La personalità di Franco Gasparri

di Fabrizio Provera
Chissà se Kartlos, capo pagano considerato il padre della moderna Georgia, avrebbe mai immaginato che anche la pallacanestro sarebbe stata un elemento importante dell'orgoglio nazionale. Non siamo intenditori di paganesimo (chi scrive è cattolico apostolico romano), ma ovunque si trovi Kartlos deve aver apprezzato l'ingenua domanda di un ignaro giornalista ad Andrea Trinchieri durante le Final Eight di coppa Italia: qual è la ragione dei tanti punti provenienti dalla panchina di Cantù? Semplice, replicò il coach, è tutta una questione riconducibile alla nazionale georgiana.
Dunque il nostro elogio alla Bennet che si congeda da una splendida Eurolega, tante luci e poche ombre nelle notti magiche del PalaGladiatori di Desio (ma anche a Barcellona, Bilbao, Tel Aviv e infine Kaunas, dove la Bennet di Anna Cremascoli ha strappato la vittoria davanti a oltre 9.000 devoti lituani della religione del cesto), va soprattutto a Manuchar Markoishvili e Georgi Shermadini, che Trinchieri ha plasmato nella sua evidente venerazione per una certa idea della pallacanestro, lontana anni luce dallo showtime luccicante dell'Nba, più affine alla rude scuola cestistica europea (vedi le considerazioni sulla scuola europea svolte da Simone Basso nell'elogio a Sarunas Jasikevicius). Che i caucasici siano da sempre antropologicamente affini e fedeli alla storia d'Europa ce lo rammentano gli esperti, i quali ci insegnano che questo popolo, a differenza dei mongoli o dei turchi, ha sempre presentato caratteri morfologici del gruppo europoide; la loro cultura ha antiche origini, che incrocia quella romana e mediterranea per tante ragioni, fra cui l'introduzione del Cristianesimo come religione di Stato nel quarto secolo dopo Cristo, pochi decenni dopo l'editto di Costantino.
Manu e Georgi, ai nostri occhi di devoti della commistione tra basket e cultura popolare, sono uniti anche da un'affinità cinematografica ed attoriale: Shermadini, ha fatto rilevare coach Trinchieri sin da ottobre, è la risposta di Cantù a Rowan Atkinson, il celeberrimo mister Bean della Bbc. Ne ha certe movenze goffe, l'espressione ingenua. Ma di che pasta sia fatto, Shermadini l'ha dimostrato calcando senza alcun timore reverenziale - a soli 22 anni- i parquet più nobili d'Europa, si pensi solo al recupero offensivo di Tel Aviv con assist a Basile per la conseguente tripla mortifera, glaciale e molto poco ignorante. Mica un caso che l'aristocratica Cantucky l'abbia scovato: tra gli antenati di Sherma ci dev'essere qualche nobile dignitario georgiano, quantomeno un Barone, da affiancare all'epica del principe Basile da Ruvo di Puglia (ramo aristocrazia contadina) e al conte Vlado Micov da Belgrado (ramo nobiltà del ferro e della spada: la ex Jugoslavia è pur sempre la terra insaguinata della tigre Arkan e del meno conosciuto e non meno truce Ante Pavelic, capo carismatico degli Ustascia, le milizie filo- fasciste del secolo Breve). Con percentuali al tiro a volte stupefacenti, e un rapporto tra rendimento e minuti giocati elevatissimo, Shermadini si è rivelato l'ennesimo colpo azzeccato del mercato low cost di Cantucky. Anche se la sua attitudine al fallo, specie per il metro dei fischietti italici, è un limite non da poco, specie in prospettiva playoff.
Manu Markoishvili invece, nei periodici confronti da cazzeggio colto-trash-poliziottesco col Direttore, ci ricorda incredibilmente Franco Gasparri, in arte Marco Terzi, indimenticabile e sfortunato protagonista della saga di 'Mark il Poliziotto', del regista (per noi meritevole di culto sempiterno) Stelvio Massi. Franco Gasparri, divo da fotoromanzo ridotto sulla sedia a rotelle dopo una tragica caduta in moto (1980) e morto nel 1999, fu dapprima un idolo delle ragazzine: folta e fluente chioma mora, atteggiamento dandy e andatura dinoccolata, Mark faceva stragi di cuore. La risposta dei B-Movies all'italiana a James Bond: solo che, in luogo del Dom Perignon 1964 (dopo averlo bevuto, una volta, la prova dell'esistenza di un Dio ci è parsa incontrovertibile), Mark era piuttosto tipo da vino bianco-mosso-servito in calice-affusolato-improponibile, ma anche da chinotto o gassosa, quelle che si bevono sui tavolini del covo hippy, dove il nostro poliziotto si infiltra, nel fondamentale 'Mark colpisce ancora'. Manu Markoishvili ha tratti del viso rocciosi e spigolosi, non è un belloccio da rotocalco; ma l'imponenza fisica, l'imprevedibilità, la silente generosità al servizio della squadra ne fanno un icona di dedizione alla causa, come Mark Terzi. Si pensi alla schiacciata contro la Virtus Bologna allo scadere del secondo quarto di Bennet-Canadian, a gennaio, che ridiede smalto a una Cantucky molto spenta; ai 32 punti di Kaunas, con percentuali al tiro da trance agonistica; al fatto che ogni qualvolta le prestazioni di Micov e Markoishvili sono convincenti, la Bennet non stecca una gara. Certo, Manu non ha la chioma bionda e la grazia dell'altrettanto indimenticabile Maurizio Merli, il commissario Betti di 'Roma Violenta' (pellicola indispensabile per introdursi degnamento al cosiddetto cinema di genere), stroncato da un infarto sui campi da tennis a soli 49 anni. Tocca farsene una ragione. La pallacanestro, ancora una volta, incrocia generi e culture. Per rinnovarsi trasfigurata in un'altra trama, come disse il Poeta.

