Pellegatti non fa una grinza

di Giovanni Tarantino
C’è poco di calcistico e molto di televisivo nella rissa fisica e mediatica scatenatasi prima, durante e dopo Milan-Juventus. Anche il comportamento dei telecronisti viene messo sotto accusa. Il modo di fare telecronache probabilmente influenza gli spettatori. Nulla di nuovo. Basta fare il giro dei forum in cui si parla di calcio, per esempio, per trovare invettive contro la coppia di commentatori Sky, Fabio Caressa e Beppe Bergomi, tacciati ora di essere antijuventini, ora antimilanisti e così via all’infinito. Gran parte dell’utenza pallonara italiana trova il rimedio a una telecronaca ritenuta fintamente imparziale, con una telecronaca parziale, parzialissima.
Una telecronaca spudoratamente di parte, faziosa, che inveisca contro l’avversario. Che chiami i calciatori della nostra squadra con nomignoli, soprannomi, vezzeggiativi e a volte patetici e che entusiasmi il tifoso che è in noi appena la nostra squadra supera la metà campo. Che scateni la stessa nostra rabbia al fuorigioco non fischiato. Che esulti, in un infinito «gooool». Questo è quello che vogliono molti tifosi italiani, questo è quello che gli offrono Sky e Mediaset premium grazie all’opzione del secondo commento.
Sabato sera a Carlo Pellegatti, decenni al seguito del Milan, voce rossonera su Mediaset, sono saltati i nervi. Per colpa di Antonio Conte, ritenuto il colpevole di quanto era accaduto in campo. Quello che a fine gara non aveva diritto di lamentarsi. Di cosa, poi, nell’ottica di un milanista? Nella logica della parti la visione delle cose di Pellegatti non fa una grinza. Pellegatti ha semplicemente detto quello che milioni di milanisti pensavano in quello stesso momento. Resta il fatto che l’ha detto in diretta tv, dove certi toni, pur se nell’ambito di una telecronaca di parte, restano comunque esagerati. Lo ha riconosciuto il diretto interessato con un comunicato di scuse all’indomani della gara. «Pensavo di essere fuori onda», ha detto il commentatore rossonero.
Quella dei commentatori di parte e «delle deliranti telecronache da tifoso è diventata una moda», ha rilevato Livio Balestri sul sito del Guerin Sportivo. Telecronache «che possono avere un qualche senso a livello di squadra locale, o sui vari Milan, Inter, Juve channel, che sono organi ufficiali dei club. Ma sono mortificanti se ascoltate su tv nazionali». Tra le telecronache di parte e non passa tutta la differenza tra chi è giornalista e chi non lo è. Erano fior di giornalisti sportivi Gianni Brera, secondo alcuni genoano di facciata per rendersi imparziale rispetto ai grandi club, come lo era Paolo Valenti, la cui fede viola si è saputa solo dopo la morte. Tra giornalista e tifoso c’era un rapporto di fiducia. «Era il lettore che andava verso il giornalista» ha sottolineato Balestri. Al limite, ma non è una novità, tenevano banco le contrapposizioni ideologiche forti, supportate da tesi. La polemica Nord/Sud, Brera contro Palumbo e Ghirelli. O la partigianeria di Giovanni Arpino – e anche in questo caso il rapporto controverso tra lui e Brera – cantore della Juventus, ma allo stesso tempo padrino di battesimo di Gianfelice Facchetti.
Al contrario di come funzionava ai tempi di Brera oggi la fa da padrone la figura del giornalista-tifoso. Il contesto generale è quello di una faziosità diffusa, contagiosa. Si ha il sospetto che di fronte a certi atteggiamenti la moviola in campo, il giudice di linea o chissà quale altra trovata servano a poco. Nel senso che se ognuno rimane convinto delle sue tesi anche di fronte alle evidenze il problema è di matrice culturale. È la natura stessa del tifo – in greco nebbia – che a volte ci fa vedere un pallone al di qua o al di là della linea. Senza tenere presente che un arbitro, o un guardalinee, sono chiamati a decidere in una frazione di secondo. Così, a seconda dei casi, quello stesso arbitro, può essere giudicato di parte, perché ha favorito la Juve per i milanisti, o al contrario il Milan per i bianconeri. Per paura di essere sfavoriti, per paura di essere vittima di un complotto. Il complottismo che, detto per inciso, ha a che fare col mondo del pallone già da decenni prima di Calciopoli.
Nel 1989 a Marino Bartoletti, all’epoca alla direzione del Guerin Sportivo, arrivarono decine di lettere che, nell’arco di poche settimane lo accusavano di faziosità verso diverse squadre. «Lei è juventino fino al midollo», «constato un’eccessiva sua simpatia per il Napoli», «lei appoggia sfacciatamente il Bologna», «il suo atteggiamento è innaturatamente filo-romanista», «sei un interista convinto». Queste lettere sono state raccolte dallo psicologo Corrado Campa, che ha osservato: «ognuno é convinto di conoscere il direttore nel senso di aver capito per quale squadra fa il tifo leggendo i suoi articoli fra le righe. Nella realtà ognuno degli autori delle lettere tende a vedere di quello che osserva nel direttore ciò che vuole vedere, o meglio, ciò che ha più paura di vedere». È la grande lezione della psicologia cognitiva, che vale anche per le masse: per anni alcune persone portano avanti idee prive di fondamento. Una lezione che il calcio non vuole recepire, continuando a proporre arbitraggi e telecronache «di parte».

