L'ultimo azzardo di MJ

di Stefano Olivari
Michael Jordan potrebbe dire a chiunque, non solo a noi del CSI, 'io che ho giocato'. Cosa che non gli ha impedito clamorosi errori di valutazione nella sua carriera dirigenziale, da Kwame Brown fatto chiamare dagli Wizards al numero uno ad Adam Morrison scelto al numero tre nel 2006 dai Bobcats. Ma comprare una squadra, o meglio diventarne l'azionista di maggioranza dopoo un lungo tira e molla, è decisamente un'altra cosa. Per questo quella con i Bobcats, rilevati da Robert Johnson, è davvero una grande sfida.
Di ex campioni che sdottorano con i soldi degli altri è pieno il mondo dello sport, qui siamo in un'altra dimensione finanziaria e imprenditoriale. Al di là di quello che si vede in campo, con la squadra ben guidata da Larry Brown che sta lottando per i playoff (è nona ed Est, ma ha solo tre vittorie meno dei Raptors quinti), la vera impresa sarà quella di conquistare una città ed uno stato che hanno sempre accolto con freddezza il basket pro. Prima di tutto per l'esistenza di college dal seguito pazzesco anche fuori dai propri confini (North Carolina, Duke, North Carolina State, Wake Forest) e poi perchè i Bobcats sono sempre stati percepiti come un'entità estranea al territorio. Per colpa dei proprietari 'stranieri', come il già citato Johnson (comunque uno vero: imprenditore nei media e primo miliardario afro-americano, in dollari, della storia), ma anche perchè i Bobcats sono uno dei non rari casi di assistenzialismo dello sport professionistico americano: la Time Warner Cable Arena di Charlotte, infatti, è di proprietà della città ed i Bobcats ci hanno investito zero. Non solo: ai tempi degli Hornets a Charlotte la costruzione della nuova arena con soldi pubblici fu bocciata da un referendum, consultazione che per i Bobcats (l'impianto serve anche a tanto altro, ma è stato costruito in virtù della prospettiva NBA) non è stata ripetuta. Facile il paragone con i Carolina Panthers della NFL ed il privatissimo Bank of America Stadium. Tornando al basket, l'operazione identificazione è partita con Larry Brown (da giocatore di college stella di North Carolina e da allenatore guida dei Carolina Cougars della ABA) e adesso con MJ proprietario (peraltro dal 2006 secondo azionista e responsabile della gestione sportiva) e protagonista nel primo dei due titoli NCAA di Dean Smith si è perfezionata. Per quanti soldi? Non è chiarissimo, fra acquisto di azioni e debiti di varia natura trasferiti, ma i giornali locali scrivono di una somma vicina ai 270 milioni di dollari. Tre quarti del suo patrimonio personale, stando ai Forbes della situazione. Da vero giocatore d'azzardo MJ è arrivato a giocarsi tutto, ma per uno come lui ci sono comunque più paracadute nel basket che ad Atlantic City.

15 commenti:

Guido Montana ha detto...

Che campione MJ... indimenticabile!!!
Ma che errori di scelta al Draft, Kwame prima scelta dei Wizards nel 2001 (Pau Gasol pick numero 3, Joe Johnson al numero 10, Zach Randolph al 19 e Tony Parker al 28, ma anche Arenas al 30 e Okur al 37, tra gli altri...), e Adam Morrison alla numero tre per i Bobcats nel 2006, draft poco profondo per carità, ma pur sempre con Brandon Roy pick numero 6, Rudy Gay al numero 8 e Rajon Rondo al 21...
Insomma, finora al Draft MJ è stato una grande delusione, diciamo la verità!
Devo però riconoscere che i "suoi" Bobcats, sotto le amorevoli cure di Larry Brown ed attraverso vari scambi di giocatori, cominciano ad assomigliare decisamente ad un progetto di squadra da Play-off.
Curiosamente, a roster adesso per i Bobcats c'è proprio quel Tyson Chandler (non un fenomeno, ma almeno un buon giocatore difensivo), che MJ scartò dopo avere allestito un apposito provino pre-draft 1 contro 1, a favore di Kwame Brown, forse la peggiore prima scelta ogni epoca della NBA...

Unknown ha detto...

Porca miseria mi hai fregato sul tempo con l'articolo! Scherzo ovviamente. Ne stavo scrivendo pure io, ti ho linkato, in quanto il tuo pezzo era fatto meglio. Ho aggiunto alcune considerazioni.

Francesco

Dane ha detto...

