di Stefano Olivari
La chiusura di una libreria di solito ispira un buon temino da giornalista che rimpiange vaghissimi bei tempi, magari omettendo di scrivere che non entra in una libreria tradizionale da anni e che quel poco che legge (è pur sempre un giornalista, non ha tempo se non per le marchette) lo compra su Amazon e su altre librerie online. Leggendo la notizia dell'ennesima chiusura di un negozio, la libreria Largo Mahler, vicino all'Auditorium di Milano, sappiamo già cosa sia scattato nella mente di qualche coccodrillo: del resto ancora oggi nei banchi di molte scuole c'è il buco per il porta-inchiostro...
Però le parole del proprietario, Luca Santini, meritano un riflessione perché spiegano bene il meccanismo che sta facendo fallire quasi tutti i settori della nostra economia reale: ''Ora pochi librai indipendenti sopravvivono tra
tante difficoltà, in un mercato del libro in mano alle grandi catene (di
proprietà delle grandi case editrici, che sono proprietarie anche di molti
canali distributivi, anomalia del nostro paese), della grande distribuzione,
delle vendite on-line, dei supermercati del libro. Che i libri entrino
sempre in più case e che quindi si legga di più è sicuramente un bene, ma
quanta omologazione culturale dovremo sopportare ancora. Le grandi librerie, e soprattutto la vendita on-line stanno uccidendo noi e
molte altre librerie di quartiere semiperiferico''.
Punto primo, a nostro avviso: come ha sottolineato il libraio, non è vero che in Italia si leggano meno libri rispetto a qualche anno fa, anzi è vero proprio il contrario e soprattutto fra i giovani. Il web tutto agggratis ha sta ammazzando i giornali, ma con tutto che amiamo il nostro Kindle il libro di carta è più comodo e in definitiva offre una experience (per usare il cialtronese di chi vorrebbe venderti la sua tavoletta) inimitabile. Chissenefrega se posso portarmi in giro millecinquecento libri, quando ne leggo uno alla volta?
Punto secondo: il web, proprio per i meccanismi citati da Santini (le grandi case editrici sono proprietarie di vari anelli della catena distributiva e spesso, come Feltrinelli e Mondadori, direttamente dei punti vendita), mette sullo stesso piano Indiscreto e Gallimard, Piripicchio e Simon & Schuster. Grazie alla vituperata Amazon e alle altre librerie online si parte tutti da zero a zero. Nei negozi fisici questo non accade, anzi nei negozi spesso non ci arrivi proprio se non grazie a un distributore che si sbatte o a un titolo fortissimo.
Punto terzo: quante volte un libraio, o meglio un commesso di libreria, ha saputo interpretare e soddisfare una vostra curiosità al di là del verificare su un computer la disponibilità di un libro? Ne abbiamo conosciuti di bravissimi, ma senza che questa fosse proprio la regola. Conclusione? Entrare in libreria ha ancora un senso, ma meno di una volta. E un libro si può comprare e leggere in modi diversi, senza che per forza uno di questi diventi dominante.
Twitter @StefanoOlivari
24 commenti:
Il problema e' che il risparmio del libro acquistato su Amazon non e' propriamente una sciocchezza, soprattutto per quanto riguarda i libri usati. Se la differenza fosse di 3-4 euro capirei, ma a volte un libro che costa 20-25 euro in libreria si puo' trovare usato a 4 euro su amazon, ed ecco che col risparmio salta fuori una pizza + birra con gli amici...e con gli smartphone si puo' controllare in tempo reale quanto costerebbe il libro su amazon..
Sul piano del prezzo e della comodità non c'è partita. Possiamo rimpiangere i vecchi tempi (io sono un professionista del genere), ma perché il lettore dovrebbe andare contro i propri interessi? I piccoli negozi possono essere salvati solo da poltiche dirigiste, che spesso hanno un loro fondamento perché un quartiere senza vita è inaccettabile, ma se la mettiamo sul piano dei numeri la situazione è questa.
Io mi trovo meglio nelle piccole librerie, perlomeno quando si tratta di scovare qualche volume interessante e poco mainstream. Non tanto per l'aiuto che posso avere dai commessi quanto per un ambiente che sento meno dispersivo. Sull'acquisto online credo che (come avviene ad esempio con gli elettrodomestici) in diversi vadano nel punto vendita fisico per farsi un'idea e poi ordinare su Internet dove i prezzi sono spesso molto più bassi.
