Et voilà, consuntivo consumato di una stagione storica per i gesti bianchi: ad inizio Masters (chiamatele voi Atp Finals...) un gesto doveroso, coraggioso e soprattutto, per non smentirsi mai, molto chic. Il caffè di fine cena nel tennis, prima della pausa pit-stop, è un torneo che ne rinnega il principio fondamentale, ovvero l'eliminazione diretta; dunque un epilogo stagionale parecchio simile alle esibizioni pro degli anni Sessanta. Il fato vuole che si sia aperto il gruppo B con la riproposizione della partita, in versione mignon, che ha cambiato le sorti della stagione e, incredibile ma vero, modificato il panorama storico di questa epoca; tarda federeriana, beninteso. Anno mitologico, nella piccola storia del grande tennis, perchè ha sancito definitivamente l'immortalità statistica di Roger Federer. Vi risparmiamo i calcoli matematici che potrebbero assicurare, nella classifica, l'ennesimo numero uno finale all'elvetico: se il computer ci smentisse, sarebbe l'ennesima riprova che i calcolatori sono l'invenzione umana più idiota dopo il musical.
Proprio quel Soderling-Nadal al Roland Garros fu la svolta di un anno che pareva minacciare un interregno nadalista. A rivederli sei mesi dopo, tecnicamente, sembra la stessa sfida; ma è cambiato il nostro sguardo: l'altroieri convinto dell'ineluttabile dominio del maiorchino, oggi rassegnato alla mutilazione psicofisica del mutante in mutande. Lo svedese lo tramortisce di colpi piatti e violenti; l'androide, che ebbe l'ardire di scalfire il cesarismo di Mister Perfezione, non è più lui: sognerà nella notte pecore elettriche? E' un Nadal che abusa di slice di rovescio per limitare la potenza dell'avversario, discontinuo negli scambi e con poca profondità nei colpi: come non bastasse, a 23 anni, non riesce a mascherare i primi segni di calvizie precoce, forse la nemesi di un'antica sponsorizzazione sciampistica...Lo spagnolo ha i primi sei mesi del 2010 per tornare, almeno parzialmente, il caterpillar della terra rossa che fu; altrimenti non basterebbe nemmeno il modulatore Penfield per rientrare nelle vesti della macchina da guerra dell'estate 2008. Sorvolando allegramente ogni rievocazione criptata dello scontro di Maggio, le voci di un Rafa senza benzina super e le fughe di Robin dagli adempimenti Wada, chiariamo il corpo di queste contese londinesi: gli atleti sono tutti sfiniti, piallati, da undici mesi di attività logorante e faticosa. L'evoluzione di questo gioco diabolico, sempre più sport per superuomini, ne ha modificato ritmi e stili; chi scrive che si gioca troppo, guarda il dito e non la luna: l'Atp dei seventies prevedeva per i suoi eroi molte più partite. Il Guillermo Vilas del 1977, per esempio, si pappò sedici tornei con una striscia vincente di 46 incontri consecutivi; la concluse ritirandosi (per protesta) contro un Nastase, più Nasty del solito, che giocò con una racchetta spaghetti, poi bandita dal circuito. Quell'anno il mancino di Mar del Plata vinse in cinque continenti; alla fine dell'anno il resoconto fu di 144 (!) partite giocate.
Prendiamo l'argentino che ne ha replicato quest'anno, allo Us Open, le imprese: il Del Potro, laureatosi nello Slam più tremendo e contro l'avversario meno abbordabile, deve ancora riprendersi dalla sbornia di New York. Il gossip è che negli ultimi mesi si è dato alla pazza gioia; con il risultato che ha smarrito la solidità spaventosa del suo uno-due, ovvero il serve and forehand perentorio. Il potenziale è tale da proporlo per la successione impossibile, quella a Mago Merlino: diremmo che la contesa è con altri due giovinastri, i favoriti (ma non troppo), delle finali inglesi; Spazzola Djokovic e Vampiro Murray. Il serbo sta concludendo l'anno confermando i molti pro e i pochi contro del suo tennis: rovescio bimane in lungolinea da cineteca, senso ritmico (e teatrale) dello scambio, capacità atletiche di primissimo ordine anche per remare a fondo campo. I difetti: amnesie curiose, considerando la manina fatata, nei pressi della rete e blackout (mentali?) improvvisi con il diritto. Il britannico, che si trasforma in scozzese quando perde, ha visioni geniali; sfrutta gli angoli come pochissimi, ma è vittima di un campionismo infantile che lo porta a giocare da volgare arrotino: (S)Corretja come allenatore già dice tutto...
