di Jvan Sica
Vancouver 2010 ha ri-sottolineato che le discipline sportive, non solo quelle olimpiche, sono da dividere in due categorie sempre più diverse. Da una parte ci sono gli sport storici e dall’altra gli sport globali, lontani e non comunicanti per regole, ritmo, tipologia di campioni.
Gli sport storici si rifanno a tradizioni secolari, disciplinate in competizioni sportive tra la fine dell’800 e l’inizio del ’900, quando il leisure time borghese acquista un valore qualificante per la classe sociale ed è da mettere in mostra per evidenziare una differenza. In questa fase la giovane borghesia industriale dell’Europa settentrionale e nordamericana istituzionalizza i due elementi fondamentali dello sport classico: il tempo libero è da investire per una qualificante affermazione sociale e l’utilizzo del tempo libero stesso può diventare strumento di guadagno. Dalla seconda metà dell’800 agli inizi degli anni ’80 del secolo scorso, a questi due pilastri dello sport se ne è aggiunto soltanto uno: l’utilizzo delle attività nel tempo libero come mezzo di propaganda e disciplina delle masse.
Con la nuova filosofia del consumo degli anni ’80 e la fine del regimi comunisti, lo sport ha acquisito una nuova dimensione, che è quella mediatica, primo passo per le prospettive globali dello sport contemporaneo. In questi anni, gli sport della tradizione si sono evoluti e trasformati, diventando quello che sono oggi: competizioni organizzate secondo un regolamento che esalta la prestazione fisica degli atleti. Prendiamo Vancouver 2010 e il biathlon come esempio: sport dalle ascendenze millenarie (Virgilio parla di caccia sugli sci nel 40 a.C.), dalla fine dell’’800 iniziano a svolgersi le prime gare che contemplano lo sci di fondo e il tiro al bersaglio con fucile. Da allora, il biathlon è diventato lo sport dell’Europa del Nord (scandinavo e russo in primis) e dagli anni ’90 ha invaso la Germania, con le gare trasmesse in diretta e seguite da un grande numero di appassionati. Oggi il biathlon ha ancora le sue caratteristiche ormai secolari. Poco o nulla è cambiato e in Italia, in USA e in tante altre nazioni, il biathlon è uno sport secondario, che non va in tv e da una sensazione di vecchiotto nonostante l’affascinante Magdalena Neuner.
Sempre più lontani da questi sport storici, si stanno creando una loro identità gli sport globali, basati su una nuova concezione dello sport, intesa come serie di performance individuali regolate da pochi principi di base, che danno grande attenzione alla sfida, al challenge, dove a vincere non è per forza di cose il miglior atleta per tecnica e forza, ma chi riesce a superare l’altro in quella contesa particolare. Detta così sono evidenti i plus di maggiore spettacolarità di questi sport: maggiori emozioni, nessuna gerarchia consolidata, poca o nulla tradizione che ha fatto sistema, creazione del personaggio-atleta, competizioni semplici da comprendere e molto 'easy' dal punto di vista della fruizione televisiva.
Per sviluppare meglio il concetto, mettiamo in comparazione biathlon e snowboard cross in quest’edizione olimpica. Nella 10 km sprint maschile di biathlon, a vincere è stato Vincent Jay, francese, davanti al norvegese Emil Hegle Svendsen e al croato Jakov Fak (sorpresa non pronosticata). Tra i primi 20 ci sono 5 russi ed ex-russi, 9 mitteleuropei, 3 scandinavi. Nella prova di snowboard cross maschile, ai quarti sono arrivati 6 nordamericani, 3 mitteleuropei, 3 dell’Europa latina, 1 russo e 1 australiano. Solo da questi numeri, senza tirare in ballo la storia olimpica di questi sport, è chiara l’estensione “globale” di sport come lo snowboard cross, perfettamente televisivo (i migliori sono nordamericani, dove lo sport è in buona parte show, e per restare a noi, Rai Sport ha trasmesso tutte le run della gara maschile e femminile, mentre il biathlon abbiamo dovuto acchiapparlo su Sky Olimpia 3, perché Sky Olimpia 1 era occupata dallo... snowboard cross), di alto ritmo, godibile anche senza conoscenze pregresse delle regole, con pochi sviluppi intricati, anzi molto lineare nella comprensione.
