Porci senza ali

di Oscar Eleni
Un vero campionato di formazione, i veleni contro Meneghin, la vera angoscia di Pianigiani, gli allenatori da Armani e la saggezza di Repesa. Voti a Schull, Pagliuca, Capobianco, Michelori, Durant e Mareggiani Parisini.

Oscar Eleni dalla casa di Piero Mareggiani Parisini in Valserena, eremo di montagna che non ha niente di sacro come il monastero delle cistercensi trappiste delle colline pisane, ma, rispetto all’apiario delle care suorine che assomigliano ai troppi sceriffi del nostro basket, ha due pregi: i telefonini, spesso, non hanno campo e allora ti puoi godere il castagneto e anche le meraviglie in cucina di Linda e Roberta Carosi che stanno ai fornelli mentre Carlo, prima di appoggiare le delizie, cerca di venderti una casa; se hai tempo puoi trovare nella cassapanca della casa del nostro vero Papa cestistico il famoso documento del marzo 2004 spedito per conoscenza all’associazione giocatori e a quella degli allenatori, un progetto che le organizzazioni appena citate hanno lasciato fra la polvere, un’idea per un campionato di formazione, come direbbe oggi Meneghin, che ci sembra geniale perché costruita sulle idee che servono per far diventare qualcosa di veramente valutabile i giovani talenti usciti da campionati juniores senza specchio che punta il mitra alla schiena come a Guantanamo, che ci consola perché se vai dalla gente giusta quella non parla a vanvera, non si perde nell’assurdo come quel dirigente federale che per l’attività degli under 14 ha fatto il pieno di proibizioni- appestanti la mente, incatenando tutto a regole da studiare molto più dei fondamentali che sono la base caro amico altro che il divieto per blocchi e difese a zona la maledetta. C’è tutto scritto, anche il piano economico per le dieci città che dovrebbero ospitare i 120 ragazzi selezionati, una cosa seria come direbbe l’Angelo Rovati che abbiamo trovato al raduno dei matri baskettari senza vedere la solita scintilla della sua arguzia, quasi non avesse più voglia di craeare crisi di governo. Parisini ci chiede di non ridere e di non essere flatulenti come quelli della Giba e dell’USAPP nei suoi confronti. Ci mancherebbe.
Certo quel progetto lo spediremmo anche al presidente federale, così, tanto, per ragionarci sopra adesso che la Lega dilettanti, e ti pareva, si sta mobilitando per creare un ostacolo al campionato di formazione proposto da Meneghin all’ultimo consiglio. Quella Lega è anche la stessa da dove partono, ma non può essere vero dice l’ingenuo, le lettere anonime dirette al Coni per far sapere che Tolomei, uno bravo davvero, il collaboratore al marketing, è un socio del presidente, un finto problema risolto proprio da Petrucci nei giorni in cui obbligò Meneghin ad accettare prima il ruolo di commissario e poi quello di presidente in barba ai “ragazzi” dalla schiena dritta che dopo aver bollito Maifredi pensavano di essere implorati per un ritorno alla guida della federazione finalmente tutta in mano loro. Non è accaduto e adesso sfruttano i miasmi dei comitati regionali per andare alla carica, preparando il dopo olimpiadi londinesi quando la Federbasket dovrà eleggere di nuovo il suo presidente. Mortaio pesante per il campionato di formazione tanto richiesto, ma se non basterà ci sarà sempre la sentina del settore arbitrale e poi resta, visti i candidati alla maglia, il buco probabile di Azzurra, se tutto dovesse cadere nel pozzo nero degli invidiosi rimasti nudi senza prebende, senza divise, senza posti comodi dove insegnare al mondo come si allevano giocatori lavativi che amano poco l’allenamento e la competizione, garanti delle regole restrittive che allargano i fondi di chi ci guadagna comunque se l’italiano deve giocare per regolamento come ululano certi agenti.
Nella domenica di liberazione da quei porci con le ali che pensano al campionato di basket senza un minimo di affetto, nella giornata dove undici squadre si sono svegliate alla fine della partita scoprendo di aver sbagliato pronostico, qualcuno era sorridente, ma in troppi piangevano, siamo sicuri che il più angosciato di tutti era alla fine Simone Pianigiani. Indovinello fra i labirinti mentali degli onanisti del poensiero debole. Perché il nostro Simon Boccanegra (le cose sa dirle e sa proporle) era così abbattuto? Perché ha perso la seconda partita della stagione dirà qualcuno? No. Perché si è fatto fare 99 punti in casa ed è un sacrilegio per chi ha principi difensivi così rigorosi? Magari anche per questo, ma siete al fuochino. Perché ha scoperto che Jasmin Repesa, più di quell’impertinente del Boniciolli che sarà presto sul rogo dei Giordano Bruno nella solita Roma dove devi essere paraculo e non leale con tutti, è