Oppure specializzarsi su una cosa e diventare un punto di riferimento dei lettori di quella cosa. Avere la piccola libreria con i best-sellers a prezzo pieno è un suicidio. Questo discorso puo essere mutuato ad n segmenti del mercato, dall'alimentare all'hitech, all'abbigliamento. Anche per fare il bottegaio oggi bisogna avere una preparazione. Da un punto di vista è una buona cosa, dall'altra ti da l'idea che nasciamo per lavorare e cercare di essere più bravi di qualcun altro.
le grandi catene sono nelle mani di pochi che arricchiscono e danno stipendi da fame ai dipendenti. Io preferisco tanti piccoli proprietari di librerie che guadagnino "bene"; é il principio del "distribuizionismo" di Chesterton e Belloc e cerco di rispettarlo, anche spendendo qualcosa in più.
Grazie
Punto primo: è una cosa che i venditori faticano a capire. Come quelle pay-tv che cercano di conquistarti dandoti 3 canali in più: faccio fatica a vedere già quelli che ho, non hai capito che devi abbassarmi il prezzo invece di aggiungere merce?!...
Punto secondo: esatto, tanto per ribaltare i meccanismi degli elettrodomestici citati da Delmo, a me capitava di cercare nelle librerie titoli di cui avevo letto sul web e che se fossi solamente passato in libreria non li avrei mai notati...
Punto terzo: è quello che succede in tutte le vendite italiane, sia le grandi catene che i negozietti, e in tutti i settori: quante volte v'è capitato di sentirvi dire da un commesso "se non è lì, non c'è..."?!...
"Io mi trovo meglio nelle piccole librerie, perlomeno quando si tratta di scovare qualche volume interessante e poco mainstream"
Il problema è che i piccoli negozi hanno cominciato a suicidarsi quando han cominciato a rincorrere proprio il mainstream: in via Vincenzo Monti a Milan c'è un appassionato negoziante di dischi specializzato in jazz: da lui trovi titoli che altrove fatichi a trovare e i clienti lo premiano. Quando vedo negozi che hanno in vetrina il cd di Keith Jarret e in più mi costra 2 euro in più rispetto a Virgin o Messaggerie (perchè "un negozio ha più spese della grande distribuzione") mi chiedo chi sia il cretino...
"Oppure specializzarsi su una cosa e diventare un punto di riferimento dei lettori di quella cosa. Avere la piccola libreria con i best-sellers a prezzo pieno è un suicidio."
Straquoto, succede anche con le bici: telaio commerciale molto di moda, in vendita in negozio a 50€ in più perchè il negozio è in una zona figa con spese alte. Che senso ha?!
L'altro giorno ho scoperto invece un negozio in periferia che vendeva una coppia di mozzi a 20€ in meno rispetto a tutti gli altri negozi di Milano: mezz'ora di bici per arrivarci, ma che me frega?!...
O mi attiri col prezzo oppure con l'originalità dell'articolo, altrimenti ciao.
Poi non è che io non voglia esser solidale coi piccoli negozianti, ci mancherebbe, intristisce anche me un mondo che per il sistema in atto in cui "le grandi case editrici sono proprietarie di vari anelli della catena distributiva e spesso direttamente dei punti vendita" sta uccidendo la classe media dal punto di vista economico-sociale: muoiono commercianti, lavoratori autonomi e artigiani, in futuro ci saranno solo imprenditori arricchiti e commessi sfruttati....
Per me le librerie hanno senso solo perché puoi leggere qualche parte del libro per capire se ti piace,per il resto quoto Dane.
Sulla grande distribuzione bisogna sempre diffidare dei consigli dei commessi.Io sono fotografo amatoriale ma non sprovveduto ed ogni tanto per divertirmi chiedo qualche consiglio ai commessi dei vari megastore,vi assicuro che c'è divertirsi....
Arthur, io faccio lo stesso con telecamere e biciclette.....una volta su un forum di bici abbiamo fatto appunto una raccolta delle risposte di commessi e negozianti, c'era da farsi lacrimare gli occhi dal ridere... :-D
Amazon offre disponibilità di titoli altrimenti spesso irreperibili.
Lo conferma un'intervista sul Tempo. "Il 90% delle nostre vendite di libri è fatta di titoli di cui vendiamo meno di venti copie. Ciò vuol dire che su Amazon non si acquistano tanto i best seller, quanto piuttosto i titoli che non si trovano altrove" (Michael Angioni, Country Manager di Amazon Italia).
L'ultima volta che sono entrato in libreria, proprio una di quelle piccole, mi hanno fatto una confezione regalo con la carta da pacchi e senza neppure un nastro colorato.
