di Simone Basso
Tempo di finale occidentale finalmente, l'Nba rispettando il copione di un reality scapigliato ci offre lo showdown più classico e bizzarro della costa pacifica. LA contro Phoenix è una saga che ci accompagna da decenni e curiosamente lo fa rispettando le solite caratteristiche genetiche della contesa.
I Lakers arrivano alla supersfida con la consapevolezza e l'arroganza dei campioni, i Suns con il sentore di essere nel bel mezzo di una missione speciale. Le differenze tra le due franchigie, materializzate brutalmente sui soffitti dello Staples e prima ancora del Forum, sono addirittura di tipo ideologico: se Hollywood ha significato, dopo gli incubi sixties della Gang Green, un'industria de luxe di anelli e All Star da parata, per il Team Arizona è sempre andato di moda il mood lisergico ed agrodolce dei magnifici perdenti. Nel dna dei Suns le imprese di fuoriclasse unici e bizzarri: il profeta Spencer Haywood, l'elettrico Paul Westphal (uno dei bianchi più negri nella storia del gioco), l'arresto sinistro e il tiro destro del setoso Walter Davis (migliore guardia dei Tar Heels prima del 23). Le mani da Rostropovich di Apatia Adams (mai più vista un'apertura di contropiede, dopo il Rodman, così fulminea), l'uomo molla Kevin Johnson e il bomber Tom Chambers (white man can jump!); la Cosa Chuck Barkley e Giasone Kidd. Una lista niente male, roba da immediato tuffo al cuore, ma anche la pugnalata metaforica di una squadra da sempre bella e impossibile; ormai abituata ai miraggi ingannevoli di quel deserto.
Un'odissea di opportunità mancate che fu inaugurata, guarda caso, da una lotteria: quell'anno, il 1969, una moneta scelse il numero uno del draft proprio tra John Drogonia e Milwaukee. In palio i servigi di un pivot di "discreto" talento, un certo Lew Alcindor; la fortuna arrise ai Bucks che pescarono il goat, la signora dai denti verdi morse invece i Suns due volte, visto che se lo sarebbero subiti (anche dopo lo spostamento burocratico all'ovest) per quasi quindici anni come pivot dei Lacustri e con un nome diverso (Kareem Abdul Jabbar naturalmente). Ecco dunque i ricordi di quei Soli a un passo dalla vetta, ma incapaci di spiccare l'ultimo salto verso quel maledetto pennone con la scritta "world champions"; dei frammenti passati con i rivali di El Ei ricorderemo le rare puntate fortunate. Per esempio la cavalcata dantonesca del 2006 vinta alla settima, dopo la spaventosa performance del Mamba in gara6 con quella tripla decisiva di Tim Thomas; o lo spauracchio tremendo della Banda Barkley (sulla strada per le Finali 1993) che rischiò il tracollo opposta a una Città degli Angeli decadente ma volitiva (Divac, AC Green, Worthy). A salvarli (nella bella) ci pensò la magia stravagante di Oliver Miller, i polpastrelli delle dita più incredibili capitati in un corpo condannato alla pinguedine eterna: altro profilo psicofisico (da deviante) perfetto per la canotta bianco arancio e blu.
