di Jvan Sica
La Serbia è tra le prime forze sportive al mondo, essendo campione europea di alcuni fra i principali sport di squadra (pallavolo maschile e femminile, pallanuoto maschile e ha perso in casa dieci giorni fa la finale degli Europei di Pallamano maschile). Quello che mi piacerebbe sapere risponde alla domanda: c’è un motivo per cui i Serbi sono così forti negli sport di squadra? Io ne ho trovati tre. Il primo riguarda la particolare fisicità degli atleti slavi, in particolari coloro che sono definiti Slavi del Sud (a differenza dei russi e dei “mitteleuropei” come ungheresi e cechi). La capacità che hanno gli Slavi del Sud di gestire la loro grande potenza fisica abbinandola ad un’elasticità motoria che è rintracciabile solo nei popoli africani è quello che li rende speciali. Il loro caratteristico forzare lo scontro fisico negli sport di contatto come pallanuoto, pallamano e basket non proviene dall’assicurazione della vittoria nello scontro grazie ad una maggiore potenza fisica assoluta, ma perché sono consci di una potenza che nell’armonia elastica della sua espressione trova la sua caratteristica principale e risulta difficilmente arginabile.
Legato all’espressione di potenza elastica vi è anche il secondo motivo, che è di carattere storico-antropologico. La penisola balcanica ha visto nascere popoli autoctoni, ma soprattutto confluire popoli diversi tra di loro che hanno portato degli elementi molto interessanti: primi fra tutti i romani su assist greco, con la loro volontà di potenza dell’individuo e del gruppo, in secondo luogo i tatari, fisicamente meno prestanti dei popoli europei che hanno fatto della capacità dinamica dell’attacco il loro punto di forza ed infine gli ottomani, coraggiosi e sordi di fronte alle difficoltà. Un po’ di queste caratteristiche sono rimaste nel Dna slavo e si mostrano in tutta la loro freschezza in quelle “battaglie” simulate che sono gli sport moderni.
Il terzo motivo è specificatamente culturale. Il mondo slavo esalta il difensore della patria. (Nevskij, Stefan Nemanja, Bela IV) e pone la difesa dello status quo e dell’etnia come principio politico fondamentale (anche questo ha portato al disastro degli anni Novanta). Traslato nello sport questo humus che è del singolo e soprattutto del gruppo crea aggregazioni temporanee che possono portare a due conseguenze: il fallimento su tutti i fronti a causa di lotte interne fra i leader del gruppo oppure la vittoria, grazie ad una coesione che parte da motti e simboli “parafascisti”, di un modello sociale che sa creare grande coesione e comunità d’intenti.
Jvan Sica (per gentile concessione dell'autore, fonte: Letteratura Sportiva)
25 commenti:
Aggiungerei un punto, cercando di non scadere nel luogo comune. I popoli slavi sono uno di quei popoli che nel corso della storia hanno dovuto imparare "l'arte di arrangiarsi", il che ne ha sviluppato una sorta di genialità (di qui le leggende dagli slavi "genio e sregolatezza" agli slavi "ladri furbetti").
Anche questa caratteristica, come l'ultimo aspetto affrontato nell'articolo, può creare disastri per colpa di singoli slegati dal contesto oppure crear meraviglie se incanalata nella maniera giusta.
Ma son discorsi vaghi, difficili da provare scientificamente (come si presuppone nell'articolo) e che in generale riguardano i popoli balcanici in generale (il pezzo sorvola ad esempio sul fatto che la Serbia ha potuto contare su una certa continuità politica-territoriale, che le ha evitato gli sconquassi subiti dalle altre repubbliche ex-jugoslave...).
Il calcio ad esempio è uno sport di squadra che ben si adatta a "qualità dei singoli messe a disposizione del collettivo" come quelle descritte nell'articolo, eppure proprio in quella disciplina gli slavi hanno sempre raccolto meno risultati di quanto meritassero sulla carta.....
mah, forse ne hanno raccolti meno perchè passavo il tempo a litigare fra loro tipo gli spagnoli.
non so.magari semplicemente hanno una cultura sportiva superiore alla media che li porta ad eccellere pur avendo un bacino limitato.
qualunque sia il motivo, guardare una partita delle vecchia jugoslavia, fosse calcio o basket, era sempre uno spettacolo.
