Blanc e gli ingrati

di Stefano Olivari
Francia e immigrati, la tentazione di buttarla in politica era troppo forte e infatti ci siamo cascati subito tutti. Peccato che per il momento il ‘progetto segreto’ della federazione francese per limitare le quote di ragazzi con il doppio passaporto nelle scuole federali sia solo calcio.
Già, perchè il problema sollevato dal direttore tecnico (ormai definibile ex direttore tecnico) della federazione Francois Blaquart nello scorso novembre e rivelato dal sito Mediapart riguarda soprattutto la nazionale francese. Ma come, questo il ragionamento, noi formiamo giocatori che già in partenza hanno un senso di appartenenza minimo alla Francia (e lo dicono anche) e questi come ringraziamento scelgono un’altra nazionale? Un problema che esiste anche in Germania, ma di cui non si può parlare per la paura di essere accusati di razzismo. Quando la verità è semplicissima: chi non si sente francese non è francese, al di là dei pezzi di carta, e non deve sfruttare le strutture federali francesi. Cosa hanno restituito alla Francia Meghni (tutte le Under con la Francia prima di scegliere l'Algeria) o Chamakh (che ha anche giocato con l'Under 19 prima di scegliere il Marocco)? Cosa ci ha guadagnato la Svizzera nel formare Rakitic?
Più ambiguo l’intervento di Laurent Blanc, che stando a Mediapart (ma anche a Blanc stesso, che però ha invitato a metterle in un contesto) avrebbe pronunciato le seguenti parole:
”Chi c’è oggi di grosso, prestante, potente? Sono i neri (…) Credo che ci si debba ricentrare – soprattutto per i ragazzi di 13-14 anni, 12-13 anni – su altri criteri, modificandoli secondo la nostra cultura (…) Gli spagnoli mi hanno detto ‘noi non abbiamo problemi. Noi, neri non ne abbiamo”’.  Più chiara la filosofia di fondo della FFF, che ha reso pubblica (credete ancora negli scoop?) nel modo peggiore una discussione che invece è importantissima e che pone domande a cui finora si è risposto con slogan di opposta ottusità. Nel 2011 si può ancora parlare di scuole calcistiche? Le nazionali hanno un senso? Bisogna aiutare lo sviluppo di chi ti disprezza? E’ facile cavarsela con un ‘Blanc razzista e xenofobo’ o un ‘Viva Blanc portabandiera della vera Francia’, più difficile rispondere a queste domande. Le nostre risposte, personali, sono tre no. C'è poi un discorso di marketing, questo sì sconfinante nel razzismo e quindi da non trascurare: meglio di noi potrebbero farlo gli organizzatori di cross e corse su strada, che non sanno più come convincere banchette e commercianti locali a sponsorizzare gli allenamenti agonistici di una decina di keniani sconosciuti.
stefano@indiscreto.it
(pubblicato sul Guerin Sportivo)

64 commenti:

Matteo ha detto...

Cosa ci ha guadagnato Meghni a giocare con l'Algeria piuttosto che con la Francia? La possibilità di giocare partite internazionali, perché diciamocelo, con la Francia non avrebbe giocato, o quantomeno non regolarmente.
Lo stesso ha fatto Camoranesi con l'Argentina (o Senna con la Spagna). I giocatori top continueranno a scegliere la Francia piuttosto che il Senegal, come Zidane scelse la Francia invece dell'Algeria (né avendo particolare affezione per la Francia stessa). Il problema - di interesse soprattutto per la federazione - è lo spreco di risorse nel formare giocatori che vanno a giocare altrove. Rinforzare gli avversari, quindi, ma non con giocatori di primissimo piano, bensì con tutta una serie di comprimari che in nazionali minori fanno i protagonisti. Gli Oddo e i Perrotta della situazione, diciamo. La cosa si fa sentire a livello di movimento, a livello di 11 titolare a mio avviso molto poco, a livello dei 23 convocati in un mondiale sì, soprattutto perché magari 10-15 "tuoi convocabili" te li ritrovi sparsi tra li avversari.

In ambiti plurietnici il concetto di identità non può essere (più) esclusivo, ma deve necessariamente essere inclusivo. Ma a dire il vero ciò ha poco a che vedere con le rappresentative nazionali calcistiche, che non sono più (se lo sono mai state) l'espressione di una scuola, ma semplicemente una selezione di giocatori che rispettano determinati requisiti amministrativi.
Hanno senso? Forse non più. Però le più logiche selezioni dei campionati nazionali mi sembrano infinitamente più tristi.

spike ha detto...

Basterebbe proibire il cambio di nazionale una volta cresciuti.
Hai fatto l'under qualcosa con la nazionale x? bene. non puoi andare in nazionale maggiore se non con quella nazionale x.

Quanto al concetto stesso di nazionale, per la verità stanno facendo di tutto per ammazzarle. Sbagliando. Le pagine più belle del calcio sono quelle legate ai mondiali. Nazionali quindi.

spike ha detto...

Quanto al sentirsi parte di una nazione, beh qui il discorso è più complesso. Sicuro sia solo colpa dei Meghni e Zidane della situazione?

