Le parole di Sergio Bonelli

di Stefano Olivari
Fra i tanti meriti di Sergio Bonelli c'è anche quello di avere ottenuto i riconoscimenti e il rispetto di tutti, anche dei concorrenti, mentre era in vita e senza dovere aspettare i coccodrilli di routine dove tutti diventano grandi maestri e aprono vuoti incolmabili che poi però stranamente vengono sempre colmati.
Bonelli significa Tex, non solo perchè suo padre Gian Luigi ne fu il creatore e lo sceneggiatore storico, ma perché grazie a contaminazioni non sempre capite ha saputo farlo sopravvivere nei decenni (considerando anche gli albi a striscia, adesso Aquila della Notte come personaggio ha raggiunto i 63 anni) accontentando sia i tradizionalisti che i tifosi di una evoluzione nella continuità (chiamamola così, in democristianese). Chi come noi ne è lettore da sempre, arrivando fino al punto (di non ritorno) di comprare anche la collezione a colori allegata a Repubblica, fa sicuramente parte di uno dei due partiti: quello di Claudio Nizzi, per molti versi erede di Bonelli padre, con le sue storie molto John Wayne ma senza le sottigliezze di John Ford (schema tipo: Tex arriva in un paesello in cui gli allevatori onesti vengono taglieggiati da quelli disonesti, che però ufficialmente sembrano rispettabili), e quello di Mauro Boselli, che punta su storie più corali e delinea meglio i caratteri dei nemici del ranger. Stiamo ovviamente semplificando, come chiunque abbia letto e riletto i 611 albi della serie originale può capire. Ma avremo modo per riparlare di Tex, anche in negativo (non abbiamo mai sopportato gli albi speciali, come se Tex avesse bisogno di una legittimazione autoriale), che ci auguriamo non muoia mai. La grandezza di Bonelli come editore e autore risiede anche nella creazione di Zagor, una specie di laboratorio per l'incrocio dei generi: a noi non è mai piaciuto, ma di sicuro è sbagliatissima la sua contrapposizione a Tex che viene fatta da chi parla per sentito dire. Al massimo è stata una contrapposizione di mercato, nel senso che lo spazio nelle camerette imponeva di fare delle scelte. Non siamo molto originali nell'affermare che il vero personaggio bonelliano è Mister No, oltre che il più affascinante di tutta la casa editrice. Ex combattente nella Seconda Guerra Mondiale ma anti-militarista, fuggito dal mondo e rifiugiatosi in Amazzonia, Jerry Drake è anche il personaggio più complesso (insieme all'indimenticato Ken Parker) di tutta la storia della casa editrice. Senz'altro più di Dylan Dog, per citare un altro fumetto di cui non abbiamo perso un albo, pieno di citazioni 'telefonate' e di ben dosati ingredienti di marketing: onore quindi al Bonelli editore, capace in questo caso di conquistare anche il pubblico femminile. Molto texiano il poliziesco Nick Raider, che dopo una trentina di numeri ci ha stancato: difficile far sognare con l'attualità. Conosciamo poco la produzione fantasy, invece (Martin Mystére su tutti, una specie di antesignano di Roberto Giacobbo) e quella fantascientifica (Nathan Never e altri). Molto curiosa la storia del Comandante Mark, nostro acquisto fisso nei cestoni delle edicole di località marine (esistono ancora!) insieme a pacchi impolverati di Intrepido e Monello: personaggio bonelliano minore, che sfugge a qualsiasi classificazione (una serie italiana incentrata sulla lotta fra americani e colonizzatori inglesi è oltre il culto, già come soggetto), dopo anni di chiusura è adesso ancora in pista con un altro editore. Cosa volevamo  dire alla fine, oltre che siamo felici di avere intercettato e ascoltato Sergio Bonelli in tante conferenze e mostre di fumetti? Rubiamo la frase che il supremo Robert Harris fa dire a Tirone, segretario di Cicerone, nell'emozionante Conspirata: le parole sono l'unica cosa che rimane.


Stefano Olivari

26 commenti:

Italo Muti ha detto...

si torna ragazzi caro Direttore, quando una volta al mese uscivano, Tex, Zagor, il Comandante Mark e il Piccolo Ranger, a scadenze alternate Le Storie del West........200 Lire allora.......quando uscivano gli albi a colori tipo il n.100 a colori era giorno di festa. ça fait un dommage, ma il tempo passa, purtroppo.

Italo

axel shut ha detto...

i cestoni delle edicole di località marine

momento di madeleine proustiana: un'edicola a Riccione, vari albi di Nathan Never accatastati alla rinfusa (vecchi anche di anni), neanche voglio pensare a quanto tempo è passato

Italo Muti ha detto...

@axel

ogni tanto mi guardo un Tex, originale con i lprezzo in lire, 250, anni 70, e mi senti annullato e battuto dal tempo. Ripenso poi ad ua frase che mi dissero "siamo come un giornale, appena uscito fresco di stampa, piegato e bello da sfogliare, alla sera tutto stropicciato e pronto per il cestino". dov'è la pistola?

