di Marco Lombardo
Il nuovo calcioscommesse è materia ovviamente da bar sport, purtroppo non solo nei bar sport. Inutile dire che in questi giorni molta gente (magistrati compresi) farebbe meglio a stare zitta, anche perché a sentire gli spifferi dei palazzi di giustizia la cosa si fa spessa e quindi meritevole di conferenze stampa solo con elementi concreti da esporre.
Un collega, ad esempio, giura che il poliziotto sempre al seguito di uno dei protagonisti della vicenda gli ha confidato che una nota squadra del centrosud finirà in serie B. E non è il Napoli, per intenderci. Ma su queste basi, cioé della confidenza dell'amico del cugino, un magistrato serio può condannare qualcuno?Però, per evitare di andare dietro alle fughe di notizie, per una volta vorremmo concentrarci non su quello che è successo, ma su quello che si può fare per evitare che accada ancora. Detto che bandire gli stupidi e i criminali dall’umanità è esercizio inutile, bisogna togliere loro qualsiasi alibi per evitare che possano dire “non potevamo fare altro”. In questo senso il calcio italiano si è chiuso nel suo fortino, minacciando punizioni esemplari senza far presagire soluzioni. Tutto questo giro di parole per dire che l’assunto “per forza: non pagano gli stipendi…” può sembrare banale e retorico, ma forse non è così lontano dalla verità. Lasciamo stare Paoloni, stupido o criminale che sia. Ma prendiamo invece in esame le parole dell’imbestialito Mario Macalli, l’uomo che un giorno ha preso la serie C e l’ha chiamata Lega Pro senza che – oltre alla nuovissima e costosa sede – il resto del mondo abbia capito la differenza.
Macalli ha sbraitato: “Dire che chi delinque è perché non ha lo stipendio pagato è un’assurdità: è come dire che chi vive con mille euro al mese ha ragione ad andare a rubare. Paoloni ha sempre avuto tutto pagato al penultimo giorno del mese dalla Cremonese. Qui c’è gente che guadagna anche 20mila euro, il vero disgraziato sono io. E la Lega Pro è in massima parte pulita con imprenditori seri. E quelli che hanno preso punti di penalità sono seri pure loro: hanno solo pagato delle difficoltà. Non c’è da vergognarsi se si diventa poveri”.
Giusto, per carità. Poi però fa pensare un articolo dal titolo “Lega Pro a rischio fallimento” scritto dal Sole24Ore, dunque non dai quei beceri di Indiscreto, che più o meno recita così: in serie A il costo del lavoro per tesserato rappresenta il 64% dei ricavi, in serie B l'84%, quasi quanto in Lega Pro (85%); lo stipendio medio annuale della A è di 1,624 milioni; quello della serie B di 0,347 milioni, quello della Lega Pro è circa la Serie B meno il 30 per cento. Lordo. E però: il costo del lavoro della Lega Pro nel 2010 è diminuito quasi del 10% rispetto al 2007 (103 milioni contro i 114 del 2007-2008), grazie all’incentivo nell’utilizzare i giovani e nell’ultimo campionato sono stati 143 i punti di penalizzazione inflitti a causa dei ritardi nei pagamenti. In pratica: sono usciti (virtualmente) meno soldi ma non è bastato a nulla, anzi.
Insomma, per farla (non) breve: aldilà di tante chiacchiere il calcio – e non solo quello di Lega Pro – oltre alle punizioni esemplari avrebbe bisogno di una bella ristrutturazione. Per dire: meno squadre per tutti, playoff anche in A per evitare tentazioni nelle ultime giornate, una legge che obblighi a pagare gli stipendi sempre e subito. Perché adesso sono concessi 90 giorni di franchigia (il Bari, serie A, qualche settimana fa ha fatto trionfalmente sapere di aver pagato gli stipendi di gennaio, febbraio e marzo…), mentre di solito le aziende normali al 27 sono già lì con i bonifici. Provate voi a non ricevere regolarmente lo stipendio da mesi e trovare un giorno uno che ve li offre in nero: che fareste? Questo insomma per cominciare, si accettano idee anche non così banali.
Perché alla fine, nel calcio dei galantuomini, c’è pure chi onestamente sostiene: "La prima cosa da regolarizzare sarebbe quella degli stipendi perchè, quando gli atleti non vengono pagati sono più a rischio corruzione degli altri. Se dicessi, però, che non c´erano avvisaglie di un caso del genere mentirei". Non lo diciamo noi, ma il banalissimo (secondo Macalli) Giuseppe Magalini, direttore sportivo della Cremonese. La squadra di Paoloni.
marcopietro.lombardo@ilgiornale.it
23 commenti:
marco, ho poca memoria: iniziative (serie) del sindacato calciatori su questo argomento...?
Molto condivisibile.
La FIGC è correa per la folle idea di pensare di poter mantenere 132 squadre professionistiche. Potessi farlo dimezzerei col machete il totale delle squadre professionistiche. 18 in A, 20 in B, 20 in terza serie campionato unico e stop. E poi si vede.
