La dittatura del presente

di Jvan Sica
Non tanto il parlare, ma lo scrivere calcistico è cambiato negli ultimi anni. Fino a poco tempo fa il presente era il termine di paragone negativo per discutere di tutto. I fantomatici campioni di oggi non erano nemmeno paragonabili a quelli degli anni ’60-’80, le squadre di quegli anni hanno cambiato il calcio e vinto tutto quello che si poteva con grande stile.
Ronaldo per i suoi contemporanei non meritava il podio tra Pelè, Maradona e Cruijff, mentre per il sottoscritto è un giocatore irreale, proiettato in un futuro ancora lontano. Oggi invece è tutto un peana di Messi più forte calciatore di tutti i tempi e Barcellona migliore squadra di sempre. Cosa è cambiato?
1. Il prodotto calcio italiano ha preso tranvate tremende all’inizio degli anni 2000. I consumi del tempo libero si sono di molto diversificati e non contemplano più solo il rito domenicale degli anni ’70-’80 fatto di panino + stadio o in alternativa pranzo + tv. Le partite di oggi devono essere promosse come eventi storici, per avere grande seguito.
2. La comunicazione è completamente concentrata sul presente.
E questa è una scelta socio-politica, prima che massmediatica. La storia si narra in tv e sui giornali come una favoletta e difficilmente ha ricadute serie sul presente (vedi revisionismo a tappeto).
3. Le nuove tecnologie hanno creato una sovrainformazione d’attualità.
Internet ha spalancato le porte ai segreti e dettagli del vivere contemporaneo. Internet adora il presente. L’utente non ricerca il passato, fruibile anche attraverso gli altri media, ma le sfumature del presente, valide e memorabili nell’arco della giornata.
Questi per me i motivi socio-comunicativi di questo cambiamento, che è radicale e non riguarda solo il calcio.
Detto questo, mi sbilancio su quello che è invece per me il miglior club della storia, prendendo un quinquennio come riferimento. Non ho dubbi: il Bayern Monaco 1971-76. In questo arco di tempo il Bayern ha vinto 3 campionati tedeschi, 1 Coppa di Germania, 3 Coppe dei Campioni, 1 Coppa Intercontinentale. A questo bisogna aggiungere che il Bayern era anche l’ossatura della Nazionale che ha vinto un Europeo (1972), un Mondiale (1974) ed è arrivata seconda ai rigori in un altro Europeo (1976). Per eguagliare questa squadra, il Barcellona attuale, prendendo come riferimento il 2008 (vittoria Europei Spagna), dovrebbe vincere entro il 2013 un altro campionato, altre 2 Coppe dei Campioni e la Spagna arrivare in finale anche ad Euro 2012. Aspettiamo e poi diamo titoli.
Jvan Sica
(per gentile concessione dell'autore, fonte: Letteratura Sportiva)

7 commenti:

tasaril ha detto...

Quindi la squadra più forte di tutti i tempi va vista esclusivamente in base alla bacheca?

spike ha detto...

mi convince l'analisi sul cambio di modalità comunicazione e quel che ne è seguito.

Sulla squadra più forte, tasrail un modo ,forse l'unico, per confrontare squadre che giocano in epoche diverse, è vedere quanto hanno inciso nel loro tempo. La bacheca ne è un buona misura.L'obiezione sensata è che l'ajax ha cambiato il modo di giocare. Francamente è difficile.

francesco74 ha detto...

Beh, se parliamo di squadre di club, a mio avviso bisogna lasciar fuori il discorso nazionali.
Poi boh, trovo sempre difficile confrontare squadre e giocatori di epoche diverse: il calcio di oggi è un altro sport rispetto al calcio degli anni 70.
Infine se proprio sto giochino lo vogliamo fare, tra l'Ajax di Cruijff e quel Bayern beh Ajax tutta la vita se non altro perchè quelle 2 squadre si affrontarono pure in una coppa dei Campioni e sappiamo tutti come andò a finire, poi perchè, come già accennato da Spike, quell'Ajx rivoluzionò il modo di giocare al calcio e infine, ma da non sottovalutare il modo diverso (e non poco) nel quale le due squadre arrivarono a vincere quelle coppe dei Campioni... Insomma Ajax-Bajern 4-0.... O quasi....

VVVVVVVVVVVVVVVV ha detto...

Io ci metto anche il Milan degli Olandesi perche' ha lasciato un segno indelebile.

Silvano65 ha detto...

Il Milan degli olandesi, in effetti, ha dato una bella mano all'Olanda a vincere l'Europero nel 1988. Ha vinto di meno di altre grandi Squadre della storia della Pedata, ma è stato in qualche modo un punto di svolta.
Poi, la bacheca é certamente uno degli elementi per valutare una squadra, più che altro perché si tratta di un dato oggettivo. Guardando oltre, però, la penso come Spike e francesco: l'Ajax degli anni '70 é stata una pietra miliare della Pedata europea, nel senso della squadra che ha sancito la chiusura di un capitolo (che comprendeva il Real Madrid, il Benfica, le milanesi, il Manchester United di Charlton e Best) e l'inizio del calcio moderno con la squadra corta, il pressing e il fuorigioco. Fra l'altro quell'Ajax inflisse ai bavaresi una lezione di calcio nel 1973 (un quattro a zero rimasto nella storia). In ogni caso, due gruppi di giocatori che hanno scritto la storia, con la maglia delle rispettive società e anche con quella delle rispettive nazionali.

Leo ha detto...

Ma che Cuper è arrivato più vicino dell'Inter di Ronaldo a vincere lo scudetto se lo ricorda qualcuno??? No perché a me va bene Ronaldo sul piano di Pelé, Di Stefano, Maradona e Crujff (in realtà no, però), mi va anche bene Messi sul piano di Del Piero, ma che per un unico campionato (il resto della carriera di Ronaldo è stata da fenomeno "normale") il brasiliano venga considerato come Uforobot che si trasforma in un razzo missile ecc ecc ha anche abbastanza urtato.

Simone ha detto...

Prima parte interessante e condivisibile.
C'è una biblioteca corposa di libri e testi che hanno sviscerato l'argomento.
Partendo dallo scibile televisivo(il media comunque di riferimento)proporrei la lettura de "Il delitto perfetto" di Baudrillard.

Che bello,un pò di paleofoot.
Il Bayern mi sembra il classico caso di squadrone sopravvalutato dagli eventi.
Sto con Spike,Francesco74 e Silvano65.
Il paragone con l'Ajax non regge:il ciclo bavarese cominciò perchè i biancorossi furono smontati.
Già l'ultima Coppa Campioni(1973 contro la Juventus)fu vinta quasi per inerzia.
Cruijff era già sul piede di partenza e il nucleo principale si stava sfaldando per beghe interne.
La finale dell'anno prima,contro l'Inter,è indicativa del loro dominio.
Quella partita è la simbologia del calcio totale:il pressing,l'esuberanza fisica,l'arroganza tecnica,il possesso palla esasperato,la versatilità disarmante dei suoi interpreti.
Boninsegna e soci furono fortunati a perdere solamente con due reti di scarto.
Il Bayern aveva grandi campioni e un gruppo formidabile.
In coppa ebbero tantissime coincidenze astrali favorevoli.
Non meritarono di pareggiare con l'Atletico Madrid,1974,e di vincere con il St. Etienne,1976.
Giocavano una pallonara bruttina,molta carne e poco fumo.
Il 1975 fu una vergogna:l'Adidas riempì di svanziche le tasche dell'arbitro.