La bottiglia giusta

di Simone Basso
Niente male davvero il panorama dell'Arena di Verona, il pomeriggio che ha concluso il Giro: hai voglia a paragonare il ratto moseriano dell'84 a Fignon con la rosa 2010, anche se nel ciclismo il passato ha sempre ragione, stavolta finirebbe a tennis con il classico risultato degli occhiali.
Il pandemonio della città di Romeo e Giulietta ribadisce il pienone dello Zoncolan e di Kronplatz, il soldout di Amsterdam e le feste in Meridione; l'impressione è che questa Zomegnana, partita a fari spenti e cresciuta piano piano, sia stata memorabile. Una corsa benedetta, quindi della Madonna, con l'incipit di un vecchio vinile di Rod Stewart ("Never a dull moment") e la rarità di un solo vero arrivo in volata. Il pubblico, sulle strade e davanti ai teleschermi (anche quelli dello streaming), ha fiutato benissimo l'odore di canfora mescolato a quello del sudore più crudo ed è accorso: il merito è soprattutto di una contesa folle, completamente priva di una logica, anarcoide e selvaggia. Le facce degli atleti su alcuni traguardi, stile "Germania anno zero" di Rossellini, di una bellezza che solo il dolore più sconcio sa disegnare sul volto.
Vince uno dei due atleti sperati, i fratelli spaiati del 1977 allenati da quel maestro dello sport che è Aldo Sassi; lo abbiamo pensato mentre osservavamo il suo Basso accodarsi molto faticosamente a Bitossino Scarponi verso il Tonale, con il Cadello Evani poco avanti: chissà che cosa provava, lui che sta combattendo contro un tumore al cervello, nel vederli così orgogliosi nell'acido lattico prolungato di quel momento. L'Ivan lo seguiamo da una vita, fin da quando vinse la gara più importante degli allievi (la Coppa d'Oro di Borgo Valsugana); era il 1993 e la determinazione, con quegli occhi limpidi da primo della classe, la stessa del venerdì decisivo sul Mortirolo.
Valutiamo la fortuna dello Squalo Nibali, il futuro prossimo di BiciItalia a tappe,
che ha come modello di riferimento uno stakanovista come il compagno Bassov: sfregaselle autentico, con una passione religiosa verso la bicicletta, venerata come un'estensione della propria persona e mai presa a calci, come invece fecero certi calciattori pedalanti in questi ultimi anni di passione e tormento.
Vittoria di un singolo inserito nell'unico vero squadrone italiano da...Eurolega: la differenza con l'aussie è tutta qui; la solitudine di Cappuccetto Rosso in maglia iridata è stata degna del colonnello Aureliano Buendìa. Ma l'alfiere della decaparecida Bmc è stato comunque epico in un Giro dominato anche dall'onda australiana: tre classifiche su quattro e l'impressione di un amore freschissimo ed incondizionato verso questo sport così esotico per loro. Il ciclismo un'avventura meravigliosa per il Richie Porte dalla Tasmania, che con la valigia di cartone (un Amedeo Foglietti al contrario) si è riempito gli occhi dei nostri paesaggi millenari.
Trionfa un trentaduenne ma si intravedono, al di là di Vincenzino e della maglia bianca, un sacco di nuovi protagonisti: la Liquigas che rinnova, oltre che una gran notizia per il movimento tricolore, è la conferma di un'intuizione. E' infatti già la squadra di Nibali e Kreuziger, di Guarnieri e Oss, di Kiserlovski e Agnoli, di Sagan (il prossimo ras del plotone, ricordatevelo); una generazione con i denti da latte si sta affacciando e noi italiani (leggendo la carta d'identità dei Felline) ci dovremmo armare di pazienza certosina, con la certezza che l'aria fresca di questo Giro servirà per una ripartenza di tutto il movimento. Dopo anni di esperimenti del dottor Moreau, lasciamo l'isoletta alla Grande Boucle del prossimo Luglio che sarà quasi altrettanto appassionante ma verosimile.
Della corsa della Gazza ricorderemo anche Randy Arroyo Mamola in picchiata verso Edolo, il testosterone da guerriero di Vino, lo Stanislao Molinski biondo, l'ultima recita agonistica di Gibo Simoni e l'incrocio con tantissime storie agrodolci del Bel Paese. Il 28 Maggio in Piazza della Loggia, trentasei anni dopo, e la vicenda anderseniana dell'orso Dino adottato dal vecio Zandegù: nel Giro ci sta tutto, perchè è un contenitore che sfugge all'elettrodomestico e assomiglia a una scatola magica di Brachetti.
Terminiamo il bignami con una specialità della casa, ovvero dare i numeri; la corsa rosa trattata come le annate dei vini più pregiati: il 2010 profuma di stagione dorata. Per ogni decennio, in una cantina, preleveremo la bottiglia giusta: 2005, 1994, 1988 (il più gustoso di quelli visti), 1974, 1960 (siamo a tre Giri con il Gavia nel percorso, non è nemmeno più un indizio), 1955, 1946, 1939 (quello più incredibile da leggere nei libri di storia) e via così... Ogni volta un brindisi a un simbolo forte dell'italianità verace, consapevoli che l'identità della nostra terra rivivrà in eterno nei gesti silenziosi dei girini. A la santè.
Simone Basso
(in esclusiva per Indiscreto)

