Solo calcio

Ultimo anno per Benetton nel basket di vertice, Claudio Toti lascerà Roma dopo anni di spese enormi e risultati modesti, il Montepaschi a causa delle note vicende non potrà mantenere inalterato il budget della squadra che da quasi sei stagioni domina in Italia e si fa onore in Europa, Armani chissà ancora per quanto tempo accetterà l’attuale andazzo. La situazione della nostra pallacanestro è solo un indicatore di quello che è un vero e proprio crollo delle sponsorizzazioni sportive. Con una tendenza al peggioramento che non è solo contabilità ma, per quasi tutte le discipline, non solo in Italia, la differenza fra la vita e la morte.
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9 commenti:

jeffbuckley ha detto...

Indubbiamente la crisi c’è e si fa sentire; già tre anni fa un amico mi diceva come fosse sempre più difficile trovare anche le poche decine di migliaia di euro che servono per un anno di serie D di pallacanestro (nella ricca provincia di milano). Poi mi piacerebbe sapere qual è il vero ritorno di certe sponsorizzazioni, anche se l’esempio di MPS forse non è centratissimo; in quel caso è certamente una questione di sostegno con ritorno zero a una attività che potremmo definire “socioculturale locale”, visto il legame tra la banca e il territorio, mentre a Cariparma, ad esempio, sponsorizzando la nazionale di rugby forse un po’ di visibilità nazionale è arrivata. Forse la motivazione più vera è l’ambizione personale che citavi tu, in qualche caso mischiata a vera passione (e qui si torna alla crisi). Detto ciò il problema vero è che il governo degli sport non sa vendere il suo prodotto. L’esempio del calcio è quello più eclatante, talmente inflazionato che ormai mi chiedo chi compri le partite in pay, mentra la torta dei diritti è divisa come sappiamo. Ma tornando alla pallacanestro, pur con un campionato di livello men che mediocre è davvero triste che partite e trasmissioni dedicate siano praticamente clandestine anche sulle tv locali.

TheseD ha detto...

Le ragioni sono molte, in alcuni casi anche dovute alle richieste decisamente fuori mercato di alcuni presidenti, ad esempio Lotito.
Io però ci metterei anche l'incapacità strutturale di "vendere il proprio prodotto" sia nel mercato interno che all'estero da parte delle strutture (Lega e Federazioni) che sarebbero deputate a farlo. Negli anni '90 eravamo la lega di riferimento per i tre principali sport di squadra (calcio, basket, volley), oggi quel patrimonio è andato sprecato perchè non abbiamo saputo far sistema, tutti erano preoccupati di avere una fetta più grande di un torta più piccola invece di ingradire la torta (e per proporzione aumentare la propria fetta).
Le continue beghe degli anni 2000 hanno ridotto enormente l'interesse eliminando di fatto ogni possibile visibilità e quindi allontando eventuali sponsor realmente interessati.
E' poi evidente che il duopolio televisivo italiano non aiuta, perchè non c'è incentivo a diversificare l'offerta, ma si concentrano invece sullo stesso segmento di mercato.
In Spagna, realtà che conosco per averci vissuto tre anni, i TG di tutte le emittenti hanno al loro interno il TG Sport ma, dopo Real e Barcellona, trattano basket nazionale e NBA, tennis, ciclismo, pallamano in maniera routinaria.
Oggi in Italia chi sa che Bargnani e Gallinari sono gli sportivi italiani più pagati? Ma soprattutto chi li conosce?

jeremy ha detto...

Io sono sempre per il tutoraggio del calcio sugli altri sport: con lo stipendio lordo di un panchinaro di una squadra di serie A, si pagano due-tre titolari di una di volley di serie A1 e uno di basket di serie A1 (parliamo di 300-400 mila euro annui).

jeremy ha detto...

Senza scomodare i mega stipendi delle grandi: con il solo stipendio di Toni a Torino facevano paghi un intero roster di volley a vincere e una discreta squadra di basket da playoff. Parliamo di uno che non vede il campo.

Arturo ha detto...

Fantastica la Gazza odierna, Galliani pone un limite - leggasi ultimatum barra diktat - al City per Tevez, sì al prestito oggi oppure niente. Mi immagino le pernacchie e le scoregge con l'ascella da Manchester. A proposito, fossi un dirigente dei citizens, magari un pò stronzetto, a 'sto punto mi sentirei autorizzato ad offrire a Thiago Silva il doppio dei dindi che guadagna a Milano, meno di quelli di Mexes si vocifera, con tanto di foto in churrascheria.

jeremy ha detto...

Arturo, non ho capito perchè "con l'ascella" e non nel modo naturale?!?! E non ho capito perchè un po' stronzetto: hanno bisogno di un centrale come l'acqua nel deserto, quale migliore occasione di offrire 7 milioni a Silva e, dopo, 40 al Milan cash. Senza prestito, pezzenti....Cosi tanto per fargli capire chi è il nuovo sceriffo in città......

Stefano Olivari ha detto...

Per il tutoraggio del calcio basterebbe un dirigente illuminato...tolte le solite tre, con qualsiasi risultato diverso dallo scudetto del calcio che sarebbe visto come un fallimento (un buon paragone potrebbe esssere con le polisportive Barca e Real, dove l'immagine è comunque data dal calcio), una realtà calcistica media avrebbe solo da guadagnarci...tenendo come esempio Toni, visto che l'attuale contratto alla Juve è quello che a suo tempo gli regalò Preziosi, con 8 milioni lordi a stagione, più incassi derivanti da sponsor e pubblico, avremmo un Genoa campione d'Italia probabile in quasi tutti gli sport di squadra...siamo comunque sempre nel campo dell'elargizione, non in quello del calcolo di convenienza... il non detto delle sponsorizzazioni è che lo sponsor quasi mai riesce a quantificare gli effetti del suo investimento (e paragonarlo al costo-contatto di altre campagne), quindi per il Montepaschi dare 10 milioni all'anno a Minucci o dargliene 1 è filosoficamente la stessa cosa...il problema è solo averli che crescano...

Arturo ha detto...

Beh la scora nature non sempre viene a comando, si può quindi surrogare con l'ascella, a meno che lo sceicco non abbia a corte un petomane atto alla bisogna.

jeremy ha detto...

Vero Diretto, nella nuova ottica di appartenenza totale (vedi stadio di proprietà), avere la squadra Juventus anche in altri sport (minimamente conosciuto)avrebbe comunque un ritorno quantomeno di pubblico e un alto livello sportivo. Sempre se si vuole avere la logica del "meglio elemosinare che morire".