Molto meglio di venti anni fa


1. Nemmeno il tempo di annunciare un argomento da bar natalizio e subito bruciati. Amauri a Sky: ''Sono orgoglioso e molto onorato di sapere che tutti i tifosi italiani tifano per me, che io possa indossare la maglia della Nazionale. Non potete neanche immaginare, per me è un orgoglio immenso''. Traduzione: Dunga non mi vuole, anche se sono forte in Brasile non mi conosce nessuno e non ci saranno campagne per me. Insomma, un altro patriota. A questo punto può tornare anche Totti. Kobe Bryant in azzurro, riuscito pesce d'aprile Gazzetta di qualche anno fa, aveva senz'altro più fondamento etico.
2. Qualcuno deve avere rapito Adriano Galliani, per sostituirlo con un sosia che cerca il ridicolo con ostinazione feroce. Si era mai vista la presentazione in mondovisione di un calciatore che arriva per andarsene dopo due mesi, come se Milanello fosse una beauty farm? Invece questo triste evento si materializzerà sabato alle 19 nella sala executive di San Siro, in diretta su Sky, Milan Channel e forse non solo, con telecronisti che lo prenderanno (e si prenderanno) sul serio. L'orario è stato scelto infatti non a caso: a quell'ora sono finite quasi tutte (tranne West Ham-Astpn Villa) le partite della giornata di Premier League e forse si spera di vendere qualche maglietta anche sul mercato inglese. Il bello è che Beckham, al quale l'umiltà tattica non è mai mancata, per due mesi potrebbe anche funzionare.
3. La serie B ha meno di due anni di vita, ma ancora non si può dire. Però il blocco dei ripescaggi per la stagione 2009-2010 è molto più di un annuncio, anche se penosamente la Figc ha spiegato ieri sera che il format dei campionati non cambierà. Quindi i club da 22 rischiano di diventare 17 (solo contando le situazioni peggiori), ma la serie B ufficialmente sarà sempre la stessa serie B. Non è chiaro con quali soldi, visto che dal 2010 dopo l'accantonamento della legge Melandri ne vedranno pochissimi. Di questa categoria ci mancheranno soprattutto i 'punti' di Alfredo Pedullà su Sportitalia: analisi ipnotiche e piene di nomi antichi, con una competenza che non solo in televisione è una rarità. Della B non ci mancheranno invece i voti di scambio cha hanno rovinato anche la categoria superiore.
4. A molti tifosi da stadio non è ancora chiaro che il loro ruolo nello spettacolo è marginale, i dati ufficiosi sui bilanci di A (gli esercizi chiudono in genere a giugno, alcuni a dicembre) dicono che il ricavo delle partite dal vivo, considerando anche il miserabile merchandising locale (questo sì ufficioso vero: come fanno Nike ed Adidas ad accettare di essere turlupinate dai club che finanziano?), è ormai al 10% del fatturato totale. Quindi sono, siamo, poco più che figuranti nello spettacolo Sky-Mediaset. Il punto è che i figuranti vengono di solito pagati, mentre ai tifosi si continuano a chiedere soldi. Protestano tutti, dai milanisti (anche ieri durante la partita con il Wolfsburg, dopo la presa di Controcampo) a quelli interisti (che citano il Milan come esempio positivo, terzo anello a 17 euro contro i 27 chiesti da Moratti e Ghelfi), passando per tutti quelli dalla mobilità limitata dal Viminale e dalle Ferrovie cattive che, pensate, non applicano un prezzo ridotto per le trasferte di chi gli spacca i treni: Napoli, Roma, Atalanta, eccetera. Ci permettiamo però di dire che lo spettatore medio del 2008 della serie A, non parliamo di idioti ma di persone normali, sta molto meglio rispetto a quello di 20 anni fa: stadi coperti, posti numerati, nessun obbligo di presentarsi tre ore prima del fischio d'inizio né litigi (a parte in casi particolari) con il vicino di posto arrivato all'ultimo secondo che vuole infilarsi a tutti i costi insieme al bambino con il panino grondante maionese e l'asta della bandiera vicino al tuo occhio, più servizi igienici, alla faccia della nostalgia canaglia anche una qualità tecnica e tattica migliore. Sì, certo, adesso ci sono più sbattimenti (parliamo come i dAri, siamo i più vecchi emo del mondo) per i documenti-card e cedere il biglietto ad un amico è operazione difficile, ma in generale non c'è paragone. Se il calcio interessa meno, o non è più rappresentativo della nostra identità al punto di perdere una giornata invece di sole due ore sul divano, non è colpa di qualche euro che comunque butteremmo via in altri modi.
Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it

12 commenti:

mizio71 ha detto...