35 commenti:

Paolo S ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Paolo S ha detto...

Aldilà di valore tecnico e emozione dell'edizione 2010 della corsa, oltra alla passerella finale (anche se chi lottava per la classifica è arrivato stremato, a dimostrazione che la gara era ancora assolutamente vera) di Ivan Basso, il vincitore personalmente m'è sembrato il Giro in se, con la propria eccellente organizzazione. Ottima, come sempre e forse più che mai. Dalla scelta suggestiva del gran finale in Arena alle operazioni di allestimento-disallestimento in poche ore, dalla gestione di tutta la parte tecnica alla regia dello "spettacolo", per non dire della partecipazione entusiasta e ordinata del pubblico. Perfetta l'accoglienza lungo il percorso e nelle aree allestite, incluse quelle degli sponsor, oltre alle attività e attrazioni, diciamo così, collaterali.
Che forse una delle fortune del ciclismo sia il fatto di non avere stadi da costruire e un pubblico di veri appassionati?

Dane ha detto...

http://www.ciclistica.it/post/2010/05/24/ciclisti-del-sabato

Paolo S ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Paolo S ha detto...

ho visto il link, è fisiologico.
per una volta che il giro passa sotto casa di qualcuno (variabile tra una all'anno a una nella vita) dunque una strada viene chiusa e crea un minimo disagio, trovi sempre qualcuno che si lamenta.
Gli italiani: insofferenti al disagio che non li riguarda, attentissimi col fucile in mano per i propri interessi, a volte superflui, pronti a urlare per lo spiffero alla propria porta.
E' la storia della pagliuzza e della trave...
Te ne dico una, piccola: in una città che ha ospitato il giro alcuni negozianti si sono lamentati perchè la strada chiusa teneva lontani i clienti, come se una qualsiasi mattina di maggio fosse stata decisiva per il loro fatturato. Senza contare che alla sera avrebbero potuto tenere aperto visto che erano previste fino a tardi attività di ogni tipo legate al giro...

Dane ha detto...

Mi sa che non hai capito nulla dello sfogo. Ma non sei l'unico, consolati...

Simone ha detto...

@Paolo S:la fortuna del ciclismo è la strada.
E' il teatro perfetto per ricreare un immaginario che purtroppo altri sport hanno svenduto per i classici quattro denari.
E' incredibile,ma ogni volta ci stupiamo,instupiditi dai reality imperanti,che funzioni.

