di Giovanni Capuano
Nell'inchiesta de La Gazzetta dello Sport sul calo degli abbonamenti negli stadi e il contemporaneo boom dell'audience televisiva del calcio prendiamo per interessanti due aspetti. Il primo è che a reggere numericamente sono alla fine le solite note: milanesi, romane, Juventus e Napoli insieme coprono la metà esatta degli abbonati della serie A (142mila su 282mila) e ci sono realtà dove il calcio resta uno spettacolo per pochi intimi come Chievo (7mila), Lecce (poco meno di 4mila), Cagliari (4mila) e Catania (9mila).
Stiamo parlando di regioni e bacini d'utenza lontani dal raggio di attrazione delle grandi, di squadre che raramente giocano in contemporanea con gli anticipi e posticipi da record di ascolti e che, quindi, non dovrebbero avere difficoltà a riempire gli stadi. Se non lo fanno la colpa è sempre della tv o magari questi tifosi sarebbero più invogliati se i loro presidenti non gli presentassero tutti gli anni squadre sempre più infarcite di sconosciuti da lanciare e vendere a peso d'oro al primo gol? La seconda valutazione è sulla percentuale di riempimento degli stadi. A parte lo Juventus Stadium per il quale la capienza limitata a 41mila sarà sempre un limite e un vantaggio insieme, colpisce il dato del Milan fermo a uno sconsolante 52,2% pur avendo ospitato a San Siro (oltre al Cesena) due squadre di buon livello come Lazio e Udinese. I tempi dei record di abbonati sono davvero lontani, ma questi numeri fanno cadere il velo anche sulle strategie di marketing comunicativo per cui lo scudetto conquistato a maggio aveva iniettato entusiasmo in un ambiente depresso da tempo. I numeri dicono il contrario: sono calati gli abbonati (da 31.319 a 30.398) e anche i biglietti staccati. Che Ibra non sia l'unico con il mal di pancia?
(9 ottobre 2011, per gentile concessione dell'autore. Fonte: Calcinfaccia)
11 commenti:
Il dato del milan contiene in sè la risposta:marketing fallimentare. Non è solo quello però, è anche la sensazione di vedere uno spettacolo minore qualitativamente. Arbitri che paiono ormai politicizzati, critica politically corret, trasmissioni e commenti e telecronache stanche e ormai a compartimenti stagni. Il calcio di come siamo diventati si isola da sè.Berlusconi ormai è passato, se ne renda conto anche il marketing..
ma mi pare anche giusto con Nocerino, Poli e Vucinic... cominciate a comprare Messi, Fabregas e CR9 e poi vedete il boom di abbonati!
Dopotutto è documentato che il boom di abbonamenti il Milan lo fece all'acquisto di Ronaldinho, non dopo lo scudetto!
Viste le partite contro Udinese e Cesena a San Siro. Lo 'spetacolo" in campo deprimente. L'atmosfera allo stadio ancora di piu'. Stadio quasi mezzo vuoto. Bagni luridi. Bar che del bar hanno solo il nome. Fuori dallo stadio magliette taroccate vendute legalmente.
Ma perche uno deve andare a questo San Siro a vedere questo Milan?
Tani, pensa che quest'anno finora hai visto più partite al Tempio te che stai in Ontario di me che lavoro alla Bovisa. E il cerchio si chiude...