Italo

jeffbuckley ha detto...

nei cestoni di cesenatico mi piace comprare guerra d'eroi, supereroica etc.. sono un guerrafondaio?

Italo Muti ha detto...

@Jeff

sempre meglio dell'ignavia

Italo

Pierfrancesco ha detto...

Bonelli meritava in pieno anche la poesia nostalgica e struggente (anche nostalgica "a brevissimo termine" verso l'estate appena trascorsa) della magnifica citazione dei cestoni di fumetti delle edicole nelle località marine; roba che a me, classe '75, ricorda un po' gli 80's, ma è vero, ci sono ancora oggi.
Ciao, Mister No, mancherai enormemente a noi ed al mondo del fumetto italiano (che, grazie a te, poteva dare lezioni anche alle grandi case editrici internazionali)

axel shut ha detto...

@Italo: anche se magari non ti piacerà ;)
http://www.youtube.com/watch?v=RJxkyJMZMNc&feature=related

Anassagora ha detto...

Oltretutto segio ha sempre scommesso (a volte perdendoci) anche su fumetti innovatavi o comunque un po' strani ... ken parker, dix e altri, lo stesso natan never uscì in un momento di calo di certe tematiche.

K

Italo Muti ha detto...

@Axel

ahahah, pertinente, anche se trovo Moretti ripetitivo......

D'altra parte sei il Boss di Palazzolo e io un volgare merdaiolo......

Italo

Silvano65 ha detto...

@ Jeff: sono un guerrafondaio allora ;-) Ma del resto mi hai visto di persona, con tanto di mimetica svizzera propiziatrice :-P

;-))))))))))))))))

spike ha detto...

Magico Vento N°1 assoluto

poi a pari merito Nnever e Dampyr, anche se l'albo citazione di cuore di tenebra di NNever è semplicemente fantastico.

jeffbuckley ha detto...

silvano, gli scontri aerei tra stukas e spitfire, le battaglie navali, quelle nella giungla.. d'altra parte da bambini noi giocavamo alla guerra (o a bussolotti, che è lo stesso) mica alla playstation ..

Andrea ha detto...

La citazione di Robert Harris è da standing ovation

Andrea F

Unknown ha detto...

Nizzi è colui che ha affossato Nick Raider, e che ha banalizzato un decennio di Tex. Fortuna che è passato.

Leo ha detto...

Io ho letto solo Tex e Dylan dog, grandi, per cose diverse, entrambe. Diciamo che Dylan dog è formidabile quando c'è un vero assassino, mentre risulta illeggibile quando vaga fra ignoto e aldilà, mentre Tex è fenomenale quando non scade nella facile individuazione tra buoni e cattivi.

PS: non c'entra nulla ma dispiace notare lo scadimento, ormai decennale e oltre, delle storie di topolino. Riesco a leggere solo quelle di minimo vent'anni fa... e meditare sul cesso senza Topolino è un problema, dato che libri e fumetti di cui sopra a volte son troppo lunghi

Silvano65 ha detto...

A me di Tex é sempre piaciuta la rigorosa ricostruzione storica. Le citazioni sono sempre esatte, quasi maniacali i particolari delle armi utilizzate dai protagonisti. Le storie, per forza di cose, hanno un finale spesso scontato, ma credo possano trasmettere, anche oggi, dei messaggi positivi. Purtroppo a noi, perché i ragazzini viaggiano di playstation. Invece Tex serviva anche per imparare la storia o, perlomeno, per provare ad appassionarsi

Italo Muti ha detto...

@Silvano

Peste, sei un satanasso:DDD

Italo

ceccotoccami ha detto...

Ho smesso di leggere Tex perchè vinceva sempre.

Barde ha detto...

Il “morbo” di Tex me l’ha trasmesso mio padre, suo lettore accanito dai tempi delle strisce. Ero bambino ai tempi di El Muerto, quando Sergio Bonelli per qualche tempo ha scritto le storie, e vissuto come l’evento dell’anno l’uscita del numero 200 a colori. Crescendo l’ho perso di vista ma periodicamente rimango affascinato dalle copertine, pesco nel mucchio e per un po’ diventa la mia unica lettura. Ho amato di più altri personaggi bonelliani (Ken Parker, il primo Dylan Dog e per qualche tempo Napoleone) ma Tex è l’album di famiglia, prima o poi ci torni sempre. Migliori storie di sempre: Gilas e Una stella per Tex.

Anassagora ha detto...

Cecco allora dovevi leggere Ken Parker (o almeno il texone argentino)

K

ceccotoccami ha detto...

K
Ho letto anche Ken Parker, e mi piaceva tanto. Solo che ad un certo punto smise di uscire... bellissimo l'album "Sciopero"

C'è stato un periodo della mia vita che compravo Tex, Nick Rider, Nathan Never, Dylan Dog, Ken Parker, LancioStory, Skorpio, e.... Blitz.

mizio71 ha detto...