@Dane:la tragicommedia delle nuove forme di comunicazione è che non c'è lo spazio per l'autocontestazione personalizzata.
Quindi anche un argomento intelligente diventa una volgare dimostrazione di ignoranza.
Si producono stereotipi sui quali è quasi superfluo ogni commento.
Non molti comprendono che chi è andato sullo Zoncolan o a Plan di Corones lo ha fatto con le proprie gambe.
A piedi o in bicicletta.
Il sottoscritto ricorda con divertimento,zaino in spalla,venti chilometri di passeggiata per andare a vedere,nel posto giusto,il Tour de France...
Trattasi di un gesto di passione e di amore pazzesco,un ossimoro rispetto alla partecipazione fondamentalista di altri eventi.
Il Giro è sempre stato un formidabile carrozzone pubblicitario e le fortune che accumulò un Coppi sono irriproducibili per un Basso d'oggidì.
Per smentire le favole sul piccolo mondo antico,preferisco il neopro di oggi allo sfregaselle dell'altroieri.
Il primo ha scelto un mestiere durissimo(40000 chilometri all'anno)e si becca del dopato,magari andando con semplici maltodestrine,da ggente sfatta di cocaina,di skunk,di cortisonici e di psicofarmaci.
Il secondo è semplicemente scappato da un destino già scritto dalla malora:contadino,minatore,operaio..
Tutto il resto è noia:come la leggenda metropolitana che vuole un ciclista professionista qualunque sulla Porsche.
Quando più della metà del plotone,in Italia,guadagna meno di 50000 euro all'anno.
E poi,alla fiera del kitsch,preferisco un milionario sudato e sanguinante piuttosto che uno che sfrutti il sudore e il sangue altrui.

E adesso tutti in fila ad ammirare "Avatar" che ha un chiaro messaggio ecologista,me racumandi...

Dane ha detto...

@Simone, tutto giusto soprattutto per me che avendo in odio l'ipocrisia da sempre, ho tifato apertamente e dichiaratamente per Ivan Basso dal momento del suo rientro (non solo quest'anno come tutti, ma anche l'anno scorso quando arrancava....) ma le macchine in tripla fila e il cretino che ha rischiato di far cadere Basso sullo Zoncolan non me li sono inventati io: se la zona è chiusa deve esser chiusa per tutti, invece siamo all'ossimoro che il traffico è chiuso per le biciclette ma aperto per le auto dei tifosi.
Io che tre anni fa venni quasi ammazzato da un furgone dell'organizzazione che non mi diede la precedenza per paura di perdere contatto coi due colleghi davanti (sai, alle 3 di notte in città c'è un traffico che rischi di perderti di vista....) sportellandomi sul marciapiede per correre in p.za Castello a preparare l'arrivo, qualcosina da dire sull' "eccellente organizzazione" ce l'avrei (per carità, magari a cambiar le gomme al furgone il giorno dopo son stati velocissimi...). Se posso, ovviamente, perchè non vorrei rovinare il Presepe.
Sai meglio di me che il più grande rischio del ciclismo è sempre stato che il passo dall'epica alla retorica è molto breve (propongo l'Ambrogino d'Oro alla De Stefano come badante di Gianni Mura...). Io mi chiedo perchè, se a tante persone piace la bici, non comincino ad usarla, esattamente come ho sempre chiesto ai cacciatori "se ti piace sparare agli uccelli, perchè non cominci col tuo?!".
Mi rendo conto che in un paese come questo sia difficile capirlo, soprattutto se a scriverlo è una gentil donzella che fa Ipazia per nome. Non è donzella però Bruno Bozzetto, uno dei pochi italiani ad aver sempre capito le cose con tanto anticipo (il Signor Rossi fu creato 10 anni prima di Fantozzi...): http://www.youtube.com/watch?v=XkInkNMpI1Q

Paolo S ha detto...

@ Dane
il fatto di non essere l'unico a non aver capito non può essere una consolazione! :-)
Rileggendo, se chi ha scritto voleva sostenere che alla bella copertina patinata del giro non corrisponda una politica sul verde, sulle piste ciclabili e quant'altro, beh, sfonda una porta aperta.
Però non mischierei le due cose. E come dire che in Italia in tv danno San Remo e poi non ci sono locali dove puoi ascoltare musica dal vivo (paradossalmente è così...). Il problema è reale, terrificante, non solo di educazione civica ma di poter vivere meglio, così come il fatto che l'impiantistica di base (e pure quella 'pro'...) in Italia faccia pietà. A mio parere è però ai ministri, ai propri amministratori comunali, provinciali regionali che si dovrebbe chiedere conto, non a Zomegnan. Se non altro col Giro quantomeno c'è l'obbligo di asfaltare meglio qualche strada in più, magari creando pure la pista ciclabile a lato. Paradossalmente è stata un'opportunità...