Appaiono proprio mondi opposti e paralleli, i due regni, riassunti involontariamente dalla Le Guin di "Dispossessed; an ambiguous utopia"; il classico (?) libro di fantascienza che spiega meglio di un trattato di sociologia il divenire dell'umano. Proprio come in quella novella, Urras (i Bryanteers) è il mondo del benessere, dell'opulenza e degli sprechi; Anarres (Nashville...) è quasi desertico, il paese giusto per fondare un'utopia creata sulla sopravvivenza collettiva. Perchè il duello 2010 si annuncia mitologico, soprattutto nel suo prologo: l'essenza starà tutta nello start, come si conviene a due ideali di basket basati sul dinamismo più esasperato. Pensiamo infatti che la battaglia diventerà guerra solamente se i Fenici, nei primi due episodi, riusciranno a sabotare con la loro sabbia i meccanismi della macchina gialloviola. I Jacksoniani, alle prese con l'evangelizzazione della triangolo, instaurano la fase offensiva sulle spaziature; gli altri, quelli del run and gun postatomico, la fondano sul timing accellerato dell'esecuzione. Sono due dei tre attacchi più belli e funzionali dell'universo, l'altro (in attesa magari di incontri futuri) evolve a Disneyworld in Florida: il fronte losangelino deborda di talento, alle prese con un personale superdotato dal punto di vista tecnico e atletico.Ha nel Gesù catalano l'interprete ideale, il giocatore che meglio ne gestisce gli angoli di passaggio e le distanze con i compagni; dispone del quoziente intellettivo dei suoi protagonisti, diventa quindi sontuoso quando riesce a coinvolgere l'inenarrabile Kobe nel ritmo sincopato dell'incontro. Vivrà tantissimo di prepotenza fisica rispetto ai cactus avversari, ma dovrà scegliere se ufficializzare il quintetto con Lamar Odom power forward per rincorrere la cinque per ventotto dell'Arizona; qui si inseriranno i celeberrimi mindgames di Phil Jackson.Anche se superiori, l'idea che Los Angeles debba giocarsi la gloria sulla specialità avversa (i centocinque di media) potrebbe inquietarli: allora, vivaddio, scenderà dall'attico Coach Zen allenando la contesa sul serio.Una suggestione è quella di momenti Artest su Captain Canada, per esempio; un'altra suggerisce tanti falli chirurgici per interrompere il flusso d'incoscienza degli...Odoniani.
Phoenix, nella parte dell'iconoclasta ribelle, sfoggia un Alvin Gentry di una saggezza sangenista; la disputa con i popovici l'ha letteralmente ribaltata sul piano strategico, forzando ulteriormente i bpm sui quarantotto minuti. Sul concetto predicato da Arsenio Lupin ha innestato un paio di tuttofare difensivi (Dudley e il leggendario Grant Hill), una seconda unità da assalto frontale (il Cobra mancino Dragic, Lionel Barbosa) e gli uomini giusti al posto giusto. Trattasi di Jason Richardson, che già a Nelson City fece faville, un Richard Jefferson capitato nell'eden: al volatile ex Bobcats vengono richieste solamente triple a volontà, esplosioni aeree verso il canestro e qualche diversivo in post. In un contesto del genere, così estremo, J-Rich è più efficace pure di LeBron James. Anche perchè il pensiero, l'esegesi di questa pallacanestro frenetica, lo fornisce l'incredibile Steve Nash: direttore d'orchestra be bop che stravolge il senso comune del gioco. I piccoli razzolano nell'area con incursioni pittoriche, i lunghi (o presunti tali) sparano da sette-otto metri; l'arma totale, l'Enola Gay, il canadese la sgancia con il pick and roll funky. Amare Stoudamire sarà fondamentale, in quanto kryptonite di Pau Gasol: se il fratellone di Marc gestirà male l'aggressività di Stoud, saranno maggiori le possibilità per Phoenix di far saltare il pronostico. In particolar modo contro un'anellata che protegge (benissimo) gli ultimi due metri del campo ma con alcune pause letargiche, autocontemplative, di troppo: i Suns hanno nel cannone il parziale che potrebbe stendere una LA bipolare; esaltandosi nelle rimonte improvvise, è compagine più pericolosa di altre nei finali punto a punto. Dal discorso tattico teniamo fuori Bryant, convinti che sbranerà almeno un incontro alla sua maniera: l'undicesimo anello val bene ogni tanto un quarto di improvvisazione solista, vero Phil? Lo spettacolo della Classica sta per cominciare...
Simone Basso
(in esclusiva per Indiscreto)
43 commenti:
Quanto vorrei vedere Suns-Celtics in finale... Nash contro Rondo, Amar'e e Garnett a spintoni, Grant Hill contro Ray Allen...
Invece temo che finirà come lo scorso anno, con la vittoria dei Magic.
