di Stefano Olivari
Ci sono cattolici che non hanno mai visto il Papa o musulmani mai stati alla Mecca. Ecco, noi fino a 15 giorni fa non avevamo mai visto una partita NBA dal vivo sul suolo americano. Solo perline colorate per selvaggi: amichevoli italiane, da quella memorabile di Julius Erving e soci nel 1981 a Milano fino al recente Live Tour romano, esibizioni individuali (la più divertente quella di un giovane Shaq, la più triste quella dell'ultimo Iverson, la più fredda quella di qualche anno fa di MJ) e poco altro. Fino a quando al Garden abbiamo visto i Knicks soccombere di fronte agli Spurs. Al di là di quello che accade in campo, reso bene anche da Sky, Sportitalia e dall'amato (anche se anticamera del divorzio) League Pass di nba.com, ci hanno colpito diverse cose che proviamo ad elencare per confrontarci con la 'prima volta' di tutti.
a) Il pubblico non è passivo come sembra dallo schermo, anche se New York è di sicuro una delle città NBA con più ambiente: a detta dei frequentatori live, agli antipodi (a parità di squadra) sta Miami.
b) Il reddito generato dall'evento, a parte quello da biglietti venduti, è concentrato in poche ore. La partita era alle 18, ma i cancelli sono stati aperti solo lle 17. Non solo: due minuti dopo il fischio finale (verso le 20 e 15) non c'era un solo negozio o bar aperto all'interno dell'impianto. Questo significa che il milione di dollari medio (e New York è di sicuro sopra la media) fra biglietti e indotto generato da una partita di stagione regolare è tutto concentrato in quelle tre ore.
c) Il merchandising non è un falso mito. Nei dintorni del Garden non ci sono bancarelle abusive o, peggio ancora, 'ufficiose' e tollerate. Non che negli Stati Uniti manchino criminali e contraffattori di marchi, però magari si sono messi d'accordo per emigrare di fronte agli stadi italiani. I negozi ufficiali sono pienissimi di gente che compra sia prima che durante la partita, cosa che fa storcere il naso a noi ma non al ragioniere dei Knicks (forse è lo stesso dell'impianto, essendo la famiglia Dolan proprietaria di tutto). Cose acquistabili ormai in tutto il mondo con un semplice click, peraltro.
d) Il Madison Square Garden non è il tipico impianto NBA, per la sua collocazione cittadina (già l'IZOD Center di East Rutheford, a cui magari dedicheremo un altro articolo, sembra su un pianeta diverso) e per il suo catalizzare gente non sempre focalizzata sull'evento. All'esterno si presenta come una sorta di palazzo-centro commerciale, all'interno è grande ma non dispersivo. Da monomaniaci abbiamo visitato solo la libreria della catena Borders, per comprare cinque volumi che avremmo potuto ordinare anche dall'Italia. Un contributo all'esistenza di luoghi di socializzazione.
e) Inutili le elucubrazioni sulla stagione dei Knicks (rischiano seriamente di andare ai playoff, nonostante tre quarti della squadra giochi solo per le statistiche personali ed il prossimo contratto) e degli Spurs (Jefferson non sta spaccando come sognavamo, dei tre grandi solo Parker ha ancora fuoco dentro), secondo le peggiori tradizioni la partita ha bordeggiato lo spread previsto dai bookmaker ed è stata risolta da alcune fiammate di Ginobili.
f) Bravi gli animatori del pubblico, geniali riciclatori di giochi da scuola elementare (il migliore è quello musicale, con una poltrona di meno del numero dei concorrenti e la corsa a sedersi quando la canzione si stoppa) e più coinvolgenti delle classiche ballerine che anche qualche squadra europea ha provato a trapiantare nelle nostre ghiacciaie. Di varia estrazione il pubblico, anche quello con il vassoio in mano non sembrava poi così disinteressato alla partita. La pioggia natalizia di ditoni a Los Angeles è stata la classica eccezione, nessun problema nonostante una inaspettata moltitudine di tifosi di San Antonio. Sparsi ovunque, non radunati sotto tristi striscioni (non ne abbiamo visto nemmeno di allegri e 'simpatici': che meraviglia!). Abbiamo mancato di un niente una delle magliette lanciate con la catapulta.
g) Da pagatori di biglietto non abbiamo rinunciato alla vicinanza della tribuna stampa, in modo da farci venire qualche idea. Nessuno aveva sciarpe, cosa che purtroppo non si può dire della realtà cestistica italiana (l'anno scorso al PalaSclavo di Siena abbiamo contato una fila di 'giornalisti' tutta con segni distintivi del Montepaschi, e non erano di Mens Sana Channel), tutti stavano lavorando o almeno davano l'impressione di farlo.
h) Danilo Gallinari piace anche ai non italiani, per mille motivi. Oltre ad essere forte dà l'impressione di avere grandi margini (cosa che non si può dire di David Lee, nonostante le buone statistiche) e di poter far parte di una squadra vincente di cui il famoso 'progetto Walsh' (uguale a quello di almeno altre quindici franchigie: avranno tutti qualche regista o rapper amico di campioni?) prevede la costruzione nell'estate 2010. E' bianco, e dove non arriva il razzismo arrivano il marketing e l'identificazione. E' penalizzato dal gioco attuale di D'Antoni, che lo obbliga a stazionare vicino all'arco da tre senza poter mostrare tutto il suo bagaglio tecnico. E' comunque italiano, alla fine i soliti stereotipi vanno cavalcati con ironia. Non è un caso che lo speaker del Garden (e non solo del Garden, quando dalla tivù si riescono ad ascoltare i rumori di fondo) il più delle volte pronunci il suo nome con un accento siciliano da 'Padrino' di Coppola o da Tony Sperandeo: 'Danilo Gallllinaaaaaari...'. Non è un caso, a meno che la musica americana abbia come riferimento l'Equipe 84 e Maurizio Vandelli, che un canestro di Gallinari sia stato sottolineato da alcune battute di 'Tutta mia la città'. Bella canzone, ma non esattamente famosa nel mondo come Yesterday: probabile il 'consiglio' del ragazzo lodigiano. Mentre non crediamo che Ron Howard, decine di film come regista ma nell'immaginario collettivo Ricky Cunningham per sempre, abbia gradito la sigla di Happy Days come colonna sonora della sua inquadratura a bordocampo.
i) Conclusione? La troppa attesa, condita dai mille racconti di colleghi e conoscenti, ci ha tolto un po' di entusiasmo puro. Ma non la certezza che la NBA sia il più grande spettacolo del mondo, liberamente ispirato allo sport più bello.
Stefano Olivari
(in esclusiva per Indiscreto)
90 commenti:
grazie direttò bel pezzo!
Ma la canzone era proprio la versione italiana o era solo musica e quindi più facilmente identificabile dagli anglofoni con l'originale "Blackberry Way" dei Move?
Musica e parole, in italiano: non potrei giurare che fosse Maurizio Vandelli, ma italiano sì!
Forse era la cover di Giuliano Palma?
http://www.youtube.com/watch?v=N2iYEyxMpak
Direttore,
bel pezzo. Mi ha un ricordato, per sensazioni, la mia prima ed unica volta che ho visto una partita dell'NFL dal vivo.