@dane proprio oggi su un forum di fotografia un ragazzo ha scritto che ha chiesto ad un commesso informazioni sulle nuove sony con il nuovo mirino elettronico (motivo per cui molti non le amano) e la tipa per sconsigliarla ha detto che nel mirino ottico delle altre fotocamere ci sono più informazioni.In realtà ,come saprai visto che sei esperto di video,uno dei vantaggi del mirino elettronico rispetto a quello ottico è quello che ci sono molte più informazioni....
Ah ah ah!!!... :-DDD
Questa me la riciclo Arthur!... :-P
@dane http://www.minoltasonyclub.it/cms/forum/viewtopic.php?t=37208
;)
Però il libraio sa spesso consigliarti al meglio perché solitamente è un appassionato lettore e perchè conosce bene i gusti dei clienti più fedeli. Né Amazon né un Feltrinelli possono garantire lo stesso.
beh ataru, a dir la verità Amazon ha tutta la storia dei miei acquisti e anche dei libri che ho solo guardato...ogni volta che entro mi snocciola davanti decine di titoli che rispecchiano esattamente i miei gusti.
Riguardo ai costi, il risparmio poi è notevolissimo, soprattutto se compri da siti tipo Book Depository (UK) dove non ti fanno pagare la spedizione.
@Ataru: ti invidio un pochino, poichè personalmente non sono ancora riuscito a trovare una libreria in cui il libraio non si limitasse al freddo "non abbiamo dobbiamo ordinarlo".
Nessuno ha mai provato invece a scambiare con me due chiacchiere, figuriamoci all'arrivare al fatidico "il libro X non l'abbiamo, ma sai che l'Y potrebbe ugualmente interessarti?".
Mai, niente di niente, che si vada alla Feltrinelli (dove onestamente le due chiacchiere non è che me le aspetti) o nelle piccole librerie, che dovrebbero invece puntare molto su questo tipo di fidelizzazione (scoprire un libro grazie ad un consiglio "mirato" varrebbe più di qualsiasi carta sconto Feltrinelli per me). Insomma, provateci almeno...
Per carità, di librerie "amiche" anche ce ne saranno, ma nella mia vita di lettore non ho mai avuto il piacere di vedere un libraio TENTARE un approccio di questo genere... tutti a smanettare sul pc per capire unicamente se il libro sia o non sia disponibile (chicca: una volta una libraia anzichè "Ezra Pound" digitò "Paund", convinta che si scrivesse così).
Senza contare, punto secondo,
che le piccole libreria hanno solitamente difficoltà nel trovare libri in lingue straniere (che non si possono ordinare, e se si possono ordinare devi attendere il prossimo Giubleo perchè arrivino). Con Amazon invece il processo è terribilmente rapido; non avrai il consiglio del libraio ma di altri N utenti che hanno letto il libro e possono indirizzarti.
Spenderò sempre qualche manciata di euro in più (nei limiti del possibile, ovvio) ad un commerciante (libri ma non solo) che mi garantisca un servizio "aggiuntivo" rispetto alle Grandi Marche, ma se ti comporti come una Grande Marca senza avere nè la convenienza nè la consulenza...adieu...
Il supporto, la fisicita´, sono morti, o meglio ormai disgiunti dal contenuto. Io vado in libreria per toccare i libri e sporcarli col muffin al cioccolato. Se regalo un libro regalo un bel pezzo di carta, prima ancora di una storia.
Le librerie devono trasformarsi in ritrovi dove passare un bel pomeriggio e bersi un caffe´.
Dal punto di vista dell'efficienza economica e della convenienza spicciola per il lettore siamo tutti d'accordo, secondo me il vero argomento a favore della piccola distribuzione (vale anche per fruttivendoli, panettieri, eccetera) è che un quartiere solo di abitazioni e uffici, con un centro commerciale a raggruppare tutto, è spaventoso...non si può imporre per decreto di comprare Grisham a prezzo pieno nel negozietto sotto casa, ma con sgravi fiscali e incentivi di vario tipo si può almeno limitare la desertificazione...
@Peo, vivendo in una piccola città (Matera) con la Feltrinelli più vicina a 70 km le 2 librerie che frequento più regolarmente mi conoscono sin da quando andavo al liceo, mi rendo anche conto che il piccolo centro ha una realtà ben diversa rispetto ad una città medio-grande.
@Stefano, in realtà per legge si è già provveduto a imporre un tetto allo sconto massimo applicabile.
Tra il 10% che il mio libraio già mi offre e il 15% di Amazon (Lussemburgo, non dimentichiamolo) non è che ci sia una così grande differenza.
Purtroppo ci mette meno tempo Amazon a consegnarmi il libro che la piccola libreria a far arrivare un testo non disponibile.
