Cavendish primo al concessionario

di Simone Basso
Vorremmo stupirvi con effetti speciali, ma non lo faremo perchè manca la materia prima. La quinta sinfonia iridata a Copenaghen, la sesta se considerassimo anche la vernice dei puri (1921), è un vezzo Uci benedetto dalle circostanze ambientali di quel luogo. Deputato a un uso di massa delle pedivelle e quindi avanguardistico rispetto a un mondo che insiste, perverso, con i tubi di scappamento.  Mettete poi, in conto, i sei milioni di euro che l'organizzazione danese ha offerto ai velobanchieri di Aigle. Non basta però un arrivo al cinque per cento di pendenza, per cinquecento metri, a farne una competizione tecnicamente valida.
Nemmeno schierare i ras del plotone quasi al completo e un pubblico da grandi occasioni, bellissimo, che ha gremito le strade della contesa. La kermesse, di questo si trattava, arriva al termine di un 2011 di altissimo livello: almeno tre classiche monumento sono state sontuose (Sanremo, Ronde e Doyenne), il Giro malgrado tutto ci ha sorpreso e la Grande Boucle ha vissuto un'edizione storica, da tramandare ai posteri. Ci stava anche un mondiale con un percorso banale, cretino, che non poteva non essere dominato dalle ruote veloci del gruppo: solo saltando su una motocicletta del seguito, i vari Gilbert e Cancellara avrebbero potuto evitare lo sprint di massa. Perchè, come affermavano i saggi già mezzo secolo fa, la differenza si può fare quando il tracciato limita le alte velocità. Uscire dal gruppo ai quaranta orari è possibile, pensare di riuscire a tenere lontano una muta di inseguitori ai cinquanta è roba da fantascienza di bassa lega, stile Ron Hubbard.
Dunque si è imposto il migliore sprinter del mondo: curioso osservare che sul podio sia salito il treno Htc dell'anno scorso, meno banale considerare il lavoro di squadra (favoloso) del Regno Unito. Avere gregari come Wiggins, Millar, Thomas è stato fondamentale; la ciliegina sulla torta, che spiega anche l'ultima goccia di sudore spesa daI britannici, sarà l'annuncio della firma del neo campione del mondo con Team Sky. Per Cannonball il trionfo di Rudersdal è già il settantanovesimo in carriera; a ventisei anni, nel ciclismo moderno, è roba da eletti. L'eccellenza mostrata ieri è la cartina tornasole del suo talento. In una volata confusa, privo di pesce pilota, sul rettilineo finale si è fiondato a destra, tra Goss e le transenne. Infilandosi, da acrobata, in un corridoio inferiore al metro di larghezza avrebbe potuto urlare, in un'esplosione di doppi sensi: "Pista!". Trattasi dell'attimo fuggente che chiarisce gli istinti da fuoriclasse del soggetto; l'esoscheletro di Robbie McEwen, funambolo dalle fibre feline, e il motore potente, straripante, di Djamolidine Abdoujaparov. Una combinazione letale per la concorrenza. Bel personaggio Mark Cavendish, vagamente lunatico, con la tendenza a parlare nella stessa maniera nella quale pedala: tanti nemici, tanto onore. Figlio di un'isola, quella di Man, che con il Tourist Trophy, ovvero il motociclismo prima dell'avvento funesto della Dorna, vanta Mercurio nel codice genetico. E per rimanere al latinorum, proveniendo dall'insula Mona, si accompagna a sirenette niente male...
