Profezia greca

di Simone Basso
Andiamo contro la funzione ludica della rete e stravolgiamo il mantra che la obbliga ad incagliarsi sul tempo presente. "Kynodontas", secondo film del regista ellenico Yorgos Lanthimos, è uscito (...) nel 2009. Fece sensazione soprattutto in patria in quanto colse l'attimo, drammatico, di quel paese. Fuggite a gambe levate se cercate novanta minuti di intrattenimento hollywoodiano. Uno dei pregi più visibili dell'opera è proprio l'apparente rifiuto della funzione, puramente estetica, del mezzo cinematografico. Perchè "Dogtooth", questo il titolo anglicizzato, destruttura ogni cosa.
A partire da quelle inquadrature fisse, teatrali, oscene nel senso più puro del termine, ovvero fuori scena (ob scenum).  Un lungometraggio nel quale i protagonisti rimangono privi di un nome, un'identità che è tale solamente nei ruoli che ricoprono. Un padre padrone, una madre moglie complice e tre figli, le cavie da laboratorio, un fratello e due sorelle, prigionieri inconsapevoli di una pantomima. E' pure indefinito lo scenario: potremmo ipotizzare, osservando gli oggetti, un'ambientazione nella prima metà degli anni Ottanta.
La trama non c'è, o meglio è un chiavistello per forzare l'inconscio dello spettatore. Dalla villa con giardino, sogno bagnato (e indotto) di intere generazioni, non sembra esserci via di fuga.
L'invenzione di un nemico spaventoso là fuori consolida le catene, le fortifica. Ecco allora che l'habitat, artificiale oltre l'immaginazione, diventa macchinazione: il non luogo dove la saliera è il telefono e la vagina una tastiera.
"Kynodontas", con la sua violenza primordiale, è un film sul linguaggio e il potere intrinseco, totalizzante, che esercita su di noi.
Che costruisce la forma mentis e decide lo sguardo e la visione dell'individuo sul mondo. Il linguaggio delitto perfetto, essendo ovunque, si rende invisibile.
La vicenda ha sullo sfondo un'esile, ma evidente, vena umoristica. Nerissima. Ci ha ricordato, in alcuni passi, le pagine più geniali di Goffredo Parise quando, ne "Il padrone", afferma che "...Il prototipo della famiglia ideale che (si) intende creare nel futuro: cioè il capolavoro della proprietà assoluta. Infatti le sole catene che non si possono spezzare sono quelle della specie..." E se tutto ciò fosse solo l'approdo, lo sbocco naturale, della civiltà tecnologica?
I dialoghi asettici, minimali, sono fondamentali nel colorare l'intreccio.
Le parole, la loro semantica, paiono infilate in una fantasmagoria, una scatola magica, illuminate parzialmente nel buio.
Il potere assoluto quindi non risiede nelle immagini, ma nel riuscire a veicolarle con il lessico giusto (gli ordini...) per connetterle, al meglio, nel meccanismo posto in essere, prima, con metodo. Un caso biologico che avrebbe appassionato pure Pasolini. Cancellare le prospettive anche visive, nel film il tormentone dell'aereo ne è l'emblema, riduce tutto a un universo di burattinai, corde e burattini.
E' la nostra cronaca collettiva, il cosiddetto sistema.
Chi arriva dall'esterno di quella casa, Christina, è l'unica ad avere un nome proprio.
Introduce un elemento scardinante, un germe, che rischia di compromettere la costruzione verosimile dei genitori carcerieri. Il batterio arriva tramite innocue videocassette: la finzione, attraverso i miti improbabili dei blockbuster, veicola la realtà o almeno un segmento di essa.
Non pensiamo sia un caso che un (capo) lavoro così sia stato partorito in Grecia
, l'epicentro europeo della crisi che sta mettendo in discussione, pesantemente, il modello socio economico occidentale. "Dogtooth", incatalogabile, molto probabilmente sfuggirà anche al controllo dei suoi creatori. Accade soprattutto per le opere, come questa, che contengono una profezia. Brutale, spietata, essenziale. Studio antropologico dell'umano o di ciò che ne rimane, definisce un'epoca fornendo un catalogo, un bestiario, della nostra modernità.

Simone Basso
(2 novembre 2011)

10 commenti:

zoleddu ha detto...

Filmone

consigliato agli amanti di Haneke

Simone vogliamo più recensioni!

chad palomino ha detto...

casualmente l'ho scaricato qualche giorno fa... ora scalerà un po' di posizioni nella griglia dei film in stand by :)

su mammutthone ha detto...

@ chad
potresti darmi il link per scaricarlo per piacere?? non riesco a trovare un torrent...

KBLondon ha detto...

Visto una sera tardi mentre stavo lavorando al computer, perche' mi faceva piacere sentire un po' di greco... e mi ha ipnotizato. Film incredibile e disgustoso. Non riuscivo a distaccarmi (e a lavorare). Pero' non e' un film che mi andrebbe di rivedere. Non ho trovato molti significati nascosti, piu' che pensare che erano un bunch of wierdos.

Simone ha detto...

@Zoleddu:recensire film è un mestiere insidioso,vedremo...
Si,Haneke e Pasolini(certe inquadrature sembrano quasi un omaggio)sono due riferimenti più o meno certi.
Di sicuro qualcuno ha già fatto opere simili a questa,ma è altrettanto certo che nessuno si era spinto così nelle viscere di questo evo.
Rimane comunque un lavoro con caratteristiche spiccatamente europee...

@Chad Palomino,Su Mammutthone,KBLondon:l'ho visto,la prima volta,un anno fa.
In lingua originale.
Quando,un mese e mezzo orsono,l'ho rivisto con i sottotitoli inglesi sono maturate le riflessioni condensate nell'articolo.

chad palomino ha detto...

@ su: lo avevo trovato da uno dei pusher di fiducia sui film, ovvero la paginetta di zibino, blog che un paio di settimane fa ha chiuso, per poi rinascere come bak11n.blogspot.com. il problema è che non so come ripescare i link.
comunque secondo me se cerchi su google "kynodontas megaupload" qualcosa trovi.

su mammutthone ha detto...

@ chad grazie

Anonimo ha detto...

@ su mammutthone:
lo trovi anche su isohunt

chad palomino ha detto...

sembra vi abbiano ascoltato:

http://bak11n.blogspot.com/2011/11/dogtooth-dvdrip-2011-subita.html

zoleddu ha detto...

da vedere in famiglia la notte della vigilia dopo il cenone..altro che Una poltrona per due!

il giorno prima invece per quei 2 o 3 che non lo hanno ancora visto su Italia 1 c'è il mitico Bad Santa con un Billy Bob Thorton spettacolare..