Matteo ha detto...

Ma il sentirsi parte di una nazione ha pochissimo a che vedere con il giocare con la sua nazionale di calcio. Basti pensare a tutti gli atleti "comprati" (anche nell'atletica) dai paesi del Golfo Persico o, per non andare troppo lontano, a Camoranesi, Thiago Motta... tutti casi in cui il giocare per una nazionale è stata una scelta di opportunità sia da parte della federazione (italiana, ma ragionamenti analoghi valgono ad es. per Eduardo da Silva e la Croazia) che del giocatore.

spike ha detto...

matteo.Mi riferivo a:

"questo il ragionamento, noi formiamo giocatori che già in partenza hanno un senso di appartenenza minimo alla Francia (e lo dicono anche)"

Sarebbe riflettere sul perchè Meghni si senta così poco francese, e perchè i beurs fischino la marsigliese quando fanno francia algeria.Senza pregiudizi e preclusioni.

Stefano Olivari ha detto...

L'idea di 'formazione federale' è profondamente diversa fra i vari paesi europei: quello che accade in Francia e in Svizzera (ma anche in parte in Germania e in Inghilterra) non è paragonabile all'Italia e alla Spagna, dove il lavoro vero viene svolto dai club...secondo me è più facile il confronto sul piano sportivo: in questo senso situazioni come Camoranesi e Thiago Motta (per non citare il solito Olisadebe) rappresentano la morte delle nazionali, che anche per me sono l'unico calcio che rimane nelle memoria comune del mondo...tornando alla politica, non so cosa l'Algeria rappresenti per Meghni che è nato a Parigi (da madre portoghese, fra l'altro) ed è un puro prodotto di Clairefontaine...insomma, uno spot per l'abolizione delle nazionali...meglio guardarsi il centesimo Real-Barca di fila...

Matteo ha detto...

La cosa a mio avviso non ha attinenza alcuna con quelle che sono poi le scelte dei giocatori in merito alla nazionale in cui giocano e (al di là della retorica dello "sputare sangue per la patria) dell'impegno che ci mettono.

Se ne può discutere, ci sono varie teorie interessanti, ma i calciatori con doppio passaporto sono a tal proposito un pretesto piuttosto scarso.

spike ha detto...

Le scelte dei calciatori sono opportunistiche. Ripeto, basta vietare il cambio tra under e nazionale maggiore, anche se non copre il 100% dei casi.

Matteo ha detto...

Credo che il vero fascino delle nazionali non stia tanto nell'identificazione del tifoso con i giocatori (che idealmente "sentirebbe vicini" in quanto suoi "simili"), quanto nell'identificazione del tifoso con l'idea che ha di un determinato paese.
Insomma, è più facile identificarsi con le Furie Rosse che rappresentano la Spagna in tutte le sue sfaccettature (lingua, cultura, modo di vivere, modo di interpretare il gioco) che con il Real Madrid (o il Valencia), entità molto più astratte e che evocano visioni molto più ristrette, quasi esclusivamente limitate al gioco del calcio.
In questo senso si possono spiegare i successi di pubblico delle nazionali (nonostante tutto quanto fatto per ammazzarle).
Ho volutamente nominato Real Madrid e Valencia, perché per Barcellona e Athletic Bilbao (ma anche lo Hrvatski Dobrovoljac) il discorso è diverso.

Nick ha detto...

Ma scherzi?
Mi identifico molto di più con l'Inter che con la Nazionale...

"Fabio Cannavaro è il degno Capitano di una Nazionale italiana Campione del Mondo"
Autocit.
E ci fu anche chi lo prese come un complimento e una esaltazione di Cannavaro.

Dane ha detto...

Le scuole calcistiche non esistono più da quando Seedorf è più brasiliano di Kakà, che è più olandese del surinamense.
Lo dico da tempo, poi ogni singolo caso di scelta della nazionale fa caso a sè: Boateng in Germania ci sarebbe rimasto anche ma ha avuto questioni personali, Motta già è diverso da Camoranesi (a livello sentimentale, a livello calcistico non c'è differenza), Eduardo è un puro acquisto di calciomercato mentre Rakitic ha questioni cultural-patriottiche che mandano tutto in vacca perchè non hanno nulla di razionale. Evitatemi il paragone col rugby degli argentini, perchè Parisse è più patriottico e rispettoso del proprio paese di Francesco Totti (il quale non è degno nemmeno di allacciargli le scarpe...).
Per quanto riguarda la Francia d'accordo col discorso di base della Federazione, rifiuto assolutamente la difesa terzomondista che la butta sulla retorica dei cattivi colonialisti: il motivo per cui algerini scelgano la nazionale africana o fischino la Marsigliese è solo questione di faccia tosta.
Sono nato in una città gemellata con un paesino del rondissement parigino, ogni anno una classe di studenti delle medie con buoni risultati nella materia del francese venivano spediti in Francia per una vacanza studio (lo chiamavano "scambio culturale") con studenti d'italiano francesi.
Lì ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare: il Ginnasio (statale) ha palestre e campi sportivi con attrezzature che in Italia si sognano alcuni atleti olimpici di discipline di nicchia. La mattina le attrezzature servono alle normali lezioni di educazione fisica del ginnasio, al pomeriggio servono alle varie squadre sportive, e finita la stagione (scolastica e sportiva) mattina e pomeriggio le strutture sono a disposizione dei ragazzi che possono liberamente praticare qualsiasi disciplina sportiva: al posto dell'oratorio feriale (quindi senza "ricatti proselitistici"...) tre mesi di palestre, campi, piscine GRATIS (mensa di mezzogiorno compresa...).
Nella mensa scolastica non si serve maiale per rispetto dell'enorme numero di mussulmani presenti (roba che se lo fanno in Italia minimo minimo arriva Calderoli a prenderti a botte di cotechino in testa...), i ragazzi hanno tutti le medesime opportunità e non ci sono disparità di trattamento.
E poi a 20 anni invece di baciarmi i piedi uno di questi mi sceglie la nazionale africana e mi fischia la Marsigliese per non si sa bene quale affronto subito?! Ma torna a pascolar cammelli e poi vediamo se mi arrivi alle Olimpiadi.....

