La coda di paglia dei media ha fatto passare praticamente sotto silenzio una lezione di giornalismo che Silvio Berlusconi ha impartito una ventina di giorni fa a Milanello e su cui ci sembra invece interessante tornare. Sintetizzando il Papi-pensiero, ''basato sulla mia esperienza di editore'', due le cose che il bravo giornalista sportivo dovrebbe ricordare: 1) Il tifoso medio non vuole leggere critiche alla sua squadra, nemmeno quelle in buona fede. Magari i più illuminati accettano qualche pezzo critico ed argomentato, ma dopo un po' si stancano e non comprano più quel giornale che non li fa sognare; 2) Il tifoso medio legge quasi unicamente gli articoli o guarda i servizi riguardanti la sua squadra e, quando vuole esagerare, le sue concorrenti dirette. Poco interesse per il resto del calcio, quasi zero per il resto del mondo. Pensieri regalati proprio a cronisti sportivi, omaggiati con un ''Siete più bravi dei giornalisti politici, che insistono sempre per fare domande'' che magari avrà inorgoglito qualcuno dei presenti. Sorvolando sulla strumentalità della lezione, volta ad evitare critiche al mercato milanista, se parliamo di grandi numeri (poi tutti abbiamo un amico che segue il campionato ucraino e tutti ci riteniamo tifosi obbiettivi, tardo-montanelliani che separano i fatti dalle opinioni) Berlusconi ha ragione e purtroppo non solo riguardo al giornalismo sportivo. Chi compra il Giornale o Repubblica ha già un sistema ideologico che chiede solo di essere applicato a fatti concreti, che omettendo e aggettivando sono spesso più opinabili delle opinioni anche scrivendo cose vere. Conclusione: nel medio periodo l'unico giornalismo calcistico finanziariamente possibile è quello di Tuttosport, applicandolo a seconda della geografia a Inter, Milan, Fiorentina, Roma, Napoli, Genoa e a quei pochi altri mercati che consentano di andare in pareggio. Anche se il fallimento del Romanista e il basso profilo di varie operazioni sui singoli club farebbe pensare il contrario. Il segreto di Pulcinella è ovviamente quello di essere faziosi confezionando la faziosità all'interno di un prodotto apparentemente neutro, tutti vogliamo che i nostri pregiudizi vengano confermati da qualcuno ritenuto minimamente credibile. Chi pensa di volare più alto non si rende conto (o finge di non rendersi conto) di usare quelle poche squadre di calcio come pillola per far digerire tutto il resto.
28 commenti:
Mi sembra che Controcampo, confezionato secondo queste linee guida non sia riuscito ad avere una vita lunga...
Alla fine di un articolo di questo tipo mi viene da chiedere: so what?
Due considerazioni brevi:
1- Tutto vero quel che si dice o almeno logicamente accettabile (non lavoro nell'editoria e non ho i mezzi per giudicare i fatti elencati), ma il discorso fatto vale come linea guida su come fare un giornale sportivo di successo, non su come fare informazione. Poi credo anche che ci siano differenze sostanziali tra informazione sportiva e ad es. informazione politica.
2- Tutti i giornali sportivi già fanno informazione per così dire faziosa e lo sanno tutti. Poi dire che la Repubblica sia faziosa quanto il Giornale mi pare esagerato. Bisogna sempre andare a fondo nelle analisi e mai fermarsi in superficie altrimenti il risultato è appunto dire: sono tutti uguali.
Non davo certo un giudizio di valore, le linee guida spiegate da Berlusconi sono evidentemente spazzatura. Controcampo-giornale non era palesemente tifoso (anche se con le quattro prime pagine diverse ci ha provato) ma era di una bruttezza tremenda oltre che fondamentalmente inutile, almeno nel suo genere (trash) Tuttosport è fatto bene. Non sono d'accordo con Luigi sulle differenze fra informazione sportiva e politica: in entrambi i casi c'è una minoranza di persone che vuole informarsi o almeno non leggere qualcosa di scontato ed una maggioranza tifosa che vuole confermare i suoi pregiudizi. Per qualcuno è sempre colpa dei comunisti (o di Mancini), per qualcun altro di Israele (o di Lippi): tesi che poi possono essere esposte in modo articolato o direttamente becero.
lo show l'avevo perso. E' al tempo stesso agghiacciante e rivelatore.Sarò l'ultimo degli ingenui, ma mette una tristezza...