Simone ha detto...

@Dane:le grandi corse ciclistiche sono scenografiche.
Il Giro,rispetto al Tour,è un letto di rose:pur essendo cresciuta la carovana pubblicitaria,siamo ancora a livelli accettabili.
La baraonda della Grande Boucle è spaventosa:ho visto persone rischiare la vita per un gadget..
Ma rimane un piccolo prezzo da pagare per uno spettacolo gratuito,senza siae e seggiole obbligatorie.
E' un caos costruttivo e pacifico.
Attenti però a scambiare quella folla con la maggioranza silenziosa:è già incredibile vedere infranto il tabù più sacro,ovvero lo stop al traffico automobilistico.
La mia impressione è sempre la stessa:il giorno libero degli indiani,autorizzati a lasciare le loro riserve.
Non è un discorso teosofico che affiderei alla Rcs Sport,ma dovrebbe coinvolgerci culturalmente tutti.
E' già interessante il messaggio implicito di quel serpentone di mosconi bradicardici..

@Paolo S:sono d'accordo.
Ogni Grande Giro o corsa monumento affitta la strada della corsa per un dì.
Due anni fa la Rcs,per la Sanremo,pagò 200000 euro ai comuni attraversati.
Sarebbe fin troppo semplice fare paragoni con altre attività pseudosportive e i loro costi per la comunità.

Dane ha detto...

Simone, sei andato in cima alla montagna con lo zaino, bravo, l'ho fatto anch'io non so quante volte (io sono pure andato fino a Roubaix in bici, fai te...).
Io trovo che solo il pubblico del ciclismo sia più becero di quello calcistico e solo il giornalismo ciclistico sia più retorico e cialtrone di quello calcistico. Col discorso stiamo sfociando nella retorica e quindi mi arrendo...

Paolo S ha detto...

Dane, rispetto le tue opinioni ma, detto con simpatia, secondo me è un po' che non vai alla partita...
sulla retorica del giornalismo è una gara che credo si possa tranquillamente estendere a ogni disciplina... in questo senso ci sono dei 'campioni' che spaziano tra olimpiadi, giri e coppe del mondo come surfisti sull'onda...

Dane ha detto...

Va bene, rettifico: "Io trovo che solo il pubblico del ciclismo SI AVVICINI all'essere becero di quello calcistico e solo il giornalismo ciclistico SI AVVICINI all'essere retorico e cialtrone di quello calcistico. Col discorso stiamo sfociando nella retorica e quindi mi arrendo..."

Italo Muti ha detto...

@Simone

io mi accontento di un giro duro e pulito, vinto da Basso.
Per tutto il resto sono le due facce di una stessa medaglia, ma per una volta, è stato spettacolo senza calcio.
Quando si ricomincia, si parte dal basso. Aspettimao che anche gli altri sport facciano puizia, con controlli notturni a sorpresa.

@Dane

ti ricordi di quando Pantani fu preso in pieno da un camioncino in gara?
Tanto per dire.

Italo

jeremy ha detto...

L'unica nota davvero stonata di questo Giro meraviglioso in tutto, è stato il NON passaggio sul suolo milanese. Davvero la sconfitta definitiva per la città che ha "inventato" il ciclismo in Italia.

Simone ha detto...