Ma le Cheerleader come erano ??
Mah, l'unica cosa che davvero apprezzo dell'NBA dal vivo è la qualità degli impianti - giganteschi ma costruiti sempre in modo esemplare, così da poter vedere benissimo anche dall'ultima fila posta a circa 600 m sul livello del campo.
Per il resto, a me l'entertainment, la musichetta, il defense-defense e baci sul megaschermo vari stanno profondamente sulle scatole. Certo sempre meglio dei cori di "vaffa" e "figlio di", ma comunque un modo di vivere lo sport dal vivo che non mi coinvolge.
Così come in realtà non mi coinvolgono ormai troppe cose della NBA, dal campionismo per tredicenni alle decine di garbage match in stagione regolare fino alla mortificante tecnica di base di troppi giocatori, ma qui si passa ad un discorso più ampio
"Ma non la certezza che la NBA sia il più grande spettacolo del mondo, liberamente ispirato allo sport più bello."
Il Direttore finalmente si toglie la maschera ed infila il burqa!... :-D
Grande spettacolo l'NBA, anche per un ignorante come me che però può vantare di aver visto Jordan e Drexler dalla seconda fila...
io ero davvero abbastanza piccolo, ma la mia unica presenza live per una partita nba è stata proprio al madison square garden per un knicks - rockets dei tempi ewing vs olajuwon e di cui conservo ancora gelosamente il programma (ora mi sovviene che a milano distribuivano un "basket show" che ricordo di ottima fattura: esiste sempre? era in realtà una ciofeca e lo devo catalogare nell'archivio merendine di una volta?).
mio padre di quel lontano viaggio a new york (volevo scrivere "grande mela" per atteggiarmi come quei giornalisti che scrivono biancoscudati o briantei...) cita sempre il fatto che i cancelli sono stati aperti tardissimo rispetto agli standard italiani/europei, ma era una semplice catenella di velluto rosso a separare gli ordinatissimi e pazienti spettatori dall'ingresso.
personalmente ricordo il pavimento molto appiccicoso e il biglietto trovato con relativa facilità tramite la hall dell'albergo, ma non so se i miei furono gabbati da quei servizi di bagarinaggio semi-ufficiale. direttore, è stato facile trovare il biglietto?
del modo di vivere l'evento ricordo - cosa che ho poi rivisto anche nei concerti oltreoceano - la gente più interessata all'aspetto divertimento che a quello agonistico. come durante "thunder road" di springsteen, anche allora c'era gente che andava al bar durante i tiri liberi decisivi dell'ultimo quarto...
Bel pezzo Stefano. Hai centrato l'obiettivo. Segnalo che a Phila nei posti popolari ci sono altoparlanti che riproducono i suoni di bordo campo...I microfoni sono proprio vicini ai tabelloni e si sente spesso i giocatori urlare "AND 1!". Piccoli dettagli ma che fanno piacere. Tra l'altro i posti popolari hanno visuale davvero ottima e sempre a Phila c'è l'opzione posto da 30 dollari con a disposizione qualsiasi schifezza da mangiare e qualsiasi bibita analcolica.
Azzardo la differenza tra lo sport USA e quello italiano e chiedo il parere del Direttore. In America puoi tranquillamente invitare una ragazza - pure al primo appuntamento - la moglie o un amico che conosci poco a vedere uno sport professionistico dal vivo: sei sicuro di passare una serata divertente certo che lei apprezzerà. In Italia, ammesso che accetti, dopo probabilmente cancellerà il tuo numero dalla rubrica.
Scherzi a parte, oltre a quello che accade sul terreno di gioco o sul parquet, negli USA l'attenzione al cliente, al servizio (dal marketing alla ristorazione), qualitativo, rapido, professionale e efficace di contorno allo show, secondo me è eccezionale.
Tanto che gli impianti vengono continuamente rimodernati o rinnovati per inseguire esigenze e qualità. Soprattutto a NYC dove, curiosamente, quest'anno praticamente tutte le squadre professionistiche hanno traslocato, paradossalmente tutte costruendo un impianto nuovo a fianco di quello vecchio da demolire (Yannkees, Mets, Giants/Jets) proprio per non rinunciare alla propria collocazione territoriale (almenoper il baseball).
L'unico che resiste è il 'vecchio' Madison, che però credo di non ricordare male che verrà ristrutturato (o sbaglio?) proprio perchè nello sport pro il tifoso-cliente viene prima di tutto
la differenza è che allo stadio gli americani ci vanno per divertirsi, come se la partita fosse un film al cinema o uno spettacolo teatrale, mediamente conoscono solo 3 giocatori e se la loro squadra perde non gliene frega un cavolo... non c'è coinvolgimento emotivo, ed è la cosa bella del calcio europeo... poi i gusti son gusti.
la cosa peggiore però è l'onnipresenza degli sponsor, addirittura allo staples, una settimana fa, ho visto le cheerleaders con la tutina di Carl's Jr. mentre il pupazzo dei Lakers andava in giro col cartello di Jack-In-A-Box, e col pubblico e che sbatteva dei tubi rumorosi sempre di JIAB...
Naturalmente, uscendo nella zona-cibo, potevi gustare un ottimo Wetzel Pretzel, oppure un hamburger, ma non di Carl's Jr. nè di JIAB...bensì del...CPK!!!
Praticamente pagano per andare ad una specie di centro commerciale, poi di quello che vanno a vedere non gliene frega niente? Decerebrati allo stato puro.
Come se io andassi sempre al cinema, indipendentemente dal fatto che il film sia bello, brutto, faccia ridere, piangere, da oscar, una ciofeca, mi piaccia o no. Ci vado perchè vanno tutti.
Potreste spiegatemi perchè questi tifosi sarebbero meglio di quelli che vanno a vedere l'Olimpia "perchè fa figo, è fashion".
Un'idea di quello che potrebbe essere il pubblico americano l'ho avuto a Brasile-Italia a Londra. Dal 15' l'unica preoccupazione della gente era fare la ola.
Conclusione mia: non trasformiamo gli stadi in centri commerciali, ma teniamo 'sto pubblico lontano dagli stadi, vi prego.
@carloblacksun: manca solo che tolgano il coinvolgimento emotivo e siamo apposto.
Cydella, pensa che c'è gente che va allo stadio nonostante Mourinho. E non c'hanno manco il centro commerciale.....
Ahahahahahahahah.
@cyd
ai tempi dello show time non era così, la gente zndava a vedere spettacolo estatico e non voleva mancare.Gliene fregava di chi c'era in campo.L'ovazione quando entrava Magic dimostrava molte cose.
Il problema è quando non hai delle leggende così, allora scatta la sindrome fortino, ma negli Usa è difficile.
Italo
Interessante,al solito.
Nei commenti si finisce sempre per semplificare il fenomeno.
L'Nba,come l'Nfl,è marketing;ma attraverso questa capacità di attrarre pubblico ha costruito un sistema efficiente e di pari opportunità per tutte le franchigie coinvolte.
Anche in tempi di crisi economica galoppante.
E' un merito straordinario,soprattutto alla luce della mancanza di credibilità delle nostre leghe (foot e basket su tutti).