Fabrizio B. Provera, 3 marzo 2012


7 commenti:

GIORDANO ha detto...

Miiii, Provera...che sbrodolata!!!

E pensare che il 27 gennaio scorso mi ero messo a ridere leggendo quella che ritenevo una battuta di Stefano Olivari: "Avete proprio indovinato, a voi non la si fa! Ufficiale: la linea di Indiscreto è tifare Cantù...".
Mah...

Stefano Olivari ha detto...

Messaggio da Fabrizio: Caro Giordano, anzitutto desidero ringraziarti- sinceramente- per la tua attenzione e il commento.
Questi pezzi, come abbiamo scritto diverse volte, non sono affatto 'endorsement' di Indiscreto pro Cantù, ma solo esercizi di cazzeggio giornalistico su Cantù e la sua 'diversa idea del basket', che mischiano e 'incrociano' altri generi: letteratura, cinema trash, vino, donne, la storia dei Vinti...
Sono così manifestamente di parte, credo e spero, da essere innocui e senza la benché minima volontà di urtare i tifosi di altre squadre: per tutto il resto non c'è MasterCard ma tutti i quotidiani e i siti di cronaca del cesto. Quindi noi siamo complementari (o al limite inutili).
Inoltre, chi scrive ha un sacro timore riverenziale e rispetto per i colleghi giornalisti che si occupano e si sono occupati di basket a livelli seri: il mio ultimo pezzo sul basket prima di Indiscreto, e non scherzo, risale a un incontro tra Gravellona e Cat Vigevano, campionato di serie D (girone della Lomellina, dove ci sono più zanzare e risaie che in ogni altra parte del mondo), anno 2003-2004.
Aggiungo che me ne occupai io perché nel Vigevano giocava un caro amico, col quale una volta prendemmo una sbronza da antologia.
Cito poi, a dimostrazione di quanto detto, il pezzo del dopo Final Eight di Torino: quando solo Indiscreto- mentre qualche collega certamente più blasonato, bravo ed esperto ha sottostimato quanto successo durante il match tra Mps ed Armani- ha parlato chiaramente della svolta di Milano e pronosticato (profetizzato?) una imminente 'scossa' nella stagione dei ragazzi di Scariolo, che forse qualcuno- lo dico da canturino 'senza se e senza ma'- ha dimenticato essere un grande allenatore. Mi permetto di ricordare che, dopo quel pezzo, l'Armani ha vinto col Pana ad Atene, in campionato e contro il Fenerbahce.
Quindi il nostro- lungi dall'essere un esercizio di obiettività- è senza dubbio un giornalismo 'schierato', tuttavia senza fette di culatello (che io prefefisco al prosciutto, soprattutto se è il culatello di Massimo Spigaroli, Antica Corte Pallavicina di Busseto: se aveste da scegliere un'ultima cena prima di passare a Miglior Vita, andateci senza alcuna esitazione) sugli occhi. Ciò detto, ti rinnovo il mio grazie. A presto!