p.s.: "casualmente", ho notato che i più accaniti ad osteggiare la nazionale francese e relativo inno sono i maghrebbini di religione mussulmana (d'altra parte anche in Italia che tricolore ed inno siano robe fasciste è una roba spacciata da Vaticano e partito comunista...), non a caso l'esempio più lampante è quello dell'Algeria, mentre assolutamente più sereno invece il rapporto dei camerunensi (ai tempi esisteva un programma interstatale che portava ragazzi di Yaoundè a Parigi per completare gli studi e formarsi in una professione prima di tornare in patria...).
E qui aspetto che un sociologo di passaggio me la spieghi...

Dane ha detto...

Matteo, il tuo è un discorso teorico che purtroppo fa a pugni col discorso pratico illustrato da Nick...

Matteo ha detto...

I successi di pubblico però non si fanno con i malati di calcio, che le nazionali le guarderebbero comunque. Difficilmente si tifa per una squadra in quanto simbolo di determinate idee e posizioni che ci rappresentano (es. St. Pauli), da una nazionale ci si può dissociare, si può dire "non mi rappresenta", ma difficilemnte si può dire "non rappresenta nulla".

Dire "io non mi sento italiano" (cit.) è ben diverso dal dire "essere italiano, o di una qualunque altra nazionalità, è solo una copertina del passaporto diversa". Mentre si può dire, per la grandissima maggioranza dei club, che l'unica differenza consiste nel colore della maglia.

Matteo ha detto...

"Matteo, il tuo è un discorso teorico che purtroppo fa a pugni col discorso pratico illustrato da Nick..."

Anche no. Fermo restando che i grandi successi di pubblico non si fanno con gli appassionati di calcio, che si guarderebbero di tutto (e, d'altro canto, le partite tra nazionali non sono certo di particolare qualità), ma con i semiappassionati. Che, chissà perché, guardano molto più volentieri la finale di un Mondiale che una finale di Champions.

Krug ha detto...

Oddio, pure loro hanno i loro problemi con la carne di maiale... ;)))

Non so, a me onestamente la tua immagine Dane mi sembra un po' troppo parziale; nel 1992 sono finito per sbaglio a Lione in una zona periferica ad ampia densità di islamici e sinceramente le strutture non mi sembravano proprio così avvenieristiche; magari ho avuto sfortuna io o forse è passato tantissimo tempo...

Dane ha detto...

Matteo, infatti t'ho detto che è un discorso valido in teoria, purtroppo nella pratica subentrano tanti fattori: quanti italiani tifano contro gli azzurri perchè non si sentono rappresentati da quella nazionale per tanti motivi (l'esclusione di Rivera, quella di Baggio, gli scempi sacchiani, le moggiate di Lippi, etc...)?!...
I croati sono il popolo più nazionalista del mondo, per loro la nazionale è una questione storico-politica: un Eduardo te lo reggono ma mettigliene 7 in squadra e poi vediamo.....

Dane ha detto...

Krug, certo, ci sono realtà opposte in tutti i casi.....potrei citare atmosfere a Marsiglia degne degli scontri tra neri e polizia del South Central di Los Angeles o la meravigliosa integrazione a Montpellier dov'è difficile trovare una coppia che non sia mista.....
Era solo per dire che sta storia che i fischi alla marsigliese sono sempre colpa del cattivo colonialista ormai non sta più in piedi: disprezzi un paese che ti maltratta?! E allora non ne usufruisci finchè ti fa comodo, se no torniamo alla mia battuta sui meridionali che "il Nord l'abbiamo costruito noi!".

Matteo ha detto...

Dane, ti ostini a non capire: rispetto alla "propria" nazionale (nota le virgolette) prendi posizione (a favore o contro, ma mai defintiivamente contro) molto più facilmente che rispetto a un club.
Comunque, tanto per rimanere in zona, metà della nazionale slovena - popolo meno nazionalista dei croati, ma non certo senza amor patrio - è di origine bosniaca (immigrati negli anni '60 e '70, nati in Slovenia, ma c'è stato anche un naturalizzato, Rodić), be', i tifosi fanno buon viso a cattivo gioco.
Se metà della nazionale croata (ma anche italiana, non credere) fosse naturalizzata "alla Eduardo", credo che ci sarebbe tifo contro, non disaffezione.

