L'anno di Pippo Marchioro

di Stefano Olivari 
Il Cesena da Uefa, pagando Beckham, la famosa clausola di Balotelli, l'asta di Nobby Stiles e undici stagioni che rimpiangeremo.

1. Il Cesena in testa alla classifica di A riporta alla mente l’epopea del Cesena anni Settanta costruito con pazienza e competenza da Dino Manuzzi: un presidente che capì prima di molti altri che la provincia poteva rappresentare una ricchezza e non un alibi per giustificare la sudditanza verso le grandi tradizionali. Imprenditore nel settore agricolo, Manuzzi rilevò il club dal conte Rognoni (fondatore del club, fra l'altro) nel 1964 e dopo qualche anno fra B e C approdò in A (1973) con in panchina un Gigi Radice che tre stagioni più tardi avrebbe vinto lo scudetto con il Torino.Da Radice la panchina passò ad Eugenio Bersellini, altro emergente che di lì a qualche anno avrebbe vinto anche lui lo scudetto (Inter 1979-80) e poi a Pippo Marchioro con il quale il Cesena visse la sua stagione di maggior gloria. Nel 1975-76 infatti i bianconeri arrivarono sesti, qualificandosi per la Coppa Uefa. Era la squadra dei romagnoli ma anche dell’usato sicuro, con Manuzzi che intuì le motivazioni di campioni come Cera (dal Cagliari) e Frustalupi (dalla Lazio). Marchioro la fece giocare a zona, all’epoca quasi un’eresia, ma con il libero (Cera) staccato, trasformando ogni allenamento in uno spettacolo: fra il training autogeno (il migliore in materia era il portiere e futuro medico Lamberto Boranga) e la musica classica, uniti ad essercizi ispirati a quelli del grande Ajax di qualche anno prima. Con i gol, non tanti, di Urban e Bertarelli il miracolo diventò realtà. Marchioro andò poi a giocarsi (male, esonerato alla fine del girone di andata) la chance della vita al Milan e allenatore diventò Giulio Corsini: una memorabile doppia sfida con il Magdeburgo e l’eliminazione dalla Uefa, seguita da una retrocessione in B e da un graduale disimpegno di Manuzzi che nel 1979 avrebbe passato il testimone al nipote non ancora mito di Mai Dire Gol Edmeo Lugaresi. Un altro dal grande occhio visto che sulla panchina del suo Cesena si sedettero, ben prima di arrivare in alto, Osvaldo Bagnoli, Albertino Bigon e Marcello Lippi.
2. Cinque anni fa la produzione di una trasmissione di varietà Mediaset mandò un fax all’agente di David Beckham, all’epoca al Real Madrid, per averlo dieci minuti in trasmissione con l’unica incombenza di sorridere di fronte agli scherzi (al solito poco divertenti) del comico di turno. L’offerta era esattamente di 800.000 (ottocentomila) euro. Ma i consulenti di Beckham nemmeno la presero in considerazione, tanto era piena l’agenda di comparsate e ospitate varie. Nel 2010 il mercato televisivo è molto cambiato, complice anche la crisi che ha fatto crollare sponsorizzazioni e dintorni. Insomma, Lele Mora e i suoi imitatori potrebbero tranquillamente confermare che a parità di trasmissione e di popolarità del personaggio i cachet sono rispetto al 2005 diminuiti di almeno il 30%. Però sabato sera Beckham era a ‘C’è posta per te’ su Canale 5, ben disposto ad interagire con l’inevitabile caso umano scovato dalla redazione di Maria De Filippi. A pochi giorni dal suo ritorno in campo dopo l’operazione al tendine d’Achille (l’11 settembre, sostituendo Juninho a 20′ dalla fine della partita fra Galaxy e Columbus Crew), Beckham si è quindi sobbarcato un volo transoceanico per meno soldi di quelli che avrebbe incassato cinque anni fa per un facile Madrid-Milano. Escludendo un impoverimento, visto che secondo la stima più recente il patrimonio familiare si aggira sui 160 milioni di euro, non è azzardato pensare ad una mossa di pubbliche relazioni nei confronti del mondo Milan. Difficile che l’attacco atomico possa funzionare con un trentacinquenne a sostegno (ma Pirlo, Ambrosini, Gattuso e soprattutto Seedorf sono anche loro in vista del traguardo), ma non si sa mai. Il contratto con i Galaxy scade nel 2012 e al di là del ricongiungimento familiare il possibile prestito al West Ham non entusiasma.Quello che è certo è che la disponibilità, anche pay, dei campioni è molto diversa nelle varie fasi della carriera.
