regolamentazione dei prezzi può evitare che l'acqua privata ti costi il doppio del doppio, ma non ti può consentire di pagarla uguale.
Chiaro che faccio l'esempio di gestioni ideali, se si parla dell'acquedotto di Palermo i buchi del pubblico e i relativi costi sono tragici (ma allora qualcuno potrebbe risponderti che i capitalisti sono ovunque squali, etc...), ma ti è stato già detto che anche all'estero le privatizzazioni non han funzionato granchè (fatico a ricordare un esempio positivo...).
Faccio mie le parole di Nick: "Io più chiaro di come l'ho messa non so fare."
Piantiamola di giocare sempre a fare i Gordon Gekko con le analisi finanziarie e le supercazzole da capitano d'industria......se l'Era Moderna ha un difetto è proprio quello che il progresso invece di semplificarci la vita l'ha complicata, è ora di fermarci e rifletterci.....non è solo per passione sportiva che giro su bici a scatto fisso...
Anche perché se magari io pubblico possiedo sia rete stradale, che rete elettrica, che rete del gas, che rete dell'acqua, che rete telefonica,... posso sfruttare delle sinergie che non ci sarebbero se queste reti fossero di gente diversa.
Esempio stupido: magari quando spacco la strada per mettere dei tombini, controllo anche i tubi del gas e rompo le strade e riasfalto una volta sola.
Eh, tra l'altro...
"magari quando spacco la strada per mettere dei tombini, controllo anche i tubi del gas e rompo le strade e riasfalto una volta sola".
si torna sempre al "dipende da".
magari fa comodo poter pagare 2 o 3 volte quelli che rompono la strada e poi 2 o 3 volte quelli che la ricostruiscono.
magari impiegando un po' di carabinieri a dirigere (creare) il traffico.
@gas: non si torna al "dipende da".
Il pubblico può decidere di pagare 2-3 volte, ma gli 86 privati che possiedono le 54 reti non possono decidere di pagare una volta sola.
A Crema hanno rifatto le strade e dopo un anno si è rispaccato tutto per mettere il teleriscaldamento. Avesse deciso un ente unico, avrebbero potuto fare i cretini. Con 2 società a decidere, sicuramente la strada l'hanno rifatta 2 volte.
E' un po' come: con i campioni puoi non vincere, ma senza campioni sei sicuro di non vincere.
io credo che tutti (come dice Dane) conosciamo qualcuno a cui l'acqua ora arriva da un gestore privato
giusto oggi ho visto la bolletta di un amico che è raddoppiata col cambio di gestione
ora, il servizio non è migliorato di qualità, lui usa la stessa quantità di acqua di prima e il prezzo è raddoppiato? e dobbiamo stare ancora qui a discuterne?
certe volte davvero ci perdiamo in un bicchiere di H2O ;)
in realtà l'acqua è un ottimo esempio: la legge fissa un profitto massimo per chi vi opera, che è il 7% del capitale investito (quindi non è vero che gli azionisti possono pretendere "sempre di più".
Tale remunerazione è indispensabile per attirare i privati in un settore che in Italia ha bisogno di miliardi di investimenti in reti (che oggi sono dei colabrodo), nei depuratori, e così via. E il pubblico, molto semplicemente, questi soldi da investire non li ha.
Le alternative sono due: o questi investimenti li paga chi beneficia del servizio, con tariffe più alte, oppure li paga indistintamente la collettività attraverso la fiscalità generale. La terza opzione, quella applicata ovviamente in Italia, è di non fare investimenti e di mantenere demagogicamente le tariffe basse, solo che tra poco partono le sanzioni dell'UE e lì sono dolori...
"in realtà l'acqua è un ottimo esempio: la legge fissa un profitto massimo per chi vi opera, che è il 7% del capitale investito (quindi non è vero che gli azionisti possono pretendere "sempre di più"."
Il problema non è il profitto massimo ma il profitto minimo sotto il quale il privato non può/vuole/deve scendere e il pubblico invece sì...
"Tale remunerazione è indispensabile per attirare i privati in un settore che in Italia ha bisogno di miliardi di investimenti in reti (che oggi sono dei colabrodo), nei depuratori, e così via. E il pubblico, molto semplicemente, questi soldi da investire non li ha."
Ah, quindi siamo all'usura?!.....e potevate spiegarmelo prima, l'ho detto che la mettete giù sempre difficile...