Poli d'accordo con te sulla riduzione. Io andrei anche oltre: dovremmo proprio ripensare alla funzione che dovrebbero avere campionati come la b e la c. Io li vedrei più come campionati-bacino per la serie A e per le nazionali (under varie ed in prospettiva, passando per la serie A, quella maggiore), con limiti d'eta, di nazionalità (?), di spesa e di stipendi e con regole ancora più ferree che per la serie A nei pagamenti a giocatori, fisco etc...
se metti regole ferree a momenti fai fatica ad arrivare alla serie A a 14 squadre..
Ma è proprio necessario tirare in ballo il problema del dissesto finanziario delle serie minori (oddio, anche la A non scherza, vedi Bologna...), che pure è un problema serio, per spiegare lo scandalo scommesse?
Se in Italia un anno sì e uno no vengono fuori indagini su calciatori che scommettono o calciatori che si vendono le partite, mi preoccuperei del deficit di sportività e di onestà nel calcio prima che del deficit di bilancio delle società.
MB: secondo me, il senso dell'articolo è che le cose a cui ti riferisci sono sacrosante, ma più difficili da modificare.
In teoria, rispettare e far rispettare le regole dovrebbero essere cose sulle quali è più facile intervenire.
Hate Elkann: 14 non so, ma una serie A con 16 squadre, play off e play out avrebbe tutto da guadagnare.
pure Bobo Vieri infatti non ha avuto gli stipendi pagati nella sua carriera, povero...
MB, se non ti pagano lo stipendio, sei ovviamente più debole di fronte a certe "tentazioni", chiamiamole così. Ma è un problema solo collaterale rispetto al calcio scommesse. E, dall'altra prospettiva, il dissesto economico del nostro calcio è molto più grave della querelle scommesse. Mal comune mezzo gaudio, in Spagna stanno peggio di noi, anche se non lo danno a vedere.
Gas, completamente d'accordo. Resta il fatto che ancora oggi ci sono almeno due squadre "storiche" e quotate (in tutti i sensi) che stanno lì perché quelli del salotto buono strizzano l'occhio.
Lo Stern di serie C (quindi Sterc?) è soprannominato a Crema "Mister Sambuca"... poi non so se sia vero.
Comunque cosa è cambiato oltre al nome? Seriamente.
ottimo poli, sei stato più drastico di quanto avevo proposto e a ragione.
aggiungo soldi tv in funzione classifica e radiazione di chi è beccato a scommettere\doparsi,
@Hate, gas: discutere dei macroproblemi economici e discettare di megariforme istituzionali è un modo in cui il calcio (inteso come sistema, dai presidenti ai tifosi ai commentatori) si autoassolve e cerca di giustificare le proprie magagne.
Se ripensate ai tempi di calciopoli, passata la prima ondata di intercettazioni c'era stato un gran parlare di come i soldi avessero corrotto il calcio rendendolo marcio. Ricordo perfettamente più di un tifoso juventino raccontarmi la storia che la corruzione della sua squadra sarebbe iniziata quando era stata trasformata in una spa e "il dio denaro" avrebbe iniziato a minarne le fondamenta (si truccavano i campionati per rendere conto agli azionisti, gli arbitri entravano nella cricca per fare carriera siccome erano pagati troppo poco, Moggi monopolizzava il mercato per mantenere la competitività...). Ripensateci un po'e tutte quelle storie e quei grandi progetti di risanare il calcio partendo dalle fondamenta economiche e materiali vi torneranno in mente. Così come l'oblio in cui sono finite il giorno dopo le sentenze definitive e l'inizio del nuovo campionato.
Allora come oggi secondo me questi discorsi sono fumo negli occhi, anche peggio delle task force di Maroni.
Niente da dire.
Pagare (e controllare che vengano pagati quindi) gli stipendi è banale ma è la prima cosa da fare per contrastare questo fenomento
Perchè poi il Paoloni di turno (puntualmente e profumatamente pagato da 3 anni almeno) farebbe molta più fatica a trovare i complici per aggiustare le partite.
P.s. Credo che Magalini si riferisse semplicemente al caso specifico di Paoloni : si sapeva da almeno 2 anni quanto fosse a rischio vista la sua abitudine a scommettere su qualunque cosa
"Un collega, ad esempio, giura che il poliziotto sempre al seguito di uno dei protagonisti della vicenda gli ha confidato..."
Se volete farvi 2 risate (perchè ridere è meglio che piangere) vi do l'indirizzo di una gelateria che è a nemmeno 100 metri dal tribunale.
Se avete un buon udito in una giornata sentireste parlare di più della metà della Serie A retrocessa
Cosa non si fa per un caffè pagato...
Le uniche confidenze di cui fidarvi sarebbero, nel caso, le mie. Ma io non ho nulla da dire
;-)))))))))))))
Ho sentito Magalini in radio e si riferiva all'intera Lega Pro , non solo al caso Paoloni.
La domanda che gli era stata posta era se lui avesse mai avuto sentore prima del caso Paoloni che ci fosse qualcosa di poco chiaro.