Dane ha detto...

p.s.: Krug, il tuo link dimostra quanto illustravo io. E' talmente sparito il concetto di piadina&lambrusco che devi organizzare un evento apposta, e ti prendi pure dell'estremista di destra.
Pensa quant'è fascista l'Emilia-Romagna.....

spike ha detto...

Dane
li ci ho vissuto anni e so benissimo il livello d'infrastrutture che c'è.
Ho praticato praticamente tutti gli sport in strutture da sogno, non solo per un meridionale come me,ma per un italiano tout court, pagando al max l'equivalente di 600 lire per l'ingresso alla piscina olimpica per allenarsi insieme ad un argento olimpico.
Il punto è che le banliues 'ste cose non le hanno insieme a tutta una serie di piccole e grandi problematiche che fanno si che al problema immigrazione si sovrappone il problema emarginazione economica come le grandi periferie delle città del sud, anche se non sono ancora messe come lo ZEN di turno.
La questiione è complessa e non è liquidabile in poche righe, ma t'assicuro che li non si parla proprio di colonialismo e dintorni quando si parla di queste cose.


Ps:non c'entra una fava ma, Krug quando leggo Ateo e agnostico associati non posso far a meno di pensare che i promotori di quell'associazione non hanno la più pallida idea di cosa sia un agnostico.

spike ha detto...

Ah dimenticavo, quanto ai camerunensi
dopo Francia senegal del 2002, era pieno di franco africani con la maglietta del senegal.

Dane ha detto...

Matteo, a me pare che quello che si ostini a non capire sia tu.....io spesso me ne frego delle partite della nazionale che a volte nemmeno seguo (l'ultimo turno è stato così), mentre mercoledì ho rinunciato ad andare a correre al Velodromo per non perdere il Clasico di Champions. E ti assicuro che quelli come me sono sempre meno minoranza, poi certo durante i Mondiali trovi al GS la massaia che discerne degli schemi di Lippi ma allora valgono anche Luna Rossa e Azzurra.
Quella sui croati è un gioco di parole che onestamente fatico a capire.....

Dane ha detto...

Appunto Spike, la questione è complessa, a partire dal fatto che ci sono quartieri i cui uffici statali non hanno personale delle pulizie femminile perchè le donne lì di sera non ci vogliono andare.
E' solo che il mito dei poveri emarginati non sta più in piedi, perchè c'è chi viene emarginato e chi decide di emarginarsi (almeno i cinesi a Milano ci evitano l'ipocrita retorica...).
In ogni caso non cambia la solfa: se mi usi mi servi, non che mi usi e poi mi sputi. Le competizioni nazionali sono nate come confronto tra scuole: se studi a Parigi non è che puoi rappresentare la scuola algerina.
Altrimenti le nazionali non han più senso e se devono servire come brutta copia dei club tanto vale eliminarle...

Dane ha detto...

p.s.: franco-africani è un concetto un po' vago, io avevo fatto un discorso un po' più mirato.....

Krug ha detto...

Dane ogni volta che tiriamo fuori certi argomenti io mi sento veramente di vivere nell'ultimo buco del culo del mondo; no, perchè qui, nell'ultimo avamposto sperduto di fronte alla barbarie slavo-comunista, è arrivata la primavera e con l'arrivo della primavera si aprono le osmizze; per chi non lo sapesse sono case private sul Carso che in certi periodi dell'anno aprono i loro cortili e vendono affettati e vino prodotto in casa agli avventori; qui, ahimè l'unico evento che bisogna organizzare è un controllo della polizia stradale in modo da fermare quelli che sono troppo ciucchi per guidare e può oramai capitare di ritrovare fra gli avventori anche persone di religione musulmana che se ne fregano della fatwa e del Corano; non metto in dubbio che nella tentacolare Milano uno non possa andare a farsi un bicchiere di vino ed una fetta di prosciutto senza trovarsi l'Imam che gli taglia una mano...

Silvano65 ha detto...

Ot: Dane, come funziona la faccenda del Velodromo? Ci vuole la bici a scatto fisso? Si può eventualmente noleggiare se uno volesse provare ? Tks! :-)

Silvano65 ha detto...

Altro OT: Krug, volevo fare un salto a Trieste (più che altro ad Oslavia) per visitare la tomba militare del mio bisnonno e poi respirare un po' di aria giuliana che purtroppo respiro troppo poco da quando ho laciato la graziosa Caserma in quel di Gorizia. Abbiamo un sistema per contattarci se hai tempo? ;-)

Dane ha detto...

@Krug: ma no, mi riferivo al caso citato nel tuo link!... :-D

p.s.: io non abito nel tuo "coacervo di razze e culture" ma per il momento sono libero di strafogarmi di gnocco fritto sotto casa quanto cazzo voglio, però c'è stato qualcuno che ha avanzato il problema per le mense scolastiche ricevendo pernacchie visto che il problema era risolto alla radice in maniera (per una volta) più lungimirante rispetto ai francesi...