Non abbiamo altro da aggiungere sulle dinamiche, evidentissime, della settimana in Scandinavia: confermano ciò che sosteniamo da tempo sul movimento tricolore.
Francia, Australia, Stati Uniti e Gran Bretagna domineranno nei prossimi anni; tutte scuole che applicano metodi più moderni (e puliti) dei nostri, ancorati alle glorie dei decenni passati. Preferiremmo un cittì meno confuso e infelice del Bettini, incapace di difendere l'unico corridore possibile medagliato (Alessandro Petacchi) e che, nemmeno un mese fa, aveva dichiarato che il mannese non sarebbe stato competitivo su un traguardo del genere. Non sappiamo dove fossero quest'anno, lui e Di Rocco, quando si correva il Tour de France; però a Cap Fréhel, quinta frazione, si arrivava su uno strappetto. Primo Cavendish, secondo Gilbert, terzo Rojas.
The Fastest Man On Two Wheels porterà benissimo l'arcobaleno sul petto, anche se d'ora in poi (con quella maglia) dovrà evitare, sulle salite durissime del Giro e del Tour, la tentazione di spingere le vetture in panne...
Il cannone è già puntato su Londra 2012, obiettivo cinque cerchi, da preparare alle pendici del Montalbano. L'erede scavezzacollo di Tommy Simpson abita infatti, al pari di tanti professionisti stranieri, in Toscana. A Quarrata, nel pistoiese, per la precisione, dove ha trovato i consigli di Maximilian Sciandri, eccellente corridore dei Novanta, apolide per nascita e scelta di vita. Un'amicizia che fa parecchio "Amici miei", con un'aneddotica bischera il giusto per concludere questo articolo.
"Ultima vigilia di Natale: Cav mi aveva convinto a comprare un'auto, che proprio quel giorno era pronta al concessionario di Livorno. Ci sentiamo al telefono e decidiamo di andarla a prendere in bici, con gli zainetti sulle spalle. Sono centoventi chilometri, si poteva fare. Partiamo dopo pranzo. Alle due il tempo si fa brutto e chiama l'uomo della concessionaria: il giorno dopo è Natale e lui alle quattro e mezza chiude bottega e se ne va. Facciamo due conti, rischiamo di andare fuori tempo massimo. Cav si mette davanti e tira a tutta per un'ora e mezza, io a ruota con fatica. A un certo punto arriva il diluvio, con tanto di sottopassaggio allagato dove ci tuffiamo dentro. Ai trenta all'arrivo...dal concessionario, entro in difficoltà, ai venti in crisi, ai quindici mi pianto. Fermo, morto, finito. Dico a Cav di andare da solo a ritirare lui la macchina. Parte come per una cronometro, ma quando arriva (stravolto anche lui) il tipo gli dice che senza la mia firma non gliela può dare. Per farla breve, ho fermato un ragazzo ucraino con un camioncino e mi sono fatto portare sul posto. Alla fine io e Cav ci siamo messi a dormire in macchina. Poi abbiamo riso fino a Capodanno..." (da un'intervista a Max Sciandri, Cycling Pro, Marzo 2011)