Comunque J-Rich, Nash a parte, mi sembra il punto di forza in più. Spesso non ogni tanto, io l'ho visto portarsi il marcatore, normalmente sottodimensionato, in post e ridicolizzarlo. Cioè è qualcosa in più sottocanestro, da parte di un esterno, che appunto fa le cose alla Lebron, con un tiro anche più educato.
Non mi sorprende, ma considerando che l'hanno preso in un momento di grandissime vaccate da parte di Kerr... alla fine sta un po' pagando.
Non si e' nominato robin lopez, che sara' fondamentale (se rientrera') per cercare di arginare lo strapotere sottocanestro dei lakers. Temo intuilmente...
Se ai lunghi dei Suns entra il tiro dalla lunga prevedo grosse difficoltà per i Lacustri, che dovranno adattarsi a giocare senza le due torri.
Comunque sono pronto a scomettere che, more solito, il mamba sarà letale per i soli.
non mi spiacerebbe vedere in finale orlando contro suns proprio no ...
ma chissò se magari orlando arriverà alla finale di conference troppo riposata e i vecchietti di boston faranno un bel boccono della splendida macchina da guerra della florida?
e dulcis in findus ... leBron ha distrato di non sapere giocare basket da playoff?
@Credo che i LAkerrs alla fine vinceranno contro i Suns, solo se quest'ultimi daranno il massimo e tutto ma proprio tutto filerà liscio ci saranno speranze.
Boston, squadra e potenza mentale, Cav fisico e talento, ma squadra poca.
Celtics-La, come da tradizione?
Per i vecchietti era MAgic-Larry, old times.
Italo
L'ultimo problema dei Cavs è LeBron secondo me. Il grosso problema è Mike Brown: zero schemi al di fuori di LeBron e una rotazione dei lunghi imbarazzante. Hickson è troppo sacrificato e Jamison non è in grado di difendere su Garnett, quando se lo porta in post. Shaq è facilmente controllabile, mentre gli altri ovviamente non sono superiori a Perkins, considerato il moribondo Sheed.
Inoltre Rondo è un rebus per l'intero sistema difensivo dei Cavs.
Nel complesso potrebbero essere una squadra superiore ai Celtics, se questi a turno non fanno giocare un Pierce o un Allen. Ma se tutti concorrono alla fase difensiva e tirano bene, Boston è una squadra da Finale.
Detto questo proprio la presenza di LeBron tiene aperta la serie.
nano: scusami, cerco di essere educato....hai detto una corbelleria grossa grossa.
Non mi far iniziare, che c'e' una letteratura su lebron ai playoff, a partire da quando porto una dozzina di poveretti alle finals, da SOLO.
@Pietro:J-Rich è un animale da prateria, deve correre molto e pensare poco.
Nel deserto dell'Arizona va a nozze.
Su Kerr è la solita storia; pensiamo a Danny Ferry che quindici dì fa era un genio e oggi sembra un accattone.
Il confine tra disastro e trionfo è sottilissimo.
@Transumante:Lopez mancherà se Stoud non alzerà il volume della radio.
Amare,ed in parte Frye,sono la nitroglicerina di Nash:se giocano al massimo del rendimento,costringeranno i Jacksoniani al piano B.
@Moreno:anche per me accadranno entrambe le cose.
Il vero problema dei Suns saranno i flottaggi difensivi verso il Mamba.
@Nanomelmoso:i Cavs,l'anno scorso,sono arrivati a un quarto dal primo anello.
Una delle vittorie di Orlando fu chiaramente ispirata dagli dei.
Quel round,nella mistica,impedì l'inizio di una storia vincente.
Tecnicamente,si sta dimostrando che la sindrome Blazers continua a fare danni nella lega.
Ma tatticamente il vero dramma è rappresentato da Mo Williams:non sa passare sui blocchi,non legge il pick and roll.
Contro Ray Allen e Rajon Rondo è una colpa capitale;significa stravolgere tutti gli equilibri nella propria metà campo.