Purtroppo il berluska editore ha ragione: le regole per confezionare un giornale od una trasmissione sportiva nazional-popolare sono quelle ed infatti i tre maggiori quotidiani sportivi le applicano fedelmente.
Ma credo anche che in Italia ci sia un grande interesse legato al calcio che va oltre il campanilismo becero del tifoso medio. E che quindi ci sia spazio, ed un grande bisogno, per un settimanale sportivo ben fatto che parli del calcio a 360 gradi.
Potrà avere qualche difetto, ma di sicuro il Guerin Sportivo attuale non è un giornale becero. Eppure sembra vicino alla chiusura (o alla sportweekizzazione come supplemento del Corsport) come non mai...
sarò banalotto ma come può un settimanale qualunque, anche se fatto bene, non risentire della crisi della carta stampata in generale?
una volta io leggevo il Guerino per sapere anche i risultati dei campionati stranieri, le classifiche, il mercato et similia
ora tutte quelle informazioni le ho a portata di clic, posso vedermi gli highlights di qualunque campionato voglia e sapere in tempo reale le notizie
o ci trovo delle cose che altrove non ci sono (approfondimenti tecnico-tattici, storia del calcio, grandi firme, non so) oppure un settimanale di pure notizie parte sconfitto in partenza
alex hai ragione sulla prima parte, mentre non so quale successo possano avere i tuoi argomenti alternativi (ahimé, lo dico per esperienza soprattutto sulla parte storica)
axel, scusa, non alex
parlo da puro profano di certi meccanismi ed ammetto che è più facile che la soluzione migliore stia all'inverso cioè fare il Novella 2000 del calcio (se esiste una soluzione e non è detto che ci sia, forse semplicemente il formato è superato dalla nuova tecnologia, come la radiocronaca)
Cos'è questa storia del Guerin Sportivo vicino alla chiusura come non mai? Come, non ha chiuso ai tempi di Zazza che l'aveva affossato a 20mila copie di venduto (suppergiù) e dovrebbe chiudere oggi che è al doppio di copie e che è reduce da un'annata di forte crescita sul piano delle vendite, caso quasi unico in un periodo in cui anche settimanali ben più potenti hanno perso terreno? C'è qualcosa che non mi torna. Qualcuno potrebbe fornire informazioni più circostanziate?
confermo il dato di charle, 46000 copie vendute media mobile maggio 2008 - aprile 2009, + 16% di aprile 09 rispetto ad aprile 08, questi gli ultimi dati
Mah, per me invece il difetto e' che si parla troppo di calcio e delle tre solite. Io ad es., in spiaggia, compro solo la Gazzetta perchè anche se non c'è praticamente quasi mai niente sulla Fiore per lo meno posso leggerci qualche art su ciclismo, Basket, tennis, pallavolo e mondiali di qualsiasi genere (mentre Corsport e Tuttosprt avranno si e no altre 4-6 pagine ascluso calcio). Però le prime pag le salto a piè pari. Se ci fosse meno calcio (escluso dom, lun e durante mondiale e europei basterebbero le prime dieci pag.)e più altri sport sarebbe ancora meglio. Se mi voglio leggere notizie approfondite sulla viola vado sui siti specializzati, d'agosto mi basta che la Gazza non mi faccia sapere che s'è preso Castillo! ;-)
Le 46mila copie del Guerino sono un dato basato su dichiarazioni dell'editore, come in tanti altri casi: cifre gonfiate per raccattare pubblicità, come è prassi fare nell'editoria italiana. Il termine 'diffusione' è poi volutamente ambiguo. La realtà delle vendite è molto (moltissimo) diversa, non posso dire di quanto perchè si può dire a qualcuno che è un pedofilo ma non che vende poche copie (sto pensando ad un ex direttore querelomane, non del Guerino, adesso in esilio web). Se gli inserti, tipo quello sul calcio inglese, sono stati chiusi e si è riposizionato il giornale sul calcio italiano una ragione ci sarà...
@stefano
starà finendo un'era?
io il Guerin Sportivo lo leggevo quando c'era Gianni Brera perchè i miei genitori lo compravano. Mi appassionai ma dopo è stata una caduta senza fine.