Beh anche noi non siamo proprio delle cacche negli sport di squadra, anzi. Sicuramente superiori a francesi, tedeschi e inglesi (i nostri competitors per popolazione), che si fermano a due-tre sport in cui sono davvero competitivi (gli inglesi manco quello, che togligli i "loro" sport fanno ridere, vedi pallavolo e basket). L'Italia è sempre stata al top nel calcio, nella pallavolo, nella pallanuoto, nel basket, adesso nel rugby.
Manca l'aspetto del "nadmudrivati", la componente ludica, il dominio psicologico dell'aversario, meravigliosamente descritto da Tavcar nel suo libro.
A proposito, il Montenegro conta gli abitanti dell'area fiorentina. Uno scherzo della natura...
“…la difesa dello status quo e dell’etnia come principio politico fondamentale (anche questo ha portato al disastro degli anni Novanta)”. Ho appena finito di leggere il libro “Maschere per un massacro” di Paolo Rumiz. Mi è piaciuto molto (per stile di scrittura) e sulle cause della guerra introduce un pensiero un po’ diverso rispetto a quelli, diciamo così, dominanti…
mah mi sembrano punti molto molto vaghi. Se fossero questi davvero, la Serbia non avrebbe risultati troppo diversi da quelli degli altri paesi balcanici.
Casomai sarebbe interessante analizzarne gli aspetti organizzativi delle federazioni, la formazione degli atleti, soprattutto in età scolare, i sistemi di selezione. Di solito sono questi gli aspetti che pesano nello sport.
Andrea F
E considerare che lo sport nei paesi est europei viene (veniva?) fatto tanto e bene a scuola?
Andrea infatti non li ha. E' semplicemente la più popolosa...
Gli ungheresi non sono slavi!!!!
D'accordo sul primo punto, meno sugli gli altri due, o meglio li considero molto astratti; secondo me tutto nasce da un' ottima integrazione e divulgazione dello sport all'interno del sistema scolastico; i ragazzi ex jugoslavi (non solo serbi, il discorso vale anche per i croati, gli sloveni e gli altri) praticano tantissimo sport, hanno buone infrastrutture, hanno ottimi insegnanti oltre ad essere dotati dalla natura di un fisico potente ed elastico ed hanno dei campionati poveri che sono costretti a lasciare andando così ad arricchire il loro bagaglio tecnico presso altre scuole sportive lasciando spazio ad altri giovani. La Serbia oggi vince di più della Croazia (occhio che un decennio fa' la Croazia primeggiava nel calcio, nella pallanuoto, nel tennis così come la Serbia oggi, è solo una questione generazionale) perchè ha risentito meno della guerra che non ha praticamente toccato il suo territorio e probabilmente ha falciato meno giovani vite e vince di più delle altre repubbliche perchè ha più abitanti della Slovenia e più strutture delle altre repubbliche.
Esatto Krug, è quello che cercavo di suggerire col discorso sulla continuità politico-territoriale. Ma questo è un discorso che vale a confronto con gli altri balcanici, mentre credo che Sica tentasse proprio un paragone in senso assoluto col resto del mondo (vedi parallelo con gli africani) e qui l'analisi diventa un po' più ostica...
p.s.: giusta la precisazione sugli ungheresi, anche romeni o lettoni vengono spesso erroneamente considerati slavi in altri articoli...
"Gli ungheresi non sono slavi!!!!"
azz si è dovuto aspettare il 10° commento per far notare la cosa..:-O
detto da uno che si chiama Jvan Sica poi ;-)
i lettoni (come gli altri baltici) poi hanno ragione a risentirsi ancor di più degli altri popoli non slavi dell'est europa..
BelaIV Slavo? Da quando i magiari sono slavi?
Baccio
A volte i luoghi comuni però ci azzeccano.Un mio amico parlando di Vucinic dice sempre agli juventini"è normale che sia discontinuo, è slavo" secondo lui invece Merkel è già maturo nonostante l'età perché è tedesco,mi sa che non ha tutti i torti :)))))
PS Nell'articolo non viene citato però l'atleta Serbo più forte del momento,un certo Nole...scusate se è poco. :)
Terra di passaggio, melange genetico, forse anche selettivo nel senso che le molte guerre patite avranno avuto un peso "darwiniano" .
Tuttavia la migliore eccellenza attuale serba nello sport non riguarda gli sport di squadra ma il tennis.