@Silvano: ovviamente sì, solo bici a scatto fisso, caschetto, abbigliamento tecnico e pedali a sgancio rapido. Ingresso 10€, noleggio bici 5€, devi avere tessera agonistica (FIR oppure UDACE) anche se dipende dai casi: a Montichiari non controllano mai, a Dalmine un po' a random, a Busto Garolfo spaccano il cazzo.
Ma se vuoi provare una volta ci si può organizzare... ;-)

p.s.: un piccolo storyboard per un progetto futuro: http://www.sendspace.com/file/movow2

Krug ha detto...

Silvano se vedi il profilo la mail è valida

MB ha detto...

Posto che come specificava il Direttore, in Francia un investimento "federale" sui giovani calciatori ci sia (in Italia non mi pare ci sia niente del genere, quindi faccio fatica a capire in che modo la FFF promuova la crescita dei singoli under-16-19-21), le quote razziali basate sulla possibilità che i giovani di origine africana optino per il paese d'origine sono chiaramente discriminatorie. Non credo ci sia bisogno di spiegare il perché.
Il discorso di Blanc sui "criteri" da cambiare per cercare di favorire caratteristiche fisiche e di gioco "bianche" rispetto a quelle in cui i neri sono avvantaggiati può avere già più senso, ma anche lì mi sembra un discorso pericoloso per le motivazioni e perché l'ipotetica "scuola francese" che ne deriverebbe sarebbe basata su caratteristiche che non rispecchiano la popolazione francese ma solo una parte. Tra un'altra generazione nel 2030 un ragazzino francese i cui nonni 60 anni prima vennero dall'Africa potrebbe trovare spazio in una nazionale giovanile francese o sarebbe troppo grosso, prestante e potente per gli standard nazionali?

Silvano65 ha detto...

Sul post: la globalizzazione ci "regala" anche queste chicche. Del resto si è sempre detto che gli africani erano superiori fisicamente ma inadatti alla Pedata per la loro idiosincrasia alla disciplina tattica, che invece é parte fondante del Giuoco che noi amiamo. Va da sé che il sillogismo che ne deriva é che un pedatore, di fisico africano e testa europea é, potenzialmente, un fenomeno.
Certo, giocano molti altri fattori, ed uno di questi é anche la possibilità, per Nazionali di Paesi "calcisticamente in via di sviluppo", di schierare squadre composte da questi "ibridi". La soluzione del problema? Fermo restando che la penso come Nick (si parla di calcio internazionale quando la mia squadra di club disputa incontri di Coppa), la siluzione é quella delle regole certe: ti tesseri in quella Federazione, quella Federazione ha il diritto di chiamarti nella sua rappresentativa nazionale. Vuoi giocare per un'altra Federazione affiliata ad un Paese del quale sei magari cittadino per questioni di doppia nazionalità? Benissimo, ma devi avere il nulla osta della prima, e tale passo é irreversibile. Credo possa essere un buon compromesso

Silvano65 ha detto...

Dati sui profili non ne vedo... La mia é psv1965[at]hotmail.com

spike ha detto...

krug

ho sempre fatto un pensiero alla possibilità di passare un paio di settimane a Trieste e dintorni, dopo la storia delle osmizze mi ci devo fiondare!

Krug ha detto...

Regà, sabato 28 e domenica 29 Cantine Aperte in FVG... Organizzano pure dei pullman così eviti di veder svanire la patente... Se volete siamo qua, io probabilmente ci avrò una retrocessione e forse un fallimento da dimenticare ed affogare nell'alcool... :((((

Matteo ha detto...

Krug, problemi analoghi, anche se diversi, ci sono anche a Trieste, vedi genitori italiani che iscrivono i propri figli ad asili ed elementari con lingua d'insegnamento slovena (è un loro assoluto diritto, che nessuno si sogna di negargli), con tutte le difficoltà e gli imbarazzi che ne conseguono, per il semplice motivo che altrimenti la lingua del vicino non hanno l'opportunità di impararla.
O la "colonizzazione" (devo mettere le virgolette altrimenti me la faccio sotto dal ridere) del Carso (Lokev e giù di lì) da parte di italiani che comprano casa in quelle zone, in quanto più economiche e de facto hinterland triestino, con ridicoli comitati locali che aizzano contro l'italiano invasore (senza successo) e ancor più ridicoli politici triestini che vaneggiano di non si sa quali pressioni su un governo straniero (inutili, perché a Lubiana non si sono minimamente sognati di dichiarare la tanto temuta moratoria).
Tanto per rimanere alla più stretta attualità... :-/

Leo ha detto...

Io non ci ho capito nulla. Osservo soltanto che i primi tre giocatori attualmente più forti al mondo sono bianchi e nani, che Cronaldo è più ispanico che brasiliano, che Rooney non è un gigante e resta pallidino, che Seedorf è più brasiliano di Kaka, mentre Snjder e Robben, tra i giocatori più forti della scorsa champion's, sono di molto olandesi, che Eto'h è nero ma non è, fisicamente, Drogba, insomma boh? Quanto puzzo per Boateng e TMotta!!!

jeffbuckley ha detto...