@Dane:a me non sembra così diverso il pubblico.
E' completamente differente l'ambiente e quindi l'approccio complessivo all'avvenimento.
Il calcio non è più uno sport,di conseguenza è trasfigurato in qualcosa d'altro.
Il ciclismo,che per fortuna(..)ha un'esposizione mediatica infinitamente inferiore,lo è ancora.
Malgrado i tentativi dell'ambiente stesso.
La ggente che segue una corsa ciclistica non è etichettabile,così come i supporters di una pallonara o dell'aranciata:conosco persone che,seguendo il Tour,hanno percorso tutti i passi alpini di un'edizione con la bici.
Poi ci sono quelli che scappano dalla moglie per rallegrarsi col barolo..
Però la fubalina,farmaco potentissimo,è altro:ha stabilito un nuovo livello di analfabetizzazione del nostro linguaggio.
Non ha più nulla a che fare con un pallone e ventidue ragazzotti su un prato verde,ahivoi.
Potremmo mettere su una bella analisi sociologica del fenomeno,ma non è il luogo e il momento per farla...

Il giornalismo sportivo è soprattutto retorica,quello migliore la vende con ironia e senso della misura.
E' sicuramente più ridicola l'epica di un flipper sull'erba rispetto a quella di un omino che scende la Streiff a centoventicinque di media con la temperatura sottozero.

@Italo:ancora dieci giorni e avremo le Blatteriadi.
Quello si che è spo(r)t.

@Jeremy:concordo e rilancio.
L'anno prossimo si parla di una partenza e di un arrivo ad Augusta Taurinorum.
Quindi si sussurra di un'altra edizione priva del capoluogo meneghino.
D'altronde,dopo il capolavoro dell'horror del 2009...

gaby69it ha detto...

Concordo con italo.Mi basta questo giro duro e vero,vinto,speriamo,in maniera pulita.Mi sono bastate le facce sfinite ed esauste (vera essenza del ciclismo)dei corridori ad ogni arrivo.Questo giro ha espresso quel ciclismo "bello" che piace a me:anche chi non vince,e sa di non poterlo fare,da tutto,come Evans o Vinokurov al Tonale per provarci.Complimenti a tutti i corridori che hanno veramente onorato la corsa.Sono d'accordo con te Simone:il Giro 2010 e' veramente "Vintage"

Dane ha detto...

Simone, con affetto: ma che stai a di'?! Vedi perchè parlo di insopportabile retorica del ciclismo (peggio del rugby, da sganasciarsi dal ridere le liti di questi giorni tra tifosi di Viadana e il resto d'Italia...)?!...
Quel pubblico del ciclismo di cui parli non esiste più (quanti di quelli che eran sulle strade in questi giorni sanno chi è il campione del mondo di pursuit su pista?!...), oggi è stato sostituito da quello che qua in Lombardia chiamiamo "il Merendero": il classico coglione che la domenica tira su famiglia e Suv, fa 150 km verso la campagna, poi ferma l'auto sul ciglio della strada, tira fuori due seggioline pieghevoli (quando va bene, altrimenti si siede direttamente sul parabufalo o sul guard-rail...) e si mangia un panino con altri colleghi coglioni che gli sgasano in faccia. E poi magari il lunedì ti dice "ieri ho portato i bambini a respirare l'aria buona di collina..." (!!!).
Il giorno della tappa di montagna fa lo stesso, ferma l'auto in tripla fila sul prato, e al lunedì giulivo ti manda orgoglioso la mail con le foto ("tòh, tu che sei un ciclista!...io c'ero e tu?!...") dicendosi scocciato solo di aver litigato col contadino proprietario del terreno che gli fa notare che sta smerdando l'erba che le sue capre dovrebbero consumare: e un GRAZIE AL CAZZO non ce lo mettiamo?!...
Anche un talebano calcistico potrebbe risponderti che "il pubblico del calcio gioca a calcetto tutti i giovedì", e magari farti notare che paga per farlo: sia giocare che guardare. Perchè non dimentichiamo che il 90% dell'odierno pubblico ciclistico non solo è composto da quella categoria che ho descritto, ma è pure pusillanime, perchè rompe i coglioni in giro per l'Italia solo perchè è gratis: dovesse tirar fuori due lire, se ne starebbe a casa (dove peraltro la gara si segue anche meglio...).
Io non ho avuto la tappa a Milano quest'anno, se avessi voluto avrei potuto seguire la tappa di Aprica: ho casa sull'arrivo, mi facevo tre ore tra treno e pullman, e dal balcone mi godevo l'arrivo. Non sarei andato a rompere i coglioni a mezzo mondo.
Ma quale riserva indiana?! Dalla riserva indiana si esce solo con la CM e nella riserva indiana ci vivo io che tutto il giorno lotto contro i nazisti del terzo millennio che più o meno consapevolmente mi gasano impunemente. Il Giro è un carrozzone di privilegiati, uno dei tanti baracconi mediatici: spendono più in mignotte che in addetti all'organizzazione. Che cazzo vuol dire avere 6 maialone scosciate perchè ad ogni premiazione di maglia colorata deve cambiare la coppia?! Non puoi averne due fisse (come le veline di Striscia) che siano sempre le stesse a baciare la maglia rosa, la maglia verde, la maglia a pois?, etc.?! Coi soldi risparmiati ti paghi due che in scootere corrano sulle tappe di montagna a prendere a bottigliate in testa i cretini che ancora nel 2010 spingono, toccano e innaffiano i corridori in salita?!
Meglio della fubalina senz'altro, ma spegniamo questi ceri che santini non ce n'è...