Cleveland dovrebbe essere dei pretoriani di LBJ,non delle All Star a cottimo:i West,i Varejao...
I Cavs sono condannati a vincerla con gli intangibles difensivi...
@Italo Muti:i Verdi contro i Magic dovrebbero compiere un capolavoro autentico.
Su una serie lunga,o intervengono fattori esterni(infortuni,megarisse) oppure rimarrano senza gambe dopo cinque-sei partite.
Signori stiamo tramando nell'ombra: spedizione indiscreta per vedere una partita di PO dell'Olimpia.....
Una spedizione autopunitiva, avete un gusto del macabro non indifferente
potrebbe essere una bella serata di risate e di sport ... uno sport splendido da guardar e che forse non si porta dietro tutto il livore che ormai circonda il nostro seguire lo sport del calcio .... :P :)
mi sembra un'ottima idea quella della partita di basket!!!
Nell'anno di grazia 1987,vidi in Svizzera per l'ultima volta l'Olimpia allora Tracer.
Scesi veramente alla fermata giusta...
Credo che la spedizione Olimpia potrebbe avere un successo clamoroso, per oltre gli Aperitivi. Organizziamoci.
Simone, tiriamo dentro pure te in questa comitiva.
Simone, gombloddo pure lì ? Mi cadrebbe un mito, non infangatemi pure l'olimpia di peterson, una delle poche icone sportive rimastemi, a cominciare dal rimontone contro l'aris dei due dioscuri
@Arturo:no,ero solo alla ghiacciaia per assistere(inconsapevolmente)all'apice sentimentale ed epico di una grande società.
Tornare dall'Olimpia di oggi sarebbe un amarcord devastante dopo quei ricordi.
Non tifo nemmeno più,non riuscirei nemmeno a fingere...
@Jeremy:l'opzione sarebbe divertente.
Vi ritrovereste con un tipo che potrebbe lamentarsi,durante i time out,delle seguenti cose:
1.Il livello tecnico dei giocatori dell'Armani.
2.La decadenza di Milano città.
3.Il pubblico rarefatto,mentre nel 1984 invece...
4.Giudizi estetici sulle femmine in assistenza,ma nessuna volgarità.
5.Insulti verso il deejay e la musica scadente sparata nelle pause.
6.Nostalgie assortite sul Palazzone.
7.La mancanza nei bar del succo di pomodoro.
Federerologia,aggiornamenti da Madrid.
Come qualsiasi fenomeno (sopran)naturale,fanno scalpore i cambiamenti repentini nel cielo di Rogeria.
Contro Wawrinka inspiegabile(?)mutazione,rispetto alle cacofonie portoghesi,sul timing dei colpi.
Almeno sei o sette ricami da antologia.
Il barometro prevede alta pressione futura.
Prossimo test,molto serio,Ernesto Sparalesto Gulbis.
Simo, beh saremmo in due (con variazioni sui punti 3 e 6: ti parlerei del Pentimele e di 8000 persone che lo facevano tremare...) pero sulla settima devo dissentire: non so al Forum o al Palalido, ma a Milano il succo di pomodoro lo trovi anche nei peggiori bar.
@Jeremy:boh,si potrebbe anche sperimentare un caffè shakerato con la giusta dose di amaretto.
L'ideale allegro con il caldo umido.
Ottimo Simone. Avvinazzati potremmo sopportare meglio lo scempio Olimpia di fronte ai nostri occhi....:-)
@Simone
figurati io che ero tifoso della Ignis Varese, quanti improperi potrei dire. Per andare a Masnago avrei bisogno di un'endovenosa di adrenalina.
Italo
@Italo:beh,la parentesi del'99 fu veramente una cartolina dal passato.
Rispetto all'Olimpia il ciclo varesino fu ancora più irripetibile.
Undici finali europee consecutive e sei vinte,cinque in Coppa Campioni.
Oggi è addirittura impensabile.
@Simone
Potrei venire ad una partita della ex Mobilquattro, pura poesia, ma dovrò aspettare.