Questi i principi basilari per offrire uno sport televisivo che possa interessare il non competente. La strada intrapresa dal CIO è sostenere questo tipo di discipline, inserendole con grande anticipo sui tempi di attesa nell’agone olimpico, e tenere per le “nicchie” ancora forti ed esigenti gli sport storici nazionali. È figlia di questo compromesso l’inflazione delle discipline alle Olimpiadi soprattutto estive. Da una parte occhio alla commercializzazione di nuovi spettacoli sempre più appassionanti, dall’altra logiche geo-politiche per tenere buoni i grandi elettori. Ma non possiamo arrivare ad Olimpiadi con 200 discipline, per cui una linea dovrebbe essere scelta. A meno di non far durare i Giochi due mesi, con venti canali televisivi a disposizione.
Jvan Sica
18 commenti:
Ottima ricostruzione. Sul tema basta vedere cosa hanno combinato nel ciclismo su pista, dove hanno cancellato l'inseguimento per lasciare il keirin, o come diavolo si scrive. Dal punto di vista tecnico, una bestemmia. Dal punto di vista storico, un sacriliegio.
Proprio così Kalz, vedi anche lo sci di fondo con le sprint...
Il rapporto tra tv e sport è per certi versi inquietante. La boxe è televisiva per antonomasia e oggi esiste, sempre che esista davvero, solo grazie alla tv... però ci sono più titoli mondiali che pugili. Io sono preoccupatissimo per l'atletica leggera con tutte quelle pause così poco televisive. Che avranno in mente di fare?
@kalz
La risposta è ovvia: gnocca e pubblicità e vai sul sicuro.
Non sapevo della preistoria del biathlon: invece del fucile potrebbero usare l'arco.
Non concordo Jvan... a mio parere è quello che tu citi alla fine, di sfuggita, la chiave di tutto: accontentare i grandi "elettori".
Ormai le organizzazioni sportive, CIO in testa, sono solo strumenti politici ed economici. Sfruttando la definizione ballerina di "sport" si include tutto ciò che possa far piacere a questo o quello: dalla ginnastica ritmica allo snowboard alla canasta, se necessario.
E questo viene prima di tutto, anche dei media, che strapagherebbero ugualmente l'evento senza lo snowboard.
CT
Kalz, il parallelo col ciclismo su pista è perfetto, cominciò tutto con la cancellazione delle gare su tandem (che però in Sudamerica tira tantissimo: velodromi con sole gare di tandem, diretta tv, pubblico impazzito, banco per le scommesse come agli ippodromi e soldi a palate...).
Tu pensa che una volta un funzionario di federazione mi disse che il ciclismo su pista per bucare il video avrebbe dovuto permettere le testate, come nel campionato nazionale giapponese di keirin.....se questa è la filosofia dei padroni del vapore, prima o poi all'Olimpiade ci metteranno la gara di spogliarello e l'obbligo di seno siliconato per nuotatrici e ginnaste.....
p.s.: a proposito: http://www.boingboing.net/2010/01/28/australian-censor-bo.html
Lo snowboard in TV mi lascia da sempre perplesso. Lo snow-cross è la sola eccezione; ma è praticata da chi utilizza l'"hard", mentre il core di quello sport si rivolge al "soft".
Tutte le altre discipline della tavola da neve in TV sono inguardabili, letteralmente.
veramente niente male la tedeschina che ha vinto l'oro nel biathlon..suona l'arpa,corre in mountain bike,fa trekking e per rilassarsi lavora a maglia.passione per cui cura tiene un suo blog dove dispensa consigli.la sua media in piedi è piuttosto scarsina mentre da sdraiata spara con '87%!insomma una tipetta da sposare..
Yes.
La linea scelta dal CIO è quella di arraffare più denari possibili.
Poi,comunque,è sempre una questione di marketing pubblicitario.
L'Nfl in Europa rimarrà marginale e troppo complicata per la nostra mentalità foot:in Nord America è il pilastro fondamentale dello sport spettacolo.
Certi esperimenti da X-Games sono perfetti per il quarto d'ora warholiano:infatti quando si spengono le telecamere diventano un hobby carbonaro.
Lo sport deve essere legato a un territorio,a un paesaggio; altrimenti muore.
Sono fondamentalista:le olimpiadi bianche al di fuori del Vecchio Continente hanno molto meno senso tecnico...
L'atteggiamento di alcune discipline storiche è ridicolo:il fondo sta perdendo la sua dignità.
La sprint è ridicola quasi come la Cinquanta in linea,corsa come fosse una cicloturistica...
"La televisiun la g'ha una forsa de leun/la televisiun la g'ha paura de nisun/la televisiun la t'endormenta come un cuiun"
(Enzo Jannacci)
@Kalz,Dane:il problema non è il keirin,ma la velocità olimpica e l'omnium.
