La formula della credibilità

di Stefano Olivari
L’esperienza dei bookmaker insegna che il gioco a più alto rischio di adulterazione è quello che non influisce sul risultato sportivo principale. In altri termini, per lo scommettitore ‘fuori dal giro’ è molto più penalizzante scommettere sulla squadra Tizia vincente con uno scarto di tre gol (per non dire i calci d’angolo o le ammonizioni) che sulla semplice vittoria con qualsiasi punteggio. A sostenere questa tesi c’è anche la matematica, con la teoria del professor Justin Wolfers della Wharton School (Pennsylvania).
Prendiamo le giocate sulla vittoria della squadra di basket Caia con handicap S (mettiamo 9): quindi soldi incassati con vittoria sul campo di 10 o più punti, soldi persi con vittoria da meno di 9 punti o sconfitta, situazione neutra con vittoria di 9 punti esatti della favorita. Prendendo in considerazione migliaia di situazioni di questo genere, una distribuzione simmetrica dei risultati vorrebbe che le partite chiuse con vittoria della Caia con punteggio da 1 a S meno 1 (cioè 8) fossero simili come numero a quelle con punteggio da S più 1 (cioè 10) a 2S meno 1, cioè 17. Quando le vittorie del primo tipo in un campionato sono molto più numerose di quelle del secondo significa che quel campionato è probabilmente finto. Traduzione: è un torneo in cui i giocatori delle squadre favorite tendono a salvare al tempo stesso classifica, incolumità fisica e proprie puntate personali. Un motivo in più per stare alla larga dalle proposte cervellotiche o troppo creative del banco.
stefano@indiscreto.it
(pubblicato sul Giornale di martedì scorso)

6 commenti:

Unknown ha detto...

Dal suo commento mi sembra di capire che sono esclusi gli adattamenti da parte degli scommettitori; se tanti eventi simili finiscono per avere una distribuzione di risultati asimmetrica rispetto alle quote, non si crea uno spread sfruttabile dallo scommettitore consapevole?

Unknown ha detto...

Visto che è il mio primo post di commento in questo blog, approfitto per fare i miei complimenti a tutta la redazione, per l'ottimo lavoro svolto e l'alta qualità degli articoli.

Nick ha detto...

Diretto, d'accordissimo sul concetto generale e sulla "adulterabilità" di un certo tipo di scommesse (se lo ricorda quel giocatore che piazzò una puntata sulla prima rimessa laterale e buttò la palla fuori dopo 30 secondi?), anche perchè, c'è da dire, che meno importante è l'evento ai fini del risultato finale e più è facile "adattarlo" a certe esigenze.

Per niente d'accordo, invece, sul discorso matematico: chi dice che la distribuzione dei risultati dev'essere simmetrica?

Stefano Olivari ha detto...

Nel medio periodo la distribuzione dei risultati non può che essere simmetrica rispetto allo spread-boa, se no il bookmaker fallirebbe dal momento che le quote da ambo i lati sono uguali (intorno all'1,90, che può salire a 1,95 nel mercato dei riversamenti che non funziona diversamente da quello dei prestiti interbancari)...la chiave di tutto è proprio quella che avete detto: lo scommettitore consapevole può scegliere ed effettuare giocate selettive in sottoinsiemi dallo spread 'sbagliato'...la teoria è più semplice della pratica, comunque, altrimenti tireremmo fuori dalle scommesse qualcosa in più dei (pochi) soldi per le vacanze...

Nick ha detto...

Ha perfettamente ragione...mi ero perso un "dettaglio" per strada: la parità delle quote e il fatto che la boa è scelta dal bookmaker! :)

Italo Muti ha detto...

@Direttore+Nick

Mai mi sarei aspettato di gustarmi una discussione di statistica inferenziale in questo sito.
Un saluto figli di Gauss

Italo