I tre giornali sportivi sono illeggibili, roba da scherzi da caserma.
In Italia si legge poco, molto poco. I quotidiani seguono a ruota, specialmente in periodo di crisi. Se quel poco che c'è fa cagare, perchè comprarlo? E' anche un discorso di qualità, se manca alla fine te ne accorgi.
Poi, secondariamente, si compra solo per il commento, la notizia la dà il web.
Il commento però è quasi sempre fazioso, o perlomeno coerente con la politica dell'editore, per paura, per interesse, per motivi di quieto vivere. Esiste un editore puro?
@Luigi
Repubblica ha fatto peggio del Giornale. Infatti, è stata rimandata a giudizio con D'Avanzowsky e Boninskiy per falso.
Si credono sempre i migliori, gli ottimati, ma se o fossero veramente avrebbero dei dati in linea con le proprie aspirazioni.
Italo
Leggere che Repubblica sia peggio del Giornale in un commento ad un post che sottolinea, tra le altre cose, il bizzarro concetto di libertà di stampa dell'editore del secondo quotidiano citato è piuttosto divertente.
@Alessandro
io non ho detto che bello è il Giornale.
Ho affermato una cosa diversa.
D'altra parte basterebbe leggere il libro "Periodista dì la verdad" di Gabriele Paradisi ed. Giraldi per capire di chi parliamo. Oppure "Il mio agente Sasha" di Paolo Guzzanti Aliberti ed.
Se li leggi non potrai più comprare Repubblica.
Italo
Concordo con l'articolo, anche sull'ingeneroso (per alcuni) paragone tra l'ex creatura di Montanelli e quella di Scalfari.
E concordo pure con quanto, un po' malvagiamente, sostiente Italo.
Ricordo bene l'uscita citata di Papi, piccola lezione di cultura popolare contemporanea da parte di uno che, al di là di tutto (e chi scrive lo vorrebbe al gabbio, tanto per esser chiari; i motivi si sprecano), ha dimostrato benissimo di conoscere l'argomento.
E infatti, quando lessi le parole pronunciate, pensai immediatamente alle numerose riflessioni di Stefano sull'argomento.
Il punto è sempre quello: tutti, a parole, vorrebbero qualità e autorevolezza nei commenti, ma quanti sarebbero davvero disposti a pagare?
La domanda, per quanto concerne me, non ha risposta.
Premesso che leggo per lo più giornali locali (che apprezzo di più), dico la mia su Repubblica:
ha diecimila difetti, ma, al pari del Corriere della Sera, resta cmq il giornale nazionale verso il quale l'approccio alla lettura fa meno venire conati di vomito. Per il resto, i giornali in Italia fanno generalmente pietà e sicuramente il libro che ha citato Italo (che onestamente non ho letto) svelerà dei retroscena su cazzate, gravi, o malafede, peggio ancora, sparate da Repubblica per infangare questo o quell'altro membro della maggioranza (adesso) o opposizione (quando governa la sinistra). Ma a parer mio resta il meno cestinabile.
Io manco li leggo più i giornali italiani. Le notizie le sai già dal giorno prima; i commenti, dalla politica estera all'economia, si va ben oltre i conati di vomito...
dubito che esista un giornale senza qualche scheletro nell'armadio o senza spazzatura sull'homepage della versione online. certo se che uno legge il manifesto e libero -per dirne due agli antipodi - se non è in malafede riconosce subito dove sta la qualità e dove la carta straccia.
@Leo:
capisco quello che dici, e una parte di me forse è (quasi) d'accordo.
Però, francamente, sono anni che le cronache politiche di Repubblica sono gossip palazzaro e poco più, tutto a senso unico e volte al compiacimento del lettore già ben orientato.
La disfatta culturale, se così si può dire, del giornalismo sinistrorso (?) sta proprio qui, almeno per come la vedo io.
Senza contare, poi, le innumeri contraddizioni, mortali, dell'area politica di riferimento, che predica (ora manco più quello) bene e razzola (da un bel po' di tempo) malissimo.
Vero, in un certo senso, son forse più "presentabili", ma ne siamo così sicuri?