p.s.: eccola qui la differenza del ciclismo: protèsi sulle pròtesi! http://www.milanofixed.com/wp-content/uploads/2010/05/chini.jpg

Dane ha detto...

Io

Dane ha detto...

odio

Dane ha detto...

Blogger

Paolo S ha detto...

@ Dane:
"da sganasciarsi dal ridere le liti di questi giorni tra tifosi di Viadana e il resto d'Italia..."
...cosa succede???

Simone ha detto...

@Dane:il pubblico che arriva in suv alle corse?
Magari,sei mai passato in un Autogrill dopo la calata dei lanzichenecchi futbalini?
Ricordo benissimo anche certe gare playoffs,al Palazzone o alla Palestrina della Comense(sic),con le bottiglie(in vetro)che partivano verso l'infinito..
Non è un problema del ciclismo(e dello sport)se tendiamo al quantitativo invece che al qualitativo,è il mondo che si regge su questo assioma.
Il Giro è un circo a tre piste da tempo immemorabile,alcuni vanno per vedere i deejay di Radio 105,altri per quei mosconi abbronzati che sfilano in bici.
Ogni ambiente è sistema e sindacalizzazione dello stesso;con tutte le distorsioni che ne comporta.
Ma non pretendo l'abolizione degli enti lirici perchè sono stati invasi da cricche di massoni,tutt'al più si pretenderebbe un pò meno ambiguità nelle dinamiche di certi avvenimenti.
Se si vuole cominciare un discorso alla Illich e poi si casca nel populismo settario("quattro coglioni sullo Zoncolan")si decade nella solita melma.
A me ricorda un vecchio conoscente squatter che una volta definì "drogati del cazzo" i girini della Sanremo.
Lo stesso che qualche mese prima,povera anarchia,si era separato di 40000 lire per sorbirsi i Rolling Stones cinquantenni allo stadio.
Come cantò un genio ignorante:"Contraddiction,Premonition,Compromise...Planet dies".

Ivan.fab ha detto...

Leggevo oggi sulla Rosea di un GIRO finalmente pulito, epperò poi in un'altra pagine si fa notare che la media oraria è stata molto alta nonostante la pioggia e le salite... non so che pensare.

king ivan ha detto...

Blackened :)

Simo,alle annate aggiungerei 1952, 1975 (Brescianità,sia chiaro :), Hinault 1982 .

king ivan ha detto...

Blackened:)

Ah,Simo, aggiungerei all'elenco le edizioni 1952, 1975 (per puro brescianismo,ma quell'arrivo allo Stelvio..) e 1982.

Vista la Henin abbattuta?

king ivan ha detto...

Blackened :)

Simo,alle annate aggiungerei 1952, 1975 (Brescianità,sia chiaro :), Hinault 1982 .

Dane ha detto...

"@Dane:il pubblico che arriva in suv alle corse?"

La prossima volta te li fotografo.....

"Magari,sei mai passato in un Autogrill dopo la calata dei lanzichenecchi futbalini?"

