L'ultima Messa di Vasco

di Andrea Ferrari
Il fatto che in queste ora Vasco Rossi abbia annunciato il ritiro dall’attività di rockstar (il che probabilmente vorrà dire solo uno stop ai tour negli stadi) rischia di rendere in qualche modo storica la recente serie di concerti che ha tenuto a San Siro.
Così come si va a Lourdes o alla Mecca per toccare con mano la devozione verso una religione, allo stesso modo le esibizioni del Vasco nazionale a San Siro rappresentano l’espressione massima d’un culto che ha ormai ampiamente travalicato la sfera musicale. Una devozione nei confronti di chi, meglio di chiunque altro, ha saputo unire il sublime al trash: dalle pennellate di pura poesia di un’Albachiara al linguaggio da osteria n°20 di Rewind, questa sua formula magica (è lui stesso ad aver elaborato una para-teoria sul suo successo) l’ha reso una sorta di divinità dello stivale: se fondasse un partito prenderebbe i voti necessari per entrare in parlamento, se fosse un’azienda, le sue obbligazioni sarebbero più appetibili e sicure di un Bund tedesco dati i puntuali incassi dei suoi tour, ormai a cadenza annuale.
Il pendolo costante tra trash e sublime caratterizza anche il solenne rito della chiesa del Blasco
che si dispiega nelle quasi tre ore di show di cui un buon terzo va considerato perso tra pause varie, un lunghissimo intermezzo strumentale con tanto di equilibrista che volteggia sul secondo anello dello stadio oltre agli interminabili discorsi-prediche del rocker di Zocca, anch’essi in equilibrio tra accenni di grandi spessore e deliri biascicati come quando, parlando del valore della vita, passa nel giro di pochi istanti, dallo sbarco in Normandia in cui era stato messo in conto che 2 soldati su 3 sarebbero morti falciati dal fuoco nemico ad una sorta di difesa di chi uccide guidando ubriaco, un’uscita talmente sgangherata che gli è valso qualche fischio persino da un pubblico totalmente devoto nei suoi confronti.
Da un punto di vista musicale il concerto fatica ad accendersi con la prima parte che vede protagoniste le scialbe canzoni del suo ultimo album
nonostante la macchina da guerra sonora capitanata dai vecchi compagni d’avventura Solieri, Golinelli e dal neosposo dell’ex velina Corvaglia, Stef Burns (“l’avrei sposato io” dice Vasco al momento delle presentazioni), più un numero imprecisato tra coriste e polistrumentisti. Lo “scollinamento” arriva con i primi classici (tra le nuove solo “Eh già” raccoglie la stessa ovazione) in cui anche il palco dispiega al massimo la capacità di fuoco e ciò avviene in senso letterale al momento de “Gli spari sopra” dove è tutto un susseguirsi di rimandi tra veri fuochi pirotecnici ed il fuoco che appare sui grandi schermi mobili a led.
Dal punto di vista visivo l’ispirazione agli U2 è evidentissima: dallo sviluppo verticale che rimanda alla torre del Claw dell’ultimo “360° tour” all’auto a penzoloni usata come faro, un palese rimando alle Trabant dello ZooTv Tour di inizio anni ’90, un omaggio più che un plagio tant’è vero che Vasco ha recentemente dichiarato che considera Bono&c. i migliori in assoluto. Quando si accendono le luci dopo una commovente Albachiara, ultima canzone dello show, il dispiegamento degli striscioni dei fan è impressionante: “Vascoolizzati” “Bresso gode” “Vasco o niente” “Siamo solo noi generazione di sconvolti” “Vasco con te ad ogni costo” tanto che verrebbe da dire: “Andate in pace nel nome di Vasco”. Amen.

Andrea Ferrari
(26 luglio 2011, in esclusiva per Indiscreto)

32 commenti:

spike ha detto...

doveva farlo prima, e come lui tanti mostri sacri,italiani e non, che si ostinano a continuare. Certo che finchè si vende é dura smettere

furio ha detto...

mossa tardiva di uno pseudo rocker bolso, ridicolo, insipido e paraculo, idolo di una mandria che rappresenta veramente, per dirla alla Brunetta, l'Italia peggiore.

