Cesso a chi?

di Stefano Olivari
Il basket NBA è un cesso? Dopo un Europeo bellissimo e intenso come quello appena terminato, era inevitabile che i talebani del basket FIBA rimettessero fuori la testa e facessero propria la famosa frase di Carlo Recalcati, riproponendola in termini aulici e mascherandola dietro analisi tecniche a volte fondate.
Magari sull'onda dell'emozione per l'impresa della Macedonia, per un alto-basso fra i Gasol o per un attacco alla zona ben fatto (o anche semplicemente per la zona, che è tornata ad essere qualcosa in più di una variante tattica buona per pochi minuti). E quindi? Dipende da quale NBA si prende in considerazione. Quella dei playoff con intensità selvaggia o quella della stagione regolare dove si giocano sul serio i primi 6 minuti e soprattutto gli ultimi 12? Quella delle squadre che almeno nel medio periodo puntano all'anello o quella di chi è in eterna ristrutturazione con giocatori che pensano solo alle statistiche? E dipende anche da quale FIBA, inserendo arbitrariamente nel mondo FIBA anche l'ULEB (cioè l'Eurolega, in pratica). Quella dei campionati squilibrati, dove un giocatore della squadra più forte può guadagnare quanto i 12 dell'avversaria di giornata oppure quella delle corazzate che in Eurolega si devono necessariamente eliminare dai quarti in poi? Quella delle nazionali che si giocano alla morte anche un sesto posto che vuol dire possibile Olimpiade o quella delle serie A con rose che cambiano ogni due settimane e dove tutto è provvisorio? Come accade in ambiti più seri del basket, che in questo momento non ci vengono in mente, a seconda del proprio pregiudizio si possono scegliere i termini di paragone adatti. E' molto più facile invece giudicare i singoli giocatori NBA calati in un contesto dove la vittoria è tutto. Chi è protagonista nel massimo torneo mondiale lo è anche in Europa, anche senza essere Pau Gasol, Tony Parker (basti pensare a Kirilenko o addirittura a Bargnani, uomo-franchigia dei Raptors e non a caso unico azzurro a semi-salvarsi) o Dirk Nowitzki, chi è un comprimario importante si accende e si spegne (Batum su tutti, ma anche Gallinari, Noah, Ibaka, Dragic), chi nella NBA è un gregario non fa fare salti di qualità nemmeno in un contesto meno fisico. Conclusione democristiana? No. A noi personalmente piace mediamente di più il basket FIBA, pur ammettendo che dei primi cento giocatori del mondo novanta giocano nella NBA.


Stefano Olivari
(20 settembre 2011)

8 commenti:

Poli ha detto...

Direttore però dire che Noah ha acceso e spento mi pare sinceramente ingeneroso.
Per me è l'elemento che ha dato quella stabilità fondamentale alla Francia, stabilità ed equilibrio che era sempre mancata nelle competizione precedenti. Noah ha il pregio di conoscere benissimo i propri pregi e i propri difetti soprattutto e di giocare di conseguenza.

Sul resto dell'articolo e sul messaggio che passa assolutamente d'accordo. C'è ancora un punto secondo me da sottolineare ovvero il fatto che anche lo sviluppo tecnico dei giocatori dipende dal contesto tecnico ed organizzativo nel quale i giocatori FIBA si calano. Continuo a pensare che Bargnani in un altro contesto avrebbesviluppato di + il suo talento...

Poi infine personalmente la NBA mi annoia ogni anno sempre un pochino di +, spero che dal lock out esca un torneo in cui sia possibile costruire squadre e non più solo l'insieme superstar + mezza star + specialisti (+ o - dotati)

Andrea87 ha detto...

io aborro il basket FIBA quando si trasforma in tiro al piccione con 30 e passa tentativi pesanti (ma che con le distanze NBA sarebbero appena "long 2" di specialisti del piazzato).
E onestamente quando in finale ho visto anche i fratelloni Gasol provare la tripla (con Marc che l'ha anche messa nonostante l'equilibrio precario) la voglia di spegnere tutto mi è venuta e pure bella forte!

marcopress ha detto...

E però se a quei 90, in quel contesto, si consente 90 su 100 di fare passi trasformando il basket in pallamano, parliamo di uno sport diverso.

transumante ha detto...

tutto perfetto

cydella ha detto...

Se i migliori giocano in NBA un motivo ci sarà...

Stefano Olivari ha detto...

@Poli: Noah ha disputato un buon europeo, non ha preteso di essere quella stella che non è. Intelligente nel capire i suoi limiti (al polo opposto Shved). Di Collet ho letto solo cattive cose, ma è stato bravo non creare fratture tecniche fra i giocatori NBA e gli altri (e infatti cose decisive hanno fatto De Colo e Traoré). @Andrea: il tiro al piccione è figlio anche delle aree piene (quindi dell'assenza dei tre secondi difensivi) e dell'inconsietenza di tanti allenatori che trovano più facile affidarsi al pick and roll che insegnare (in cinque lingue diverse è del resto impossibile), comunque se ne vede meno nelle nazionali che in un club di media Eurolega...

Anonimo ha detto...

a proposito di NBAers, ma nessuno dice nulla della nuova squadra messa su a Milano con ultimo arrivato il Gallo? a me sembra faccia paura, per la prima volta da molti anni.
Se poi a Sabatini riesce il noleggio di Bryant per 4 partite a 2,5 mln di Euro, beh per almeno un mese avremo gli stadi pieni. Contento lui (cioè Sabatini) contenti tutti...

Simone ha detto...

Bel pezzo.

Ho delle idee piuttosto originali sulla Fiba ma penso di essere abbastanza isolato...
Euro 2011 è stata una manifestazione di alto livello.
Però non comprendo l'epica dei McCaleeb;l'Mvp della manifestazione al servizio di una squadra commovente.
Ai tempi del Partizan penso che,per lui,la macedonia fosse la portata tra il secondo e il caffè.
Qualcuno mi spiega il senso di tutto ciò?
Poi è logico che i giochetti sono i soliti:passaporti che si materializzano nelle mani dei procuratori,un bel contratto sottobanco e i bavaresi che benedicono tutto.
Invece che mettere assieme tutte le componenti del mondo basket e,vivaddio,vergare un regolamento universale che attendiamo da più di mezzo secolo.
Per me,riprendendo il più grande giocatore del decennio appena passato,"Fiba sucks."
La pallacanestro moderna è rappresentata dall'Nba e dall'Uleb.
Poi c'è l'Ncaa.
Quelli di Monaco sono solo parassiti.

@Poli:sono d'accordo.
Pensa a Gasolino.
E' cresciuto esponenzialmente dopo un paio di anni a Memphis.
Perchè si è allenato con Cicciobello Randolph,uno dei due migliori giocatori di post dell'universo.
L'altro,naturalmente,è il fratello.

@Andrea.Smedile:anch'io,alla tripla ignorante di Marc,ho avuto lo stesso pensiero.

@Marcopress:dovrebbero riproporre,per tutto lo scibile della palla a spicchi,il regolamento tecnico di Sternville ma con l'applicazione Uleb.
Il guaio oggi è che da una parte c'è la pallamano,dall'altra la pallanuoto.

@Cydella:"Money and pussy!"

@Stefano Olivari:tutte le squadre europee sviluppano il pick and roll meglio dei Pianigianos.
Il che,avendo Belinelli e soprattutto Bargnani,non depone a favore del lavoro tattico di Team Edison.