"Le alternative sono due: o questi investimenti li paga chi beneficia del servizio, con tariffe più alte, oppure li paga indistintamente la collettività attraverso la fiscalità generale. La terza opzione, quella applicata ovviamente in Italia, è di non fare investimenti e di mantenere demagogicamente le tariffe basse"
Mantenere demagogicamente le tariffe basse?! No, a sto punto è evidente che non riesco a farmi capire.....eh sì che qualcuno aveva chiarito "se per avere un servizio pubblico funzionante che chiude in pareggio devo alzare le tasse non vedo il problema".....
"e dobbiamo stare ancora qui a discuterne?
certe volte davvero ci perdiamo in un bicchiere di H2O ;)"
Ma veramente!...e ti dicono "Tariffe dell'acqua basse, acquedotto perfettamente funzionante e bilancio in pareggio, insieme non ci stanno."
Con una gestione pubblica. Figurati con una gestione privata...
p.s.: perchè il problema è che non esistono tariffe basse in assoluto, così come non esistono tariffe alte. E' tutto relativo al servizio offerto. Per me tariffa bassa significa che teoricamente ho un servizio da 6 e pago 6 (bolletta e tasse comprese), bilancio dell'azienda a 0 e tutti contenti.
Questo col pubblico è possibile, col privato no perchè a parità di servizio da 6 offerto il privato pretende un bilancio almeno a +1 (almeno, eh?!...poi in realtà punta ad un bilancio dal +3 in su...), quindi il costo di un servizio da 6 sarà sempre di almeno 7...
l'usura starebbe nel fatto che un imprenditore si prende carico di un importante rischio aziendale, svolge attività che il pubblico non può/vuole/riesce a fare, ottiene un legittimo ritorno sul capitale investito (capitale investito vuole dire che anzittutto tira fuori i soldi lui, prima di rivederli indietro) e questa sarebbe usura. Certo, l'alternativa è il modello sovietico...
Per la miseria! Che sia l'effetto Pisapia?
Dane
quale gordon gekko qui siamo all'abc.
Il pubblico una volta raggiunto il pareggio non ha alcun incentivo a cercarsi il fornitore che ti fa risparmiare, e se lo trovasse il risparmio se lo gioca per piazzare un altro dipendente nella ditta magari a giocare tutto il giorno al solitario. il privato quel risparmio se lo mette in tasca e rende più efficiente l'azienda.
La qualità e i prezzi sono controllati dallo Stato e non è possibile derogare. Questo è il funzionamento corretto che accade in un paese civile. Ancora una volta il problema è il controllo non la forma di prorietà. Senza controllo il privato esplode le tariffe e non fa manutenzione, il pubblico riempie l'azienda di gente a non far nulla non fa manutenzione (oggi il 40% dell'H2O si perde per strada) e manda in vacca il bilancio.
Quello che state dicendo equivale a dire che poichè ho un mal di testa, allora mi prendo un maalox.
Axel:
le tariffe salgono per due motivi:
Il primo,lecito, è che per una legge del 94 adesso sta venendo meno il contributo della fiscalità pubblica alla tariffazione dell'acqua. Senza di esso i prezzi salgono e saliranno, a regime, tra il 20 e il 40.
Il secondo è quanto inutilmente sto ripetendo da ieri, non c'è contollo efficace tanto che ci sono persino sentenze del TAR disattese.
Dane, ma ancora qui a discuterne sei?
Ma cosa devono dire più di questo? "Guarda, non me ne frega un cazzo di quello che stai dicendo, non voglio capire"?
Occhio, che al prossimo giro diventi quello che si lamenta delle bollette troppo alte...
Comunista!
PS: dopodichè se vogliamo possiamo anche dire che -al di là delle migliorie tecnologiche che rendono difficilmente confrontabili due ere diverse- una telefonata "privata" è costata da subito molto meno di una telefonata "statale".
e io che mi meravilgio perchè uno come tremonti sia così popolare...
Il "dagli alle privatizzazioni" è uno sport sempre diffuso a destra e a sinistra, non senza ragione (vedi i casi grotteschi di autostrade-benetton o telecom-guidorossi-colaninno-tronchetti). In realtà credo che l'obiettivo concreto delle grandi privatizzazioni degli anni 90 fosse soprattutto sgravare il bilancio statale di alcuni megacarrozzoni pubblici e, soprattutto, raccogliere cash per ripagare il debito pubblico. Ad un livello più ideologico c'era l'idea che la gestione privata sarebbe stata più efficiente (come gestione manageriale e soprattutto come gestione pratica, liberandosi del dazio da pagare alla politica in termini di lottizzazioni, clientele ecc...) e questo avrebbe portato a minori costi per la collettività e per gli utenti. Infine ad un livello più triviale, c'erano un po' di amici da foraggiare con pezzi di imprese pubbliche potenzialmente redditizie.