Nel 2011 si può ancora parlare di scuole calcistiche? Per me si. Per quanto riguarda la nostra, purtroppo, in negativo ma insomma, magari non più come i tempi del confronto tra scuole danubiana e inglese ma un po’ differenza c’è ancora tra italia, olanda e squadre africane... Le nazionali hanno un senso? Si. Non guardo mai le qualificazioni e spesso tifo contro l'Italia se mi sta sulle palle l'allenatore o qualche giocatore (da Sacchi a Lippi a Cannavaro) ma mi piace l'idea della competizione pacifica tra stati (parole desuete lo so, soprattutto pacifica...). Bisogna aiutare lo sviluppo di chi ti disprezza? Lo facciamo nelle scuole… nel mondo del lavoro, con costi anche maggiori e benefici minori.. stiamo parlando pur sempre di un gioco, o no?

Silvano65 ha detto...

@ Matteo: é dalla caduta del mai abbastanza rimpianto Impero Austro - Ungarico che esistono italiani di lingua slovena, come in Alto Adige ci sono italiani di lingua tedesca. Che poi nel primo dopoguerra entrambe queste comunità furono perseguitate dal Fascismo é un altro dato di fatto (molto belli i libri di Pahor su questo periodo, ed interessanti anche le letture che raccontano degli italiani di lingua tedesca costretti a studiare tedesco di nascosto, oltre alla ridicola italianizzazione dei toponimi). A mio parere, quindi, il fatto che ancora oggi qualcuno, pur essendo italianissimo, abbia una cultura di base differente per ciò che riguarda la lingua, penso sia del tutto normale ed accettabile. Poi il Secondo conflitto ha reso tutto più difficile in entrambe queste terre, dalla tragedia degli Optanti in A.A. e all'annessione nel Reich del territorio di Bolzano all'altrettanto tragica Occupazione militare di Trieste da parte delle truppe titine. Sono episodi storici ancora vivi che purtroppo avveleneranno ancora i rapporti tra quelle genti per decenni.

Matteo ha detto...

@Silvano: lo so benissimo, non era questo il punto.
Il punto era semmai che le minoranze, che giustamente si lamentano quando vengono discriminate, quando si ritrovano a ruoli invertiti fanno la stessa cosa: nessuno può quindi vantare una qualsiasi superiorità morale, ma solo una "rendita di posizione" che permette di discriminare l'altro (e non dovrebbe farlo).

Del resto, come a Trieste nelle scuole a lingua d'insegnamento slovena ci sono (anche) bambini italiani di lingua italiana, "stranieri a casa propria", nelle scuole a lingua d'insegnamento italiana a Capodistria ci (anche) sono bambini sloveni di lingua slovena (ugualmente "stranieri a casa propria").

Il mio giudizio su Pahor è profondamente negativo, ma non deriva dai suoi libri (comunque piuttosto monocordi; Rebula è meglio, ma molto meno noto), quanto dalle idiozie nazionaliste che spara ogni volta che viene punzecchiato (non ultima quella sul sindaco di Pirano).

Krug ha detto...

Matteo fossero tutti questi i problemi del mondo... Un anno fa' circa ci fu un immane casino (rapportato all'ambiente, ovvio...) per la proiezione, subito oltre confine di un cortometraggio sloveno intitolato "Trst je naš" che per chi non lo sapesse vuol dire "Trieste è nostra" ed è lo slogan che portavano avanti i partigiani titini nel maggio 1945 quando volevano annettersi la città; apriti cielo, sdegniati articoli sul giornale locale di politici e cittadini "Ci vogliono annettere", "Il pericolo slavo", "Per questi sessant'anni sono passati invano"; peccato che il film non trattasse assolutamente di revanscismo sloveno su Trieste bensì irrideva il nostalgismo di alcuni sloveni per il periodo comunista attraverso le gesta di un anziano ex-partigiano che si divertiva a giocare alla guerra con gli amici rimpiangendo un certo periodo storico; una volta proiettato il film un giornalista andò a chiedere a quelli che avevano lanciato gli strali "Ma scusate, sapevate almeno di cosa trattasse il film?"; vi lascio indovinare la risposta; indubbiamente certi argomenti fanno ancor oggi presa su molte persone, la mia idea è che comunque col passare del tempo per fortuna le ferite si rimarginano e la gente, sempre che lo si voglia realmente, trova il modo di vivere, se non in armonia, senza rompersi le palle a vicenda...


Silvano io sono dell'idea che l'Impero Austro-Ungarico spesso è rimpianto a sproposito; il mito dell'Austria Felix è appunto un mito, visto che all'interno dell'Impero le tensioni tra etnie erano piuttosto marcate, anche per una politica interna abbastanza sciagurata; l'Impero gode di buona fama più che per merito suo per quello che è successo dopo la sua fine...

Matteo ha detto...

