di Stefano Olivari
Anche questi playoff NBA stanno confermando che dove i conti devono tornare è il marketing a dettare gli stili di gioco e non il contrario. Non lo diciamo solo in quanto reduci dalla visione di garatre fra i Thunder e la solita versione tira e molla dei Lakers, con Bryant a 'veneziare' oltre ogni limite.
Spesso ha ragione lui, guardando ai risultati, stavolta no. Non è un caso che anche in questa partita il miglior momento della squadra di Jackson sia coinciso con il coinvolgimento totale di Gasol e lo scongelamento del poco amato (da Kobe) Bynum. Sempre ottimo Artest come Tagnin della situazione su Durant, il kobismo spinto sta facendo scivolare fuori dal gioco Odom. Finora l'MVP di questa serie è stato comunque Westbrook, praticamente un fisico da videogioco che maramaldeggia su Fisher. Tornando al campionismo senza...limitismo, va detto che in quasi tutte le serie di primo turno si possono riscontrare situazioni simili: il Nowitzki incommensurabile di garauno è stato annullato dagli Spurs nella partita seguente, l'LBJ stellare anche nella garatre persa stanotte contro i Bulls (piaciuti tantissimo anche in garadue: Rose mostruoso, Noah e Deng sempre dinamici, le percentuali di Hinrich hanno fatto e faranno la differenza), ancora più imbarazzante il rapporto fra Wade ed il resto degli Heat con nessuno dei compagni che nelle prime due partite con i Celtics è riuscito ad andare in doppia cifra (!!!) di punti. Nella NBA in cui quasi tutte le superstelle sono guardie o al massimo swingman, la palla in mano ce l'hanno sempre quelli che fanno audience. E Nowitzki, che guardia non è, si adatta in post medio o post basso con culate e tiri in svitamento che possono dare percentuali decenti solo a un fenomeno come lui. Oltre l'apparenza da highlights quello NBA di fascia alta è un basket molto sofisticato, sia nelle situazioni speciali (rimesse, gestione della palla con pochi secondi ai 24, adattamenti alle scelte ritenute più probabili degli avversari: lì ha senso studiarli, visto che i roster non vengono ribaltati ogni settimana a colpi di passaporti bulgari) che per quanto riguarda le difese dove le vituperate zone si vedono, poco mascherate, più che a livello Eurolega. In attacco, ed in particolare in attacco nei quarti quarti, la palla deve essere invece in mano alle stelle. Non è però abbastanza per definire il gioco NBA 'un cesso', come Recalcati ha avuto il coraggio di dire e quasi tutti gli allenatori italiani di grido (da Messina in giù) pensano.
7 commenti:
Bravo Stefano, è proprio quello che pensano, espresso in mille maniere, tra cui "xxxx nella NBA è peggiorato", dove XXX qui da noi era uno dei tanti passaportati finti che maramaldeggiava, a dire il vero solo di rado, contro gente che nel suo ruolo era inguardabile. Io sono molto scettico verso l'attuale tipo di gioco NBA che sembra la trasposizione americana di molti media sportivi italiani (ovvero "contano solo i vip, possibilmente fotogenici o "maledetti""), ma la presunzione che c'è qui da noi è infinita: è da almeno un decennio che a Bologna si è CERTI che un paio di ex giocatori di una squadra locale torneranno qui alla prima occasione... salvo vedere che rinnovano sempre con la loro squadra NBA, fosse anche perdente per difetto congenito.
definirla un cesso è esagerato ma vero è che con lo schema "palla in mano alla stella di turno anche se non fa il play" la lega si stia tecnicamente impoverendo, soprattutto nel reparto lunghi..
Yep,se non ci saranno aggiustamenti tattici e soprattutto attitudinali,la finalissima sognata da Stern potrebbe saltare clamorosamente.
James sarà imbattibile quando capirà che nel finale di certe partite,quelle "cattive",deve evolvere maggiormente in post e giocare meno con la palla in mano.
Le jordanate sono controproducenti,se poi le fai contro il sistema dei Magic...
Sui Lacustri il meteolamar segna bassa pressione:se il newyorchese non ingrana,ciao ciao anello.
La differenza al solito la faranno le difese;Durant,corcato senza pietà da Artest in attacco,potrebbe diventare la chiave tattica(il kobespam)della serie.
Alla fine,malgrado i trentellisti stracantati,metti un Rodman 1993 a Orlando e le 16 vittorie diventano realtà.
simone, altro che rodman, basterebbe anche un oakley
@Zoleddu:si,Oak era un altro che faceva poco fumo e produceva tantissimo arrosto.
Non penso fosse un caso,ma come Rodman arrivò dalle fogne del college basketball...
simone nonostante credo che SVG integrerebbe pure pozzecco nel suo sistema, non ce li vedo i rod e gli oak ad orlando, che ha un piano di gioco fin troppo semplice: tutti fuori che dentro ci pensa dwight. secondo me sono ad un vero gotoguy dall'anello, a meno che carter non torni vincredible...
@Vi:Oakley il tiro da fuori,costruito,lo esibì molte volte.
Difensivamente,e a rimbalzo,renderebbe devastante la kukkozia altrui.
Il Rodman,soprattutto come back up,li farebbe correre in transizione in una maniera che Howard nemmeno può sognare.
Nessuno ricorda gara6 Chi@Uta 1998 per la difesa,nell'ultimo quarto,del Verme contro il Postino.
Metti quel 91 contro Gasol e lo scenario tattico della contesa diventerebbe blu Orlando...
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