Il pubblico poi non è mai lo stesso:è sicuramente meno fondamentalista del nostro,ma molto più variegato.
A Salt Lake City o Sacramento lo show biz dello Staples non sarebbe gradito;del resto già la sponda Clippers,i diseredati di El Ei,è un altro pianeta rispetto ai Lakers.
Squadre come Boston,Portland,San Antonio hanno un pubblico moooolto caldo,non molto differente dalla nostra concezione.
E poi ci sono le lande desolate:New Jersey,Miami,Minnesota....
Ah,un'altra discrepanza rispetto ai nostri usi e costumi:le prime file costano tantissimo e i biglietti vendono venduti al vippame o presunto tale.
Nessun biglietto omaggio per quelle poltrone...
@stefano
un paio di domande a casaccio:
della presentazione del quintetto con il garden al buio che mi dici? a tempi dei bulls di jordan ricordo che era una cosa che mi emozionava un bel pò, da casa (vabbè erano anche i palyoff) immagino dal vivo...
qualche fuori programma nel riscaldamento, tipo un 360 di nate robinson? o durante l'intervallo gente scelta a caso che tira da metà campo(?)
più o meno di 100 euri per vere la gara da una buona posizione?
ma soprattutto si vendono alcolici (come alle partite NFL)? a me spesso sembra di intravedere birroni dietro le panchine ma potrebbe anche essere la tourtel americana...
saluti
Concordo con Simone.
In tutti gli sport pro USA ci sono piazze che vivono l'evento in maniera differente. Però quello che tendenzialmente è identico è l'orientamento al cliente che ruota attorno (servizi, ristorazione, negozi) presentano un livello qualitativo analogo.
Quello che è strepitoso è la capacità di rendere "unico" ogni evento, ogni partita - e parliamo di una quarantina di gare interne a stagione, NFL a parte, e una buona parte di squadre tendenzialmente fuori portata playoffs già dopo pochi mesi... - ragionando sull'obiettivo primario di riempire l'impianto sempre e comunque, senza peraltro rinunciare alla qualità del prodotto, ovvero di quello che accade in campo in ogni gara. Il tutto - come avviene in UK, peraltro - in totale sinergia con la tv, che fa da spinta alla promozione e al posizionamento del prodotto. Inducendo le persone a vivere lo spettacolo dal vivo o, per chi abita lontano o dall'altra parte dell'Oceano a seguirlo comunque dal proprio salotto, magari con in testa il cappellino della squadra preferita.
Sui biglietti a pagamento, direi proprio che è una delle prerogative della cultura anglosassone. Da noi ci si vanta quando non si paga (soprattutto alcune classi sociali in Italia sono abituate a non pagare). Da loro è l'opposto.
@Guus: normali! @Furio: credo che il massimo livello possibile di educazione e al tempo stesso coinvolgimento sia il basket NCAA, non necessariamente di Division One, ma la NBA è uno spettacolo che può piacere sia all'esperto (playbook a parte, discorso che va fatto squadra per squadra, cosa diremmo nel calcio di una lega dove giocano 95 dei miglior 100 calciatori del mondo?) che al neofita...@Paolo: l'ho sempre pensato anche io, tuttora (da retrogrado, lo ammetto) mi sorprendo quando vedo donne in uno stadio di calcio vecchio e brutto, pieno di gente che vomita insulti anche contro i propri giocatori. Qui si entra in discorsi da psicanalisi, tipo rapporto con il padre, eccetera...@Carlo: tutto vero (ma non peggio delle nostre pizzerie e carrozzerie), ma la maglia lì è davvero sacra mentre da noi sembrano tutti piloti della Toleman...@Cydella: per me sono ridicole le religioni in senso proprio, figuriamoci il basket (che è la cosa che mi interessa di più al mondo, peraltro). Se il fanatismo è il prezzo da pagare per avere 'ambiente', meglio il centro commerciale...@Simone: sottoscrivo tutto, forse non è abbastanza chiaro che la NBA si autofinanzia (al di là di facilitazioni 'locali', che esistono soprattutto per gli impianti ed i collegamenti) mentre quelli del 'devi morire' con il ricatto della passione popolare possono pagare in nero, evadere il fisco e scaricare gli oneri della sicurezza sullo Stato. @Emozionante la presentazione al buio, la migliore di tutti (vista in televisione) è stata secondo quella dei Celtics ai playoff 2008. Quella con l'urlo finale di Garnett, e lo dico da antipatizzante della mistica dei Celtics...la birra l'ho vista, ma non ho indagato sul tasso alcolico..
@Direttore
ma alla fine quanto viene a costare andarsi a vedere una partita (biglietto d'ingresso nei posti "popolari" + panino & coca + eventuale parcheggio) ??
Sul senso di appartenenza alla squadra concordo sul fatto che in NCAA sia molto simile a quello che c'è da noi per il calcio (con sfottò e simili che rimangono però sempre nei limiti di una sana e pacata goliardia)
Per il discorso donne allo stadio, cito un post di qualche tempo fa che ho letto su di un altro forum.
Si discuteva sul fatto che le donne pagassero ridotto per entrare allo stadio (sinceramente non so se sia ancora così). Il commento fu il seguente: "E' che le donne non capiscono fino in fondo il calcio; sarebbe come far pagare il prezzo intero ad un cieco o ad un sordo per andare al cinema" !!
@Guus
Dipende: alcune società hanno prezzi differenti per le donne (sugli abbonamenti) altre no o iniziative salturie.
Sul discorso centro commerciale/fanatismo, quoto assolutamente il Direttore.
Soprattutto in Italia si confonde il fanatismo con la passione, che in realtà è ben altro.
E paradossamente, alimentando il fanatismo - come sta avvenendo da anni - si ammazza la passione.
Guus: fantastica! :-)
Stefano: è vero, ho anche letto commenti di tifosi americani sugli sponsor che tappezano le magliette dei gicatori europei. Loro inorridiscono, però vorrei domandargli cosa pensano del fatto che da loro sono stati creati dei time-out semplicemente per ficcarci dentro pubblicità. O che il super-bowl ormai dura 4 ore (o forse più) perchè l'evento sportivo ormai è marginale. Certo, questo permette di autofinanziarsi, però...