Bravo Stefano, bisogna cominciare ad avere il coraggio di scriverlo: il calcio in Italia raccoglie meno passione di 10-20 anni fa. I motivi sono tanti, da calciopoli (ma già da prima si vedevano i segnali), al prodotto televisivo che appassiona meno (come fa un ragazzino che non è mai andato allo stadio ad appasionarsi al calcio come avveniva sino agli anni '80-'90 in cui si viveva la grande passione del tifo vero sugli spalti ?). Ma anche al crollo delle idiologie: un tempo si tifava Juve o Toro, Milan o Inter, Lazio o Roma eaattamente come si era comunisti o democristiani ... oggi che non si crede più in nulla, si comincia anche a non credere più al calcio .... tutto sommato fenomeno meno preoccupante di altri .... Tutto passa, potrebbe anche essere che un domani prossimo la gente pensi ad altro, magari alla crisi economica e alla mancanza di lavoro, asili, scuole ... che costano spesso assai meno degli stadi fatti con i soldi pubblici .... etc etc etc etc

VVVVVVVVVVVVVVVV ha detto...

Purtroppo su Amauri sarò deluso da Dunga. Sugli stadi credo che non ci sia paragone tra un Juve - Aston Villa con partenza da Novi Ligure alle 13,30 (senza nemmeno tornare a casa dopo la scuola), ritorno alle 24 zuppo come un savoiardo nel tiramisù e le partite di oggi in stadi coperti con bagni civili e persino le hostess che ti salutano quando entri ed esci dall'Olimpico. Però la passione per il calcio viene proprio se stai ai bordi del rettangolo verde.

Nick ha detto...

Sottoscrivo e riassumo: la Serie B è già morta, la Serie A dal vivo è agonizzante, la Nazionale con Amauri non sta per niente beme...

Poli ha detto...

La serie B è morta perchè è stata svuotata di ogni contenuto tecnico (ed economico) nel corso degli anni per creare questo carrozzone che è la attuale serie A a 20 squadre, anch'esso come giustamente dice Nick agonizzante. Ci sono troppe squadre a mio parere sia in A che in B (una volta erano 16+20, adesso siamo a 20+22 dopo la follia delle 24 squadre) rispetto alle risorse economiche disponibili e rispetto all'avventato modo in cui queste stesse risorse vengono gestite (quasi tutto in ingaggi dei giocatori, se non ricordo male più del 70% l'anno scorso in serie A). Aggiungiamoci l'allungarsi delle rose (tanti giocatori visto il salto a livello di salario tra A e B preferiscsono non giocare in A piuttosto che scendere di categoria: un nome per tutti Spinesi) ed ecco che la serie B è diventato un campionato modesto, che propone poco spettacolo e attira poco la gente (e il sabato pomeriggio cmq non aiuta). Per questioni di fede calcistica (Triestina) seguo la B attentamente e se ripenso alla qualità tecnica per esempio del 02-03 rispetto a quanto c'è oggi mi vengono i brividi (Samp, Genoa, Cagliari, Palermo, Catania, Livorno, Lecce, Napoli, Bari, Verona...)
Ps Pedullà è preparatissimo, e SI fa una delle poche trasmissioni veramente godibili dell'offerta televisisva...

Ale ha detto...

In relazione al punto 4 mi permetto di esprimere in parte un parere in controtendenza. La situazione descritta dal direttore calza a pennello per realtà metropolitane, non certo per la provincia che vive prevalentemente di serie B o C. Dove si decideva di andare allo stadio anche un'ora prima, si giocava di domenica arrivando a 10 minuti dal fischio d'inizio con la certezza che in 5 minuti massimo si era sugli spalti. Ora si gioca al sabato, bisogna prendere il biglietto nei giorni precedenti con tanto di documento e insito rischio di non poter presenziare e nemmeno passare il biglietto a qualcun altro. Gli stadi sono gli stessi di 20 anni fa, lo spettacolo è nettamente inferiore, come detto anche da Poli. In sostanza così come abbiamo il treno Freccia Rossa che farà Milano-Roma in due ore e mezza e le zecche sui treni locali dove per fare 30 km occorre un'ora, ci troviamo una A che assorbe tutto l'interesse mediatico mentre le serie inferiori sono state abbandonate e vanno in pasto agli squali di provincia che lucrano senza alcun tipo di controllo.
Il direttore ha ragione da vendere sulla B agonizzante ma la miopia (o meglio le convenienze economiche) dei suoi presidenti non è stata l'unica ragione che l'ha condotta alla situazione attuale. I padroni vogliono tutte le risorse e pur di accaparrarsele hanno volutamente distrutto il calcio dalla B in giù non capendo tuttavia che distruggere tutte le case dei vicini vuol dire distruggere la città. Poi si consolano con la media spettatori della A che aumenta. Aspettate un anno negativo per Genoa, Napoli o Fiorentina e saremo a livelli di campionato portoghese.

dag_nasty ha detto...