Simone Basso 
(26 settembre 2011)

13 commenti:

chad palomino ha detto...

Perfect, as usual!

Italo Muti ha detto...

mi accodo a Chad, clap clap, un pò BQ, ma vanno bene lo stesso.

Italo

jeffbuckley ha detto...

Sentito ieri Saronni dopo la gara criticare duramente Bettini: per caso voleva fare lui il CT?
Sulle critiche al percorso.
1. ha detto bene Martinello (o Conti, non ricordo): il percorso quello era e si sapeva, inutile recriminare adesso (e poi quando vinse Cipollini nessuno criticò quel percorso...)
2. in un mondiale "per velocisti" sul podio sono andati i tre migliori del momento, quindi era un percorso valido!
3. una volta ogni x anni non trovo sbagliato che il mondiale sia "facile", per passisti e scalatori ci sono altre corse e alla fine il mondiale è una corsa come un altra, non è che il CdM sia "il migliore del mondo"... no?

jeffbuckley ha detto...

La mia domanda su saronni CT non è ironica, è proprio una domanda.

Dane ha detto...

Jeff, il problema non è percorso da velocisti o no. Il problema è che anche i percorsi da velocisti non son così. Anche l'anno scorso c'era un percorso da velocisti (tutto sommato) ed ha vinto un velocista ma lo spettacolo è stato ben diverso.
Il percorso da velocisti deve essere comunque impegnativo, per due motivi:
1) Dare ai non velocisti una possibilità per sparigliar le carte, altrimenti corri un Criterium con solo velocisti, e in meno di due ore hai risolto la faccenda.
2) Fare selezione tra i velocisti stessi: un velocista deve vincere non solo per la volata ma anche perchè ha resistito meglio nei punti difficili, ha risparmiato energie grazie al lavoro della squadra, si è presentato in ottima posizione grazie ad un lavoro tattico dei compagni, etc... Questo è spettacolo.
L'anno scorso c'era un bello strappo, ne ha approfittato prima il gruppo in fuga e poi tra questi Gilbert staccando tutti. Poi il vento lo ha fermato, è rientrato il gruppo e vittoria in volata di un velocista.
Gara movimentata, quest'anno invece 7 ore di corteo e poi è chiaro che vince il più forte soprattutto se lo marcano male e gli lasciano un corridoio mai visto lasciare ad un favorito in tutta la mia vita (Simone, ma quale "infilandosi da acrobata"?!...).
A sto punto facciano un percorso da 10 km coi nove velocisti più accreditati, magari divisi in corsie come nell'atletica leggera e in un quarto d'ora abbiamo risolto la questione...
Bettini non ha colpe più di tanto, non abbiamo velocisti e Petacchi è impresentabile. Piuttosto, per quanto potessero far poco, i corridori azzurri si sono un po' nascosti nel momento decisivo. Cancellara on è un velocista puro e viene da una stagione così così, però ha fatto a spallate per andarsi a prendere un quarto osto di lusso....

p.s.: vado in vacanza, quando torno potremmo "aperitivare" per la Champions dell'Inter...

Arturo ha detto...

Eccellente Simon come sempre. Personalmente ritengo che un campionato del mondo, dicasi del mondo, dovrebbe premiare un corridore completo, quindi il disegno del circuito dovrebbe essere simil classica, o perlomeno andrebbero evitate il più possibile le aie di breriana memoria, però pecunia non olet anche nella pedivella e quindi becchiamoci pure il piattume danese per sei (!) volte.

p.s. Andando o.t. ho molto apprezzato il riferimento sarcastico al motomondiale trasformato in campionato spagnolo (con quel che ne consegue...), anche se a dire il vero tra il ban del t.t. (causa povertà ingaggi più che per le tragedie seriali) e avvento nefasto di don carmelo balla un quarto di secolo o giù di lì.

VVVVVVVVVVVVVVVV ha detto...

Caro Simone, seguo il il cilismo solo grazie a i tuoi articoli! Clap, clap, clap. L'aneddoto del concessionario poi, una chicca.

Simone ha detto...

@Chad Palomino,Italo:mooolte grazie!

@Jeffbuckley,Dane:Saronni non ha molta simpatia,contraccambiato,per il gruppo attuale che regge la Federazione.
Il caso Petacchi è emblematico.
La scelta,soprattutto d'immagine,di Bettini è farina del sacco del presidente Di Rocco.
Malgrado le frasi di circostanza,quando fu eletto(nel 2005),arrivò a un passo dal defenestrare il Ballerini,allora cittì azzurro.
La motivazione era squisitamente politica:l'uomo del pavè era una scelta del suo predecessore,il rivale Ceruti.
Mi auguro che l'investimento sul Grillo paghi qualche dividendo in futuro.
Per adesso è un fallimento anestetizzato dall'evidente ricambio generazionale(mancano i campioni)e dalle buone relazioni del livornese con i media.
Ieri era evidente l'impreparazione(Visconti e Gavazzi convocati in un mondiale per passistoni e sprinter..)e in Australia,perchè non c'era un pesce pilota che lo guidava,Pozzato fu speso malissimo.