Andiamo da Jimmyz a contare i faccendieri calcistici e no che stanno bevendo una coca da 10 euro?
Scudetto si, scudetto no, scudetto fantasma...
Huge Simo!! Aggiungerei alla missione cui i Suns si senton chiamati: "quantomai inattesa"!
Tra i grandi Soli che dici, ci buttiamo dentro anche Thunder Dan Majerle?! Ora sulla panca di Phx come assistente, un'icona quanto The Major e Barkley!
Sul capitolo "ad un passo dall'anello" cito solo una partita, non contro LA e vado un attimino off topic, ma rende credo l'Idea: Game5 Nba Finals 1976, Suns 126-128 Celtics dopo 3 OVERTIMES! 3-2 Boston e serie moralmente finita, ma una delle partite più belle di SEMPRE. Ho un dvd sgranato che riesumo periodicamente, continuando sempre e comunque ad esaltarmi. Suns belli ma sfortunati, dalla loro creazione ad oggi, purtroppo (i 3OT di un'altra G5 Finals epica, vs i Bulls del 93, sembrano un deja-vu maledetto).
Chiaramente la grande chiave tattica difensiva di LA, con Quel tipo di lunghi a disposizione, si giocherà sul p&r Nash-Stoud. Ma la serie Phoenix la potrebbe vincere sulla maggior qualità della panchina: Robin Lopez è dato quasi sicuro in G2, e le altre riserve Suns stanno dando un'enorme mano ai 5 titolari. Barbosa non lo scopriamo certo oggi, Dudley è sottovalutato come difensore (così come Collins) ed una sicurezza nel run&gun da dietro l'arco, Dragic in costante crescita come sicurezza in mezzi che ha sempre avuto e scherzerà Farmar così come Nash ed attenzione che se vogliono la loro possono dirla pure Amundson e il rookie Clark. In tutto questo se i Lakers vorranno sfidare a viso aperto i Soli fulminanti, quello a rimetterci di più potrebbe essere The True Warrior, altalenante a dir poco offensivamente parlando, ma inamovibile quando dovrà guardare JRich ed il Messi(a) canadese.
Io dico Kobes alla settima con clamorosa fatica. E dopo 3OT, chiaramente ;-)
D'accordissimo sulle 7 lamentele bassoniane sull'Olimpia odierna, ma solo per la "4", "5" e "6" pagherei per avere Simone al Forum!
Per concludere, segnalo un "Big O" straordinariamente grosso ed ancor più straordinariamente attivo sui 28 metri. Dove? In Premier (Basketball) League....
Torno ai Celtics in dirittura d'arrivo...
Celtics Magic vs Lakers Suns. Ma soprattutto siamo pronti al terremoto più grande mai visto nella storia della NBA, il trasferimento di Lebron altrove?
Mi chiedo cosa sarebbe LBJ se avesse almeno un paio d'anni di college nel bagaglio.
Grandi Celtics, cmq...capaci di accoltellarti quando li vedi un po' bolliti.
Chirurgiche le bombe di PP e Sheed in una serata altrove di Ray Allen.
Vediamo come affronterano i Magic, che hanno caratteristiche opposte a quelle dei Cavs.
Marco, perche secondo te quanto pesano e cosa farebbe di diverso se avesse fatto il college?
Ma James si è comunque migliorato in tutti i fondamentali negli anni, è un giocatore maturo a tutti gli effetti. Il problema (avversario tosto a parte) è che la sua squadra non gioca mai da squadra e ci sono molti giocatori "finti".
Non so voi, ma io ho sempre riso delle interviste di Arenas nelle quali diceva che anche a Washington c'era un Big Three in grado di competere nei play-off. E pensavo a Jamison, giocatore dal talento offensivo cristallino... il migliore dei 3 era Butler, per efficienza, reale apporto sul campo.
Ma Jamison che era un'incognita reale in una serie calda da play-off lo sapevano tutti, che non eccelle in difesa lo si sapeva. E dei limiti di Mo Williams ha scritto benissimo Simone.
