di Dominique Antognoni
Parla, parla, parla. Non lo ferma nessuno: quando va a Sky, poi, si lancia in discorsi infiniti. Non fosse per le esigenze di chiudere il programma starebbe a parlare fino a tarda notte. Per una frase gli occorrono dieci minuti. Fa pause teatrali, cento parole per esprimere un concetto che la gente ha capito dopo le prime cinque. Si prende tutto lo spazio che vuole, tanto nessuno lo interrompe. Aurelio De Laurentiis viene trattato con i guanti, come gli altri presidenti dei club che contano: la differenza è il suo tempo di permanenza davanti alle telecamere.
In più, mai una domanda scomoda, che lo possa mettere in imbarazzo. Tutti a sua disposizione, come se Sky fosse roba sua. Non contento si permette perfino di attaccare la miglior tv italiana (per apprezzare Sky basta seguire un minuto degli Speciali Champions della Rai o della versione radiofonica di Controcampo), accusandola di non dare abbastanza spazio al Napoli. Poco spazio al Napoli? A parte il fatto che non è vero, si potrebbe ricordare che nell'ultimo ventennio il valore del Napoli è stato un terzo di quello dell'Udinese, eppure non è che i Pozzo sbraitino in tv per rivendicare ore di programmi dedicati. A qualsiasi domanda De Laurentiis risponde partendo da Adamo e Eva: con i suoi attori, i contratti cinematografici, come se al pubblico del calcio potesse interessare. Ti fa sbadigliare, ma lui è convinto di fare divertire. Fino a un decina di anni fa sapeva a malapena che il pallone fosse sferico, adesso racconta di quello che ha visto a Barcellona senza rendersi conto di essere a dir poco ridicolo. Scusi, De Laurentiis, se lei ha sentito parlare della Masìa solo nel 2011 non è colpa di nessuno. Figuriamoci però se qualcuno ha il coraggio di dirle che del modello Barcellona parla da decenni anche il Gazzettino dell'oratorio e che molti hanno cercato di copiarlo senza riuscirci: magari fra vent'anni ci riuscirà quella che lei ha chiamato Scugnizzeria, al momento i Cavani vanno comprati e pagati. Su tutto poi aleggia la solita storia della 'simpatia' di Napoli e del Napoli, della serie A che ha bisogno di un grande Napoli, sulla riscossa del Sud, eccetera: non siamo italiani e non la capiremo mai. A chi è simpatico il Napoli? Al massimo ai suoi tifosi, come tutte le squadre del mondo. In un certo senso de Laurentiis è comunque un personaggio utile alla televisione, perché fa ridere. Ma non con i suoi film comici. In un mondo in cui si chiede il licenziamento di un allenatore dopo un pareggio e si dileggia un portiere perché si fa sfuggire un pallone infangato, solo i presidenti godono di immunità. La vera domanda è quindi: Sky Italia sta in piedi perché c'è il calcio o il calcio italiano esiste solo perché c'è Sky?
Dominique Antognoni
(26 settembre 2011)
19 commenti:
"Su tutto poi aleggia la solita storia della 'simpatia' di Napoli e del Napoli, della serie A che ha bisogno di un grande Napoli, sulla riscossa del Sud, eccetera: non siamo italiani e non la capiremo mai." Dominique, tranquillo, non la capiamo neanche noi. Peraltro secondo i presidenti meriterebbe la A anche il grande pubblico di ... (mettici la città/squadra che vuoi tu), comprese piazze che la A l'hanno vista 3 volte nella storia del campionato.
Sul post in generale valgono quanto detto per Buffa (se vuoi stare in quel mondo non devi rompere le palle o essere troppo originale) e le immortali parole del vate: prostituzione intellettuale.
Dominique
la seconda che hai detto
Post da applaudire dalla prima all'ultima parola. Sulla domanda finale, la logica direbbe la seconda, ma siccome siamo in Italia ed i giornalisti in genere o non sono niente o sono commercianti (a sky di sicuro), probabilmente la risposta giusta è la prima.
il grande pubblico di (città a caso) merita (la serie A/lo Scudetto/l'Europa)è uno di quei clichè che fanno parte della recità di ogni opinionista clcistico moderno. Ricorda molto l'"I love pizza and italian girls" del divo straniero che passa in Italia solo per la promozione del film/disco
"Ricorda molto l'"I love pizza and italian girls" del divo straniero che passa in Italia solo per la promozione del film/disco"
un po' come i mandriani in Argentina......:-D (Oddio quante ne sono state tirate fuori negli ultimi due giorni, una fucina infinita... ;-))) )
Lasciano parlare Aurelio "sono nel cinema da quarant'anni" de logorrentiis per evitare la solita piazzata triviale con susseguente fuga polemica sulla gru del cameraman.
@Dominique
Clap clap, ma è peggio la logorrea o la gonorrea?
Italo
applausi a Dominique.
come sempre, peraltro.
sul quesito finale: secondo me ormai la risposta giusta è la seconda.
una di quelle più in voga ultimamente sui giornali e le tv di regime(tto)è:
"il calcio italiano ha bisogno di una grande Xxxxx"
Aggiungerei che capisco i bacini d'utenza ma a SKY dovrebbero smettere di far finta che siamo tutti tifosi del Napoli... e de laurentiis si lamenta pure x lo spazio riservatogli? mah...
bravo Dominique!