Guido, a volte ritornano"!... :-D

p.s.: ti "chiamavo" l'altro giorno... ;-)

nanomelmoso ha detto...

Saper cosa fare con la palla e saper perchè lo fai sono cose diverse.

MJ sa cosa fare del pallone ma non sa perchè farlo e non sa scegliere bene chi lo fa ... ehi mica è un difetto io non so fare nessuna delle due cose :P

Guido Montana ha detto...

@Dane
Sorry...
Temo proprio di essere un altro Guido rispetto a quello a cui ti riferisci. E' la prima volta, infatti, che scrivo qui, anche se da tanto tempo leggo sia gli articoli che i commenti.
Comunque, lieto di fare la tua conoscenza!

Dane ha detto...

Ops, chiedo venia.....non ti ricordavo in effetti così concentrato sull'NBA in effetti... :-P
Come non detto, altrettanto lieto comunque!... ;-)

Armanthae ha detto...

@ Guido: il tuo modo di scrivere mi è familiare, non è che ci conosciamo? Sei per caso campano di nascita e isolano di adozione (università)?

Guido Montana ha detto...

@Armanthae

Pare che io abbia scatenato involontariamente una caccia alla mia identità...;-)
No, sono isolano di nascita e milanese di università e di vita.
Lieto, comunque, di conoscere anche te!

supersonicsoul ha detto...

Beh Jordan ha sempre amato giocare d'azzardo in vita sua - Atlantic City era la sua città preferita - e scommettere sull'impossibile. Pare anche sulle partite. Ecco spiegato il ritiro 93 ( anche se Sternlandia ha fatto tramandare ai psoteri altre versioni...).

Stefano Olivari ha detto...

Una delle versioni è che avesse già iniziato a parlare di ritiro a Barkley durante l'Olimpiade di Barcellona...ma se davvero l'avessero fatto 'dimettere' per rimescolare un po' le carte, perchè poi l'avrebbero graziato? Domanda retorica, visto che la NBA di metà anni Novanta era alla disperata ricerca di personaggi trainanti...con tutto il rispetto per il gioco in post basso di Olajuwon e per lo stesso Barkley (altro scimmiato dall'azzardo e per questo da noi amatissimo)...

Dane ha detto...

Mitico Sir Charles, specialista della stoppata!...

p.s.: Direttore, la ricerca di personaggi a cui ha accennato spiega tutto (mica ci si poteva aggrappare a Pippone, che per me è sempre stato un James Worthy...), anche se secondo me Jordan lasciò semplicemente per noia (e devo dire che dal punto di vista tenico se preferisco il Jordan 1 ho preferito il Jodan 2 dal punto di vista delle emozioni. Il rientro fu veramente una bellissima favola...).

Dane ha detto...

Ehm, ovviamente volevo dire Pippen.....giuro che non l'ho fatto apposta, non sono un Di Carlo qualunque.....

p.s.. Wordpress ha la funzione Edit?!...

nanomelmoso ha detto...

mi sa di no dane ma forse si puote attivare

supersonicsoul ha detto...

Non l'hanno fatto dimettere per rimescolare le carte, ma soltanto per evitare l'onta di una squalifica, che avrebbe infangato l'uomo immagine di NBA, Macdonalds, Nike etc. Tutte ditte che hanno sempre cercato di porre una cortina fumogena attorno ai vizietti di MJ, tipo la capatina fino all'alba al casino di Atlantic City la notte prima di gara 2 delle Eastern Conference Finals: il moralismo sulla vicenda Woods docet. E anche l'FBI aveva indagato su Jordan, per un assegno di 57000 dollari firmato di suo pugno trovato a casa di un trafficante di droga ( saldo di un debito di gioco). I fautori di questa teoria sono convinti che il cerchio si stesse per chiudere attorno a MJ e che Stern impose un ritiro temporaneo, anche per placare gli altri Proprietari, ai quali una squalifica del Dittatore non avrebbe certo fatto danni. Non a caso, nel settembre 93 cessarono anche tutte le indagini sulle scommesse di MJ. Il quale qualche anno fa in una intervista da un simil Costanzo americano confessò che il suo vizio per le scommesse era a dir poco compulsivo. In rete si trovano tantissime se si digitano parole come "jordan" e "gambling". Si procuri informazioni, caro Olivari: Cialtronia esiste anche in Sternlandia eh.....

Nick ha detto...

Niente edit in wp! :)
Ma un plugin ci sarà di sicuro...