@Stefano: sulla mistica dei Celtics la penso allo stesso modo. Il loro boss fumava un sigaro in faccia agli avversari a partita vinta, proprio un gentiluomo. E del resto le squadre che si autoassegnano uno "stile", in ogni sport, mi fanno perdere il lume della ragione. Quella cosa dell'orrida pronuncia di Gallinari da parte dello speaker l'avevo notata pure io, fiero avversario di qualsiasi pronuncia regionalizzata anche nei tg nazionali, dove spesso sembra di ascoltare la colonna sonora di commedie dialettali (e infatti in telecronaca cerco di pronunciare touchdown accentuando la "ch" per evitare che mi sfugga "taz-dàun" alla bolognese), ma al proposito ho una mia teoria, impubblicabile (e su questo non cedo). Giustissimo l'accenno al tempo limitato in cui viene utilizzato l'impianto, anche se a volte a NY e altrove devono semplicemente far sloggiare la gente per preparare l'arena per l'hockey o il circo Togni. Sul discorso partecipazione ha ragione Simone: l'anno scorso alla palla a due della finale NBA, gara1, ci saranno stati 1500-2000 posti vuoti allo Staples Center, e la gente lì è tiepida (erano comunque le 18 ora locale, con le freeway intasate, diciamo che si lavora anche...), ma già con i Clippers siamo molto sul ruspante, e altrove l'interesse della gente non è così tenue come a volte si racconta. Il fatto che il nostro tipo di sport possa essere paragonato per molti aspetti più a quello NCAA che a quello pro - compreso il fatto che a vincere sono sempre quelle 4-5 squadre che dominano il mercato o il reclutamento - credo che sia appurato. Passo e chiudo (in più di un senso)
@Roberto Gotta
Vabbè, per l'accento sei perdonato ;-)
Prima che tu "chiuda" fino a data da destinarsi, che mi dici dei Vikings ?? Ce li vedi al Superbowl ??
anzi no, dimenticavo: corretto l'accenno al pubblico di Miami, che nella media è incompetente e totalmente disinteressato. Anche per le grandi partite vai fuori dall'American Airlines Arena e trovi biglietti comodi a poco prezzo, a pochi metri di distanza ci sono i carretti delle signore latinoamericane che vendono l'arepa e l'atmosfera in generale è semi-cialtrona come la città. E che non per nulla piace a molti nostri connazionali (e per carità, sulla spiaggia nulla da dire)
@GuusTheWizard: lo sapevo io che mettere fuori la testa era pericoloso... Al momento purtroppo non ce li vedo. Al momento vedo Dallas al SB. Ma tutti i pronostici sono condizionati dall'impossibilità di sapere quali siano ruggine, stato d'animo, preparazione psicologica delle squadre che hanno saltato il primo turno. I Saints, per dire, hanno chiuso la regular season senza benzina e sulle base delle difficoltà dell'ultimo mese sembrano destinati ad uscire subito, ma potrebbero avere ripreso fiato, elaborato ulteriormente gli schemi, rivisto alcune cose e magari ce li ritroviamo come quando hanno fatto a pezzi i Patriots. Aggiungo: non è stata per me una sorpresa la vittoria dei Jets @CIN, San Diego ora è superiore e può anche vincere 21-3 ma se i Jets riescono a stare sulle 150 yards di corsa forse rimangono in partita.
@Roberto Gotta
OK, non ti disturbo più. Fatti però sentire almeno prima delle finali di Conference.
Io al SuperBowl vedo San Diego - Minnesota, anche se non sono sul pezzo come te. Per i 49ers speriamo nel prossimo anno ...
@guusTheWizard: la parola disturbo non esiste, scherzi??? E' che sono pericoloso per me stesso, quando inizio a sbrodolare parole...
Guarda, io non tifando per nessuna squadra vinco sempre, dato che a me a volta interessa vedere un particolare giocatore o una particolare squadra (nel 1989 ad esempio ero felicissimo di vedere i 49ers, anche per via della foto con autografo di Joe Montana che nel 1983 incredibilmente i 49ers mi spedirono, dopo una mia lettera.. ma l'anno dopo, nel 55-10 su Denver in una partita che non finiva più, ho "odiato" la tua squadra). Per dire: se ripenso ai Bears del SB 1986 mi vengono i lacrimoni, ma al tempo stesso simpatizzo per TUTTE le squadre della NFC North, per via della zona in cui hanno sede, e però a Miami febbraio 2007, pur con in campo la gloriosissima squadra con la C arancione sul casco speravo vincesse Indianapolis perché Peyton Manning è un genio che merita almeno un Super Bowl. Di fatto, e parlo partendo da lontano, avendo visto parecchi SB non ho mai avuto la soddisfazione di vederne uno con Dallas, Minnesota, New Orleans, San Diego, e dunque una qualsiasi di queste mi andrebbe bene. Ma poi cosa dico, in realtà vanno bene tutte, quando non si tifa...
@Roberto Gotta
Io per motivi "sentimentali" (ex-alumni Cal) sono invece più orientato alla costa West, con gerarchia Cal + PAC10 (esclusa OVVIAMENTE Stanford) + 49ers.
A livello SB mi dispiacque assai per i SeaHawks quando persero il SB, anche se ricordo molto volentieri il primo SB che vidi in TV Raiders-Redskins con commento di Bagatta.
Come vedi la scelta di Jahvid Best di andare al Draft 2010 ??
"e infatti in telecronaca cerco di pronunciare touchdown accentuando la "ch" per evitare che mi sfugga "taz-dàun" alla bolognese"
Vedi, Roberto, se tu ti decidessi finalmente a passare al "toccagiù" risolveremmo molti problemi... :-D
@GuusTheWizard: addirittura alumnus Cal? Però... Io apprezzo il Midwest, dove alla mia prima visita mi accorsi che la gente usciva di casa lasciando la porta aperta (non parlo di Chicago, Minneapolis o Milwaukee, ma di tutte le altre località) e parcheggiava senza chiudere l'auto, e parlo del 1988, non del 1776.
@Dane: ma se poi anche "giù" diventasse "zu"? :-)
Minkia, m'hai fregato...tocca inventarmi qualcos'altro.... :-(
p.s.: toccadabasso?!... :-D
@Dane: toccadabasso?!... ma non è un gesto scaramantico???
Più scaramantico di uno che va in meta!... :-D
p.s.: pardòn, touchdown!... :-P
p.p.s.: a proposito, perchè touchdown, che non devi touchdownare niente?!... :-o
la butto là da ignorante...perchè hanno cambiato la regola?
@Dane: relitto del passato, immagino...
@stefano, paolo s: non sto parlando del fanatismo delle curve, ma della gente che va allo stadio e ha un'idea di quello che succede. Non va allo stadio a mangiare i panini o fare il gioco della sedia (manco nel villaggio vacanze...).
"Al momento vedo Dallas al SB."
Eeeeh, per piacere, a forza di fare gli scongiuri ho frugato i pantaloni...
Scusate mi sapreste indicare dove trovo i dati sugli spettatori paganti alle partite delle maggiori leghe
cydella, hai un'idea leggermente distorta sulla cultura sportiva e sulla competenza dello spettatore americano...
@straw: sto a quanto riportato dai commenti precedenti.
"Conoscono 3 giocatori su 10"
"Che vinca o perda, frega niente" "Al tempo dello show time non era così"
"La partita è ormai marginale al superbowl"... al superbowl!!! Come se alla finale di champions, la gente andasse per ballare.