Nel merito son d'accordo, gli escono di quelle super cazzole incomprensibili ad Aurelio che credo non lo interrompano per paura di dover entrare nel merito. Di fatto però sto qua sembrerà pure una macchietta ma alle parole fa seguire spesso i fatti. Mazzarri è ancora lì anche se voleva salpare verso Inter o Roma. Hamsik e Raiola ci hanno provato ma son stati zittiti. Servivano due centrocampisti e sono arrivati davvero.
Ivan.Fab
la coppia mazzarri DL è quanto di più antipatico ci possa essere in serie A, ma hanno mostrato di saperci fare.
@ Ivan
Mazzarri è ancora lì solo perchè alla Juve è prevalsa la fazione Conte, per cui il livornese che avveva mandato a quel paese De Laurentiis si è dovuto rimangiare la parola.
Stesso discorso per Hamsik, con il milan che al momento di cacciare fuori i soldi si è tirato indietro per ordine presidenziale. De laurentiis i soldi della cessione di hamsik li aveva già tirati fuori per sostituirlo. Vedremo l'anno prossimo con tutte le spese che ha fatto e i pochissimi soldi incassati, cosa farà.
ps: che poi un unico vero grande colpo lo ha fatto effettivamente, mandare via Donadoni e prendere Mazzarri, antipatico ma bravo come pochi.
hai ragione, jeffbuckley... il Napoli viene spacciato come "necessità" (e non dimenticare il "grande calore e l'immensa passione che solo il meraviglioso pubblico del San Paolo possono dare"). quando sento parlare di "riscossa del sud" mi viene da vomitare. Quando da sud vengono questi discorsi, c'è da vergognarsene
Pierfrancesco, pensa che proprio al sud discorsi del genere "il calcio italiano ha bisogno del Napoli, del Palermo, della Scafatese..." provocano l'orticaria...secondo me l'immagine di Napoli in certe zone d'Italia è simile a quella di Addis Abeba anni 30, colonizzata, piena di sole e di gente festante che ti accoglie a mò di salvatore...ecco perché le cose non cambieranno mai qui da noi: folklore ieri, folklore oggi.
Ah, a DL che ciancia di lega europea qualcuno dovrebbe far notare (e Dominique lo fa) che col famoso bacino d'utenza a suo favore il Napoli ha per un decennio circa vivacchiato tra medio-bassa serie a, serie b (faticando) e serie c...
E' sempre la solita storia: il giornalismo sportivo é formato da "bravi" giornalisti che scrivono, dicono e fanno dire ai protagonisti del circo quello che i tifosi vogliono ascoltare. I tifosi vogliono belle notizie, se la squadra vince vogliono che venga esaltata, se perde vogliono sentirsi dire che comunque c'é movimento e che i tempi bui stanno per finire. E' la moderna visione del "panem et circenses" dell'Antica Roma. E Berlusconi, che ha applicato il metodo nelle cose serie, è il politico vincente (o, perlomeno, quello che é riuscito ad ottenere il suo scopo: tenere a galla le sue aziende anche quando non era al Governo) da più di tre lustri. Sky, facendo la guerra 8o, perlomeno, assegnando al Napoli tempi e modi adeguati) si giocherebbe probabilmente le migliaia di abbonamenti di gente che magari rinuncia al secondo a tavola e a comprare matite e pennarelli per la scuola dei figli per parabola e decoder, che ritiene più utili della scuola per educare i medesimi. L'informazione, poi, é un'altra cosa, ed infatti noi, che viviamo su frequenze diverse, ce la andiamo a cercare da altre parti.
Al di là del folklore e dei pregiudizi su Napoli, le immagini di domenica sera su Raitre a Presa Diretta mi hanno fatto vedere cose che con il folklore poco avevano a che fare. Riguardo a ciò che scrivevo ho visto con i miei occhi durante gli sgomberi per morosità (a Milano, per essere precisi) di alcuni appartamenti di case popolari Home Teather del costo di qualche migliaio di euro, tanto per chiarire quali erano le priorità delle famiglie interessate.
silvano, mio padre è stato in polizia stradale dal '50 al '70, poi impiegato in una compagnia di assicurazioni. mamma casalinga, nonno in famiglia con pensione di vigile urbano dell'anteguerra (capirai), io figlio unico.
mai stati ricchi ovviamente ma non ci è mai mancato niente, mio padre ha potuto comprare perfino la casa (popolare) e abbiamo sempre fatto un bel mesetto di vacanze (anche se in posti proletari...).
Ora, io non voglio certo negare che negli ultimi due decenni il mitico "potere d'acquisto" degli italiani sia calato, nè che oggi ci sia una crisi di offerta di lavoro etc... però vedo mio nipote e i figli degli amici che fino ai 10 anni sono sommersi da regali di ogni tipo (e non il fortino con i soldatini o le macchinine come ai miei tempi, ma playstation, wii, computerini di ogni tipo, macchinine o moto elettriche (ai miei tempi erano a pedali...). dopo i 10 anni cominciano i cellulari, la danza, il nuoto e gli abiti firmati. in vacanza ormai si va in tutto il mondo con "poco" ma anche andando a sharm una famiglia di 4 persone spende un bel 3.000 euro (per una settimana, peraltro... poi si va comunque in altri posti). ovvio che ci sia chi non ha nemmeno l'indispensabile ma per tanti la crisi vuol dire rinuncia al superfluo..
Definizione di un carissimo amico, abbonato napoletano: "De Laurentiis? Nu guapp 'e cartone". Che, mi dicono, da quelle parti è una sentenza di cialtroneria conclamata...
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