l’allenatore che gli dà i maggiori fastidi anche se deve guidare gente inaffidabile come quella che veste la maglia Benetton di quest’anno? Probabile, ma siamo ancora al fuochino. E allora, rompiballe che non sei altro, perché era così incazzato? Ma cari ragazzi perché ha visto in televisione Milano contro Roma dove c’erano tanti probabili Azzurri, ha cominciato a farsi venire il sospetto che i tre ragazzi della NBA vogliano troppi privilegi per esserci spezzando già in partenza il filo della coesistenza fra giocatori che vanno in giro sventolando una sola bandiera, quella bianca di chi non ha responsabilità perché, come sapete, gli allenatori, anche quelli bravi, affidano agli stranieri i palloni che contano.
Non è vero, urla il coro dei ragazzi con le ali: a Milano Giachetti ha stracciato il pannolone di Bucchi colpendo al cuore non soltanto Finley ma anche Bullo e Mordente e poi il colpo decisivo lo ha messo dentro Vitali, genio e potenziale asso dalla cintola in su, come dice il suo vero allenatore di oggi, ma calpestatore di uova dalla cintola in giù dove i suoi piedini gli urlano sempre di stare lontano dalla fatica difensiva. Va bene ve li lascio nella prossima Azzurra, ma poi non venite a lamentarvi perché basta vedere certi sguardi per comprendere che nessuno si fida di questi tipi spiaggia che amano più i Balotelli dei Michelori. Vampiri a colazione in casa Armani dove lo “sceriffo di Modenam” ha presentato la nuova lista di proscrizione per tutto ciò che, anche casualmente, potrebbe rappresentare un timido aggancio con il passato. Un impegno da inquisizione tipico di chi pensa di essere davvero arrivato nella foresta dove soltanto il bravo buana bianco conosce la legge del mercato. Per adesso, e la cosa dovrebbe inquietare la griffe, il mercato sbatte le porte in faccia ai rappresentanti dell’Armani e la squadra rantola in una strana posizione sul ciglio dell’orrido di Bellano: potrebbe ancora arrivare seconda, perché in terra di ciechi gli orbi hanno almeno un vantaggio, ma se anche capitasse passerà alla storia per essere l’unico gruppo capace di negarti qualsiasi emozione, di sorprenderti pur avendo amministrato cifre da sballo che si avvicinano ai 15 milioni di euro. Ordine supremo di chi è nato per ubbidir tacendo, ma non basta perché la città matrigna ha bisogno anche della sua trasgressione sapendo che una società solida sosterrà un allenatore capace di essere qualcosa di più di uno dei tanti discreti pastori di armenti cestistici. Insomma con tutto il rispetto per Bucchi, bravo come tanti altri, la gente chiede uno Scariolo campione d’Europa, un Recalcati tricampione d'Italia e argento olimpico, tipi su cui sfogarsi, tipi che sanno andare oltre il sollievo delle sconfitte di poco.
Ehi, Solone, ma a proposito di Repesa non gli avevate tirato addosso, voi, il giovane Benetton che non ha mai imparato dagli anziani il detto prima de parlar tasi, il pubblico così feroce con l’antico nemico croato, quel pacco ritirato al casino boario dopo le ultime figuracce? Certo che sì, ma ascolta il saggio Gelsomino che dopo il successo a Siena non ha chiesto le corna del toro che ha incornato il grande Josè Tomas, l’ultimo dei toreri, mettendo subito in chiaro che se non c’è un salto di qualità mentale nei giocatori certe imprese resteranno fini a se stesse, giornata di grazia al tiro, come quella che a Pesaro, molto, ma molto tempo prima, aveva fatto pensare che la Benetton era pronta al salto di qualità. State buoni se potete e dall’osservatorio di Valserena vi diciamo che Ferrara, per salvarsi, deve fare più di tutti perché a Treviso, ammesso che Treviso non sia ancora sotto tortura interna, e Siena farà fatica a guadagnare la sua gloria e in casa contro Caserta scoprirà le stesse cose che hanno stordito Varese: quella Pepsi diventa effervescente anche quando si sdraia indolente, anche quando difende male, anche quando prende a calci il suo secchio di latte. Pagelle? Non ancora. Lasciateci sfogare. Ricevuto da Manero Vacirca un bellissimo tesoretto dei suoi pensieri, ma vogliamo anche dirgli che, dopo la cotoletta della via segreta nella Milano che ancora mangia risotto giallo, stiamo dalla parte del suo amico Rolandi, scultore in Cina, che non gli parla più da vent’anni. I motivi sono tanti, certo lui fa molto per rimontare nel cuore e nella considerazione della gente con questa dedizione allo sport che gli ha cambiato, fortunatamente caro Manero, la vita. Dalla Valserena vi confessiamo che guardando la partita di Varese ci mancava qualcosa, sentivamo un peso, un dolore strano dentro. La prima fila non era come l’abbiamo vista tante volte al tempo dell’Ignis e poi dei Roosters. Non c’era lei, non c’era Alba