La mia casa familiare al mare è ancora piena di Tex, Zagor e Mister no. Cico il mio personaggio preferito. Dylan Dog un amico che mi segue dal liceo, quando lo si leggeva di nascosto durante le spiegazioni della prof. di italiano. Sergio Bonelli ha regalato sogni a tante generazioni e tutti gli volevano bene per questo, ecco perchè non ha dovuto attendere la sua morte per sentirlo dire in giro ....

Cuore di Tenebra ha detto...

Il cestone al mare è davvero un colpo basso, soprattutto per gli over 40 come il sottoscritto... per non parlare di Super Eroica e le surreali esclamazioni in tedesco :-) Memories...

Simone ha detto...

Da bimbo ero un adepto di Zagor.
L'antesignano,in quanto a strategia citazionista,di Dylan Dog.
Ma molto più leggero e divertente.
Si,Mister No fu il personaggio più interessante del lotto.
L'apice assoluto,almeno fino a quando mi interessavo a quel tipo di fumetto,fu un numero di Ken Parker senza dialoghi,solo disegni.
Una meraviglia.
Bonelli emerse in un'era di grande qualità.
I primi "Alan Ford" erano incredibili e per alcune pubblicazioni di Bonvi,in un altro contesto,magari più dominato dal marketing,avrebbero usato la denominazione di graphic novel.
Ve lo ricordate "L'uomo di Tsushima"?

pierocic ha detto...

Direttore mistupisco che non abbia citato quella che secondo me è, oggi, la migliore fra le pubblicazioni bonelliane, ossia Julia, vera erede di ken parker, profonda nelle storie e sopra la media bonelliana nei disegni.
napoleone e dampyr hanno raggiunto belle vette. a me piaceva anche magico vento, meno "stanco" di tex. Dyaln dog ovviamente non raggiunge più le vette dei primi 100 numeri ma per un serie tanto duratura sta mantenendo ancora una media discreta (cosa che a mio parere non è riuscita a martin mystere e nemmeno a nathan never)

Dane ha detto...

Dico la mia velocemente perchè l'argomento è pressocchè concluso.
Bonelli un grande visionario, mai capito interamente nemmeno dai suoi fans: Tex non è fumetto ma un opera d'arte, limitarsi a sentire il rumore degli spari o eccitarsi per le corse alla diligenza non vale un decimo delle sole metafore di cui è intrisa l'intera opera.
Non lo dico da fans, anzi: non mi esaltava il soggetto e trovavo insopportabile la storia che finiva a metà albo e poi ripartiva (come mi ha sempre fatto incazzare sta cosa!...) restando troncata all'ultima pagina, che ti lasciava sempre in sospeso come le telenovelas.
In casa mia era un culto, per la passione di mio nonno che tra l'altro era anche amico di Bonelli (motivo per cui, unito al fatto che mio fratello è uno dei fumettisti cresciuti a quella bottega, non mi espongo più di tanto nei giudizi personali), anche se io ho sempre preferito altri.
Zagor (fantastica la storia sulle tracce de vichinghi nel Nuovo Continente) su tutti (il mio vero mito d'infanzia, assieme a Lupin e Asterix), Mister No (irraggiungibile l'albo con come scenario la scena jazz newyorkese), il più affascinante. Dylan Dog ha un significato particolare: uscì quando io e mio fratello (che poi scelse quella strada, andando a bottega da una delle grandi firme dell'albo) eravamo al liceo artistico e la cosa ci segnò (anche negativamente: da adepto di Schiele e fans di Corto Maltese, vedere Stano scimmiottare la Secessione Viennese in salsa Prattiana mi indignava!...). Lo trovavo forte quando toccava temi importanti (come la vivisezione degli animali) con quel tono sprezzante e provocatorio, lo trovavo stucchevole quando moraleggiava eccessivamente (soprattutto sui temi politici), ottime le storie con una base "reale", insopportabili quelle sull'onirico e il sopranaturale.
Il fumetto a cui sono più legato è però Ken Parker, che credo sia l'opera più fuori dagli schemi di tutti. Di lui mi piaceva tutto, soggetto, ambientazione caratterizzazione del personaggio, in particolare le storie ambientate nei bagni penali della Cayenna (cosa che mi segnò lasciandomi una passione per le storie ambientate nelle carceri: non perdonerò mai Frank Darabont per aver girato il film che ho sempre sognato di girare io...).
Ken Parker il mio preferito, Dylan Dog quello che segnò me e la stessa Bonelli: da lì in poi le varie edizioni divennero pura fabbrica, la caratterizzazione dei personaggi un clichè ottenuto compilando un prestampato (vedi Julia e Napoleone, ottimi tentativi naufragati presto), l'ambientazione una tentativo di riempire un argomento non ancora coperto dal mercato, etc...
Questa la vera eredità negativa (assieme ad una sorta di cupola moggiana a cui sono asserviti gli artisti) dell'esperienza editoriale, che per il resto è stato un Big Bang storico non solo per il fumetto ma per l'editoria italiana tutta.
Sì, perchè sembra incredibile ma il tutto è avvenuto (e sopravvissuto...) in Italia.