In merito al punto 2: anch'io mi domando spesso perchè Galliani si stia orientando ostinatamente (e coscientemente secondo me) verso una politica, dal punto di vista sportivo, fallimentare.
Ebbene io mi chiedo (e vi chiedo): non è questa un'anticamera abbastanza palese di un futuro disimpegno? Insomma Zio Fester sta sparando le sue ultimme cartucce, efficaci sotto il profilo del marketing e del "fare cassa", ma nocive per i risultati della squadra. Ma questo in cuor suo magari non è più un suo problema...d'altra parte anche Galliani ha una certa età e non sarà eterno. Boh...mi sbaglierò, ma è l'impressione che ho tratto.

Jakala ha detto...

Il calcio raccoglie meno passione perché il prodotto è troppo sfruttato, difficile mantenere interesse per un match di squadre di basso interesse, quando invece ci sono scontri Juventus-Real Madrid o Manchester-Inter praticamente ogni 15 giorni.

E' stata tolta la magia, i protagonisti del nostro calcio non fanno nulla per proporsi come modelli che trascinano il movimento, consideriamo il carisma di un Dino Zoff verso Buffon.
Non a caso giocatori che riescono a gestirsi mediaticamente sono intoccabili dalle loro squadre (es. Del Piero).

La serie B è morta per ingordigia prima dei presidenti di serie B, poi per ingordia di quelli di serie A.

Sulle campagne micragnose del Milan, lo schema che si ripete da tempo, un acquisto giovane meglio se in attacco, qualche svincolato buono e con esperienza, un ex-campione con appeal mediatico, significa semplicemente che il Milan è in mezzo alla spartizione degli averi di Berlusconi fra i figli di primo e secondo letto.

Anche la Juve fu in fondo paralizzata dalla spartizione degli averi fra gli Elkann e gli Agnelli

Nick ha detto...

Il Milan resta fuori dalla Champions e, quindi, si cercano altri mezzi per tenerne alta l'immagine credendo (più che sperando) che bastino per lottare per lo scudetto e, nella peggiore delle ipotesi, ritrovarsi in Champions l'anno venturo.
Non torna?

Dane ha detto...

No, perchè quella deriva era già cominciata quando il Milan era ancora in Champions.
La verità è un'altra: Berlusconi non ha più bisogno del Milan quindi ha chiuso i rubinetti, la dirigenza è incapace di affidarsi alla propria competenza senza strozzare la concorrenza coi dobloni (la speranza Leonardo consiste in questo: trovare uno che faccia l'Ancelotti, il Galliani e il Braida contemporaneamente...) e quindi il Milan (maestro di comunicazione) punta sull'immagine per ubriacare i tifosi.
L'ultima Champions ha fatto più male che bene al Milan perchè lì ha convinti che avevano azzeccato il binario giusto e adesso è difficile fargli capire che la locomotiva è guidata da Will E. Coyote e si sta avvicinando il burrone...

Carlo Calabrò ha detto...

Scusate, che la Serie B abbia gli anni contati lo leggo e lo sento da diverso tempo, ma in soldoni, questo cosa potrà significare? Qualche club rischia seriamente di fallire, certo, ma non credo andranno a bagno tutti e 22, quindi? "Morte della Serie B" in concreto cosa vuol dire? Non credo sia possibile "cancellare" una categoria intermedia "nevralgica" per tutto il movimento calcistico nostrano come la nostra cadetteria... Ci sarà dunque una ristrutturazione profonda e sostanziale di tutti i campionati? Beh, in tal caso sarebbe ora... In Italia certi interventi si fanno solo quando si è giunti sull'orlo del precipizio o, peggio, nell'abisso ci è già caduto qualcuno e si tenta di salvare il salvabile.

carlin

dag_nasty ha detto...

A me piacerebbe parecchio vederne andare a gambe all'aria parecchie, pure in serie A...ci sarebbe da divertirsi. È da dopo calciopoli che spero che per il calcio italiano di club arrivi una Caporetto totale e definitiva, con conseguente fuga di tutti i migliori all'estero.
Poi dalle macerie sarei curioso di vedere cosa salta fuori. Se non salta fuori niente me ne sbatto le palle, tanto ci sono un milione di altre cose nella vita da fare.

baranico ha detto...

Il calcio è andare allo stadio.
Se no niente affetto, niente condivisione, alla tv posso vedere United Real, spettacolo, ma per me non c'e' passione.
Passione è quando ti alzi presto, ti vedi con gli amici, imbocchi l'autostrada per il neutro di Cremona..