Assolutamente no, ti ho appena fatto l'esempio di due miei conoscenti diretti "merenderi". Ribadisco: quelli come te, come me, come il mio amico Antonio di Biella, come il mio amico Alberto di Vicenza, siamo purtroppo una minoranza sempre più rara. Gli altri sono i miei amici di Varese che mi pigliano per il culo perchè "rischio la vita andando al lavoro in bici" e perchè "sono pigro (IO!!!...) da andare in bici per non aver voglia di perdere 20 minuti per cercar parcheggio" ma che l'anno scorso hanno avuto la premura di cercare di scatenare la mia invidia informandomi che si erano comprati la maglietta celebrativa dei Mondiali su Strada sotto casa. Ma vaffanculo...

"Non è un problema del ciclismo(e dello sport)se tendiamo al quantitativo invece che al qualitativo,è il mondo che si regge su questo assioma."

Oh!...appunto, allora non santifichiamo nulla per piasè...

"Il Giro è un circo a tre piste da tempo immemorabile,alcuni vanno per vedere i deejay di Radio 105,altri per quei mosconi abbronzati che sfilano in bici."

E allora de che stamo a parla'?!....

"Ma non pretendo l'abolizione degli enti lirici perchè sono stati invasi da cricche di massoni"

Io infatti non ho preteso nessuna abolizione, a parte quella dell'ipocrisia. Ti piace la bicicletta?! E allora mettici sopra tuo figlio, che a 7 anni pesa già 45 chili e c'ha il culo più molle di Valeria Marini! Altro che "CHICCOOO, NON SUDAREEE!..."..

"Se si vuole cominciare un discorso alla Illich e poi si casca nel populismo settario("quattro coglioni sullo Zoncolan")si decade nella solita melma."

Non sono d'accordo: da ciclista (nella vita, nello sport e nell'hobby) appassionato sposo in pieno la provocazione di Ipazia, così come da adepto di Eupalla sposo quella dei "criminali incalliti che si prendono a sprangate per 22 cretini in mutande dietro ad una palla". Se ci fermiamo alla forma e non al contenuto non si va da nessuna parte.
Interi paesi cartolina stuprati dall'arroganza dell'ignorante che non gliene frega un cazzo, però è gratis e allora massì andiamo a vedere i 4 coglioni che si sparano la salita.
Hai mai notato che i cretini che spingono i ciclisti in corsa (rischiando di farli cadere...) spingono ed incitano tutti i corridori che passano indistintamente?! Scusa, ma tu per chi cazzo tifi?! "Eh, vabbè, ma è sport.....non è che devi tifare per qualcuno per forza..."
Ma che cazzo dici?! Se spingi ed inciti uno vuol dire che tifi per lui, non è che uno tifa per "lo sforzo" (mi viene in mente una battuta ma giuro che non la faccio...)! Posso seguire le Blatteriadi da tifoso neutrale e semplice appassionato, ma non è che attacca l'Argentina e grido "Vai!...tira!...", poi va in contropiede il Brasile ed urlo "dai!...passa!....", poi attaccca l'Italia e "su!....dalla a quello che è libero!....", contrattacco della Germania e "gggoooooollllll!!!!!...."
Insisto: il 90% del pubblico ciclistico italiano è come il 90% del pubblico calcistico africano (di cui parlava mesi fa mi pare Antognoni, se non sbaglio...): potrebbe esserci il Giro d'Italia, il concerto di Bob Marley o la Fiera della Piadina che per loro sarebbe lo stesso.
Io amo il ciclismo, loro amano il cazzeggio. Quand'è gratuito, ovviamente...

king ivan ha detto...

Mi scuso per i ripetuti replay (non di mia sponte).

Dane è pronto per le Blatteriadi, all'ennesimo scippo anti albiceleste, col giusto spirito Inkazzè :) (ma ditemi una sola ragione per essere buoni a quetso mondo..)

A margine, condivisione per la sua visione del pubblico.

Nick ha detto...

"sono pigro da andare in bici per non aver voglia di perdere 20 minuti per cercar parcheggio"

STANDING OVATION!!!!