Non mi mancherà per niente, anche perchè temo che sarà un ritiro paragonabile alle dimissioni di un Carraro o un Matarrese..

vincenzo ha detto...

@Furio: hai detto bene, rappresenta l'Italia peggiore! Non so perchè ma ogni volta che vedo certi tromboni patetici e ignoranti come lui e Ligabue riempire gli stadi, penso che ce lo meritiamo il nostro presidente del Consiglio.
Ecco, l'ho detto.

ianluPVO ha detto...

1. io so solo che ciò che accomuna il 98% dei fanatici di vasco rossi è la sperticata ignoranza in fatto di musica e cultura musicale, che si mescola all'arroganza becera tipica di chi si schiera a difesa dei propri gusti senza ammettere punti di vista diversi dal suo. Il parallelo coi film natalizi di Vanzina è fin troppo lineare: entrambi sbancano i box-office come nessun altro (solo in casa loro, ovviamente), ma discutereste mai di cinema con uno che è appena uscito da due ore di De Sica, tette e culi? Senza essere posseduti dallo spirito di Scaruffi, penso si possa sostenere tranquillamente che si può buttare via tutto dall 1985 (cosa succede in città) in poi.
2. Vasco non scrive canzoni, scrive poesie che successivamente vengono passate a un musicista perchè questo le arrangi (succedeva con Riva, succede - peggio - ancora oggi con Curreri degli Stadio, a cui dobbiamo tra le altre anche l'indimenticabile Rewind e la complessissima Un Senso. Questo è l'iter "base" del processo creativo di ogni sua canzone, poi ogni tanto può anche darsi che sia sandata diversamente... non saprei dire come però.
3. I concerti di Vasco ormai trascendono non solo il significato di musica, ma anche il significato stesso di concerto. Mutuato in questo caso dagli U2 e da tutti gli altri artisti che giocano a riempire gli stadi (pazienza se gli unici che riescono a vedere il viso degli artisti sono i tecnici del soundcheck, per tutti gli altri si tratta di "miniature" in movimento... dal secondo anello si parla direttamente di "concerto dei lego"), ormai il concerto "di massa" non è più dedicato all'artista ma direttamente al pubblico, in nome dell'autoreferenzialità totale: tant'è che la parte che rimane sempre impressa a tutti gli avventori è "quando c'erano tutti gli accendini accesi" e "quando cantavamo tutti assieme" e "quando la locomotiva gigante ha sfondato il megaschermo ed è esploso tutto e..." ... e niente che abbia a che fare con un'esibizione musicale vera, con la musica vera, dove senza troppi problemi (o senza pagare cifre folli. 100 euro per un concerto è da psicopatici) puoi avvicinarti fino a vedere le mani del chitarrista che scorrono sul manico. Quello dovrebbe essere il senso di un concerto, il "vedere la musica".
4. L'intervista di Mollica in cui vasco abdica è roba da temerari, infatti la si è vista in forma integrale praticamente solo su rainews. Io l'ho vista e ho notato che la cosa più interessante non se l'è filata nessuno: c'è un momento in cui dice che a scuola vorrebbe introdurre una nuova materia, la "canzone d'autore". Per di più con la faccia del poeta di turno, implicando qualcosa tipo "la canzone d'autore sono io" > "a scuola dovreste studiare me" > "io sono Leopardi". Gente che per molto meno è stata appesa per i piedi in piazzale Loreto...

Unknown ha detto...

Per me l'argomento che su Vasco taglia la testa al toro è la constatazione che la sua "musica" piace a tutti, dal tamarro discotecaro al finto-rockettaro italico, passando per alternativi da centro sociale e gabber. A paraculaggine Vasco ne batte parecchi, quasi tutti, ma per il resto...

Felix ha detto...