@Lorenzo: in pratica mi stai dicendo che la privatizzazione serve per avere i capitali d'investimento che il pubblico non ha. Quindi è come dico io, non hai assolutamente dimostrato che la privatizzazione funziona meglio della gestione pubblica, è che il pubblico non ha i soldi e quindi è costretto a rivolgersi al privato per farsi strozzare...
@Spike: "Il pubblico una volta raggiunto il pareggio non ha alcun incentivo a cercarsi il fornitore che ti fa risparmiare, e se lo trovasse il risparmio se lo gioca per piazzare un altro dipendente nella ditta magari a giocare tutto il giorno al solitario"
Ma chi te l'ha detto?! Nel caso di mia madre che ho citato è sempre stato esattamente il contrario: il fatto che ci fosse un consorzio composto da comuni, cittadini, aziende tessili (presso cui lavorava il 70% dei cittadini...) ha sempre fatto sì che l'acqua fosse un bene comune con interessi comuni. Il che ha sempre evitato sprechi e magheggi...
"La qualità e i prezzi sono controllati dallo Stato e non è possibile derogare. Questo è il funzionamento corretto che accade in un paese civile. "
Spike, continui a supercazzolare, non è che puoi saltare dalla teoria all'esempio pratico quando ti fa comodo.....se parlo di teoria mi fai l'esempio pratica delle assunzioni italiane gonfiate, se faccio l'esempio pratico mi parli di teoria rifacendoti alla regolamentazioni dei prezzi che ci dovrebbe essere.....l'ho già detto che hai stravinto?!...
A me pare tutto facilissimo, e difatti così è sempre stato nell'esempio pratico che ho portato (e che nel paese in cui ci troviamo ha sempre rappresentato un'oasi paradisiaca...): avere una mela a casa mi costa 1 dollaro. Compreso tutto: concimi, stipendio del contadino, trattore e relativo gasolio per raccogliere e trasportare a mela fino a casa mia, stipendio del trasportatore, etichetta col prezzo, cassette di legno, etc...
1 dollaro a mela, mi arriva a casa, io pago 1 dollaro, il bilancio segna -1 +1 = bilancio 0 e siamo a posto così.
Il privato per aver ragione di esistere deve farmi pagare quella mela almeno 2 dollari. Almeno.
"Eh, ma il privato riduce i costi..." Ma che cazzo riduce?! Risparmia il gasolio spedendomi la mela via mail?!...
@Nick: sì, la telefonata costa meno, ma a volte solo apparentemente. Una volta ti rispondevano loro, adesso c'è il call-center, che è terzializzato per non avere beghe, quindi costa di più e te lo fan pagare gonfiando la bolletta senza che tu te ne accorga. I numeri verde sono un'inculata...
p.s.: dopo il capitolo sugli esami di avvocatura, un giorno racconterò il funzionamento dei call-center.....
@MB: quindi si sono regalati agli amici macchine mangiasoldi per licenziare esuberi che non si aveva il coraggio di licenziare?!...ho capito bene?!... :-D
@Clinter: ho appena messo il bambino sul fuoco con vino e habaneros (una ricetta di Avellaneda), se tu e Nick volete favorire servo in tavola all'1 e 30 esatta.....
Dane
Tariffa imposta 1. Pubblico compro una mela a 1 e vado pari.
Privato cerco un venditore che mi dia la stessa mela a 0.5 e incasso 0.5.
Variante.
Pubblico vado dal venditore a 0.5 e con l'altro 0.5 assumo un elettore.
Tutto ciò non impatta in nulla su quanto pago nella bolletta.
Ho già spiegato perchè le tariffe salgono, e non è un problema di proprietà.
A casa mia nel momento in cui la mela è un bene pubblico c'è più interesse a trovare mele a 0,5 rispetto al privato (e qui torniamo al consorzio di mia madre...), mentre fino a prova contraria se il privato trova la mela a 0,5 tiene invariato il prezzo al consumatore così guadagna di più (che è quello che succede con la benzina, che aumenta quando aumenta il petrolio ma non diminuisce quando diminuisce il petrolio...).
Ma siccome la roba costa quello che costa, quando si trova una mela a 0,5 è altissima la probabilità che sia di qualità inferiore rispetto alla mela che costa 1. Più di tanto sotto certi costi non si può andare, ma qui si parla di diminuizione dei costi come se il privato avesse la bacchetta magica.
Ve li meritate i cinesi, ve li meritate.....