Giovanni Tarantino
(per gentile concessione dell'autore, fonte: Il Secolo d'Italia)

27 commenti:

Anonimo ha detto...

non sopporto i giornalisti faziosi, nascosti e ancora meno dichiarati.
Fazioso che non significa che, come chiunque altro, non possa tifare per una squadra piuttosto che per un altra.
Lo può fare benissimo, ma quando fa il suo mestiere che è quello di informare/raccontare dovrebbe essere il più neutro ed equilibrato possibile; poi quando è a casa sua può fare quello che vuole.
La telecronaca di parte, poi, è quanto di più fastidioso ci sia. Non è nemmeno simapatica o rassicurante, ma solo una roba da lavaggio del cervello.
Quello che ha detto Pellegatti si commenta da sè, dopodichè non è la sua esplosione del momento la cosa peggiore; sono i 90 min precedenti (di lui come di tutti gli altri)....

ps: per dire trovo insopportabili anche le sceneggiate alla Crudeli (la prima volta che lo vedi ti fa sorridere, alla seconda già non ne puoi più).

marcopress ha detto...

Basta non confondere Pellegatti con il mestiere di giornalista. Di tutti i faziosi pro mia squadra, Mughini a parte, non ne sopporto uno. In qualche caso anche finti tifosi che recitano una parte.

Arthur ha detto...

La parte finale dell'articolo mi sa che il direttore la dedica ad antonero....

Dane ha detto...

Non è solo secondo una logica di parte che Pellegatti aveva ragione su Conte, poi è chiaro che certe cose non vanno dette: nella fattispecie, quando ha detto "malato di mente" non sapeva di essere in onda ma quando ha detto "Conte è senza vergogna" sì! Aveva già sbroccato, per quanto mi riguarda, anche senza il fuorionda.
Il peggio per me non son neanche gli insulti (meritatissimi) a Conte, quanto l'allucinante "sarebbe bello vincere all'ultimo minuto, sarebbe bello per Goethals!..." ai tempi di Marsiglia-Milan: il belga in quel momento era colpevole di aver dato una lezione a Sacchi.
Ma il problema non sarebbero neanche le telecronache tifose, che per me sono una forma di spettacolo (se urli al gol della "tua" squadra ci sta, il problema è quando menti sull'intepretazione della partita), quanto l'opinionismo a sangue freddo: se sei milanista la telecronaca di Pellegatti può anche divertirti (Crudeli già lo trovo più un gusto demenziale, per dire...), se sei interista quella di Scappini o Recalcati, etc. (al netto del fatto che Pellegatti quantomeno ha un suo stile fatto di soprannomi e metafore col quale si è dato un ruolo, gli altri sono curvaioli col microfono e basta...), ma vedere 15 minuti di Telelombardia coi vari Ruiu, Chirico e Rossi veramente dà il vomito...

p.s.: comunque dopo quello che ho scoperto in questo articolo, Marino Bartoletti (che non ho mai sopportato) ha tutta la mia solidarietà.....