3. E’ molto raro che un giornalista, anche se si occupa abitualmente di calciomercato, riesca materialmente ad avere in mano la fotocopia di uno dei mille contratti di cui parla. Possono essere credibili le cifre lorde, soprattutto per le società quotate in Borsa che hanno l’obbligo di comunicarle, ma è praticamente impossibile ricostruire accordi collaterali (i famosi diritti di immagine, anche per chi non ha immagine) e tanto meno patti particolari che di solito vengono formalizzati con scritture private depositate presso un notaio. La famosa clausola del contratto di cessione di Balotelli dall’Inter al Manchester City, quella che avrebbe impedito in caso di ritorno in Italia l’approdo al Milan di cui è tanto tifoso, ammesso che esistesse non poteva quindi essere stata inserita nel contratto. Anche per motivi legali, visto che i trasferimenti dopo una cessione definitiva non possono essere sottoposti a vincoli (al massimo a royalty, come quelli futuri di Cassano a beneficio del Real Madrid). Il bello è che questa clausola, di cui si è parlato tutta l’estate per non far passare Moratti come un ingenuo o peggio, semplicemente non esiste. Lo ha confessato lo stesso Balotelli in un’intervista a Radio Dee Jay, durante la quale ha sganciato bombe con la leggerezza dei suoi 20 anni (”Mourinho mi voleva al Real” e altre) ma soprattutto ha ribadito che la prospettiva rossonera fra qualche tempo sarà tutt’altro che fantacalcio. Di sicuro non sarà impossibile dal punto di vista contrattuale, sceicco del City permettendo. Alla fine queste clausole (Kakà ha una clausola anti-Inter? No di certo) sono un po’ come le mitiche ‘opzioni’ su Cruijff e Platini negli anni Settanta, quando le frontiere erano chiuse: robaccia per tenere calmi i tifosi e non far passare per incapaci i dirigenti.
4. Nobby Stiles vende tutto, fra questo tutto ci sono anche le medaglie di campione del mondo 1966 con l’Inghilterra e quella di vincitore della Coppa dei Campioni 1968 con il Manchester United. Il sesssantottenne ex centrocampista non ha particolare bisogno di soldi, ma semplicemente vuole liberarsi di memorabilia il cui ricavato potrebbe far vivere meglio lui e la famiglia: il 27 ottobre (in una casa d’aste di Glasgow) dai 45 lotti di medaglie, coppe, maglie, autografi, documenti, eccetera, pensa di ricavare l’equivalente di 500mila euro. Un’idea ambiziosa, visto che non stiamo parlando di Pelé o Cruijff, ma non folle. La sola medaglia mondiale è valutata sul mercato del collezionismo circa 200mila euro. Fra gli oggetti di culto la maglia (blu) che nel 1968 il Manchester United indossò contro il Benfica e la maglia (rossa) della finale mondiale di…Alan Ball, avuta dopo aver vinto una scommessa con lo stesso Ball. Questa potrebbe essere una notizia triste, ma non lo è per Stiles. Che a giugno ha avuto un infarto e che ha spiegato così la sua decisione: ”Volevo lasciare la mia collezione ai miei tre figli, ma preferisco non fare torti a nessuno. Meglio che si tengano pezzi che hanno un grande valore affettivo ma che non hanno mercato e che possano beneficiare dei soldi incassati dagli altri”. La nostra morale, da Esopo dei poveri (quindi Fedro), è che liberarsi del passato fa respirare meglio. Anche quando il passato è glorioso. 
5. Il mezzo disastro delle italiane nell'ultimo giovedì di Europa League ha improvvisamente reso importante questa competizione, accendendo il solito dibattito sul declino del nostro calcio. Partito dalla mancata qualificazione al Mondiale del 1958, quindi adesso dovremmo essere più o meno al livello delle Isole Marshall. L’altra faccia della medaglia è che nel decennio d’oro, per le italiane in Coppa Uefa, sembrava che questa manifestazione contasse pochissimo e che arrivare in fondo fosse quasi un atto dovuto. Non era così, ma lo sappiamo con certezza solo adesso. Dalla stagione 1988-89, la prima con il terzo straniero, a quella 1998-99 quando ormai i cancelli erano stati aperti da Bosman (e da chi gli stava dietro): undici stagioni con otto (!) vittorie italiane (tre volte Inter, due volte Juventus e Parma, una Napoli) nella Coppa Uefa antenata dell’Europa League e sei presenze da finaliste sconfitte (Fiorentina, Roma, Torino, Juventus, Inter e Lazio) , un bilancio da dominatori del calcio mondiale che all’epoca non fu adeguatamente apprezzato. Onore postumo quindi alle prodezze di Maradona e di tutti gli altri, ricordando un dettaglio non trascurabile: fino alla stagione 1996-97 compresa la partecipazione alla Coppa Campioni-Champions League era riservata solo ai campioni nazionali. Altri tempi, di sicuro da rivalutare fra un processo a Delneri e uno a Mazzarri. Perchè la verità è che le italiane stanno andando male in un contesto di qualità evidentemente minore rispetto a quello degli anni Novanta.
Stefano Olivari
(articoli già pubblicati sul Guerin Sportivo)