Nella mia modestissima opinione il Vasco che mi piace è quello a cavallo dei 70/80...cioè a cavallo di un'epoca in cui lo "zeitgeist" stava passando dallo sballo delle ideologie allo sballo tout-court. Per me Vasco Rossi è stato il cantore di quel trapasso generazionale che è culminato con Vita Spericolata passando da Giocala e via discorrendo.
Quel Vasco che si presenta strafatto da Mike (http://www.youtube.com/watch?v=NYkDHiWv5WU)... ecco li a mio avviso è stato veramente un cantore di un cambiamento che piaccia o no era evidente. Dall'85 in poi' è diventato monumento di se stesso

MB ha detto...

Il "fisico" da star secondo me è una cosa soggettiva. Un paio di settimane fa ho visto dal vivo Iggy Pop che di anni ne ha 64, è un vecchietto grinzoso ma fisicato, ma un'ora e passa sul palco le regge benissimo, cantando e facendo più casino sul palco di Vasco sicuramente.

Peo ha detto...

vorrei fare il confronto con Springsteen (come fisico, nonstante sia più vecchio di Vasco; come capacità di proporre cose nuove, vedi il tour da solista o con la Seeger Session Band; come "persona" e non come "personaggio"...), ma vincerei troppo facilmente.

Stefano Olivari ha detto...

I primi sette album di Vasco Rossi, fino a Cosa Succede in città compreso, sono clamorosi per capacità di interpretare lo spirito del tempo e quella di creare un via italiana al rock di massa, poi negli ultimi 25 anni Vasco ha fatto Vasco secondo me con un misto di purezza...pura e di mestiere celentanesco...qualche buona cover (Gli spari sopra, per dire), molto riciclaggio, l'insopportabile retorica da stadio...è comunque stato un grande, eletto tale dal pubblico e non da una critica che ha deciso fosse 'giusto'...Vasco non è mai stato 'giusto'. Mia canzone preferita, Deviazioni. In 'Pensi che basti avere un figlio, per essere un uomo e non un coniglio', c'è tutto Vasco. Poi è un grande ex, d'accordo.

spike ha detto...

peo

springsteen è un altro universo, diciamo che è l'eccezione che conferma la regola.

Simone ha detto...

Bello il parallelo con gli U2.
La multinazionale irlandese,qualche anno fa,fece un tour avvalendosi di una produzione mostruosa.
Non frequento quella chiesa,quel culto,ma penso fossero i gigs con le insegne del Mcmondo.
Conosco alcuni che hanno lavorato allo spettacolo.
L'aspetto più divertente è che suonava tutto con un wattaggio,e una "larghezza" del suono,sorprendente.
La storiella è parecchio Brian Eno:sotto il palco,come un laboratorio cinese,c'era una back up band che performava sincronizzata con Bono e compagni.
The Edge aveva qualche inconveniente o semplicemente non gli andava?
Il tecnico principale lo escludeva e inseriva il "fantasma" nascosto.
Con questo mezzuccio,e alcune sequenze di playback in diretta,il concerto funzionava benissimo.
Impara l'arte e mettila da parte.

@ianluPVO:il 3 è da sottoscrivere e sottolineare.

Peo ha detto...

@magnifico Direttore Olivari:

i miei due cents: io il Vasco "puro" lo trovai in "Portatemi Dio". Se c'è una canzone che a mio modesto parere riesce a sintetizzare Vasco è proprio quella.

transumante ha detto...

vasco mi ha sempre divertito, come battiato

sono dei cazzari e vanno presi cosi´, degli eterni quindicenni

scommetto che se la ridono a sapere che qualcuno li prende sul serio

spillo ha detto...

non sono d'accordo con chi ferma a "cosa succede in città" l'epoca d'oro di vasco. secondo me "c'è chi dice no" e "liberi liberi" sono dei grandi album, forse perchè uscirono e li comprai (in vinile!) quando avevo 16 e 18 anni..
anche il primo concerto di vasco a san siro, luglio 1990, fu molto bello. è stato il secondo, e ultimo, concerto di vasco a cui ho assistito

GuusTheWizard ha detto...

@Direttore
Oltre al tag "Musica" aggiungerei anche il tag "Carrello dei Bolliti"

paperogha ha detto...