Se la squadra avesse girato più su Varejao, che è insopportabile, ma almeno dà l'anima e difende come si deve... forse avrebbero vinto.
Perché con una batteria di lunghi nel quale il migliore è stato Shaq, nel complesso tenuto bene da Perkins, nella marea di falli contro non fischiati, beh allora c'è qualcosa che non va.
Perdi sotto a rimbalzo. Il tuo play non legge lo schema difensivo degli avversari, viene maltrattato dal play avversario, si sveglia 10 minuti quando la barca è affondata... secondo me è una squadra proprio allenata male e James si è reso conto di questo alla fine.
Detto questo la differenza di talento enorme tra James e il 95% dei giocatori del mondo, non colma il gap di intensità e approccio mentale con gli avversari.
Questi Cavaliers che ballano sulle panchine, mentre i Celtics si sostengono l'uno con l'altro...
Una mezzasega come Hickson che balla dopo una schiacciata, mentre Kevin Garnett con un MVP alle spalle, un titolo, non so quante convocazioni all-star (non a cottimo) e quanti quintetti nba e difensivi in carriera, che discute con Rondo su come migliorare nel prossimo possesso... beh... se la sono cercata.
Spero Suns-Celtics. Penso però che avremo un repeat, con titolo ai Magic.
@Jeremy
forse un paio d'anni di college ne avrebbero irrobustito i fondamentali "di squadra", infuso un po' di mentalità difensiva e di umiltà.
Insomma un po' di cultura cestistica.
Oggi come oggi è uno spettacolare perdente di talento, come DocJ prima che gli comprassero Malone.
E DocJ in assoluto è il mio idolo cestistico.
LBJ è lo specchio dell'NBA attuale dello OneManShow.
Quella NBA che produce DReamTeams che le beccano da Ginobili e Scola, e si cacano sottocontro Rubio e Gasol.
Per me che son cresciuto negli annoi'80, dinosauri come Spurs e Celtics provocano intense ondate di nostalgia ed ammirazione.
LBJ è un fenomeno, ma non ancora un giocatore di basket compiuto, almeno non al livello del suo talento fisico e tecnico.
la mia ultima partita olimpia risale a una terribile sfida di regular season contro siena una decina di anni fa: livello infimo, errori ed orrori marchiani, a dir poco agghiacciante; era l'olimpia di respert, rusconi, ramos, i giovani mordente e michelori (contro cui avevo anche giocato da junior), roba che quella attuale sarebbe una goduria infinita per gli occhi.
@Miky:ho preferito sorvolare su certe serie,come quella del 1976,perchè avrebbero bisogno di uno spazio a sè.
Gli anni di MacLeod furono veramente pionieristici,anche per l'approccio al gioco.
Il giorno che privò di un anello quasi certo i Soli era un allenamento:Febbraio 1995,Joe Kleine piombò addosso a Danny Manning che si frantumò il ginocchio.
Quella squadra,fino a quel pomeriggio,era la più accreditata per vincere:perse poi con il Bacio della Morte di Mario Elie alla settima.
Il grande Oliviero continua a predicare basket nella perfida Albione?
Ma è una meraviglia...
@Jeremy,Pietro,Marco:mi auguro che il Prescelto rimanga con i Cavs...
Gara6 l'hanno vinta l'altro Allen e Rasheed;il giocatore decisivo dei Verdi rimane il Bigliettone,che fornisce la benza difensiva per il loro basket di aiuti e flottaggi aggressivi.
LBJ meglio con l'esperienza di college?
Si,ma negli eighties.
Gli allenatori nell'Ncaa,riferiti ai programmi più ambiziosi,sono ormai dei reclutatori:vendono l'ateneo come fosse un villaggio turistico.
Concordo su Pietro con la visione complessiva dei...Cadavers:Jamison è stata una sciagura,l'affastellare nomi ha evirato le energie della classe operaia che veramente supportava(e sopportava)il 23.