28 commenti:

Felix ha detto...

Balotelli e Ibra due casi gestiti da una abile regia non troppo occulta e nel caso del bresciano con l'appoggio mediatico di chi sappiamo, ma in entrambi i casi malumori e sceneggiate con l'approdo (temporaneo) in altra squadra, sembra un clichè che fino ad oggi in parte è rispettato.
Vedremo il prossimo anno se il nuovo re del mercato è stato abbastanza lungimirante

Un gobbo ha detto...

ah...questi mediaservi....

Felix ha detto...

Ad oggi ripeto le due situazioni hanno degli indubbi parallelismi.
Per regia occulta oviamente non si fa rifermento al simpaticissomo Staffelli

Un gobbo ha detto...

parli del procuratore?

Felix ha detto...

Da osservatore esterno si, ripeto da osservatore esterno. Del resto è abbastanza normale che una società possa stabilire un rapporto privilegiato con un procuratore, lo ha fatto il Milan lo ha fatto l'Inter. Poi ripeto il prox anno il ManCity non lo molla e la similitudine far i due casi si ferma li.
Puo' anche darsi che Raiola (come è stato sottolineato da questo blog) abbia in realtà risolto qualche problema alla società inter

nico_qsr ha detto...

balotelli e raiola erano un grosso problema...prendessero esempio da milito e hidalgo

MB ha detto...

Ci sarebbe una "regia occulta" dietro il trasferimento Inter-Barcellona-Milan? Mi sembra molto lusinghiero nei confronti del Milan ma poco credibile. L'anno scorso Ibra ha mollato l'Inter per andare alla squadra più forte del mondo neocampione d'europa, non mi sembra esattamente una soluzione-ponte in vista del ritorno al Milan.
Che poi Guardiola se ne sia voluto sbarazzare a costo di andare in perdita è vero, ma non è una novità per il Barcellona (alla fine hanno fatto lo stesso con Eto'o, proprio all'interno dell'operazione con l'Inter), per cui anche questo non dimostra niente...

cydella ha detto...

"Lo scor­so anno ha reso al massimo per­ché sentiva che il tecnico credeva ciecamente in lui. Mourinho lo hafatto sentire indispensabile, il mi­gliore del mondo. Adesso con Be­nitez questa cosa non succede. Si sente sempre sotto esame e le so­stituzioni subite lo testimoniano. Quando qualcuno deve uscire, tocca sempre a lui. Psicologica­mente Mourinho lo proteggeva, lo faceva sentire più al sicuro e gli trasmetteva maggiore tranquilli­tà"

ma come?! Balotelli chiedeva garanzie, ma "deve meritarsi il posto", blablabla...

Adesso mi attendo dagli attenti commentatori considerazioni dello stesso tenore a proposito di Milito. Vero?!

Felix ha detto...