@Roberto Gotta: relitto del cambio di regola come dice Dag o eredità dell'Impero sulla colonia?!... :-D
p.s.: perdona la frecciata da rugbista, ma non ho resistito... :-P
@Muro: ragazzi, una roba sconvolgente: in questo momento sono in casa e su La7 va in onda un film francese che adoro. In soggiorno va in onda regolarmente doppiato in Italiano, in camera va in onda in francese con un narratore che traduce i dialoghi e descrive le scene durante i silenzi (tipo i DVD per i ciechi: "Tizio offre da bere a Caio che rifiuta sdegnato con un insulto...")!!!... :-D
Sono vittima di un episodio di Ai Confini con la Realtà!... :-O
Ragazzi, i pareri non debbono per forza coincidere, ma per favore restiamo seri: ho visto dal vivo una marea di Super Bowl dal 1988 ad oggi, e sì, la gente si diverte nei giorni precedenti, alla NFL Experience e in giro per le città, c'è anche chi va solo per vivere l'atmosfera perché non ha il biglietto (nel 2007 ho incontrato in aereo addirittura un ragazzo di Forlì che tifava Bears, aveva prenotato una stanza in un ostello, aveva un budget di un massimo di 500 euro per il biglietto e ovviamente non si è nemmeno potuto avvicinare alla cifra necessaria), ma la partita è l'unica cosa che conta, e non c'è nemmeno discussione. Qui da noi i media presentano il Super Bowl "vendendolo" come evento perché altrimenti nessuno se lo fila in quanto sport "strano", ma non scherziamo. Il gioco della sedia, il kiss me, la gara di ballo e la partita tra mascotte sono diversivi, ma non esiste nessuno, se non forse il bimbo di 5 anni che ancora non capisce nulla ma viene portato dai genitori, che va alla partita per qualcosa che non sia la partita stessa.
Andare ad una gara NBA può anche essere deludente se uno ha finora vissuto in quei "simpatici" posti dove i giornalisti hanno le sciarpe e il tizio del parterre insulta l'allenatore avversario dal primo all'ultimo minuto, ma per il resto è un'esperienza che ti fa sentire davvero meglio. Non trovo altre definizioni: specialmente se non tifi per nessuno, e dunque sei libero psicologicamente, assistere ad un avvenimento sportivo è semplicemente catartico anche nei posti loffi come Miami (Heat). Esci e ti senti libero da scorie.
@Direttore
concordo, in generale, col tuo punto sulla NCAA, anche se la mia esperienza diretta è relativa ad una realtà - Georgetown - che per fama e dimensioni tende a creare un ambiente molto in stile NBA.
Sulle leghe che si autofinanziano, credo che il vero modello da celebrare sia la NFL, soprattutto per come riesce a conciliare uno strepitoso successo economico con la tutela della qualità dell'evento sportivo. Ripeto, il basket pro si sta, a mio modestissimo avviso, letteralmente sputtanando tra regolamento da videogames, tutela spudorata delle superstar e soprattutto un numero gonfiatissimo di squadre (con obbrobri tipo il trasferimento Seattle-Oklahoma) e partite. Non dico di ridurre la regular season a 17 giornate, ma se gli si vuole ancora dare un senso 82 sono un'assurdità
@Dag: non so, o non voglio sapere... :-)), ma non ho mai capito perché i rugbisti debbano disprezzare il football e i giocatori di football guardare maie i rugbisti. Ma le cose che non capisco sono tante, una in più non cambia. Ci sono sport che non riesco a vedere per un minuto, ma non oserei mai mancare loro di rispetto o dire che fanno schifo: chi fa sport, e lo fa pulitamente, allenandosi invece di bere o fumare o fare altro, merita il massimo rispetto. Ecco, ha parlato il vecchio barbogio, ora un po' più vecchio.
Roberto Gotta, non ho mai detto che il Football Americano faccia schifo. Era solo una battuta innocente, ma più per recitar la parte che per reale convinzione.
Non sono un detrattore del Football Americano (che quando incrocio in tv guardo sempre volentieri), sono solo ignorante in materia.....
@Guus
"ma alla fine quanto viene a costare andarsi a vedere una partita (biglietto d'ingresso nei posti "popolari" + panino & coca + eventuale parcheggio) ??"
non so dirti il parcheggio, ma il resto normalmente viene nella fascia 35-45$
Dane: immagino che ci sia il doppio canale audio, con l'audiodescrizione per non vedenti nel secondo canale. Lo fanno per diversi film anche sulla TSI.
@Dag: sulla tv analogica?!... :-o
@gotta: a me il football piace e ho iniziato a vederlo per caso quando avevo 4-5 anni con un superbowl con i 49ers di Montana, Craig, Rice, Taylor (forse telecapodistria).
Un superbowl in diretta è, secondo me, inguardabile, perchè su 4 ore di collegamento, le ore di partita effettiva sarà 1-1,5 o poco più. Molto meglio la differita del giorno dopo, che taglia tutte le interruzioni inutili.
@Dane
.. e comunque si sa, il marito è sempre l'ultimo a saperlo ;-))
Caro Dane, ti mando l'esorcista....
@Guus: vero, c'è un giornalista che era sposato con una presentatrice televisiva (dai, non potete non capire...). Una sera torna a casa e non trova nè moglie nè figli: "Cazzo, è quasi ora di cena, dove minchia stanno?!..."
Squilla il telefono: "Buona sera, sono l'avvocato di Sua moglie..."
"Ah, buonasera, anche Lei cerca mia moglie?!..."
"No, no, cercavo proprio Lei..." :-D
@Jeremy: tranquillo, tutto rientrato......secondo me l'emissionista mangiava in studio e gli è caduto il panino sulla consolle... :-D
@Dane
.. cos'hai capito, intendevo l'ultimo a sapere quando la moglie ha fatto installare il digitale terrestre ..
@Guus: Ma noooooo!!!!!...... :-D
Non sono sposato, vivo da solo, ed ho il Digitale terrestre ma era spento e stavo guardando la tv analogica!..... :-D
Secondo me è andata così....mentre spegnevo la TV in soggiorno all'emissionista gli è caduto lo snack sul tasto ed ha mandato in onda la seconda opzione del doppio audio. Nel frattempo io mi recavo in camera (dove ho solo una tv analogica modello sovietico, senza digitale terrestre) dove accendendo la tv restavo sgomento pensando le due tv (collegate alla medesima antenna tramite sdoppino!...) trasmettessero due audio diversi!... :-D
p.s.: poi, dopo qualche minuto, l'emissionista se ne deve essere accorto togliendosi le cuffiette dell'mp3 ed ha rimesso a posto tutto... :-D
@Dane: tranquillo, io non ho mai detto che tu abbia detto così... ho preso lo spunto dalle tue parole per introdurre un concetto generale, e non per nulla ho parlato di rugbisti e giocatori di football, non c'entravi nulla, direttamente. Potevo dire giocatori di hockey su prato e pista (ma si odiano?), sarebbe stata la medesima cosa
@Cydella: è indubbio che vedere partite di notte, anche di basket secondo me, sia difficile, per via dei tempi morti. Io mi addormento alla prima pubblicità anche di un thriller, se non lo vedo su Mysky correndo a x32 durante le pubblicità e gli insopportabili spot, e non faccio testo, ma di fatto alla RAI sono arrivate richieste di differite, più che di dirette, e mi riferisco alla maggioranza dei telespettatori, non a chi, come me, preferirebbe comunque fare/vedere una diretta. Tra l'altro la differita è scomoda per un motivo bizzarro, per me: nella notte tra domenica e lunedì scorsi mi sono chiuso in uno stanzino di registrazione, in quel momento sguarnito, pur di non sentire gli urli che chi seguiva la registrazione di Cardinals-Packers, tifando per una delle due, stava facendo. Perché non volevo sapere nulla della partita prima di commentare, e ovviamente sentendo "Vai Larry!" qualche idea me la sarei fatta
cydella
dai, il superbowl è inguardabile perchè comincia all'una di notte..
inizia che hai già sonno..
ma se iniziasse all'ora di cena sarebbe di certo più godibile..
e poi dovrebbero farlo di sabato, che uno il giorno dopo può dormire..