Il paragone col Doc ci sta,però Erving nel 1977 ebbe una Formula Uno di sciamannati a disposizione(troppo talento e un solo pallone purtroppo..).
Ma arrivava dall'Aba con già due anelli alle dita e i suoi playoffs 1976 appartengono alla mitologia,un pò come l'Olajuwon 1995 o il Bernard King 1984.
Simone, un giorno parliamo degli analisti NBA d'oltreoceano...
http://i43.tinypic.com/v8elpi.jpg
"Doctor J perdente di talento" proprio non si può sentire...
Ragazzi, jordan ha vinto il primo titolo a 28 anni. Era molto piu' egoista di james pur avendo fatto il college
Se i cavs giocano meta' gara con lo schema: "palla a james e 4 guardano" non e' solo colpa sua (sicuro che se rimane lui brown fa le valigie)
Migliora di anno in anno, quindi l'umilta' di farsi il culo in estate c'e'.
Almeno stavolta abbiamo visto il suo lato "umano".
Quoto Transumante, per quanto poco me ne intenda. Ma poi, riusciamo a capire che vincente non significa "che vince" o "che ha vinto" e perdente non significa "che perde" o "che ha perso"?!....
Jordan ha fatto il college però: i 28 anni sono come i 26 di LeBron, con la differenza che Jordan fu molto meno prescelto (tanto che venne scelto terzo se non ricordo male, dietro Olajuwon e il secondo che mi sfugge) e si consacrò definitivamente diventando uomo-squadra (con una squadra ovviamente all'altezza).
Poi Phil Jackson non è mica Mike Brown, su.
LeBron mi piacerebbe vederlo in un sistema offensivo valido, ma anche lui si deve calare nella parte e inserirlo in schemi che non sacrifichino a prescindere le qualità dei compagni (meglio se dei gangster, piuttosto che delle signorine felpate... Mo Williams impari da Ray Allen, che in gara 4 si è sobbarcato di falli marcando LeBron).
Al di là di tutto, il problema dei Cavs, ripeto, non può essere stato certamente LeBron.
Il danno principale l'hanno fatto Ferry e Brown, con scelte a dir poco strane.
Ilgauskas ripreso con sacrificio di Hickson che almeno portava energia. Shaq ha già rovinato il gioco di Phoenix e si pensava che potesse essere la risposta a Howard, che li aveva fatti penare lo scorso anno. Peccato che Shaq abbia fatto un regular season mediocre, con poco minutaggio tutto da verificare ad alta intensità. L'arrivo di Shaq, il ritorno di Ilgauskas e il rientro di Powe hanno finito per penalizzare Varejao. Fino alla ciliegina Jamison... inserito in una squadra dai piedi lenti e con poco acume difensivo...
Quindi l'ultimo problema è LeBron.
Adesso voglio vedere Boston, la sua difesa accanita contro una squadra totale come Orlando. La mia sensazione è che i Celtics giochino meglio con difesa aggressiva + rubata + contropiede veloce. Favorito dal fatto che il pressing costante porta molti errori al tiro, con un play come Rondo in grado di partire dal rimbalzo, e un rimbalzista difensivo intelligente come KG, che sa lanciare la transizione. Orlando gioca molto bene in attacco e per Boston sarà sempre un rebus: Nelson sa penetrare molto meglio di Williams, ha più forza, e poi ci sono le triple naturalmente, che fioccano a ogni minimo raddoppio su Howrds. Però c'è da dire che lo scorso anno andarano sul 4-3, con i Celtics privi dei lunghi (troppo importanti contro Orlando).
Se KG manda in tilt Lewis se la giocano a tutti gli effetti, altrimenti Orlando mi sembra strafavorita e strabilanciata come squadra.
@Pietro:Sportcenter,lo scrissi tempo fa,è una strepitosa macchina da guerra mediatica.
Il notiziario è una vera istituzione,ma l'analisi tecnica delle partite è abbastanza mediocre.
D'altronde,basta osservare i quintetti stagionali(soprattutto quelli difensivi)per farsi un'idea dell'ambiente...