@ MB

Le similitudini e i parallelismi specialmente nelle clamorose manifestazioni esteriori (il suka fdatto alla curva le maglie gettate a terra le continue esternazioni, la pagliacciata di Staffelli)a mio avviso sono simili, forse entrambe i casi coadiuvate anche da suggerimenti esterni (il èprocuratore o chi per essi)per preparare l'opinione pubblica tifosa ad un distacco imminente...che poi nel proseguio il caso Balotelli è destinato a finire a strisce rossonero ce ne corre ed al limite solo che ne è coinvolto in prima maniera ne puo' sapere quaoche cosa.

MB ha detto...

@Felix
Beh probabile che dietro i "mal di pancia" di Ibra di fine 2009 ci fosse Raiola (dalle intercettazioni di calciopoli sappiamo che anche all'Ajax aveva fatto una manfrina simile). Quello che dicevo è che mi sembra poco plausibile che l'obiettivo fosse farsi un anno nella squadra campione d'Europa per poi approdare trionfalmente al Milan.
Per Balotelli una macchinazione del genere forse è un po' meno inverosimile, per una serie di fattori: il minore blasone del City, il mercato isterico fatto dallo sceicco, ci metterei anche il fatto che il Milan è la sua squadra del cuore, se questo valesse qualcosa per i calciatori.
In ogni caso spero per noi e per lui che Balotelli se ne stia più lontano che può dall'Italia, nazionale esclusa.

Ivan.fab ha detto...

1. Il Cesena è la classica squadra con tanti giocatori il cui potenziale non è ancora assodato e quindi ad ogni salto di categoria sorprende le avversarie. Sul lungo, com'è ovvio, sarà più dura. 2. Ormai Galliani è specializzato in collezioni di figurine. 3. Gli specialisti del mercato molto spesso "arricchiscono" i loro pezzi con retroscena che esistono solo nella loro testa, talvolta privi di un minimo di logica, altre volte (pochissime) anticipano la realtà. Comunque su Balotelli solo gli interisti pannolati e piagnucolosi di questo blog più Roberto Mancini non si sono accorti che il City è una semplice tappa di avvicinamento al Milan. Meno lontano di quanto si pensi se l'obiettivo quarto posto non verrà centrato. Mourinho al Real si sarebbe portato almeno altri 6 giocatori dell'Inter prima di Balotelli, poi Raiola può dirgli tutto e il contrario di tutto come fa con IBRA. 5. Sempre sostenuto che tutti i trofei sono importanti e meritevoli di risalto. In Italia grazie ai soliti noti ormai conta solo la Champion League e appena appena il campionato "ma non ci sono avversari mentre l'Inter di Paganin e Orlando faceva tremare il mondo", i risultati li vediamo oggi e sopratutto domani con 3 posti nella Coppa dalle grandi orecchie.

nico_qsr ha detto...

@cydella:
hidalgo è un procuratore serio e se dice certe cose lo fa per il bene dell'Inter, perchè è un amico della società...
Non è mica raiola.

@felix: e la gestione pubblica di balotelli da parte di mourinho, fa anche parte della macchinazione?
devo considerarla una sorta di cavallo di troia?

jeffbuckley ha detto...

Scusa Cyd ma la frase tra virgolette dove l'hai presa?

cydella ha detto...

http://www.calciomercato.com/rassegna-stampa/hidalgo-contro-rafa-a-milito-manca-mourinho

attendo commenti in merito.

Nick ha detto...

@Cyd, se gli manca Mourinho con 25 milioni si compra un biglietto di sola andata per Madrid.

Se cercavi da queste parti un difensore di Hidalgo (!!) hai sbagliato indirizzo.
Da Burdisso a Rivas a oggi, l'unica differenza fra Raiola e Hidalgo è che l'argentino è meno bravo.

spike ha detto...

raiola e balo fanno i loro interessi. Mirano a guadagnare di più e a valorizzare il prodotto giocando. Se lo fanno all'inter al milan o altrove è secondario. Col milan giocano di sponda e si vengono aperta la pista come farebbe chiunque. Gli interisti che prima hanno esultato per la cacciata del traditore ora ne vorrebbero gestire la carriera. Paura? Ps la cosa su ibra è puro lecarrè. Pps il cesena zeppo di stranieri è esempio per la società noi quelli senza italiani . Bentornate p i

spike ha detto...

cyd milito ha accumulato tanto di quel credito che può fare quello che vuole

spike ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Nick ha detto...