Simone ha detto...

@Gaby69it:yes,meglio tenerselo stretto il Giro 2010;poi magari l'anno prossimo ribecchiamo la solita tiritera di spagnoli e Riccò dell'altro mondo.

@King Ivan:ah,Fausto Bertoglio sullo Stelvio come ombra di Galdos.
L'82 fu in controtendenza rispetto a quegli anni zeppi di Cecco e Beppe.
Epolandia ascendente fu spettacolare(94,96,98),a riprova che certa farmacia fa benissimo anche agli occhi degli spettatori.

Si,ho visto la sorella sfortunata della Henin;un disastro di dritto,imprecisa negli scambi e che subiva le accellerazioni della Stosur.
Il livello della Wta è inquietante:una Mariolona Pierce oggi dominerebbe un paio di Slam a stagione.
Domani comincia la rumba:Soderling-Federer è un bel test per l'elvetico,soprattutto se persistono queste condizioni climatiche.
Da segnalare anche un Youzhny-Berdych parecchio intrigante:Del Po e Kolya mancano moltissimo al tabellone,per me erano da corsa entrambi...

@Ivan.Fab:non è un dato in contraddizione.
Negli anni di Epolandia la fuga vincente era quasi impossibile,il plotone sgassava a 60 orari per un'ora.
Senza gli squadroni si incoraggia l'agonismo.
I tempi delle salite,come wattaggio,sono eloquenti:le vam di qualche anno fa sono lontanissime.
Ma succede da un paio di stagioni con una sola eccezione:sarà merito di Gruber Assist?

Silvano65 ha detto...

Sinceramente, questo Giro mi ha riportato a sedermi davanti all'Elettrodomestico per seguire qualche Tappa, cosa che non accadeva da anni, e mi è capitato addirittura di sbirciare di fretta nella diretta sul pc quando ero in altre faccende affacendato. Se può essere un termometro dell'interesse suscitato quest'anno, é un segnale positivo.
La ricetta é sempre la stessa: fatica e salite. Quando la strada sale e non ci sono avvisaglie di finanzieri davanti agli alberghi, la gente accorre.

gaby69it ha detto...

@simone: hai ragione!E speriamo anche che non rimettano lo zoncolan dopo 180 km piatti come qualche anno fa'!A mio avviso un contributo allo spettacplo quest'anno e' stato dato anche da come sono state disegnate alcne tappe.In questo giro lo Zoncolan ha fatto piu' male perche' messo alla fine di una tappa difficile,ma piu' male ha fatto la "salitella" dell'Aprica,dopo il Mortirolo ed il resto.Veramente speriamo che non si torni a quell'obbobrio che fu la "tappetta" del Blockhaus.il ciclismo e' uno sport di resistenza dove ci si dovrebbe "staccare" dietro al plotone,man mano che le forze vengono a mancare....
Ciao,
Gabriele

Simone ha detto...

@Silvano65:l'aspetto generale di questo Giro è stato affascinante.
Si spera repliche future.

@Gaby69it:penso che l'anno prossimo ritornerà il Finestre nell'ultimo fine settimana,se la corsa rosa si concluderà anche a Torino.
Nel weekend prima si passerà sulle Dolomiti.
Mi auguro che si riproponga una frazione sullo sterrato toscano...

gaby69it ha detto...

@Simone;colle delle finestre,sterrati toscani vanno benissimo,(sono toscano fra l'altro,anche se purtroppo non vivo in Italia).Limportante che le tappe siano disegnate bene,e che non si torni al passato per quanto riguarda la partecipazione massiccia di squadre Italiane,che tendono a "mafiosizzare" la corsa e dividersi la torta.La presenza massiccia di squadre straniere quest'anno,ha contribuito a rendere la corsa meno controllabile,ed in molte tappe si e' andati a 50 all'ora sin dal primo chilometro con fughe e controfughe.Da qui le facce stravolte dell'Aprica e del Tonale.Speriamo si continui cosi' negli anni futuri,sperando anche in una attenuazine del doping!