@Straw61:il paragone estetico con Erving ci sta.
In quanto a iperatleta il Doc fu fuori dalla sua epoca quasi quanto l'ex 23 dei Cavs lo è in questa;infatti indosserà in futuro il 6...
Poi rimarrà comunque l'ambasciatore della lega,più o meno come lo fu Julius nei suoi anni d'oro.
@Transumante:il paragone con Air è irriverente.
Nel senso che LBJ è un versatile do it all type,mentre l'altro fu un closer sontuoso.
Non ha mai avuto in squadra uno con il peso specifico del 33(Wade?Anthony?Howard?).
Il primo Jordan,quello dei 37 di media nel 1987,era inenarrabile:inarrestabile in uno contro uno,mostruoso per verticalità e slashing,già favoloso nelle partite tirate.
Ma insopportabile nel trattare i compagni,egoista e mangiapalloni:roba che,al suo confronto,l'Iverson dell'esordio apparirebbe come un novello Larry Bird.
Ebbene si,abbiamo ancora una serie.
Gara4 tra Soli e Lacustri è forse la partita più bella di queste ultime settimane di post season.
Per la prima volta Nashville impone il suo ritmo sincopato a Tinseltown,soprattutto con una prestazione prodigiosa della seconda unità(Frye,Dragic,Barbosa,Dudley,etc).
Sta ai jacksoniani adesso ribadire la loro superiorità casalinga:qualcuno dovrebbe affiancare il Black Mamba(al solito favoloso)nella contesa.
Si prevedono per gara5 più slip the pick del duo Nash-Stat,con la speranza che i triplisti supportino la causa.
Per LA basterebbero(?) le percentuali dal campo delle prime due sfide.
E Gasol e Odom meno pigri mentalmente...
Splendido finale di contesa occidentale.
Le ultime quattro partite della serie diverranno classici.
Tutto ruota attorno a quel mancato tagliafuori di gara5:senza quel rimbalzo offensivo di Ron Ron molto probabilmente si sarebbe riscritta la storia,così invece i jacksoniani si sono salvati.
Nash seguirà Stockton nell'olimpo dei play geniali senza anello,rimarrà comunque un campionissimo della creatività e del basket run and gun.
Eccellente la gestione di Alvin Gentry,capace di far crescere una panca veramente competitiva(Dragic is the next Kicia...).
Dall'altra parte il Mamba sembra all'apice della sua evoluzione tecnica;talvolta è in una dimensione sconosciuta ai mortali.
Il giocatore chiave rimane Lamar Odom,strepitoso in gara6 sia in difesa(i raddoppi)che in attacco(i ritmi del gioco,gli spazi della zona,i rimbalzi).
Una parola bisognerebbe scriverla anche per il Maestro Venerabile Fisher,l'uomo che fa la cosa giusta al momento giusto.
Grandissima pallacanestro,Soli contro Lacustri,in attesa della Classicissima.
Rondo-Nash sarebbe stata epocale...peccato steve merita il titolo come nessun altro oggi (forse solo kidd)..quando si dice la sfortuna..chiedere a malone e stockton
piccolo antipastino di Finals:
http://www.youtube.com/watch?v=FD796H08J7w
http://www.youtube.com/watch?v=eCR3XgyeTiE
http://www.youtube.com/watch?v=gpxvasAnkcc&feature=related
@Zoleddu:ne scriveremo,lo showdown si presenta di un interesse tattico con pochi eguali.
Beh,il boxeur da New York è un bel personaggio...
@Simone
hai visto? Vai al mio commento mdel 12 maggio.
Fianle classica, anzi classicissima. Vado a riguradarne alcune dei tempi d'oro anzi di platino. Magic-Larry alla conquista del vello d'oro.
Forse i thunders l'anno prossimo potranno chiudere il nuovo ciclo dei Lakers, come Jordan chiuse l'era dello show time.
Niente succeda per caso.
Italo
@Italo:yep!
Ne scriveremo sugli Ottanta,si potrebbe mettere assieme un'enciclopedia.
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