Da ex fan di Vasco posso dire che fino a Liberi Liberi (in parte) l'ho seguito con passione, da lì in poi è stato un riciclo del "mito" e poco più, salvo alcuni lampi isolati(Sally e Gli Angeli mi sono piaciute). Quello che più amo del vecchio Vasco è l'ironia e il punto di vista spesso spiazzante che c'è nei suoi testi, come in Ambarambacicicocò o in Non siamo mica gli americani, ad esempio.
Mia canzone preferita di Vasco è "La Noia" che ha descritto perfettamente uno stato d'animo che mi sono portato dietro per diversi anni della mia vita

Ale ha detto...

Sono d'accordo con coloro che sostengono come Vasco Rossi, pur non avendo le stimmate del fuoriclasse, sia stato interessante e godibile fino al 1985. Freschezza nei testi, nella musica e nel personaggio. Da lì in poi è vissuto di rendita ed anche se ha continuato a raccogliere successi, non ha più proposto nulla di commestibile. Mi è capitato di parlare con alcuni suoi fans della cosa ed ovviamente non erano d'accordo. Gli ho chiesto se avessero mai sentito "Fegati spappolati", "Asilo Republic", "Portatemi Dio" ecc. La risposta è stata no. Non so se il campione sia significativo ma ho come l'impressione che molti tifosi di Vasco lo seguano per moda o senza conoscere la sua intera storia musicale. Un pò come i tanti che a fine tappa chiedevano a Cipollini come mai vincesse molte corse ma mai il giro d'Italia.

Tani ha detto...

Ale, una fan tipo questo qua:

http://www.youtube.com/watch?v=jx7U2Lb4zSM

tiziamal ha detto...

tani:
applausi...video grandioso!

Tani ha detto...

tiziamal, quando Miky me lo ha segnalato, mi son messo a ridere per un quarto d'ora..:-)

Ale ha detto...

@ Tani Beh, un video divertente ma anche abbastanza esemplificativo... E te lo dice uno che ascolta ancora volentieri il Vasco pre 1985. Comunque la storia di "Generale" mi è capitata per davvero e non credo sia capitata solo a me. Un tale sosteneva che la canzone fosse di Vasco e non di De Gregori come gli avevo fatto notare. Non sono riuscito a convincerlo.

Simone ha detto...

Un pò di controinformazione che non guasta.
La Festa della Birra(piscio freddo gassato)in quel di Mestre.
Rossi ha strappato ventimila biglietti,non i quarantamila annunciati dai soliti pennivendoli,e i Coldplay ottomila(..).
"Question?"

chad palomino ha detto...

i ventimila di vasco mi meravigliano, gli ottomila dei coldplay un po' meno, comunque non c'è da meravigliarsi... vogliamo confrontare il cartellone di uno qualsiasi dei megafestival europei con la ciofeca veneziana? e io non mi riferisco ai nomi in se stessi (o comunque non solo a quelli)... penso al modo demenziale di strutturare le scalette (a prescindere dal giudizio su chi suona un programma molto eterogeneo ha senso se si hanno 20 o più gruppi a giornata, e magari vari palchi, se no la presenza di troppe cose diverse non è uno stimolo, ma risulta un deterrente).
ci sono video sul tubo con 13 (dicasi tredici) persone sotto il palco degli elbow nel primo pomeriggio. io non sono granché appassionato al gruppo inglese, però mi dovrebbero spiegare la logica di ingaggiare un gruppo che suona quasi da headliner a glastonbury per metterlo dopo pranzo.
la serata di vasco invece fa storia a sé... non è possibile organizzare nessuna scaletta con i suoi fan... la storia insegna che come minimo prendono a bottigliate chiunque suoni prima di lui.

ianluPVO ha detto...

@chad palomino: se sul finale ti riferisci al vergognoso "vasco vasco" di fronte ad alanis morissette in un heineken j.festival di una decina di anni fa, ho colto la citazione =)
... altrimenti quoto in ogni caso.

Simone ha detto...