Il futuro, un po' crepuscolare, appartiene al trio manolesta elencato; gli altri, ancora bimbi da latte, appaiono evanescenti come Gulbis o troppo acerbi, vedi Dimitrov e Tomic. Il Federerismo sarà comunque impossibile da avvicinare, una mostruosità tecnica e agonistica che non lascerà eredi, ma produrrà nostalgie gozzaniane negli appassionati. Il Re stesso, al termine di un 2009 incredibile, non sembra molto interessato alle vicende agonistiche: contro Macho Verdasco ha rischiato il tracollo, prima di offrire la solita campionatura di fioretto regale. L'impressione è che, d'ora in poi, si dedicherà alla cesellatura del palmares da Immortale; i Mille (non ci riferiamo ai garibaldini..) per preparare i quattro majors, magari un po' più di attenzione verso la Coppa Davis. E se lo vorrà, ultimo appuntamento romantico nel 2012 per le Olimpiadi nel suo giardino di casa, ovvero Wimbledon.
A confermare il clima melanconico, la scenografia improbabile dell'avveneristica Orena: l'effetto cinematografico regala agli incontri un'involontaria atmosfera funebre, sottolineata da un blu metallico che sembra partorito dalla mente narcolettica di un Hunter Thompson sotto metadone. Lo smarrimento dello spettatore televisivo viene completato dal buio tombale che circonda il campo: alcune inquadrature delle posse al seguito, con tanto di didascalie per illustrare il parentame, si perdono in un nero seppia bergmaniano. Attendiamo con fiducia altre idee dei creativi dell'Atp: proponiamo un match a luci spente ma con i tennisti e le palline fluorescenti oppure un gioco di mimi per rievocare i fasti dell'Antonioni di "Blow up". E' un gioco così bello; perchè impegnarsi così tanto per rovinarlo?
Simone Basso
(in esclusiva per Indiscreto)
12 commenti:
Potrei sciropparti qualche tomo sull'evidenza dell'arte nell'esaltare la figura del tennis e del tennista. Ma non lo faro (perche non sono in grado nemmeno di finire questo commento....)perche sto favoleggiando nella mia testa di due/quattro tizi vestiti come l'Anas che randellano, con delle palette da vigile urbano post-blackout stradale, una sfera luminescente nella notte, divisi da una rete luminosa (magari virtuale...). Praticamente il Ping Pong su primi computer.....
Continuo a maledire il rallentamento delle palline. Con le vecchie Roger avrebbe regnato fino ai 35 :)
In questo torneo vedo una finale Djoker-Murray. Sarebbe una bella battaglia.
più che di stagione logorante parlerei di allenamenti (e soprattutto pesi) in uno sport in cui la preparazione fisica conta più della tecnica di base ma che sta rovinando parecchi giocatori. esempio :i due migliori talenti italiani trevisan e miccini. il primo non gioca 2 settimane di fila senza infortuni muscolari da 3 anni circa. il secondo ha subito addirittura un operazione all'anca a 16 anni.(per intenderci l'infortunio che interrotto la carriera di kuerten)
Quindi in soldoni un vilas poteva permettersi di giocare 144 match perchè gli allenamenti erano molto più easy.difficile fare previsioni ma senza quei 8-10 kg di muscoli non tornerà ai livelli mostruosi del 2008.già ora lo tiene a galla l'approcio mentale-tattico alla gara(in quello è ancora il numero 1). senza quello galleggerebbe tra la 40/50
@Spike,Zoleddu:i vizi del cybertennis sono sottintesi.
Purtroppo l'esasperazione muscolare è sotto gli occhi degli appassionati;tutto ciò viene "esaltato" da una programmazione inquietante dell'Atp.
Hanno abolito le superfici sintetiche,il carpet,ed introdotto ovunque un cemento medio-lento.