Bulgheroni, non ci sarà più, ma per noi sarà sempre nell’angolo fiorito del palazzo e del nostro cuore. Dispiace che il professor Luigino Sepulcri non sia più preparatore atletico della Nazionale, ma speriamo resti nel basket in attesa di scoprire Cuzzolin che già faceva volare Treviso e che per sfondare fra i maghi NBA deve essere davvero speciale. Tutti dovranno essere speciali nello staff di mastro Pi. Perché altrimenti nuoteremo nella fuffa caro presidente. Bel colpo del Facchini arbitro che andrà a Parigi. Temevamo che il suo rigore lo avesse lasciato fuori dall’area dove devono stare soltanto quelli che dicono sempre di sì a qualsiasi dirigente invadente. Pagelle allora? Pagelle, vecchi marpioni.   
10 Al Barone Schull ricordato come si deve dal popolo Fortitudo che era anche stato alla festa campestre per Willie il nostro re. Noi da Valserena abbiamo allungato lo sguardo sulla collina per trovare Monzuno, il toro Ugo di Lamberti, il cuore di Beppe. Sentimentali fino in fondo, ma questa gente merita il nostro affetto per sempre. Grazie a Sacrati per non essersi presentato. Grazie a Tesini di esserci stato.  
9 A Gianluca PAGLIUCA portierone azzurro e di grandi squadre per aver scelto il basket come passatempo, per la sua fede agli Stracciari Pistons di Crespellano, ma la prossima volta sia più chiaro con quell’arbitrino che lo ha buttato fuori per falli: o schiaffo vero o ritiro sull’attenti. Il buffetto non è consentito ai grandi.  
8 Al sofferente CAPOBIANCO che si è liberato dell’angoscia battendo il suo compagno di banco sulla prossima panchina Azzurra. Siamo felici quando gente come lui può essere felice. Ci scuserà Dalmonte, ma per lui eravamo già felici quando aveva toccato la riva salvezza.  
7 Al MICHELORI da combattimento che ricorda tanto Mason Rocc(i)a, che potrebbe essere la soluzione in Nazionale se ci servirà a convincere Maestranzi a pilotare il brigantino che senza un uomo giusto al timone dovrebbe risolvere prima troppi quesiti nel test che facevano al manicomio di San Colombano dove la scritta era semplice: non siamo tutti qui ma sparsi per il mondo.  
6 A Kevin DURANT che sta tirando fuori da Kobe BRYANT quello che i successi e la presunta nuova saggezza al servizio del gruppo non era mai riuscita a nascondere perché ci sono fenomeni nati per essere marchesi del Grillo: io so io e voi nun siete un cazzo. Carissimi, scegliete la sezione Durant o quella Bryant?  
5 Alle MASCHERE tragiche del Forum nel mezzogiorno di fuoco fatuo fra Milano e Roma: quando l’Armani era a +18 il gruppo Roma scuoteva la testa e preparava il rogo per un allenatore che gliele canta spesso; appena Milano ha fatto splash si sono tutti ricordati che ci saranno pure dei motivi per avere così poco affetto e così poca credibilità.  
4 Alla FRONDA che segna ogni giorno la poltrona presidenziale di Meneghin: forse cadrà, forse si farà anche male, ma siamo certi che le sentenze dei posteri si ricorderanno di lui e mai di loro quando finalmente usciranno dall’ombra dei comitati, dalle cantine dove sono stivati i beni preziosi della loro carriera: gomme e pennini.  
3 A Piero MAREGGIANI PARISINI ex grande segretario di Lega, luce vera della vera Fortitudo, perché manda alla gente sbagliata progetti bellissimi che dovrebbero essere portati a Roma o a Milano, dipende dal presidente, da messaggeri fedeli.  
2 Alla RETROCESSIONE intesa come fallimento che fa straparlare i presidenti, che fa esagerare i giocatori. Trovate una formula per evitare questa ingiustizia perché il campionato dice che fra le seconde e le ultime non esiste davvero troppa diferenza.  
1 Alla VIRTUS SOLAR se non farà quadrato contro una contestazione che ogni anno mangia l’anima a gente che meriterebbe baci ed abbracci. Mettere in discussione uno come Lino Lardo sembra davvero incredibile perché tutti sanno come è stata fatta questa casa e come si può tenere in piedi anche se non tutti meritano di starci, ma li tolleri perché i bilanci non si dilatano per capriccio.  
0 Ai DIRIGENTI saccenti che a bordo campo segnalano cambi agli allenatori, ai frilli che si alzano dalla sedia chiedendo un tito, un solo tiro, a quelli che non hanno mai colpa, a quelli che avevano scelto bene ma poi la sfortuna, a quelli che non amano farsi dire la verità in faccia, a quelli che pensano a Siena mentre Siena non pensa mai a loro. Portateli in gita collettiva sul Mar Morto e lasciateli sfogare nel loro fantasport. Se le cose vanno male è proprio perché il pesce puzza sempre dalla testa.
Oscar Eleni

2 commenti:

Arturo ha detto...

Scusate l'ignoranza, chi è lo sceriffo di modenam ?

Arturo ha detto...

Ah è proli, non sapevo fosse modenese. Ergo rimane in sella, "bella" notizia