@Dane e Spike
Cerco di trovare un punto di incontro.
Teoria di scuola: il pubblico non ha interesse a creare margine, operando in regime di monopolio. Impone una tariffa per fornire un servizio minimo a prezzo politico alla collettività intera, senza obiettivi nè di redditività nè di efficienza (se non un'efficienza 'sociale').
Per potersi permettere questa impostazione scarica creando debito e con l'imposizione fiscale.
Il privato opera in regime concorrenziale, ed ha esigenza di creare margine. Per farlo o alza i ricavi aumentando le tariffe (ma viene aggredito dalla concorrenza) o abbassa i costi. In tal modo abbasserà le tariffe, a vantaggio dell'utenza finale e creando un margine a proprio vantaggio.
Pratica (italica): come detto da qualcuno, se non cambiano le teste pubblico o privato diventa differente.
Il primo terrà tariffe alte senza migliorare il servizio perchè deve agire e mantenersi come poltronificio per parenti e amici, il secondo terrà tariffe alte grazie all'assenza di concorrenza, creazione di trust, sete di guadagno dovuta alla mancanza di controllo.
Conclusioni: la gestione pubblica fallisce (l'esempio di Dane è la classica mosca albina), quella privata anche.
Perdonate il mio post semplificato da bar. In realtà solo per accodarmi a chi ha detto che più e prima che cambiare sistema economico occorre cambiare le teste. Mission impossible?
Ricordando che la leva fiscale è difficilissima da manovrare: populisticamente siamo tutti d'accordo ad alzare la tassazione delle rendite finanziarie ad un livello paragonabile a quello delle trattenute per contributi in buste paga, ma se dal 12,5% la portiamo al 25%-27%-30% i capitali (e quello che conta sono quelli esteri, mica i risparmi della nonna) se ne vanno nell'Irlanda di turno, l'emissione di titoli di debito si ferma e lo Stato deve scaricare le proprie inefficienze ulteriormente sulla pressione fiscale interna.
D'altra parte, la distinzione fra pubblico e privato nelle grandi imprese italiane (industriali e finnziarie) è molto sfumata, molto più che nelle altre nazioni 'a libero mercato'. Fatta la tara alla necessità di sostentamento a un settore strategico, la Fiat è mai stata un'azienda privata?
lotharingio
concordo perfettamente, anche perchè quello che hai scritto, l'avevo scritto molti commenti sopra, riferimento alle teste comprese.
Se poi mi si accusa di supercazzole, con argomentazioni, riferimento cina compreso, alla tributarista valtellinese, semplicemente spiego perchè le cose non stanno così (again,tutti i capitali devono esser remunerati siano essi pubblici o privati abc dell'economia, l'acqua è un bene pubblico e nessuno si sogna di privatizzarla, la gestione di un acquedotto non è un bene pubblico ma un monopolio naturale, chiunque lo faccia deve esser strettamente regolamentato e controllato ed è questa mancanza che causa le tariffe che schizzano caso da manuale di monopolio naturale)
Detto ciò abbandono la tenzone, anche se l'accenno ai prezzi della benzina mi fa venire la fregola alle dita...
@Lothar: nel momento in cui parli di monopolio e poltronificio allora anch'io posso ribattere "eh, ma perchè bisogna cambiare le teste" (per quale motivo il pubblico non dovrebbe avere obiettivi nè di redditività nè di efficienza lo sapete solo voi...io sostengo esattamente il contrario, e perchè l'ho toccato con mano...). Non ho capito perchè il "cambiare le teste" vale per demolire la mia tesi e non quell'opposta.
Io ho parlato di "bene pubblico", ma anche e soprattutto di "interessi comuni" (che è un concetto un po' diverso da SIP, Alitalia e Ferrovie dello Stato. un conto è un consorzio pubblico locale, un conto il carrozzone statale): quello ha generato il successo di quella che tu definisci mosca albina.
Che sarà anche una mosca albina, ma intanto noto che nel privato mosche albine non ce n'è...
@Spike: come fai a dire che concordi perfettamente con uno che ha dato torto a tutti e due lo sai solo tu. A sto punto sono io che mi arrendo, terrorizzato dall'eventualità dell'ennesima supercazzola sulla benzina...
p.s.: "ah, signora mia! Le accise!..."
dane
non occorre ripetere s'era capito il concetto ;)
Ps: no, non sono le accise che spiegano il fenomeno delle differenti velocità di variazione.
@Dane
e infatti ho detto che prima di tutto bisogna cambiare le teste, sia pubbliche che private (rileggi il post).