Siamo ormai allo standard monodimensionale:continuando di questo passo distingueremo i vari campi solamente per il loro colore...
A tutto il resto contribuiscono le palline più lente ed attrezzi sempre più performanti,nello spirito parecchio simili alla famosa racchetta spaghetti.
L'esempio di Miccini è a dir poco inquietante...
Come volevasi dimostrare.
Almeno un'ora di Federer-Murray da antologia del gioco.
Mago Merlino,sul finire del secondo set e l'inizio del terzo,capace di magie inimmaginabili per chiunque:due su tre,forse,la partita dell'anno.
Per citare un quarto da leggenda di Larry Bird:"You are watchin' what greatness is all about".
Incontro di grandissimo spessore tecnico:nel primo set,dopo un break a testa,si impone la maggiore solidità dello scozzese.
Impressionante al servizio,sei aces nel parziale,e una battuta verso sinistra liftata quasi impossibile da contrastare.
Dall'altra parte lo svizzero non trova con regolarità la prima e cede alle geniali ragnatele di Murray.
Nel secondo il livello si alza in maniera impressionante,con Federerissimo molto più aggressivo e centrato nei colpi.
Alcuni giochi sono spettacolari:i colpi inimitabili dell'elvetico(approcci con lo slice,tocchi volleatori regali,diritti sensazionali,inenarrabili cambi di ritmo) contro il tennis cerebrale del britannico (palle corte,rovesci incrociati strettissimi,passanti millimetrici).
Ha la meglio la classe di un Mago Merlino travolgente anche nell'ultimo set:da manicomio una voleè di rovescio che si spegne appena tocca terra.
La serata sublime di Re Roger si sintetizza con una statistica parecchio old-fashioned:venti su venticinque a rete...
Partita sensazionale,che riconcilia con gli antichi e fascinosi gesti bianchi.
metà del secondo set più om eno.demi voleè folle da quasi meta campo che muore al di là della rete..cose del genere fra due tre anni non si vedranno per molto, molto tempo..godiamecolo ora finchè dura.o finchè ne ha gana
Federer sublime fra secondo e terzo set, antologici quel cross di diritto nell'ultimo game e duna demivolèe in allungo per cui è stato scomodato caravaggio :)
Murray ha resistito più che bene nel secondo set, il migliore, troppi DF ed un certo spirito Cupio Dissolvi nel terzo,facilitato dalle magie svizzere. Complessivamente, fin qui un degno Master,al di là di una formula ridicola,al solito,che oltretutto dovrà far tenere alta la guardia a Mago merlino anche contro Del Potro.
Esaltante vedere dar spettaccolo sia lui che il barcellona, la rivincita del Bello. Differenza è che lui almeno un avversario lo aveva..
Nadal fin quei il messo peggio.
Sulla assoluta idiozia del computer che dire? Già si è visto (per poco) Murray number Two pre US open, mancava appena Nadal (1 slam ed una SF) sancito number One al posto ri Rogi (2 slam e due finali) .
In passato accadeva anche di peggio, nel 1982 McEnroe numero uno senza nè slam nè Master ,nel 1977 idem per Connors, tacendo del femminile di questi ultimi anni.
Il computer ha una sua logica ferrea (ovviamente). Se fai 1 l'anno prima devi fare 1 l'anno dopo. Se fai 2 perdi punti. Non seguendo più l'andamento della classifica (era una mia fissa andare sul televideo ogni volta che l'aggiornavano)non so le sue evoluzioni attuali. Ma non avevano introdotto la classifica annuale al posto di questo sistema?
Jeremy c'è anche la classifica annuale, ma gli hanno tolto subito importanza rendendosi conto che il sistema da te esemplificato alla fine è il più corretto (e cmq le variazioni erano minime). D'altronde conta il numero 1 a fine anno e anche nel femminile, con Serenona, le cose si son rimesse a posto.
@Zoleddu,King Ivan,Jeremy,Leo:
http://www.youtube.com/watch?v=gejvypjm5k0
La comicità della formula potrebbe sbatterlo fuori,se perde contro Calerta Del Potro.
Comunque,rivedendo alcuni colpi,si capisce perfettamente che il tranquillo Rogi non sopporta il Vampiro:è l'unico top player che ama umiliare...
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