(senza contare che, come dice spike, Milito ha dimostrato 55 volte ciò che ha dimostrato Balotelli.
Tanto per limitarsi all'anno scorso)

Nick ha detto...

(e senza neanche contare che, a sentire Benitez, Milito "si è detto sorpreso" delle parole di Hidalgo che "non sente da un mese".
Vero? Falso? Non so.
Senza contare, appunto.)

cydella ha detto...

"milito ha accumulato tanto di quel credito che può fare quello che vuole"...

Quindi 2 pesi e 2 misure. Bastava dire che Balotelli stava sui coglioni e era meglio.

"Milito si è detto sorpreso delle parole di Hidalgo che non sente da un mese"...

manco al Milan sarebbero in grado di dire 'ste cose. Ridicoli. O sono 2 paraculi o 2 che fanno il proprio interesse come Raiola e Mario. Ma tra le 2 coppie, differenze non ce ne sono.

PS: ribaltando la questione, Balotelli ha iniziato a lamentarsi dopo 1 anno che faceva dentro e fuori. Milito dopo 4 partite che viene sostituito. L'avesse alternato tra campo e panchina per un anno, cosa avrebbe fatto? Lanciato le panchine?!

nico_qsr ha detto...

bei commenti, pensavo che la squadra venisse prima di tutto, evidentemente non è così...almeno, non vale per tutti.

@cyd
milito si lamenta dopo 4 partite e dopo aver ottenuto un aumento...casomai si dimenticasse questo piccolo particolare :D
Poi, può anche darsi che sia stato Rafa stesso ad inventarsi la storiella, per bloccare ogni polemica; c'è chi butta acqua sul fuoco e chi insulta i familiari.
Ognuno ha il suo stile.

Nick ha detto...

Balotelli si lamentava già prima di debuttare in prima squadra.
"Se convocano Crespo perchè non devo essere convocato io?"

Detto questo, ti concentri solo sui "senza contare" (che non contano, appunto) nella tua personalissima caccia alle streghe.
Non c'erano dubbi, ma il commento principale resta il primo: con 25 milioni ritira un biglietto di sola andata per dove più gli aggrada.
Come Balotelli.
Con un miliardo di grazie in più.
Anzi, tre.

nico_qsr ha detto...

@Nick: un conto è fare lo sbruffone in privato a 17 anni, oltretutto potendotelo permettere, un altro è comportarsi in un certo modo in mondovisione a 31 anni...perchè si dice che i giovani devono crescere, ma gli adulti quando lo faranno?
25 mln per un 31enne? son mica così fessi all'estero, purtroppo quella è una prerogativa delle società italiane.
personalmente, considerato che il costo annuale di milito si aggira intorno ai 15 mln, mi accontenterei di molto meno.

Nick ha detto...

Nico, niente guerre di religione grazie.
Ho detto che hanno sbagliato entrambi, questo è quello che penso.

Volete sentirvi dire che Balotelli ha fatto bene e Milito no?
E che luna sia, o come più vi aggrada...

Ma poi non dite che sono gli altri ad usare due pesi e due misure...

MB ha detto...

@cydella
non è tanto questione di due pesi e due misure, ma lo vedi anche tu che il volume di rotture di cazzo prodotte da Balotelli e Raiola l'anno scorso è ancora fuori scala rispetto a quelle prodotte da Milito e Hidalgo quest'anno. Che poi da parte di Mourinho il trattamento per i due fosse stato molto diverso probabilmente è vero e anche secondo me è stato un errore del Vate.

axel shut ha detto...

se però davvero Mourinho voleva che Balotelli lo raggiungesse al Real si guadagna altri punti nella mia scala del rispetto

Felix ha detto...

@ Nico

La gestione pubblica da parte di Mou in questa caso potrebbe anche rientrare in una logica di spogliatoio il bresciano avrà talmente rotto il cazzo con i suoi atteggiamenti nello spogliatoio che la vecchia guardia sarà andata dal tecnico chiedendogli la sua "esposizione mediatica" per sputtanarlo urbi et orbi...poi magari come dici tu fra tre anni salta fuori che Mourinho fa parte di una loggia massonica deviata che a partire dal caso Balotelli-Milan passando da calciopoli dallo scandalo scomesse 1980 rapimento Moro Piazza della loggia Ustica ecc ha condizionato la società italiana dal dopoguerra ad oggi :-)