Il pubblico non persegue obiettivi di redditività ma di massimizzazione del benessere della collettività: il pubblico porta le tubature dell'acqua in casa di tutti, anche da me che abito isolato in un raggio di 10 km, dietro pagamento di una tariffa uguale per tutti, scaricando l'inefficienza dettata dalla mia situazione sul resto della collettività.
Per il privato ciò non è possibile (su chi scarica? non può alzare le tariffe agli altri utenti altrimenti questi se ne vanno dalla concorrenza), portare l'acqua a casa mia costerebbe troppo e sarebbe troppo inefficiente, a meno ovviamente di non applicarmi una tariffa sensibilmente più alta rispetto al resto dell'utenza.
Più in generale, possiamo anche pensare di fare diventare le aziende pubbliche aziende a scopo di lucro (perchè è la ricerca del lucro il motore per il miglioramento).
Sapendo che il benessere per tutti non esiste, e che l'ingordigia 'privata' deve essere controllata prima di tutto dal consumatore/utente finale (semplicemente con l'opportunità di cambiare fornitore) e nel contempo anche dalle autorità di governo e sorveglianza, con poteri sanzionatori efficaci.
Ma siamo in un paese in cui la concorrenza viene declinata ponendo difficoltà nel cambiare la linea telefonica fissa di casa che nemmeno nello sminamento del Vietnam, e applicando da parte dei fornitori di telefonia mobile tariffe assolutamente identiche nonostante qualche multarella dell'Antitrust...
@Lothar: il problema è che continuate a passare dal discorso teorico (il pubblico persegue il bene pubblico, il privato persegue il bene privato) a quello pratico ("bisogna cambiare le teste!"), non si riesce a filare un discorso.....fa niente guarda, di fronte al fatto di abitare a 10 km bollato come "inefficienza" mi arrendo... :-P
@Spike: eh, ma finchè dico che la capitale di Francia è Parigi e mi si risponde "no, ma Marsiglia è più a sud" mi viene il dubbio che quando stia dicendo non s'è capito per nulla..... :-/
p.s.: "differenti velocità di variazione" è un affascinantissimo eufemismo.....me lo segno per riutilizzarlo da qualche parte.... ;-)
@Dane
eh ma purtroppo per il privato è così, diventa efficiente solo diversificando le tariffe e applicandone una che gli permetta un margine, quindi sensibilmente più alta rispetto a quella per gli altri utenti.
Ricapitolando: con il pubblico ci guadagno io (pago una tariffa minore) e ci perdono gli altri utenti (pagano una tariffa maggiore), mentre con il privato viceversa.
Con il pubblico i maggiori costi dovuti alla mia situazione sono ripartiti sulla collettività, con il privato me li accollo io.
Lothar, non ho mai conosciuto nessuno che abitasse così lontano dai centri abitati da condizionare una situazione come il caso che prospetti (poi magari all'aperitivo di domani conosco il giapponese dell'isola del Pacifico e lo Yeti...), dopodichè ho già dichiarato di arrendermi, cosa volete di più il sangue?!....
Ecco un'altra miglioria del privato: io abito a Crema e mia nonna a Trigolo, paesino di 1500 abitanti, a 13 km da Crema in direzione Cremona.
Nell'anno del Signore 2011, in una delle regioni più ricche ed evolute del globo, a Trigolo non arriva l'ADSL, sebbene in altri paesini a 5 km in direzione Crema questa arrivi.
Perché non arriva l'ADSL a Trigolo?
Perché nessun privato (mica Telefonia Geppetto o Abdullah call center... Telecom, Vodafone, Fastweb,...) vuole spendere € 8.000 (ottomila!!!) per portarcela e la risposta dei privati è stata "se la paga il comune ok, sennò niente". Quindi il comune doveva pure cablare per poi permettere ai privati di farsi pagare le bollette ADSL!
Comunque adesso in 1-2 anni tutta Italia sarà cablata, così portiamo l'ADSL in tutta Italia a spese nostre per permettere ai "privati efficienti" di guadagnare.
Giudicate voi.
Privatizzazioni all'italiana: sistema capitalistico ed economia di mercato nei profitti (privati), sistema protezionistico e comunista per le perdite (pubbliche). Quando qualcuno sostiene che i comunisti ed il comunismo in Italia esistono ancora, ha perfettamente ragione.
comunista!
:)
Cydella, "eh, ma il pubblico avrebbe portato l'ADSL a casa di tua nonna a spese nostre!..." :-D
Silvano, a sto punto è anche una leggenda il fatto che nelle forze dell'ordine siano tutti di destra... :-P
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