La kermesse danese è durata cinque ore e quaranta minuti.
Il record di velocità rimane,di poco,Zolder(46,538 km/h).
A Mendrisio,l'unica prova iridata veramente selettiva degli ultimi anni,Evans ci mise quasi sette ore...
E' giusto variare i percorsi ma,dal 2000 in poi,sette(forse otto)circuiti favorivano un volatone con almeno cinquanta atleti a disputarselo.
Nell'era moderna,riprendendo il concetto del minutaggio,le due contese a Sallanches(1964,1980)furono le più lunghe.
Infatti le vinsero un fuoriclasse(Janssen)e un campionissimo(Hinault).
Londra promette un'altra tabula rasa,Valkenburg e Firenze(deo gratias)saranno più ispirate al ciclismo delle classiche.
Quelle vere.

Il Cav è un mago perchè è stato freddissimo.
Prima di passare Goss,ha sfiorato con il pedale una transenna:a posizioni invertite,l'aussie si sarebbe spaventato e avrebbe tirato i freni.

@Arturo:danke!
Quelli dell'Uci avevano avanzato anche delle pretese con il Tour e il Giro;intanto,se va avanti così,si accontenteranno dello scalpo della Vuelta...
Pensavo anch'io,mentre scrivevo,allo scarto temporale tra le due epoche.
Ma è come se gli Sheene e i Mamola avessero ancora,dentro,lo spirito del Tourist Trophy.
Poi,con l'era Doohan/Rossi(con tutti i distinguo di questo mondo..),il motociclismo ha completato la sua trasformazione genetica.
Potenza del marketing.

@Lizardking66:merci!
Per completare l'aneddoto,i due(durante il nubifragio)si nascondono sotto una tettoia.
A fianco,da un bar,esce un vecchio che mugugna:"Ma guarda 'sti cicloamatori,si vestono come professionisti e non si portano dietro nemmeno un giubbino..."

Altro particolare,che fa parecchio Novella Tremila,è la sirenetta di Cannonball.

http://www.petatodd.org/

tiziamal ha detto...

@soliti complimenti per l'articolo e confermo in pieno ciò che hai appena scritto sulle caratteristiche dei vari percorsi iridati;infatti,penso che solo guardare gli ordini di arrivo dei mondiali dal 1991 al 2001 e quelli dal 2002 ad oggi mandi a monte ogni discorso sull alternanza di percorsi(che sarebbe anche una cosa sensata, anche se il massimo è il percorso misto dove la maggior tipologia possibile di corridori può lottare per la vittoria ed infatti gli ordini di arrivo che preferisco sono quelli,primo esempio che mi viene in mente oslo,che registrano corridori con caratteristiche differenti delle prime posizioni)nella decina più vicina a noi lo squilibrio a favore delle ruote veloci è schiacciante. questo mondiale probabilmente è stato più facile anche di Zolder(però quello arrivava come una sorta di una tantum per i velocisti)quindi,tra quelli che ho visto(mi ricordo da fondriest in poi)nettamente il più monotono e facile mentre i più duri Agrigento e Duitama.

premesso che per me il Ballero era, se poi si pensa allo stato di bollitura raggiunto dall'ultimo Martini e l'anarchia e inadeguatezza di fusi,era perfetto sulla ammiraglia azzurra come lo vedi Bettini?E invece Saronni?e Martinello?

cosa intendi quando ti riferisci alle pretese dell'uci su giro&tour?

ps;la cosa non è recentissima ma, visto che l'argomento è lo stesso:zomegnan non più alla direzione del giro,tua opinione e scenari futuri per la corsa rosa?

Simone ha detto...

@Tiziamal:grazie!

Si,avrebbe senso una rotazione per caratteristiche tecniche;alternando le prove per passisti veloci a quelle che possono integrare i "tappisti" e i classicomani.
Per dirne un paio,due circuiti esotici(..)come Montreal,sulla falsariga della gara World Tour e del mondiale 1974,e Mosca,riproponendo il leggendario taboga olimpico,sarebbero interessantissimi.
Ma l'Uci pensa solo alla cassa...