Mi torna in mente a proposito, il famoso fuori onda di Cosmi di qualche anno fa
Fonte: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/hrubrica.asp?ID_blog=41
Questo avrei voluto scriverlo io:
"Diciamo la verità: lo scandalo del calcio non sta scandalizzando nessuno. Era appena scoppiato e già mi chiamava un amico, splendida persona e paladino dei valori dell’azionismo piemontese. Per deprecare l’accaduto? No, per sapere se le disgrazie dell’Atalanta avrebbero permesso al nostro Toro di salire in serie A. Il giorno dopo Vittorio Feltri ha scritto un articolo spietato contro i calciatori corrotti, che però si concludeva con l’invito a non punire le squadre per le responsabilità dei singoli. Vittorio Feltri è dell’Atalanta. Ma non c’è conciliabolo da bar in cui i conversatori non regolino le loro opinioni sulla base di un unico metro di giudizio: le convenienze della squadra del cuore.
Ho peccato di ingenuità quando scrissi che i «mercenari dell’anima» stavano corrompendo il sogno bambino dei tifosi. A noi tifosi, dell’integrità dello sport non importa niente. Importa mettere nei guai la contrada nemica, meglio se con l’inganno e la sopraffazione. La partita di calcio non è l’oasi in cui l’adulto ritorna alla passionalità pura delle emozioni infantili, ma un rito di scarico delle schifezze accumulate durante la settimana. Un magma di pulsioni tribali che la retorica del tifo, a cui anch’io ho spesso fornito munizioni, si incarica di nobilitare. Siamo fermi al Colosseo. Un ammasso di spettatori passivi, per lo più di sesso maschile, delega le proprie rivendicazioni a un gruppo di professionisti che fingono di condividerle. Esattamente ciò che accade in politica, altra attività molto dibattuta da noi maschi. Voglio guarire, ma non so come si fa."
Quanto mi ci immedesimo ;-)
"Quanto mi ci immedesimo ;-)"
pure io :D
Perché adesso sono concessi 90 giorni di franchigia (il Bari, serie A, qualche settimana fa ha fatto trionfalmente sapere di aver pagato gli stipendi di gennaio, febbraio e marzo…), mentre di solito le aziende normali al 27 sono già lì con i bonifici.
Eeeeeehhhh????
Grande Marco.
Io credo che chi si vende le partite lo faccia per corruzione dell'animo e non perchè riceve gli stipendi in ritardo. Il calcio italiano affoga da anni in un mare di problemi, non solo non risolti, ma mai affrontati. troppe squadre professinistiche rispetto al mercato. Costi di lavoro troppo alti (con i procuratori troppo legati a DS e dirigenti). Scarsa capacità di attrarre nuovi investimenti. Società che non investono nella capitalizzazione, come costruire stadi e centri sportivi privati. Dirigenti federali obosleti. In tutto questo già il 2006 aveva chiarito in che condizioni era finito il calcio italiano. Ma all'epoca si scelse un macchilage di basso livello (trovato un mostro, cancellato il delitto). Quanto ci scommettete che finirà tutto di nuovo così ? A me piacerebbe avere chiarezza, senza guardare in faccia nessuno. Se ad esempio las quadra per cui tifo ha commesso illeciti voglio saperlo, perchè non mi va di gonfiarmi il fegato mentre vedo non una partita, ma una sceneggiata. Invece vedo già movimenti a difesa dei propri interessi di tifo e non al fine di rendere quanto meno accettabile e credibile l'ambiente
Mizio
però chi riceve lo stipendio in ritardo, o non lo riceve, può essere una spalla ideale per chi si vende le partite per corruzione dell'animo.
Cominciamo a isolare questi ultimi...
dico solo una cosa: a Cosenza, appena tornati in C1 dopo 5 anni nell'inferno dei dilettanti, non è che siamo lì lì per fallire perché per qualche misterioso motivo la lega Pro costi (di gestione) chissà quali mirabolanti cifre... ma semplicemente perché, tornati in mano alla stessa persona che ci aveva già fatti fallire nel 2003 (a Cosenza siamo speciali, il suo ritorno, preceduto dal ritorno del figlio, è stato acclamato da molti), o per meglio dire tornati in mano al figlio sopracitato, nell'illusoria parvenza di essere un grande manager e saper costruire corazzate stradominatrici di campionati, il figlio di cui sopra ha investito un capitale (che non aveva) per ingaggiare financo gente di serie A (vedi Matteini) con relativi stipendi (e già la voce in uscita prevedeva gli ingaggi di Stefano Fiore, Biancolino e qualche altro pezzo grosso).
L'idea era di stravincere il campionato e pagare gli stipendi con i soldi della serie B.
Non sto a dire come sia finita sul campo (e non solo, visti i 6 punti di penalizzazione per mancati pagamenti di stipendi) e come stia finendo nelle stanze societarie la questione (ci aspettano nuove entusiasmanti gite per trasferte di campionato nella nostra stessa provincia...).
Se anche altrove la mancanza di vile pecunia è dipesa da questo, ho io la soluzione per salvare la Lega Pro, ed è semplicissima: via i malati di mente psicopatici ossessivi compulsivi dalla gestione delle società di calcio.
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