@Dane
comunque, con il giusto approccio l'audio "analogico" con voce narrante non sarebbe una brutta idea: potremmo fare un video con voce narrante del Direttore (o di Simone) che racconta la diatriba Ferrara-Maifredi, oppure Mourinho-unGiornalistaACaso.
Ricordo che vidi una cosa simile anni fa in un hotel di Praga: era uno di quei filmazzi d'azione americani doppiato in lingua tedesca e con voce narrante nell'idioma locale (direi Ceco o Cecoslovacco)
@Roberto Gotta: sai com'è, non volevo far la figura del talebano, visto che la battuta l'avevo fatta io. La rivalità tra le due discipline discende più dal conflitto England-USA (l'ipocrita austerità snob degli inglesi contro la cialtronaggine da pagliacci degli americani) che dalle discipline in sè. Difatti è più sentita nei giocatori per quanto riguarda per l'una e dal pubblico per quanto riguarda l'altra.....
@Guus: è l'idea di Mai dire Gol, ma è stato già fatto!... :-D
@dane: ricorda che alle basi della rivolta che portò poi all'indipendenza ci fu la codfish aristocracy, ovvero quelli che si erano arricchiti pescando e commerciando merluzzi. E come dice chi non sa andare avanti ma vuole darsi un tono, "qualcosa vorrà pur dire!"
@eltopo: 4 ore di cui 3 di pubblicità sono già pesanti di loro, anche se fossero alle 21.
Ci si lamenta, giustamente, quando un film dura 3 ore e c'è in mezzo un sacco di pubblicità, figuriamoci l'opposto.
Come potenza di sonnifero, siamo ai livelli della formula uno (non come qualità del prodotto, ma come tempi morti... prima di venire aggradito, preciso subito che la F1 resta e resterà imbattibile come sonnifero).
@Roberto Gotta: ah, sì, sì, ma io non intendevo dare ragione nè all'uno nè all'altro (anche se sto leggermente per l'atmosfera del rugby, perchè le pacchianate urtano anche me sinceramente...). Volevo solo dire che tutt'e due recitano la parte, convinti di essere "er mejo"... ;-)
@Cydella: ma veramente il Superbowl dura 4 ore?!... :-O
@cydella
Qualità dello spettacolo oppure del sonnifero ???
@dane: eh certo. E' quello il bello. Come se a calcio ci fossero 45 tempi da 2 minuti. Inizi alla 1 e vai a letto alle 5, per vedere sì e no un'oretta e mezza di football.
@guus: qualità dello spettacolo... a me il football piace, però non puoi fare un'azione adesso, la prossima tra 10 minuti e così via. Il gioco è già spezzettato di suo, con azioni che durano pochi secondi, se poi ci aggiungi pause a iosa.
@dane: come se a pallavolo, battessero ogni 4 minuti. Fai te che goduria.
@Cydella.
a mio parere in Italia il fanatismo non è legato agli ultrà. E il modo di approcciarsi allo sport che è tendenzialmente deviato.
Negli USA, ma ti direi per molti aspetti anche nel Regno Unito, l'esperienza di vivere dal vivo gli sport di squadra è un mix tra passione e divertimento.
Lo scovare la coppietta che si bacia e proiettare sul megaschermo le immagini fa parte del contorno, così come cenare o pranzare allo stadio. Il piatto forte, non potrebbe essere altrimenti, resta quello che avviene in campo. Che è il motore di tutto.
Cydella, per loro è una festa, anzi LA festa, è una questione culturale, noi non possiamo giudicare e soprattutto non possiamo fare un confronto coi nostri sport e le nostre discipline. In Spagna mangiano uova fritte prima della partita (la cosa peggiore che potrebbe ingerire uno sportivo!...) e nemmeno Capello (no dico, CAPELLO!...) riuscì ad impedirlo. Nel calcio la questione del tempo effettivo manderebbe al manicomio un americano ma guai a toccare ad un calciofilo i suoi due tempi da 45' e guai a parlare di time out (fa niente se perde il doppio del tempo per una simulazione o per un'esultanza dopo un gol...).
Tu pensa al rugby: all'80 la partita finisce ma l'arbitro fa finir l'azione solo quando l'azione si ferma per un fallo o un fuori. Cioè, se riesci a tenere in gioco il pallone puoi andare avanti anche un quarto d'ora fino alla meta della vittoria o del pareggio, se la palla esce o un avversario (anche scientemente...) commette un fallo l'azione finisce. E questo in quella che si vanterebbe di essere la disciplina di squadra "più giusta e sportiva", ma fallo capire ad un rugbista!...
Mah, secondo me la gara a chi ce l'ha più lungo tra discipline e culture diverse non ha senso...
@Paolo S: quel che dici sulla vicinanza per certi aspetti tra USA e Inghilterra è giustissimo. Gli hooligans sono ed erano un'aberrazione: il tifoso medio inglese non è del tutto tranquillo e s'incazza molte volte (ma per breve tempo: in genere si siede subito dopo e si mette a sogghignare), però ci sono anche tante risate e momenti di umorismo, cantati - non esposti in striscioni semi-divertenti per finire in tv, come da noi - in strofe memorabili. Ricorderete che il portiere Andy Goram soffriva di schizofrenia, e gli cantarono "There's only TWO Andy Gorams", invece del solito "There's only one...". Con gli esempi si potrebbe andare avanti per due giorni.
atCydella
Sui tempi morti del Football concordo: il Monday Night, quando ho tempo, me lo guardo sempre col DVD Rec + FFWD.
Per la F1 il discorso è diverso: in TV è abbiocco al 100%, mentre dal vivo è veramente un altra cosa (soprattutto nei circuiti con saliscendi, tipo Imola)
@paolo s: a Brasile-Italia, la gente era lì per dire "io c'ero", farsi le foto, fare la ola, farsi inquadrare con le bandiere, fare pagliacciate, ballare... li avessero messi in uno stadio con musica a manetta, a loro non sarebbe cambiato niente.
Io la manterrei una certa "sacralità"...
Come se a teatro inizassero a distribuire panini, mettessero la musichetta nelle pause,... penso che i veri appassionati si incazzerebbero, senza bisogno di farli passare per invasati.
@dane: non sto dicendo che il nostro pubblico è migliore. Ma non accetto neanche il contrario. Spero che le cose rimangano come sono adesso. Non ho nessun desiderio che le nostre partite diventino un "evento" come da loro.
"a Brasile-Italia, la gente era lì per dire "io c'ero", farsi le foto, fare la ola, farsi inquadrare con le bandiere, fare pagliacciate, ballare... li "avessero messi in uno stadio con musica a manetta, a loro non sarebbe cambiato niente.