Ja,in ordine di difficoltà,dall'88 in poi(siete giovani..):Duitama,Mendrisio,Agrigento.
Poi dipende da tanti fattori:a Lisbona,2001,corsero i primi giri manco fosse una biciclettata Udace.
E i verbruggeniani non capirono,per le solite ragioni di pecunia,che avrebbero dovuto scodellare il finale della prova a cronometro.
Ci sarebbe stata una selezione spaventosa.

Una corrente sotterranea sostiene che all'Uci,quando esplosero i problemi legali di Robosport,non fossero così dispiaciuti.
Il piano era di raccattare a prezzo scontato l'organizzazione di quelle corse.
Il loro problema è che l'Aso ha una potenza economica(e politica)che la rende indipendente dai federali.
Quindi hanno dovuto rinunciare al progetto di papparsi il Tour.
Idem,abbassando i parametri finanziari,è accaduto per il Giro.
Che ha interessato molto,per il contorno,il Biscione.
Infatti,da quando capirono che l'Rcs non l'avrebbe ceduto,Merdaset è sempre in prima fila per porre in cattiva luce la pedivella...

Martinello cittì?
Speriamo diventi Presidente della Federazione:è uno dei pochi con le idee per riportare il ciclismo italiano(tutto!)nel posto che gli spetta.
In prima classe.

Vegni,se riuscirà ad avere pieni poteri,ha già fatto capire che umanizzerà il Giro.
Meno salite da capre,dislivelli himalaiani,trasferimenti stile Nba,etc.
Una contesa spettacolare ma più rispettosa degli attori,ovvero i ciclisti.
Sperèm!

tiziamal ha detto...

infatti ti ho fatto il nome perchè,dopo averlo molto apprezzato da corridore in attività,sentendolo ai microfoni rai me ne sono fatto un ottima opinione(ps;certo che martinello e sgarbozza nello stesso gruppo di commentatori è veramente un alto-basso qualitativo che fa impressione)e quindi mi fa piacere che tu,che sull'argomento conosci tutto(retroscena compresi),sia della mia stessa lunghezza d'onda

interessante il discorso uci-grandi giri,era un retroscena che non sapevo

ps;mia piccola proposta,basandomi su posti che conosco bene,per i percorsi del mondiale:
gara x scalatori e tappisti:La Spezia città
gara x classicomani e passisti veloci:Svezia(che fa anche esotico),non sono salite"vere"ma la presenza di laghi e fiumi a non finire fa si che il territorio per gran parte un susseguirsi di su&giu che secondo me darebbero spettacolo assicurato

cydella ha detto...

Per dormire ci sono già i GP di F1: 5 ore di "paggeggiata" spingono al suicidio.

Simone ha detto...

@Tiziamal:in Liguria qualche anno fa,prima che i Mondiali italiani fossero assegnati a Firenze(..),organizzarono il Tricolore.
In pieno centro di Genova:un bel percorso che faceva parecchio Amstel Gold Race.
In Svezia potrebbero sfruttare le strade dell'Open di Vargarda,prova femminile di Coppa del Mondo.
L'hanno vinta Ljungskog,Vos,Van Vleuten,quindi è un tracciato che premia la qualità.

Al Giro hanno annunciato la Cavalese-Stelvio con tanto di Tonale,Mortirolo(dal versante di Tovo Sant'Agata)e l'arrivo oltre il Passo a 2832 metri,ovvero su una stradina che si "tuffa" nell'Ortles.
Considerando che il dì prima faranno il Manghen e una volta e mezzo l'Alpe di Pampeago,direi che il tentativo di umanizzare la corsa partirà dal 2013...

@Cydella:trattasi comunque di passeggiata ai 46 orari,però il senso è ampiamente condivisibile.
Soprattutto perchè la vetrina iridata è,con il Giro,il Tour e qualche classica monumento,una delle poche occasioni nelle quali il pubblico "generalista" si potrebbe appassionare alla pedivella.