No Kobe

di Oscar Eleni
I veri competenti, i palazzetti per Bryant, la messa funebre di Bologna, il sesto consecutivo di Siena, e il palcoscenico di LaSette. Voti a Scavolini, Meneghin, Giuliani, Pianigiani, Trinchieri, Pozzecco, Petrucci e Renzi.


 

Oscar Eleni dall’isola di Cuba, molto lontano da Guantanamo, nella provincia di Cinfuegos, alla ricerca dello scorpione a spicchi, molto meno famoso di quello azzurro anticancro, ma comunque in possesso di un veleno che possa guarrici dalla malattia che ci portiamo dietro dopo aver letto l’editoriale del direttore di SB sul caso Sabamamba: chi non vuole vedere Bryant in Italia per 40 giorni non è un vero appassionato di basket (accidenti a questa vita miracolata dedicata ad uno sport che, come diceva il mio vecchio direttore in Gazzetta, ci avrebbe rovinato la vita). Magari un tifoso, anche fedelissimo (esserci o non esserci in questa preziosa categoria?), forse persino un purista (ah sì, prendendo spunto dall’alto, si accusa di moralismo purista l’incauto giocatore che chiede di vedere le carte in tavola), ma appassionato del gioco no. Bella sberla caro Limardi, sarà perché da piccolo quando ero obbligato ad andare al circo amavo i pagliacci, pagati per far ridere, ammiravo gli acrobati, pagati per fare salti mortali senza rete, ma non sopportavo le foche ammaestrate, gli elefanti ballerini, messi alla catena per imparare il gioco che faceva ricchi i loro padroni.
Punti di vista. Ma finalmente c’è chiarezza in città davanti a questi nuovi sceriffi che ci vorrebbero obbligare a bruciare i libri anrtichi, a prendere a calci etica e buon senso, ad inginocchiarci davanti alla superba operazione mediatica e costo quasi zero se non ci sarà un cammello da vedere, naturalmente per colpa di altri: prima erano le società dalla mente piccola che non capivano, poi, convinte quelle, obtorto collo, si potrà scrivere obtorto collo?, i no Kobe sono stati individuati nel piccolo mondo antico che si ribella al costo maggiorato dello “spettacolo” per vedere esibizioni, accidenti se c’era una grande folla davanti ad un negozio dove il Mamba pubblicizzava le stesse scarpe già magnificate in Cina, in Turchia, in tutti i posti dove era possibile sorridere per cento dollari al secondo, figurarsi nei palazzi (non “etti” che guasta l’immagine, anche se la realtà è quella) dove poteva essere esibito con le scarpe giuste, la maglia e le mutande di un glorioso sponsor di una gloriosa società italiana, poi l’ostacolo è diventata la vera NBA quella che piace ai ragazzi anche in stagione regolare, ma che non convince tutti quelli che rimandano l’appuntamento con la solfa tranqullante e un po’ buffa ai giorni di riposo, aspettando il reality show dei playoff, cosa che non si può dire dei campionati nazionali giocati in Europa anche se hanno l’epilogo decisivo nelle partite fai o muori mutuate dalla tradizione statunitense.
Liberati dal peso di dover dimostrare, d’ora in poi, di amare il gioco, di essere davvero appassionati, ci portiamo sulla banchisa dove dormono gli orsi impopolari, aspettando di ricevere dal prossimo cargo postale altre lezioni togate da chi sa, da chi capisce, da chi è avanti e vede lontano. Per ora, dalla terra dove si produce l’acqua minerale più pura del mondo, la famosa Futiga giapponese, imbottigliata direttamente dall’iceberg che la regala, vi segnaliamo soltanto la messa funebre di una presentazione campionato sul viale desolato e sotto il salice piangente proprio come succede quando vuoi mettere in scena l’irlandese feroce di Beckett e ti metti ad aspettare Godot. Certo che è stato molto più bello inseguirsi dove tutto sembrava fermo in apparenza a noi incauti ed incolti e privati della licenza di amare quello che più ci piace, mentre a loro, quelli che amano davvero il gioco, tipo palla a me per un tiro, tipo palla a me per un