Il discorso sul calo degli spettatori è molto complesso e dovrebbe anche tener conto che secondo un recente sondaggio pert la prima volta in Italia coloro che si dichiarano non tifosi sono la maggioranza... Detto questo, il modello del calcio italiano è sempre più legato ai grandi club. Noi tifosi delle piccole siamo dei panda: abbiamo stadi bruttissimi e scomodi, senza copertura, con prezzi che anche se bassi diventano proibitivi per il classico padre di famiglia che dovrebbe portare 1-2 figli allo stadio ... Mentre la TV propone abbonamenti a tutte le partite ad un prezzo pari a poco più di un solo biglietto di tribuna. In molti bar la squadra del cuore la segui gratis o pagando, male che vada, 5 euro. Citavi il Lecce ? Ebbene, Lecce negli anni '80-'90 era una delle squadre con più seguito in Italia. A parte i 15.000abbonati del primo anno, la squadra aveva sempre tantissimo seguito ogni domenica (curve introvabili anche con le piccole squadre), basta vedere le statistiche per campionato. Da qualche anno il seguito è letteralmente scomparso. Le colpe possono essere tante, non sempre dei risultati che a volte sono stati addirittura oltre ogni rosea previsione (ultimi due anni). La provincia di Lecce comunque rappresenta un bacino di circa 1 milione di persone e come tutta la provincia italiana rappresenta una bella inizione di audience e quindi soldi per le tre strisciate (lo stesso si può dire per le altre piccole della A). Certo che una serie A a 20 squadre e una B a 22 non aiuta a rendere lo spettacolo tecnico bello da vedere e il calcio italiano si è molto impoverito (un tempo a Lecce acquistavamo campioni come Barbas e Pasculli, oggi gli scarti o i mezzi pensionati in mobilità coatta). Certo è che sino a quando le TV pomperanno solo le 5-6 squadre che per loro hanno appeal, saranno tempi duri per le piccoline. E indebbolendo loro si indebbolisce l'intero sistema del calcio italiano che su certi equilibri si è sempre basato.
Quoto mizio71 ed aggiungo che, contrariamente a quanto scritto nel pezzo, le tv c'entrano eccome.
Perchè la perdita di spettatori in serie A è forte ma, se vogliamo, mascherata da numeri ancora accettabili, mentre nelle categorie dalla B in giù si tratta di una voragine vera e propria. Basta vedere i dati degli anni 70 e 80, quando ancora la pay non c'era per rivelare che il calo di pubblico del calcio italiano in assoluto è stato elevatissimo.
In Inghilterra i dati davvero positivi non sono i 35.000 spettatori a gara della Premier ma i 17.000 della Championship , i 9.000 della League One e così via.
In sostanza vari fattori tra cui la tv hanno drenato spettatori a tutto il calcio italiano convogliando parte di questi sulle poltrone dei salotti o nelle sedie dei bar e mandando gli altri a ramengo. Colpevole n. 1 la FIGC che si è bovinamente piegata ai diktat dei presidenti sacrificando sul loro altare tutto il resto del calcio italiano. Per fare un banale esempio, ci voleva così tanto a vietare partite in tv tra le 14,00 e le 19,00 della domenica ?
Quello che è stato scritto finora, per me, è sostanzialmente giusto. Attenzione a non confondere però spettatori con abbonati. I primi, negli ultimi 5 anni, in realtà, se pur di poco , sono aumentati, mentre sono i secondi ad essere calati.Certamente c'entra anche la tv, ma direi che c'entra molto anche le difficolta, nell'attuale fase storica, ad acquistare l'abbonamento per l'intera stagione.
In ogni caso, in UK non mandano in onda TUTTE le partite della premier ... in Italia mandano in onda anche le amichevoli con squadre di terza categoria ... sono curioso di capire cosa accadrà con la possibilità di abbonarsi anche a pay tv di altro Paese UE ----
PS: perdonate l'orrore ortografico di indebolendo con due b ....
A suo modo è anche sorprendente che i biglietti venduti negli ultimi anni siano leggermente aumentati, rispetto agli abbonamenti. Le mille grane che sono state introdotte tipo tessera del tifoso, restrizioni alla vendita eccetera pensavo sarebbero state un disincentivo agli spettatori "occasionali", rispetto agli abbonati che devono fare la trafila una volta in estate e poi basta.
Ma tant'è...forse semplicemente avere in A contemporaneamente le due genovesi, Napoli, Palermo e la Juve di ritorno ha aumentato artificialmente i numeri.
Scusate ma fare un abbonamento ora è da ricovero, visto che non sai mai quando una squadra giocherà. Io quest'anno, per adesso, ho visto solo Fiorentina-PArma di mercoledì sera. Arrivo intorno allo stadio alle ore 19. Parcheggio a cinque minuti sul viale Duse. Acquisto del biglietto, curva Fiesole, il settore più pieno, alle 19.30 a 12 euro,panino alla salsiccia e entrata nello stadio verso le 20.15. Perché dovrei abbonarmi? Con la viola che va così non ce n'è proprio bisogno!!! ;-P
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