Va a sapere...
"credo che Sica tentasse proprio un paragone in senso assoluto col resto del mondo (vedi parallelo con gli africani) e qui l'analisi diventa un po' più ostica..."
Più che "ostica" mi sembra non abbia gran senso: la domanda iniziale è legittima, com'è che una nazione di 10 milioni di abitanti riesce a vincere tanto negli sports di squadra dove non basta avere il culo (si fa' per dire, eh) di trovare un fenomeno fisico e mentale com'è Nole Djokovic (che poi la Serbia abbia anche Tipsarevic e Troicki, averceli noi due così, dovrebbe far riflettere)?
Per rispondere io prima di scomodare la storia, la sociologia, l'antropologia e l'immancabile luogocomunismo (Arthur vai a vedere la discontinuità di un Djokovic, di un Nikola Grbic o di un Vlade Divac, giusto per rimanere in Serbia e poi ne riparliamo... Sono tedeschi travestiti da slavi?) andrei a vedere sul campo come lavorano ed ho già detto lavorano bene, così bene che uno stato con un numero di abitanti pari alla città di Genova (il Montenegro) se la gioca alla pari a calcio con molti e batte a pallanuoto quasi tutti ed un altro (la Slovenia) che ha gli abitanti di Milano ci legna regolarmente a basket e ci fa' vedere i sorci verdi a calcio, due sport che da noi sono piuttosto praticati. A noi, all'Italia, Paese di 60 milioni di abitanti e con un budget di spesa per lo sport infinitamente più alto. Certo la Serbia fa' più notizia (così come faceva più notizia negli anni '90 la Croazia di Boban, Ivanisevic, Kukoc) ma il "miracolo" è lo stesso e a mio modo di vedere, invece di bearsi che non siamo poi così male, salvo poi vincere medaglie alle Olimpiadi solo grazie alle "riserve di caccia" tipo la scherma o ai fenomeni come la Pellegrini, cercherei di copiare alcune idee da questi Paesi che sportivamente, soprattutto come mentalità, ci danno anni luce di distanza.
Azzardare paragoni con gli africani mi sembra assurdo, lo sport non è solo antropologia e le condizioni di un Paese non troppo all'avanguardia in Europa ma cmq con alcuni picchi notevoli in diversi campi come la Serbia o la Croazia ed un qualsiasi Stato africano che non sia (forse) il Sudafrica mi sembrano francamente assurdi.
Krug, dove cazzo è il tasto "mi piace"... :-D
A parte le battute faccio notare che nelle nazioni balcaniche l'educazione fisica a scuola ha pari dignità con ogni altra materia scolastica, mentre in Italia è vista come una sorta di "ricreazione senza merenda".
Ricordo che ai tempi del liceo quando un ragazzo particolarmente talentuoso saltava qualche lezione per impegni sportivi veniva visto come il lazzarone della situazione, mentre ci si crogiolava se la compagna che faceva danza bigiava per un saggio o un audizione o l'aspirante modella mancava per rincorrere un casting.
Al di là della disparità di trattamento (che la dice lunga su un popolo di telespettatori con la pancia), quando feci il paragone con l'allora Jugoslavia ad un'insegnante di storia questa mi rispose "infatti gli slavi sono mediamente ignoranti..." e mi sbattè fuori incazzata quando le feci rispettosamente notare che atleti (atleti, eh?! Non intellettuali o giornalisti...) come Boban o Katanec parlavano di politica e storia meglio di un insegnante medio italiano...
@krug la mia infatti era una battuta,ovvio che non si può generalizzare.Poi c'è il fatto che nel calcio sopratutto in italia abbiamo visto slavi talentuosi ma parecchio discontinui come Savicevic,Vucinic e Krasic e quindi l'associazione di idee vien da se.
PS chiedo scusa per aver inserito Savicevic e Krasic nella stessa frase:)
PPS:Battute a parte sono pienamente d'accordo con krug.
Scuse accettate.....appena in tempo! :-D
Savicevic è stato uno dei giocatori che più ho amato,insieme a Rui Costa... Entrambi secondo me parecchio sottovalutati.
ora scusati perchè hai inserito rui costa nella stessa frase con savicevic ;-)
Oddio non me ne esco più da questa situazione!!!:DDD
:-)
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