Io la manterrei una certa "sacralità"..."
Ci fosse stata Inghilterra-Scozia o Inghilterra-Germania stai pur sicuro che l'atmosfera sarebbe stata differente....adesso non arriviamo a dire che agli inglesi non gliene frega niente di quello che succede in campo perchè se no è finita....
"Come se a teatro inizassero a distribuire panini, mettessero la musichetta nelle pause,... penso che i veri appassionati si incazzerebbero"
Appunto, discipline diverse, in ambienti culturali diversi, inutile far paragoni...
"non sto dicendo che il nostro pubblico è migliore. Ma non accetto neanche il contrario. Spero che le cose rimangano come sono adesso. Non ho nessun desiderio che le nostre partite diventino un "evento" come da loro."
Il loro pubblico medio è mediamente (scusate il gioco di parole) migliore dal punto di vista dell'educazione e dello spirito sportivo e questo è innegabile (di certo all'Olimpico è più facile beccarsi la coltellata o lo spaccio di droga in curva rispetto allo Staple Center...). Che poi questo non dipenda dalle 4 ore di spettacoli di contorno siamo d'accordo, ma infatti non era questo il discorso.
Sentimento personale: per il loro modo di vivere la partita da parte dei tifosi farei cambio subito, per quanto riguarda le pagliacciate di contorno mai nella vita.....
@ Cydella
(scusate ma ho il pc che mi salta e riposto il post)
capisco quello che vuoi dire ma non sono d'accordo sull'esempio, Per una sostanziale differenza: la gente che è andata a vedere italia-brasile all'emirates è la stessa che va a vedere gli harlem globetrotters a mantova, italia-n.zelanda di rugby a san siro, alla partita del cuore a bari e che a torino per le olimpiadi di torino cercava un biglietto chiedendo ai botteghini quali sport fossero disponibili, indifferentemente se hockey o curling.
quel pubblico era sicuramente composto da una buona parte di persone con la sindrome dell'io c'ero, da cacciatori del singolo evento. tutti legittimi, ci mancherebbe, non è certo un reato portare i bambini alla partita o la fidanzata a passare una serata diversa dal solito, ma fondamentalmente indifferenti a quello che accade sul campo e soprattutto al risultato.
Ti assicuro che la percentuale di che va alla partita negli USA e l'atmosfera per un incontro pro USA è molto diversa da come te la sei immaginata.
Il concetto base è la differenza di approccio (quella che divide passione e fanatismo) ma resta il fatto che se i Jets o gli Spurs perdono non è che il pubblico va a casa pensando che bello però è stato fare la ola.
Che poi ad ognuno piaccia relazionarsi in un certo modo con lo sport dal vivo piuttosto che un altro, o che preferisca un certo tipo di approccio piuttosto che un'altro, è un altro discorso.
@dane: non sono stato chiaro. Non sto dicendo che agli inglesi non frega niente. Sto dicendo che creando l'evento a tutti i costi, si riduce il tutto a una pagliacciata, dal momento che imbarchi gente che va lì solo per l'evento, come a Brasile-Italia. Ben venga che ci siano anche solo gli appassionati. E' una colpa?
Ma quanti vanno a vedersi delle partite assurde perchè c'è la partita e quanti invece vanno perchè ci sono le pagliacciate?
Se vogliono le pagliacciate, offritegliele pure, però non si può in altra sede?
@paolo s: ho capito il tuo discorso, ma da parecchi commenti precedenti (non tuoi) non sembrava così.
Seguo l'NBA e mi domando come si faccia ad andare a vedere le partite di almeno una decina di squadre. Bisogna avere un bel coraggio.
Che pubblico è un pubblico a cui va bene qualsiasi cosa venga proposta?
"@dane: non sono stato chiaro. Non sto dicendo che agli inglesi non frega niente. Sto dicendo che creando l'evento a tutti i costi, si riduce il tutto a una pagliacciata, dal momento che imbarchi gente che va lì solo per l'evento"
E' un rischio in effetti, così sono molto più d'accordo (anche se è vero che creando l'evento puoi avvicinare alla disciplina nuovi adepti. Non sarebbe male in quei posti dove gli sport vengono ancora razzisticamente definiti "minori" solo perchè la palla si tocca con le mani...).
Solo che dai tuoi post precedenti sembrava che nei paesi anglosassoni, per i motivi citati, sport e pubblico fossero tutti così. E non è vero.....
"eguo l'NBA e mi domando come si faccia ad andare a vedere le partite di almeno una decina di squadre. Bisogna avere un bel coraggio.
Che pubblico è un pubblico a cui va bene qualsiasi cosa venga proposta?"
Scusa, ma allora il campionato italiano di calcio dovrebbe esser chiuso da anni! Se arriviamo a sputare sull'NBA, dove la partita tra le ultime due in classifica è più spettacolare di una sfida scudetto nostra.....
@ Cydella. Se da un lato il concetto di sport/entertainment nei paesi anglosassoni ha certamente un suo peso (mentre solo una percentuale irrisoria di italiani andrebbe a vedersi olimpia-khimki o milano-bolzano di hockey un martedì sera solo per passare una serata divertente con un paio di amici) c'è da dire che la passione per uno sport (o per l'arte, per la musica e via discorrendo) porta spesso a fregarsene del "valore" intrinseco di quello che vedi. Vale però anche per noi aldiqua dell'oceano: detto tra di noi, non andremmo mai a vedere (pagando) certe partite, magari di lunedì sera, d'inverno, di una squadra con una formazione senza speranze, sotto la pioggia (e, in italia, in uno stadio a pezzi) di un campionato orrendo, se non fosse solo per la passione.
Esatto, ripeto: c'è gente che va allo stadio nonostante Mourinho e senza la speranza di trovare il centro commerciale.....
@dane: non è che sono più spettacolari perchè il basket è mediamente più spettacolare?
Ma infatti nel campionato italiano, gli stadi sono mezzi vuoti, nonostante ci sia una grande passione. Nell'NBA sono pieni a prescindere. E' questo che mi lascia perplesso.
@paolo s: ok, per passione di quello sport, vado a vedermi anche partite infime, ma di quello sport. Da loro, con meno passione, vanno sempre e comunque a vedere le partite. Secondo me, il concetto di entertainment ha preso di gran lunga il sopravvento, pure troppo.
@cydella
la commistione sport/entertainment e quindi professionismo è sempre esistita ed è alla base dello sport americano, non è una moda degli ultimi anni.
però non riesco proprio a capire su quali basi tu ritenga che la tua (nostra) passione sia superiore alla loro. proprio perchè mi dicevi che la tua valutazione si basa su quanto hai percepito dalla tv, ti invito a osservare una qualsiasi trasmissione sportiva americana e una italiana. poi mi dirai quali sono i rispettivi i pubblici di riferimento. ovvero in quale paese abitano gli amanti delle pagliacciate e gli esaltati e dove vivono i competenti e i veri appassionati.
per chiudere: conosco nordici che amano calcio ma nessuno di loro ha mai pensato di andare alla partita con fumogeni, striscioni o aspettare fuori l'arbitro per un rigore non dato alla propria squadra. non per questo li definirei meno appassionati.
ciao!