altro tiro perché la stella è una e non ce ne sono milioni come diceva Lombardi al giovane Bonaga dopo avergli visto segnare due canestri imprevisti portandogli via la palla, quelli che sono davvero appassionati del loro basket lavagnato, sputato, pitturato, demenziato dal linguaggio di telecronisti nuovi che dovranno chiedere la licenza ai vecchi, dicevamo di lorsignori che sanno davvero tutto e ci hanno finalmente smascherato, gridano al mondo che tutto si muove. Alleluia brava gente che state in un dramma socio-sportivo dove a volte si ride, in altri casi si riflette, come vorrebbe obbligarci sempre nil Papa Parisini che ora è in campagna per la newsletter del risveglio ideologico, in un campo di grano dove, proprio come se fossimo a teatro o, meglio ancora, al circo, devi uscire per andare pisciare soltanto se fa buio e capisci.
Siamo stati benedetti dall’ avvenimento imminente che non accade mai. Due belle settimane piene dimenticando Pianigiani e la Lituania, dimenticando il mondo intorno a noi dove nell’isola del malcontento arbitrale si sono impegnati per avere subito un premio: sono loro i barbablu della stagione cha ammazzano tutte le mogli scelte volontariamente per poterne sposare poi altre che finiranno comunque in salamoia. Campionato che parte e previsione che arriva. Siena la numero uno visto che tutti, dagli sfidanti, cominciando dal Trinchieri super accessoriato di sorrisi e di facce truci, almeno fino a quando non ci sono le carte da mettere in tavola e los marones da verificare, parlano di 6 scudetti consecutivi. Errore o previsione? Certo bisogna aspettare che Andersen giochi davvero per capire, sulle promesse non ci stiamo. Cantù e Milano pronte alla sfida. Lo dicono, hanno i mezzi, ne avranno la facoltà? Non è tutto oro quello che luccica sulle tolde di comando, nella cambusa. Sui cannoni, poi, verificare se sparano davvero sul campo o soltanto nel bar dei competenti. Dietro un bel mare di presuntuosi ricercatori di sacralità nel campionato, nel progetto tecnico, con quella unica retrocessione vista dal cervello infranto dello scorpione blu.
Pagelle fatte dal giardino fumatori del Carlton bolognese dove è stato presentato il 90° campionato al colto e all’inclita, ai competenti e amanti del gioco e a quelli, come noi, che erano pronti ad ululare davanti al falso in bilancio tecnico, ma la sicurezza ci ha impedito di arrivare fino agli uomini di Telecom e de La7 che si erano presi il palcoscenico come se davvero il futuro fosse tutto nelle loro mani e nei loro rilevamenti d’ascolto. La Rai è stata nascosta bene, per lei la gloria arriverà nei playoff, ma certo qualcosa si doveva pur dire, anche se sappiamo bene che Franco Lauro ha il suo catodo speciale, volgarmente chiamato utero da prestazione, anche se nessuno ci ha detto perché dopo il flirt in campionato i ragazzi terribili del finto modesto Francicanava che è pronto ad ascoltare tutti, dando l’impressione di essere nel filmato Lega dove la musica a palla uccide ogni parola, ogni armonia, lasceranno entrare in camera per primi quelli della RAI. Pagelle, ostia, direbbe Grigoletti a cui mandiamo via cielo la reprimenda Limardi per fargli capire dove ci ha davvero lasciati soli, anche se il Campanuccio è in forma vendicativa e in città dovranno temerlo.
10 A Valter SCAVOLINI perché il suo entusiasmo, l’incanto che lo prende ogni volta che si avvicina ai ragazzi della Vitolibertas Pesaro, ci è sembrato davvero così distante dagli uomini sul palco nelle sale greche del Carlton.  
10 bis All’ASD Cantùbasket che il 10 ottobre presenterà alla Parini “ Una meravigliosa avventura” un docufilm fatto con amore in ricordo di Aldo Allievi e della sua slendida società e a questa serata vorremmo davvero che ci fossero oltre ai grandi della storia cantuchiana anche gli adorabili rivali. Presentarsi già mangiati.  