Be', il Trst je naš ha sollevato polveroni anche più recentemente, quando una triestina (italiana, di lontane origini slovene) si è fatta fotografare sul Playboy sloveno con questo slogan ad accompagnare il servizio... :-/
In realtà la convivenza tra persone civili - e noi qui lo sappiamo bene - è solo questione di tempo e di intelligenza (non di istruzione, di intelligenza!).

L'Austria Felix è effettivamente un mito dal punto di vista politico, meno, per Trieste, da un punto di vista economico: a tal proposito consiglio "Irredentismo adriatico" di Angelo Vivante, del 1912, tristemente profetico (specie pensando ai disastri fatti con il porto, il superporto ecc., ma la solita mandria di figuranti non sa, o non se ne rende conto, che gli olandesi si stanno comprando il porto di Fiume e poi altro che Trieste...).

Silvano65 ha detto...

Matteo, ti posso garantire che non se la passano bene neppure i madrelingua italiani in A.A. E lì non viene accampata tanto una superiorità morale dei madrelingua germanici (per usare un'espressione locale ;-D), quanto il fatto di essere, in alcune zone, una vera e propria maggioranza. Tante volte, poi, la "superiorità morale" é quella che viene riservata per compensazione a chi é stato perseguitato prima: con le dovute proporzioni, é quell'automatismo che ci fa dire oggi di chi non condivide la politica di Israele che è un'antisemita, cosa che non succede se si critica la politica estera di altri Stati.

Matteo ha detto...

Silvano, conosco (per sommi capi) la situazione e sono d'accordo con te.

Silvano65 ha detto...

Onestamente, per quello che avevo letto, mi era sembrato di capire che l'ultimo periodo Austro - Ungarico di Trieste, dal punto di vista economico, fosse stato positivo, visto che era lo sbocco principale sul mare Adriatico dell'Impero. Tra l'altro, era nata una nuova Università di lingua italiana, l'ultima dell'Impero che aveva perso nel secolo precedente quelle di Padova e di Pavia. La città oggi, per quello che vedo, é orfana del suo retroterra che resta in uno stato estero anche se comunitario e con la stessa moneta, e ha un po' l'aria di un luogo monco, il cui sviluppo economico, di fatto, si è arrestato. E' anche vero che ci sono stato tre anni fa l'ultima volta, ed infatti ho voglia di tornarci :-)

Matteo ha detto...

Silvano, tutto lo sviluppo che Trieste avrebbe dovuto avere l'ha avuto Capodistria... principalmente per ignavia dei politici locali triestini (a tutti i livelli) e delle lobby di potere.

tiziamal ha detto...

@spike
la regola sulle nazionali che invochi era quella in uso fino circa(se ricordo bene)10anni fa(e la FIFA era una delle federazioni,ma anche adesso nonostante la modifica è ancora abbastanza severa rispetto a tante altre,più rigorose riguardo alla convocabilità)poi con il cambiamento della società europea(sinceramente fino a 20-30anni fa gli europei con doppia cittadinanza erano pochissimi coonfronto ad oggi così come sono entrate in scena le nuove generazioni degli immigrati extraeuropee)si è deciso di essere più"elastici". non sarà forse stata sta genialata ma la fifa ha senz'altro preso decisioni molto piu stupide e/o discutibili.

anche io comunque fra calcio di nazionale e di club preferisco/mi rimane+impresso/mi identifico + nel primo(al max la nazionale è superata regge il confronto con la squadra della città)e per me la nazionale nella quale mi sono sentito meno rappresentato è stata quella di sacchi(usa94 più,nel senso di sentirsi meno rappresentato,di euro96 se si vuole essere precisi)

Dane ha detto...

Il mito dell'Impero Austroungarico deriva dalla sua efficienza in campo amministrativo (lo sanno bene i milanesi, che fecero le 5 giornate spinti dagli sciuri e non finirono mai di pentirsene...), dal punto socio-politico è sempre stato assieme grazie allo scotch militare.
Dopodichè la questione slava è complessa ma stavolta salto un turno perchè credo di aver abbondantemente dato in passato. Sono d'accordo però sul discorso dei ricatti morali suggerito da Silvano, che però vale per Israele come per i profughi palestinesi che fanno saltare in aria lo scuolabus di tuo figlio.....

Gianni ha detto...

Eccezionali i francesi ! Dopo aver scippato Trezeguet all'Argentina e tentato di fare la stessa cosa con Higuian, adesso se la prendono con giocatori di secondo rango che non possono più ambire alla nazionale A francese e scelgono la nazione dei propri genitori.
Il problema riguarda semmai sopratutto certi giocatori che esplodono sul tardi come Drogba (in Ligue2 fino a 26 anni ma arrivato in Francia all'età di 9 anni) o Sow (attuale goleador del Lilla nato in Francia ma gioca per il Senegal). Comunque problema profondo : io stesso nato in Svizzera da genitori italiani, avrei scelto la nazionale azzurra.

Andrea87 ha detto...

domanda un pò corollaria del discorso ma che ho sempre voluto fare:

ma un Piquè (inserisci catalano/basco a scelta) che dichiara apertamente "Facciamoli divertire con la coppa del loro re" con che coraggio poi va a giocare con le furie rosse quando ci sono europei e mondiali da vincere?