@Chad Palomino:diciamo che c'è una crisi generale dell'offerta e della domanda,ovunque.
Italia,Europa,America.
Il problema è la musica stessa e come viene proposta.
Nel carrello di qualsiasi cosa,la colonna sonora scontata di un clip,uno spot,un film,un videogioco...
Il resto(più imponente del K2)è la smaterializzazione,la scomparsa,del supporto audio.
Si è modificata la fruizione e la funzione.
I costi e i ricavi.
Prima era anche cultura,pop,oggi solo prodotto.
Quindi un tempo potevi anche finanziare le proposte vere,quelle coraggiose.
Infatti nel 2011 gozzovigliano solo i "marchi"(i soliti..).
I bill dei festival?
Hai ragione,ma noi non abbiamo nessun tipo di tradizione.
Non siamo la Germania,l'Inghilterra o la Francia.
L'Italia è sempre stata poco ricettiva perchè non ha strutture e logistica.
E i prezzi dei biglietti sono clamorosamente alti...
Il resto è qualcosa che era evidente da più di un decennio.
Mi spiace per i ragazzi che cominciano a suonare oggi.

chad palomino ha detto...

@ ianlu: la casistica è numerosa: oltre al caso citato da te, ricordo tra gli altri gli stereophonics presi a bottigliate durante un heineken di qualche anno fa e costretti a interrompere il concerto.

vincenzo ha detto...

Ragazzi, in generale c'è poco da fare purtroppo perchè l'industria musicale italiana è lo specchio perfetto di questo paese.
Comanda gente tra i 50 e i 70 che ancora spacca i cabasisi, atteggiandosi a maestra di vita e del politically correct,mentre nel frattempo evade il fisco o spiana le colline per rendere più confortevole la propria dimora. Col supporto paramilitare di uffici stampa efficentissimi e da media ultra-appecoronati.
A me deprime vedere che girano le stesse facce di venti anni fa, che mi spinsero per reazione ad allargare i miei orizzonti musicali.
Il problema è che i gruppi che seguivo allora (Soundgarden, Csi) non ci sono più mentre i nostri tromboni sono rimasti ad imperversare.
E hanno pure ragione, tanto più che Chris Cornell e Giovanni Lindo Ferretti più passa il tempo più somigliano a loro.

chad palomino ha detto...

@ simone: quoto tutto il tuo discorso, però la vera questione è che noi i grandi festival non li sappiamo organizzare (mentre sulle manifestazioni più piccole ce la caviamo meglio... è anche più facile...). il gozzoviglio dei marchi è purtroppo vero, e non mi piace, però farei qualche precisazione: benicassim in spagna è anch'esso marchiato heineken, ma a livello di programma non ci sono confronti con la ciofeca lagunare, e questo non da oggi.

chad palomino ha detto...

@ vincenzo: chris cornell ha un raro primato: dopo la fine dei soundgarden, con cui non aveva praticamente sbagliato un colpo, non ha più azzeccato una mossa... sembra kevin costner dopo "balla coi lupi"... nemmeno billy corgan, produttore di immonde schifezze dopo le delizie dei pumpkins, ha avuto una tale costanza nel fare dischi brutti (zeitgeist è moscio, ma un po' meglio degli album solisti del bel chris e di quelli marchiati audioslave imho).

vincenzo ha detto...

@Chad: pienamente d'accordo, quando penso a cosa è diventato Chris Cornell mi viene in mente questo: http://www.youtube.com/watch?v=D_G0Z6WuIDU&feature=related

chad palomino ha detto...

ah ah ah ah!

Andrea Ferrari ha detto...

@Simone: la tua storia è come la trota che diventa un pesce siluro di 2 metri...
di vero c'è che: 1.le pedaliere di Edge posson esser controllate anche in remoto (in modo da attivar gli effetti qdo lui è lontano dalla sua postazione).
2.I tecnici dei 3 strumentisti sanno suonare le varie parti (il soundcheck lo fanno spesso loro).
3.In questo tour c'è uno che suona le tastiere in unknown caller (viene inquadrato ed introdotto da bono).
4.non è un mistero che in alcune canzoni ci siano dei suoni che son loop preregistrati.
Ma da tutto questo ai cinesi che suonan al posto degli u2 però ce ne passa parecchio...