Arturo ha detto...

Da tifoso Olimpia, francamente ho considerato quella chiosa sulla svolta pro Milano post final eight una solenne presa per il culo. Aspetterei stasera prima di parlare di svolta epocale.

GuusTheWizard ha detto...

@Fabrizio
Ma la Corte Pallavicina non è a Polesine Parmense ??
Quotone per il culatello, consigliato quello di Nera Parmigiana (al netto del mutuo necessario per l'acquisto)

Stefano Olivari ha detto...

Da Fabrizio (ma dove vivi, in Cina?). @Guus: I lettori di Indiscreto sono anche gourmet attentissimi!! Hai ragione Guus, mi scuso per l'errore: il sommo Massimo Spigaroli opera a Polesine Parmense, distante pochi chilometri da Busseto. L'ho confuso con un'altra tavola da baskettari goderecci, Campanini (dove si può morire felici con Culatello e Champagne Rosè), di stanza in un'amena frazione di Busseto, Madonna dei Prati (ma come si fa a essere agnostici???).
La Nera Parmigiana è razza da intenditori, ma un rimedio per deliziare il palato e l'anima senza ricorrere ai vampiri dell'Associazione Banchieri esiste: sempre a Polesine ti consiglio la trattoria Colombo, dove gli eredi di Gogliardo Ramelli (che nome fantastico..) sono contemporaneamente produttori del Consorzio del Culatello e commoventi ristoratori: puoi deliziarti con tre stagionature diverse, sino al Culatello da 40 mesi che farebbe convertire il più ortodosso dei vegani, senza svenarti. Sono onestissimi, basta non bere 8 bottiglie di vino in 4 come capita- e non di rado- al mio tavolo.
Il sabato incrocerai spesso un facoltoso assicuratore autoctono, con tanto di Lamborghini gialla e fidanzata da curve inibenti tutti gli apparecchi di ausilio elettrico al cuore. E alla fine, se proprio devi festeggiare qualcosa di importante o affogare il dolore più cupo, ci sono anche 2 o 3 whisky della Rare Malts. Cose da intenditori, cose da Indiscreto.. Grazie per l'attenzione!
@ Arturo: Caro Arturo, anzitutto grazie per l'attenzione e la cortesia. Nel pezzo non ho scritto né parlato di svolta epocale, ma se come me hai assistito ai match dell'Olimpia al Forum- da ottobre ad oggi- converrai che le Final Eight di Torino hanno segnato un deciso cambio di passo: lo dimostra la striscia di vittorie (tutte successive al nostro pezzo) sul Pana ad Atene, con Casale e col Fenerbahce, ma anche la sconfitta di ieri.
Sempre se è vero quanto scrive stamani Werther Pedrazzi sul Corrierone, un cronista di razza che se necessario a Milano le canta e le suona: ossia che la sconfitta di ieri è molto meno sconfitta del solito. E per quanto mi riguarda, conta più della vittoria milanese di novembre al Forum, quando Siena mandò in campo una juniores con le sembianze di Mc Calebb e soci.
Ripeto, temo molto Milano. E sono certo che crescerà ancora. A presto!

chad palomino ha detto...

Milano, crescendo ancora nei prossimi mesi, mi pare pronta per mettere in difficoltà Siena su una serie lunga, ma non ancora per batterla.
Per ora la vedo già al livello di Cantù, che gioca divinamente e al momento è più squadra, però ha minore talento da mettere in campo.

GIORDANO ha detto...

@ Fabrizio Provera(tramite Stefano Olivari)

Caro Fabrizio, lungi da me l'intenzione di far polemica....
Vada per gli esercizi di cazzeggio giornalistico....ma vedi di non smentirti.
Alla prossima....
Giordano