Argomento interessante. Mi ritrovo in molti vostri post (in particolare di Dane e Peo). Io sono uno sportivo abbastanza vorace e quando mi approccio a negozi della grande distribuzione per acquistare materiale tecnico assisto a scenette imbarazzanti se non umilianti per i poveri commessi.
Alla lettura ed al commercio dei libri si applica un po’ lo stesso principio che ha già interessato, rivoluzionandoli, molti altri settori. La concentrazione della distribuzione è stato il primo passo, internet il secondo (passi che, per esempio interessano anche settori apparentemente estranei come l’abbigliamento, dato il successo del sito tedesco Zalando). In più, nei libri ce n’è un terzo: l’estinzione del supporto fisico. Scompaiono le piccole librerie come scompaiono i negozi di dischi. È un processo quasi inesorabile.
L’unica alternativa (come fate notare nei post) è l’alta specializzazione e la professionalità del negoziante. Se in una piccola libreria di quartiere si trovano testi particolari, libri usati, proprietari appassionati e preparati, allora vale sempre la pena. Altrimenti resta una valutazione economica e, in tal caso, viva Amazon tutta la vita.
Peraltro, su Internet si reperiscono forum con commenti di persone che i libri li hanno letti (magari anche semplici, da lettori della “sera prima di addormentarsi”) e ci si può fare un’idea abbastanza dettagliata di quali testi non-mainstream potrebbero interessarci. Anche su questo piano, per il negoziante è difficile competere: pensare che ce ne sia uno che ha letto tutti i libri che ha è un’utopia.
Andrea F
@Transumante: straquoto, io ad esempio adoravo la Mondadori di via Marghera perchè aveva i divani su cui leggere. Andavo lì, mi leggevo il libro, a volte anche a rate diluito nei giorni, e poi lo compravo dopo che lo avevo già finito solo per non essere un ladro.
A volte capitava l'occasione di scambiare due chiacchiere con un altro avventore e ci si confrontava, così come capita nei negozi di bici dove l'80% delle volte che passo è solo per chiacchierare (col negoziante, coi clienti o con altri "chiacchieroni") senza fare acquisti direttamente.
E' una cosa frequente nei negozi di bici, che diventano una sorta di club, e in questo senso (e per evitare la desertificazione citata dal Direttore) il negozio fisico può ancora avere un senso...
@Ataru: ma guarda che il discorso del piccolo centro è in realtà assolutamente riproponibile anche nelle grandi città, perchè ogni quartiere in realtà è un piccolo centro e ne ripropone le dinamiche...
La legge porcata antiamazon doveva difendere le piccole librerie in realtà difendeva le lehman brohers nostrane . Grazie ad eroi come quell'idiota del pd hanno portato lo sconto al 15%, n questa maniera chi ha canali propri di distrubuzione feltrinelli e mondadori ad esempio ha un 15% di guadagno ipotetico in piu' .
In realtà chi segue determinati filoni è costretto a comprarsi libri in inglese visto che in italia vengono pubblicati libri in base a mode ed in maniera alluvionale.
Poi ci sarebbero i famosi casi umani ( o editoriali)/ familiaristi ecc.
Le piccole librerie spariscono perchè hanno ridotto il catalogo proprio e tengono solo libri che gli altri vendono a prezzi ribassati.
Baccio
@Dane: Black Saints è un caso di scuola :-) Purtroppo esistono anche casi in cui, ahimè, non funziona, vedi la defunta Libreria del Giallo. Magari anche per altri motivi eh...
stefano se chiuderanno le librerie perché i libri si compreranno solo online aprirà altro: vicino casa mia ha aperto un negozio che fa stampe di grandi dimensioni su commissione, una figata visto che puoi farti il poster che vuoi della dimensione che ti pare. anche 100 anni fa hanno iniziato a chiudere le botteghe di fabbri che ferravano i cavalli, ma al loro posto hanno aperto N negozi legati alle automobili!
Sull'argomento in questione, ho la stessa impressione degli altri: la libreria sotto casa deve offrirmi un servizio diverso, tanto quanto il negozio di cd (ne compro ancora, e a MI avevo il mio negoziante di fiducia che me li riprendeva pure indietro se non mi erano piaciuti!) o di dvd.
In generale cmq il ilbro direi che sta andando a morire: è antiecologico, occupa una marea di spazio e fa polvere. I cd ancora ancora hanno un senso, li posso passare in digitale velocemente e le mie tre centinaia occupano tre mensole, ma per ricominciare a leggere ho dovuto comprarmi il kindle...
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