9 A Dino MENEGHIN per non aver accettato la pizza della riconciliazione da chi gli aveva tirato un bel calcio nei maroni. Attenti a Super Dino perché se lo fate diventare come era sul campo qualcuno ci lascerà i denti anche se lui in carriera si è rotto molto spesso. Lo scoprirete leggendo il libro Passi da gigante scritto da sua bulimia Flavio Vanetti.  
8 Al BUFFET della presentazione unico momento veramente creativo, a parte, si capisce, quello del primo atto della commedia Aspettando Godot Bryant.  
7 Ad Elio GIULIANI, addetto stampa Pesaro da 25 anni, una sola partita non vista in tutto questo cielo, perché la Scavolini Siviglia è stata l’unica a presentarsi con informazioni su giocatori e squadra per la prossima stagione, rimpinguando il povero sacchetto di Lega che forse è costato più del contenuto. Sapendo da tempo che il 9 sarebbe partito il campionato non si poteva dare di più in termini di comunicazione, di cifre, di storie? Ah, scusate. La critica non vale. Non capiamo. Non amiamo. E poi alla gente cosa importa se in conferenza stampa la stampa è l’ultima da servire.  
6 Alla REYER Venezia che non ha fatto una piega quando stavano per dimenticarsi di far salire sul palco l’allenatore per le banalità del caso. Erano belli carichi anche se nessuno di loro è riuscito a spiegare a quelli di Padova che li avrebbero ospitati gratis, forse pagandoli, perché sono andati a Treviso. Potere di Buzzavo che in lega non c‘era, ma forse c’era.  
5 A PIANIGIANI e TRINCHIERI per aver sofferto tanto in Supercoppa (veramente adesso è abbastanza grande, il trofeo da quando non c’è più la micrognosità di altre telefonie), un trofeo piccolo piccolo di cui si parlava, come dice la competenza che ama il gioco e aspetta l’ora di Kobe, soltanto nei bar del paese. Forse hanno avuto fortuna che in giro ci fosse l’olografia del Mamba così nessuno criticherà un Montepaschi sgranato e una Bennet incompleta per scelta azzardata.  
4 A Gianmarco POZZECCO voce gitana de LA7 se non lascia nella segreteria di Lega una lista di tutti quelli che vanno a Formentera con lui e Chiabotti. Ci serve per capire. Per non farci ingannare da un bel tiro.  
3 Al PETRUCCI che si è schierato di fianco a Meneghin soltanto quando la sua corte di giustizia lo aveva sgambettato da dietro.  
2 Agli ARBITRI che dopo aver voluto la bicicletta dell’autonomia si sono dimenticati di dover pedalare. Caro Zancanea cercare altrove e se in città arrivano sceriffi come Sahin tanto meglio e nessun rimpianto se restano legati davanti al test da non fare, compilare, certi brocchi visti in azione anche nell’estate grama.  
1 Al presidente della LEGA Renzi che dopo essersi fatto bello, annunciando che avrebbe portato in tribunale la FIP, si è meravigliato di non vedere nessun consigliere federale al Carlton. Purtroppo per lui erano stati avvisati che sarebbe stato indecorso esserci, anche quelli che già pensano soltanto alla campagna elettorale.  
0 Ai CRUDELI devastatori del futuro che ci hanno scritto per sapere se si stava meglio nella padella SKY o nella BRACE del digitale. Come dicono i saggi diamo tempo, aspettiamo prove. Chi non ama e non capisce vada a vedere l’hockey on line, o si rifugi sul tambubeach.

Oscar Eleni
(4 ottobre 2011)

3 commenti:

marcopress ha detto...

come purtroppo nove volte su dieci. eh????

GIORDANO ha detto...

Caro Oscar, come si fa a non volerti bene....
PS e la prima volta che ti ho visto sulle tribune del Palalido, dietro la panchina del Simmenthal, è stato proprio cinquant'anni fa, giusto in questi giorni....

giovanni ha detto...

pero' non capisco perche' Oscar prenda sempre come paragone negativo il tambeach. Sport da antologia che si gioca rigorosamente in speedo nelle sabbie della sicilia sudorientale (obbligatorio un folto pelo nel petto) e che non credo sia stato mai trasmesso in tv.