"@dane: non è che sono più spettacolari perchè il basket è mediamente più spettacolare?
Ma infatti nel campionato italiano, gli stadi sono mezzi vuoti, nonostante ci sia una grande passione. Nell'NBA sono pieni a prescindere. E' questo che mi lascia perplesso."
Cydella la tua risposta contiene un quesito a cui ti sei risposto da solo con la tua domanda...
@paolo: da noi vanno solo appassionati, a parte alle amichevoli, come ho avuto modo di vedere. Da loro va chiunque, sempre e comunque, indipendentemente dall'evento.
Da noi alla partita tra l'ultima e la penultima, non c'è nessuno. Là è pieno o quasi.
Ma la passione non sono mica i fumogeni... è magari alzarsi e fare un lungo viaggio per una trasferta di campionato. Dubito che negli US vadano in trasferta.
@dane: allora il raffronto andrebbe fatto tra basket italiano e NBA, di modo che venga annullato l'effetto "diversa spettacolarità". Ma da loro è sempre pieno comunque, da noi solo appassionati.
Quoto parole, punti e virgole degli interventi di Paolo e Roberto.
@Cyd: la passione che qui c' è per lo sport non solo non è minore a quella in Italia, ma è superiore. Se invece parliamo di tifo e fegato spappolato, di occhi sanguinati e venne che scoppiano nella gola, allora hai ragione. L'Italia non lo batte nessuno.
Credimi, chi va a vedere una partita, che sia di basket e hockey, di football o baseball, non ci va "per la scampagnata" o per le foto ricordo. E' la differenza che c'e' tra calcio e altri sport che determina anche il clima da "gita scolastica" durante la partita. Se ti perdi un goal perché stavi andando a prendere la birra, magari rischi di avere perso tutto della partita. Se ti perdi la tripla di Bargnani, tra un po' ne fa un'altra. Quando vado a vedere i Raptors o gli Jays, vado al bar 4-5 volte (a proposito, la birra è quella vera, per chi aveva chiesto info prima), quando vado a vedere Toronto FC, o i Maple Leafs, al bar si va prima della partita e nell'intervallo.
Quoto: "...Ma la passione non sono mica i fumogeni... è magari alzarsi e fare un lungo viaggio per una trasferta di campionato. Dubito che negli US vadano in trasferta."
In Italia si gioca quasi solo nell'week end, perciò più facile per chi vuole seguire la squadra, qui 3-4 volte la settimana con molto più partite.
Quanti interisti o milanisti "appassionati" seguono 17 trasferte con i loro soldi (non i viaggi con i soldi regalati dalle società sotto ricatto)?
Qual è la distanza più lunga in trasferta? Per andare da Toronto a Boston ci vogliono 8-9 ore di machina, a Montreal 6, a Calgary due giorni, a LA 2 giorni e cosi via. Pensi che si possa fare tutti i giorni?
Come vedi paragoni che non si possono fare, e che non possono misurare il grado di passione per uno sport. In Italia non è passione, è malattia.
La competenza del pubblico che assiste in una partita di hockey, basket o football, e la stessa di chi frequenta San Siro. La diferenzza la fa l'educazione diversa, non l'intensità' di vivere la partita. Io quando porto mio figlio a vedere i Raptors o i Blue Jays, non ho paura che mi trovo di fianco il quarantene sfigato, invaso dalle dinamiche ultrà, che sprigionerà dalla sua bocca un insulto dietro l'altro al Rasheed Wallace di turno solo perché la sua maglia è verde. Mentre all'Olimpico mi è capitata la signora sesantenne che ha insultato tutto l'albero genealogico di Gullit e alla curva di San Siro, Peppino Prisco a Nicola Berti sono stati bersagli delle schifezze degli ultra milanisti prima e durante la partita. Da controaltare, al BMO Field un tizio, un po' troppo agitato, si è permesso di tirare sul campo un bicchiere di plastica vuoto, che non farebbe male nemmeno ad un moscerino. E' stato portato via in due minuti da...una ragazza di 25 anni della security, non un poliziotto. Se ne' andato senza fiatare. Te lo immagini una scena del genere in uno stadio italiano?
Ecco è questo che ti fa godere l'atmosfera di una qualsiasi partita in North America. Hai la tranquillità che hai a casa, ma come valore aggiunto, l'atmosfera della diretta.
Te non te la godi una partita in casa di amici con una birra e due chiacchiere tra una barella in campo e un battibecco tra Mou e l'arbitro? Ecco, prenditi quell'atmosfera, spostala sugli spalti di uno stadio, e il gioco è fato.
"allora il raffronto andrebbe fatto tra basket italiano e NBA, di modo che venga annullato l'effetto "diversa spettacolarità". Ma da loro è sempre pieno comunque, da noi solo appassionati."
No, primo perchè stai rischiando di spostare il discorso, secondo perchè il confronto va fatto tra sport di pari seguito. Il Basket ormai è "sport minore", quindi il paragone va fatto tra il calcio e i 4 sport americani (perchè loro ne hanno 4, di sport, non 1 come noi...).
Comunque ormai ci siam capiti, il discorso che fai sull'evento paglaicciata è ok, per il resto avevi solo travisato (generalizzandola) alcune sfumature... ;-)
Ma la sindrome da evento c'è eccome anche in Italia.
Conosco molti che vanno allo stadio solo perché di sera e nello stadio pieno, ma sapendo di calcio davvero poco o nulla e la stessa cosa vale per i grandi concerti.
E sfatiamo il mito delle trasferte: nella NFL (meno partite e tutte nel weekend) i tifosi ospiti si vedono eccome. Solo che non esistendo (credo) i settori l'impatto visivo di 2-3 mila che attraversano gli USA in uno stadio da 80 mila è minimo. O lo stesso dicasi per la March Madness nella NCAA.
Sarà anche un pubblico più votato all'entertainment, meno scene strazianti ecc, ma è un modello che sinceramente invidio.
Io avessi un figlio di 10-12 anni non so mica se lo porterei allo tadio, al Madison Square Garden si.
@Tani: ovviamente concordo su tutta la linea. Del resto ho avuto la fortuna di vedere decine di partite lì in Nord America e so quel che dico. A volte vedevo una partita là il venerdì, partivo sabato, arrivavo domenica, andavo direttamente ad un palasport italiano o allo stadio e mi chiedevo come fosse possibile, a parità di baccano sugli spalti, che da una parte ci fosse gente che dopo un attimo si rimetteva a sedere, e dall'altra proprio i tipi "occhi sanguinati e vene che scoppiano nella gola" citati da Tani. Oltre a quelli che dal parterre del basket fanno gestacci agli ultras ospiti, vigliaccamente sicuri di poterlo fare perché tanto gli ultras sono a 30 metri di distanza. Sono i peggiori
E comunque, tornando sul pezzo ..
Reduce da uno 0-0 inguardabile di media Serie B con pochissimi spettatori: prima della partita la zona stadio, fra elicottori che svolazzavano ad altezza uomo e cariabinieri in tenuta anti-sommossa sembrava il set di Apocalypse Now 2.
Mancavano soltanto il napalm e le conigliette di Playboy ...
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