Anonimo ha detto...

partite audio ambiente con sottofondo le bestemmie di allegri :-)

MB ha detto...

@gas hahah quelle sì sarebbero divertenti.
Onestamente non ho mai guardato una partita con la telecronaca tifosa, neanche per curiosità, perché già i video su youtube dopo i primi due minuti (anche un minuto e mezzo a volte) mi danno la nausea. Soprattutto la storia dei nomignoli la trovo delirante.
Il povero Pellegatti comunque ha avuto almeno il buon gusto di scusarsi per aver dato in escandescenze. Un Buffon della telecronaca avrebbe rivendicato gli insulti a Conte probabilmente...

spike ha detto...

tempo fa ho visto la prima e unica telecronaca tifosa. era del milan.

il fiore dai petali d'acciaio. tre ore per capire chi fosse :)

maz ha detto...

Questa discussione è pesante come un film di Fassbinder ;)

Dane ha detto...

Mah, io trovo le telecronache di Pellegatti simpatiche, proprio per metafore e nomignoli, ma vanno considerate un gioco. Chiaro che le devi giudicare mettendoti in quei panni, perchè una telecronaca simile del River mi divertirebbe una eguale del Boca mi farebbe vomitare...
Il problma, e insisto, è la faziosità nelle valutazioni: non puoi dire "un Milan che oggi non è ancora riuscite a tessere la propria tela" solo per non dire che stai giocando di merda perchè l'avversario t'ha impacchettato e il tuo allenatore non ha uno schema che uno.....

Anonimo ha detto...

Dane ma davvero ti diverti a sentire quei nomignoli del cazzo??!?? per me è tutta una roba per non farti capire un tubo della gara (il "non riesce a tessere la tela" rientra perfettamente nello schema generale); poi magari segni all'ultimo secondo il gol della vittoria in una gara decisiva e invece di sentirlo esplodere, ti tocca sentire una cosa del tipo " la magia di trilli campanellino..." MA VA' VA' (cit.) ;-))))

Italo Muti ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Italo Muti ha detto...

@Ricca

e Kakà smoking bianco?

non ti curar di loro ma guarda e Va Va....


@All Ma Crudeli inizialmente non era interista? io ricordo un kataklinsmann

Italo

Anonimo ha detto...

"Ma Crudeli inizialmente non era interista? io ricordo un kataklinsmann"
credo facesse le radiocronache sia per l'inter che per il milan da San Siro e quindi a prescindere da chi segnasse la domenica di turno partivano le solite sceneggiate ("Matthaus, Matthaus.." piangendo e singhiozzando...).
Finto, finto, finto, talmente finto che è di una noia micidiale

anjo ha detto...

E Corno rivelò in passato di esser stato milanista in gioventù (fino alla cessione di Pierino Prati, se non erro)...mah, che banderuole...

Anonimo ha detto...

anjo più che banderuole, attori.

TheseD ha detto...

@ ricca

boh, si vede che non lo hai mai sentito in una partita con goal di Pippo...

io lo sento quando stiamo perdendo, male, almeno rido per le cagate che dice... (Suma mai lo sentirei, manco per scaramanzia...)

Quelli che sono venuti dopo sono sbiadite copiature.

comunque la frase che più dice durante una partita è "avanza.. non ha un uomo libero..."


P.S. Il bosco dei 100 acri di Winnie the Pooh...

Anonimo ha detto...