Il primo sembra uno spottone con gli omoni Michelin,il secondo non ha mai avuto una base tecnica.
@Zoleddu:Lena è un bel personaggio,mi auguro che si conservi così com'è...
A 23 anni è già nelle migliori cinque-sei di tutti i tempi.
Ieri ha vinto nella sessione in piedi:se migliora quella fase,le altre non possono più competere.
@Paolo:concordo su tutta la linea.
@Christian Tugnoli:son talmente impegnati a contare i dindi che non si accorgono di un paio di specialità che allergherebbero veramente il paesaggio delle olimpiadi invernali.
La corsa campestre e il ciclocross.
Nel primo caso coinvolgerebbero pure gli africani...
P.s.
La Vonn stasera ha vinto la discesa femminile più difficile di sempre.
Chapeau!
@Simone
Vabbè, ma la corsa campestre ed il ciclocross si fanno senza l'ausilio di neve o ghiaccio: dopo varrebbe veramente tutto.
GuusTheWizard:mica tanto,l'ultimo mondiale di ciclocross era su fondo ghiacciato.
L'atletica invernale è la corsa campestre.
Idem per il cross ciclistico:sono sport che vivono solamente da Ottobre a Febbraio ed evolvono in uno scenario naturale.
Sono legati all'inverno come il biathlon e lo sci alpino.
E offriresti una vetrina agonistica seria a nazioni come Kenia ed Etiopia.
Senza regalargli l'umiliazione di farli scendere in Super-g col pettorale numero 65 tra le risate del parterre...
@Simone
I Kenyani al super-G possono anche non presentarsi: non è che li obbligano a partecipare.
A questo punto mettiamoci anche il Football Americano, visto che si gioca d'inverno.
"@Kalz,Dane:il problema non è il keirin,ma la velocità olimpica e l'omnium.
Il primo sembra uno spottone con gli omoni Michelin,il secondo non ha mai avuto una base tecnica."
Simone, siamo ovviamente d'accordo. Ma mentre il tuo discorso è comprensibile solo agli appassionati stretti, il discorso sul "keirin più televisivo consentendo le testate" mi pare più eloquente per far capire con quali dirigenti abbiamo a che fare... ;-)
p.s.: centrati anche gli esempi di campestre e ciclocross: in certe versioni più invernali del curling...
@GuusTheWizard:la partecipazione olimpica è legata a un numero chiuso di atleti per ogni nazione.
La decima biatleta tedesca dà la paga alla Ponza,la migliore italiana del lotto (ieri 50esima a sei minuti...):ma le deve fare posto per ragioni di opportunità e visibilità politica.
Sarebbe invece un'opportunità meravigliosa per sport belli e "poveri" come la campestre e il ciclocross.
Il football americano non ha bisogno di quella ribalta:è un gioco radicato su un territorio(come il cricket in India e Pakistan..)e da questa specificità si è creato la sua tradizione.
E poi,economicamente,l'Nfl potrebbe comprarsi il CIO,Vancouver e forse pure Londra...
@Dane:si,sui federali siamo alla canna del gas.
Infatti sostengo da anni lo scioglimento dell'Uci,ente dannoso per la diffusione del ciclismo.
Per quello su strada basterebbero due cartelli:uno delle squadre e l'altro degli organizzatori delle corse.
La pista dovrebbe rilanciarsi attraverso scuola e scommesse...
L'omnium è un tentativo patetico di coinvolgere gli stradisti,ma nella storia gli all around sono stati pochissimi.
Il più grande:Patrick Sercu.
@Simone
Tutto l'ambaradan delle modalità di partecipazione alle Olimpiadi più o meno lo so: è che secondo me la corsa campestre ed il ciclocross con le Olimpiadi Invernali non c'entrano una mazza.
Poi se vogliono metterci anche il Beach Volley sulla neve fresca nessun problema.
@kalz, per quanto riguarda l'atletica leggera da quest'anno sono riusciti a rendere ancora più aberrante la regola della falsa partenza: se già il concetto di "seconda globale" era criminale, da ora si va a casa alla PRIMA falsa partenza.
Che vuoi, i tempi televisivi...
Il biathlon è, a parer mio uno degli sport più belli del mondo,è appasionante e non è assolutamente difficile da capire.Lo sci di fondo rapportato al biathlon non è niente, purtroppo in Italia ha poca visibilità perchè non è mai nato un campione tipo Tomba o Pittin ora nella combinata, che attiri l'attenzione dei media.
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