Non si dovrebbe usare lo stesso metro anche con questi separatisti spagnoli dicendogli chiaramente:"Amico bello, visto che ti senti catalano vatti a giocare la FIFA WORLD CUP con la tua amata Catalogna!"

Ah cosa si fa per un alloro...

spike ha detto...

'sto mito degli asburgo.
Hanno governato una cinquantina d'anni e a livello di pil procapite, il nord est non stava certo meglio del sud (ma lo era come distribuzione).

spike ha detto...

andrea

la cosa potrebbe esser rivoltata. Quando servono per vincere il primo mondiale della loro storia, non sono più ingrati separatisti ma paladini della Spagna.

è convenuto ad entrambi

Silvano65 ha detto...

Il Sud preunitario era uno degli Stati più ricchi d'Europa...

spike ha detto...

silvano il sud pre unitario era uno delgi stati più arretrati e poveri d'europa.
Il fatto è che, pur con indicatori migliori in altri campi, da un punto di vista meramente economico non è che il Veneto stesse meglio.

Andrea87 ha detto...

spike ha detto...

è convenuto ad entrambi
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esatto, però almeno abbi la decenza di non infamare il re che unisce i popoli con cui ho vinto un mondiale (e il madridista Casillas ha più di un merito nella vittoria, più sicuramente di tutta la rosa tiche-tacheggiante del Farça convocata in Sud Africa)

Dane ha detto...

@Spike: sì, poi andrebbe distinto il ramo spagnolo degli asburgo da quello austriaco, differenza di non poco conto. Comunque insisto, il problema non era economico o sociale...

@Andrea: medesima ipocrisia ce l'hanno gli stessi leghisti italiani, ricordo quando Bossi chiedeva la divisione in tre Nazioni: Padania, Etruria e Sud (manco ad un nome hanno diritto sti terroni....) però con una nazionale calcistica unita sotto la maglia azzurra (il colore dei Savoia!...).
Insomma, cazzate di chi non sa quello che dice, o forse lo sa a modo suo...

Silvano65 ha detto...

Il motivo per il quale i Piemontesi invasero il Sud fu proprio per le sue ricchezze, mentre il bilancio del Regono sabaudo aveva le casse vuote. Purtroppo la nostra storia risorgimentale é materia ancora misconosciuta, nonostante il 150°. Devo dire che la cronaca delle stragi commesse dai Bersaglieri nella Guerra contro i Borbone mi ha davvero impressionato

Italo Muti ha detto...

@Dane e Spike

Bisognerebbe ricordare la Milano spagnola di manzoniana memoria.

Maria Teresa ripulì Milano, le diede un'amministrazione degna e anche nell'istruzione per i bambini fece dei decisi passi in avanti.

Per quanto riguarda il sud, secondo me il più grande sovrano fu Federico II, ma è oslo l amia opinione.

Italo

Andrea87 ha detto...

il grande Federico II! uno dei più grandi uomini politici della storia e sicuramente il governante migliore che si sia mai visto nella mia sicilia... ed ho detto sicilia solo per tenermi stretto.

Altro che politicanti odierni :(

Italo Muti ha detto...

@Andrea

Se facciamo una gara con i politici di adesso, ma anche di qualche anno fa, vince Federico II nettamente 5-0, altro che fase difensiva di Leonardo...:-))))

Italo

Ivan.fab ha detto...

Il ragionamento di Blanc lo abbiamo espresso in tanti parlando delle nostre squadre primavera dove i ragazzoni di colori dominava letteralmente la categoria ma poi alla prova dei fatti si dimostravano mediocri per la serie A. Magari l'ex campione del mondo si è espresso male, oppure è un razzistone davvero, non lo so. Però riportare il calcio ad una dimensione meno fisica e più tecnica credo sia auspicabile da tutti.

spike ha detto...

silvano
non confondere quanta ricchezza produce ogni anno un paese, con quante riserve auree ha. Sono due cose diverse.

MB ha detto...

@ivan.fab: come dicevo nel mio altro post il discorso in sè ci può anche stare, ma non puoi farlo se sei il ct di una nazionale che rappresenta un paese con milioni di cittadini di origine africana. A meno che il paese non sia il Sudafrica di qualche anno fa...

Ivan.fab ha detto...

“Ricordo che nello spogliatoio si festeggiava il trionfo mondiale posando con la coppa. Thuram a un certo punto a (ndIvan gli errori grammaticali sono attribuibili al giornalista di Gazzetta.it) chiamato intorno a sé solo i giocatori di colore per una foto ricordo. Li per li non ci ho fatto caso, ma Franck Leboeuf mi fece notare che se avessimo noi bianchi fatto una cosa simile sarebbe scoppiato il putiferio. Non voglio dire che Thuram sia razzista o fascista, ma non sopporto questo suo atteggiamento da corte suprema” Parole di Dugarry, interessanti secondo me.

Dane ha detto...

Il razzismo dell'antirazzismo.....