Francamente, ma parlo investito dal gusto personale e, quindi, vado di pura pancia, preferisco un odioso Feltri (che, porcoqui porcolà, sa fare maledettamente il suo mestiere, ossai vendere copie, non certo fare informazione) all'insopportabile autocompiacimento di Zucconi, cui, per puro senso estetico, riserverei le cure d'una vergine di ferro.
Si fa per parlare, ovviamente...
@Igor
Venendo da punti opposti dell'universo, ti ringrazio perla tua onestà intellettuale. Hai capito perfettamente il punto.
Sui libri citati, d'altra parte, si parla di falso , mistificazione, kgb (adesso più democraticamente fsb), morti, inchieste insabbiate. Infatti, non hanno avuto nessun traino pubblicitario, neanche da destra (esiste una destra?)
Il punto è che facendo sempre costantemente i primi della classi, la noblesse annoiata che alza il ditino quando beve il the, ogni tanto bisognerebbe dimostrarlo. Poi capita qualcuno incazzato che ti denuncia e, siccome ci sono prove intangibili, ti rinviano a giudizio.
Per continuare con il giornalismo sciatto, basterebbe vedere l'atteggiamento di Repubblica con il caso Agnelli.
Per finire sveliamo perchè è arrivato Feltri al Giornale. E' partita la controffensiva, la battaglia e, onestamente, il grande orobico è decisamente più portato alla pugna di Giordano.
Oioshi Shimbun, dove sei??
Italo
Igor la sinistra ora come ora è più impresentabile della destra. Vole vo solo ribadire, pur condividendo i tuoi rilievi e in parte quelli di Italo, che Repubblica resta più presentabile del Giornale
@Italo:
grazie, il tentativo d'onestà intellettuale (non dico l'onestà in pieno, a quella non pretendo d'arrivarci) è del tutto in linea con i fondamentali della discussione politica. Essere dialettici, diceva qualcuno.
E, detto tra noi, ma senza offesa, trovo alcune tue osservazioni viperesche, ma ben indirizzate, assai più utili e "coerenti" ai miei principi di certe articolesse che mi capita di leggere.
Se solo capissi un minimo d'economia potrei seguire meglio quanto dici altrove, my fault.
Leo:
ovviamente parlo per me, ma giuro che Repubblica è dal 2001 che non riesco proprio a reggerla.
Anzi: trovo il suo atteggiamento ancor più insoffribile degli opposti, perché animato da un'ingiustificabile convinzione d'essere migliori quando, alla fin fine, menano se non lo stesso gioco, uno assai simile.
Con questo non condanno tutta la stampa ora all'opposizione, pur ammettendo di leggere assai poco su carta: voci interessanti ce ne sono, ma la spocchia "noi siamo la parte sana del paese" non funziona più.
Non siamo (più) la parte sana del paese, tutto qua. Forse lo sono (siamo?) stati, non lo so.
Mi sa che sono andato OT non poco, fate finta di non aver letto :)
stefano, ma i dati ads sono basati su quanto dichiara l'editore? ussignur!
@Italo
Non ho scritto che tu abbia sostenuto quanto bello sia il Giornale, hai detto che Repubblica ha fatto meglio del Giornale e la considerezione, dal mio punto di vista, appare bizzarra, tutto qui.
Pur servendomi solo di edizioni di quotidiani online da oltre un anno, ho letto su Repubblica articoli ed editoriali critici nei confronti della parte politica spalleggiata dall'editore. Ricordo lo stesso D'avanzo(wsky) scagliarsi contro l'inadeguatezza e la pochezza di Fassino e D'Alema nell'affrontare il caso Genchi.
Quando sul Giornale leggerò un editorialista che potrà dare dell'inadeguato al Premier potrò avere qualche elemento in più per iniziare a paragonare le due testate.
Detto ciò farò tesoro di uno dei tuoi consigli letterari. Uno, perché dopo aver letto un uomo dalla credibilità di Paolo Guzzanti passerei un sacco di tempo a chiedermi "perché?".
Alessandro.
Nel caso della media mobile annuale i dati Ads hanno proprio questo piccolo 'difetto'...se il mercato pubblicitario fosse onesto si dovrebbero pubblicare solo le cifre fornite dai distributori (che dovendo poi a cascata corrispondere all'editore il 60% del prezzo di copertina sono costretti a far bene di conto), che non a caso sono più segrete della formula della Coca Cola...
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