TheseD ti dirò, trovo Suma insopportabile e fastidioso, ma riesce a farmi più ridere lui che Pellegatti, nel senso ovviamente di una comicità involontaria.
Mi fa ridere non ciò che dice (oddio, anche il fatto che arrivi a dirle certe cose...)ma come lo dice e ancora di più il fatto che ci creda veramente a quello che dice.
Esempio tra tutti (con un paio di perle indimenticabili...):
http://www.youtube.com/watch?v=JrqRA1lkicE


ps: interisti astenersi :-DDD

Tani ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Tani ha detto...

Dopo sabato sera: Pellegatti Mito! Ha datto a Conte quel che e' di Conte. Poi, concordo con Marcopress: questi non sono giornalisti. Hanno scelto un mestiere (quello del giullare) che si vede che paga bene.
"Beati" loro...

Crudeli: ogni tanto faccio vedere a mio figlio le sue sceneggiate trovate sul tubo, per fare due risate. Un pomeriggio, lui mi chiama dalla sua stanza:
" Dad, come here! Isn't that one, the crazy guy?"
Credete o no, sul CNN stavanno trasmetendo una clip di Crudeli.

Tani ha detto...

Suma, invece NO. Proprio NO. Mi sembra il piu viscido di tutti. Fastidioso anche per me che sono milanista, figuriamocci per li altri.

Dane ha detto...

Ricca, non è che mi diverto io, ritengo divertente il principio, sempre nell'ottica di una telecornaca tifosa, che è spettacolo e non giornalismo. Cosa diversa dall'astio di Suma (a cui Pellegatti onestamente ha ceduto solo sabato, che io ricordi, vabbè che non mi capita di incrociarlo dai tempi di Savicevic e Boban quindi non ci giurerei....), il quale fra l'altro di calcio ne capisce e ad inizio carriera era anche apprezzabile.
Poi è partita la deriva tifosa (in questo senso sta la gravità di Pellegatti, che ha lanciato una moda tra i cialtroni...) e si è sputtanato irreparabilmente...

Dane ha detto...

p.s.: Tani, dovresti sentire le cose che dice nei corridoi di Milan Channel..... :-P

spike ha detto...

Applausi a leonto che sfrutta il treno ricca. lavoro di squadra rossonero.

Anonimo ha detto...

mi sarei anche rotto il cazzo di fare sempre il treno!!!!! :-DDD
menomale che ha vinto un confratello ;-)))

Jeremy dove sei ???? :-))))

Tani ha detto...

Dane, ma lui, calcio o no, a me da' subito l'impressione di un uomo pessimo. Per fortuna non l'ho mai conosciuto, ma mi basta vederlo sorridere per detestarlo.

Simone ha detto...

Povero Spartak Kiplin.

Marsiglia.
"Galliani è un malato mentale.
Vai via ladro di diplomi,mancano solo tre lampadine,illuminano meno della tua testa di cazzo.."

Pellegatti è piccola storia del costume pallonaro.
Dalle marionette di pezza di Valenti,poi il biscardismo,infine questo hooligan peso mosca.
Leggendario un suo commento la sera di quel Genoa-Milan del 1993(ho indovinato l'anno?):spiegò che,in fondo,i tifosi del Grifone erano giustificati,nel menare le mani,dalla tragedia accaduta.
"E' morto uno di loro."

P.s.
Ah,il biennio di Rocco con il filotto Coppa Coppe-Coppa Campioni è superiore a quello di Sacchi e degli olandesi.
Ditelo anche agli amici.

frankmorris ha detto...

Da milanista mi è capitato spesso di ascoltare Pellegatti, soprattutto da ragazzino quando andavo in curva ed avevo più passione. Ancora oggi qualche volta mi capita di sentirlo, anche se fondamentalemente non mi piace il giornalismo tifoso/fazioso. Purtroppo negli ultimi anni tanti lo hanno imitato (tipo Ruiu). Sarà che sono cresciuto con le telecronache del vecchio Bruno nazionale...

PS. Suma è la vergogna del tifo milanista, tipico uomo viscido che ha fatto carriera leccando culi a destra e a manca.